Cosa combina questa gente di Piter [1]!
Il “Pjatyj kanal” [2] mostra persone proibite e solleva questioni proibite. Perché sono così coraggiosi?
Un giornalista ha gridato parole spiacevoli in faccia a un presidente. L’hanno preso di peso e l’hanno portato fuori dalla sala. Un secondo giornalista due giorni dopo ha lanciato una scarpa a un presidente. Poi l’altra. L’hanno fatto girare con la forza e l’hanno portato fuori dalla sala. Il secondo avrebbe potuto vedersi su tutti i canali televisivi russi – se avesse voluto. Ma il primo si è visto solo sul “Quinto”. Il secondo è Muntadar al-Zaidi. Questi ha espresso il proprio atteggiamento nei confronti di George Bush durante la sua conferenza stampa in Iraq. Il primo si chiama Roman Dobrochotov. Questi si è opposto a Dmitrij Medvedev alla conferenza dedicata alla Costituzione a Mosca... Il canale REN TV [3] ha appena ricordato l’incidente, senza peraltro mostrare Roman. La NTV [4] è stata un po’ più aperta – ha mostrato come lo portavano via dalla sala, ma le sue rimostranze sono state raccontate in modo smorzato (“non era d’accordo con gli emendamenti...”) e non sono state fatte ascoltare dalla sua viva voce. Il Primo e “Rossija” [5] hanno fatto del tutto finta che non fosse successo nulla del genere. Ma il canale informativo non stop “Vesti” [6] ha dato un’altra lezione – l’evidente conferma di una verità assai nota a tutti gli uomini di televisione: neanche la diretta garantisce la libertà di parola. I registi di “Vesti”, che riprendevano questa conferenza in diretta, si sono ingegnati di non far notare Dobrochotov. La telecamera si è concentrata sul presidente. E quando all’improvviso ha mostrato il volto stupito di Medvedev, che per un secondo ha perfino interrotto il suo intervento, è stato decisamente incomprensibile perché ciò fosse avvenuto. Era del tutto impossibile anche capire perché i volti degli ascoltatori di Medvedev, su cui si fissava la telecamera, erano così sconvolti. E perché (e a chi) il presidente si rivolgesse con la richiesta di non portare via qualcuno e dicesse parole sul “rispetto per la carica”... Le risposte a tutte queste domande sono state date in un breve servizio del “Quinto canale”, che ha mostrato come Roman Dobrochotov gridasse “Vergogna per gli emendamenti!”, poi “Cosa lo ascoltate a fare? Ha violato tutti i diritti e le libertà umane!”; e al momento, in cui gli uomini dello FSO [7] lo hanno portato fuori dalla sala, chiudendogli la bocca con la mano: “Ha violato la Costituzione ! Nel paese c’è la censura, non ci sono elezioni, e questo la Costituzione...”. E tutto questo è successo su un canale, che è controllato da un amico di Vladimir Putin, Jurij Koval’čuk [8]. Su un canale, che è entrato così aggressivamente sul mercato televisivo e ha ricevuto la licenza di trasmettere sul territorio federale (vedi nota finale) con l’evidente aiuto di risorse dell’amministrazione. Su un canale, la cui audience potenziale, come dichiara esso stesso, potrebbe assommare a 100 milioni di persone... Ora il “Quinto” si distingue talmente dagli altri che la frase “i canali televisivi federali non parlano della crisi” negli ultimi tempi non è più che una forzatura e l’affermazione secondo cui sugli schermi non ci sono discussioni e dirette è divenuta falsa. In generale è un palinsesto inusuale. Qui hanno rifiutato i serial a vantaggio dei documentari: alle casalinghe non si offrono soap opera [9], ma racconti su altri paesi. Qui ci sono notizie oneste (più oneste che sugli altri canali, se in generale l’onestà si può misurare con categorie come “più” o “meno”). Presso l’intelligente intervistatore Andrej Urgant [10], invece degli eroi del demi-monde, ci sono persone dignitose. Invece delle star del pop, ci sono film sul rock russo, i Beatles o i concerti di Jurij Ševčuk [11]. Qui gli spettatori sono svegliati tutte le mattine da Andrej Norkin [12], per cui la possibilità di lavorare è apparsa solo trasferendosi a Pietroburgo. Nei nostri tempi senza discussioni ci sono comunque persone, che si decidono a fare dirette, interventi interattivi con gli spettatori e inviti sugli schermi a coloro, ai quali da molto tempo è precluso l’accesso agli altri canali. E’ possibile che questo sia preso come una cosa poco artistica, ma farò per voi il nome dell’eroina – Nika Strižak [13]. Da quasi tre settimane questa signora considera la crisi sugli schermi. Così, come se non vedesse gli altri canali, che ammettono la crisi solo andando dietro al premier e al presidente. Io non posso ricordare che sugli schermi dei canali principali del paese faceva il commentatore Michail Chazin [14], il cui nome si può incontrare non di rado nella stampa. Ma da Nika Strižak vedo il signor Chazin, che dice che “l’inflazione da noi non è al 12%, ma al 30% – precisamente” e che la crisi economica russa non ha niente in comune per meccanica con la crisi in Occidente. Io non conosco un altro programma del genere in televisione che indichi il tema del giorno così: “Il paese dei poveri”. Programmi dove dicano che sotto la soglia di povertà oggi c’è un terzo dei russi. Non vedo programmi dove ammetterebbero che il 65% dei cittadini vive al di sotto del livello di sussistenza. Dove gli esperti lo chiamino “il livello di sussistenza di un senzatetto [15]” e lo paragonino a quello europeo (64 euro al mese contro 1.100 ). E dove, accalorandosi in questa discussione, un membro della Camera sociale [16] (Aleksandra Očirova [17]) possa gridare: “Gli standard devono essere elaborati dalla società e non da qualche funzionario in manicomio [18]!”. Ma poi la Strižak invita in studio anche il direttore della rivista “Naši den’gi” [19] Boris Fëdorov [20], il deputato Igor’ Igošin [21] e due persone con lo stesso cognome del presidente – Georgij [22] (vice-presidente dell’Associazione delle banche regionali) e Pavel [23] (deputato) Medvedev. Penso che se la sarebbe cavata anche con il Medvedev più in alto, ma per ora non va ad “Otkrytaja studija” [24]. E tutti questi ospiti per un’ora considerano cosa deve fare un cittadino, se è in rovina. E tutto questo, come dice la conduttrice, per “impaurire lo spettatore dallo schermo”. Questa è certa che gli spettatori impauriti siano meglio dei risparmiatori intimoriti dalle banche. E sul suo schermo vedo anche Sergej Mitrochin [25]. A proposito del quale è già del tutto chiaro che non si può farne il nome sugli schermi. E come se fosse poco apparire sugli schermi, giudica anche (è terribile perfino pensarlo!) la modifica della Costituzione! E’ stupefacente come a Nika Strižak e alla squadra del “Quinto” vada tutto bene. E’ possibile che semplicemente non vogliano sapere che oggi non si può fare così. Allora applaudo la loro mancanza di volontà. Oppure non si tratta di questo? Dalla storia della creazione del canale federale Il “Quinto canale” fa parte della “Nacional’naja Media Gruppa” [26], controllato dall’amico di Vladimir Putin Jurij Koval’čuk (attraverso la banca “Rossija” [27]). Altri azionisti del gruppo sono la “Surgutneftegaz” [28], la “Severstal’” [29] e il gruppo “SOGAZ” [30]. Oltre al “Quinto” alla “Nacional’naja Media Gruppa” appartengono pacchetti azionati del REN TV, del giornale “Izvestija” e della casa editrice “News Media” (che stampa “Tvoj den’” [31] e “Žizn’ za vsju nedelju” [32]). Nel 2005 il governatore di Pietroburgo Valentina Matvienko [33] promise pubblicamente alla compagnia radio-televisiva “Peterburg” [34] (“Quinto canale”) che avrebbe ottenuto la licenza per trasmettere sull’intero territorio federale. Nel gennaio 2006 a Mosca si tenne un concorso della Commissione federale per i concorsi radio-televisivi, in cui furono messe in palio più di 40 frequenze televisive allo stesso tempo (in diverse città della Russia). Una tale quantità di frequenze, che sarebbero toccate insieme a un solo vincitore (e questo era proprio il “Quinto canale”), non c’era mai stata prima e non c’è mai stata dopo questo concorso. Estremamente inusuale fu anche il fatto che i pretendenti a queste frequenze avrebbero dovuto proporre una concezione di “canale delle regioni russe” e questa era la formula, che coincideva precisamente con la concezione dichiarata del “Quinto canale”. Gli osservatori non ebbero dubbi che il concorso si fosse tenuto esclusivamente per il “Quinto”. Ancor più indegno parve il secondo concorso, che fu vinto di nuovo dal “Quinto canale” nel novembre 2006. Allora fu messo in palio un insieme di 29 frequenze e il “Quinto” vinse il concorso sulla base di un’assenza di alternative – nessuno si era più deciso a concorrere con esso. Nel novembre 2007 Vladimir Putin, con un proprio decreto, dette al canale lo status di canale federale. Questo permise al canale di ricevere fondi statali come il Primo, “Rossija” e NTV. Nel febbraio 2008 fu resa nota la creazione di un Consiglio sociale presso la “Nacional’naja Media Gruppa”. In esso, accanto alla ginnasta Alina Kabaeva [35] (capo del consiglio) sono entrati il sociologo Daniil Dondurej [36] (vice della Kabaeva), Andron Končalovskij [37], Andrej Makarevič [38], Denis Macuev [39], Jurij Poljakov [40] e altri. Preparando questo materiale la “Novaja gazeta” ha chiarito che la dirigenza del canale dovrà per la prima volta render conto davanti al Consiglio sociale a giorni – verso il 20 dicembre di quest’anno. Nell’ottobre 2008 le trasmissioni a livello federale del “Quinto” hanno compiuto due anni. Secondo i dati del canale stesso, l’audience potenziale assomma a 100 milioni di persone e per l’inizio dell’anno nuovo si attende un aumento di questa fino a 110 milioni. Dopo l’annuncio del licenziamento del 15% dei collaboratori, legato alla crisi finanziaria (si tratta di circa 300 persone) il canale ha annunciato anche la rinuncia alla concezione di “canale delle regioni russe”. Del fatto che proprio grazie a questa formula il canale ha vinto due volte grandi quantità di frequenze si sono ricordati in pochi. Natalija Rostova
19.12.2008, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2008/color49/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |
[1] Nome colloquiale di San Pietroburgo.
[2] “Quinto Canale”.
[3] Canale satellitare russo controllato in parte dalla RTL tedesca, in parte da imprese russe.
[4] Canale “privato” controllato dalla Gazprom.
[5] “Russia”, uno dei canali di Stato.
[6] “Notizie”, canale di Stato.
[7] Federal’naja Služba Ochrany (Servizio Federale di Protezione), in pratica la guardia presidenziale.
[8] Jurij Valentinovič Koval’čuk, finanziere e a suo tempo socio di Putin.
[9] Letteralmente “sapone”.
[10] Andrej L’vovič Urgant, attore teatrale e cinematografico.
[11] Jurij Julianovič Ševčuk, leader del gruppo rock DDT.
[12] Andrej Vladimirovič Norkin, noto giornalista televisivo.
[13] Conduttrice televisiva, “nata” come esperta di musica e spettacolo.
[14] Michail Lenonidovič Chazin, economista e politologo.
[15] Bomž, neologismo dato dalle iniziali di Bez Opredelënnogo MestoŽitel’stvo (Senza Fissa Dimora).
[16] Organismo che dovrebbe fungere da corpo intermedio tra i poteri statali e la società civile.
[17] Aleksandra Vasil’evna Očirova, politica, filosofa e femminista.
[18] Durdom (“casa dei pazzi”), termine colloquiale.
[19] “I nostri soldi”, rivista economica.
[20] Boris Grigor’evič Fëdorov, economista, che sotto El’cin fu anche vice-premier.
[21] Igor’Nikolaevič Igošin, economista, deputato del Partito Comunista della Federazione Russa.
[22] Georgij Alekseevič Medvedev, finanziere con nessun rapporto di parentela con il presidente (Medvedev è un cognome comune in Russia).
[23] Pavel Alekseevič Medvedev, economista e deputato del partito “Russia Unita”, diretta emanazione di Putin, con nessun rapporto di parentela con i Medvedev summenzionati.
[24] “Studio aperto”, la trasmissione della Strižak.
[25] Sergej Sergeevič Mitrochin, presidente del partito Jabloko (letteralmente “Mela”, ma il nome è formato dalle iniziali dei fondatori) di orientamento liberale.
[26] “Gruppo Media Nazionale”.
[27] “Russia”.
[28] “Surgut-gas-petrolio”, colosso energetico con base a Surgut, nella Siberia occidentale.
[29] “Nord-acciaio”, colosso dell’acciaio.
[30] Compagnia assicurativa del gruppo Gazprom.
[31] “Il tuo giorno”, giornale popolare.
[32] “Vita per tutta la settimana”, rivista popolare.
[33] Valentina Ivanovna Matvienko, politica di “Russia Unita”, unica donna alla guida di un soggetto della Federazione Russa.
[34] “Pietroburgo”.
[35] Alina Maratovna Kabaeva, in realtà ex ginnasta, adesso deputata e secondo molte voci amante di Putin.
[36] Daniil Borisovič Dondurej, esperto di mass media.
[37] Andron Sergeevič Michalkov-Končalovskij, fratello di Nikita Sergeevič Michalkov e regista come lui. Gli fu imposto il nome Andron in memoria di uno zio, agente della polizia politica, e scelse in seguito di chiamarsi Andrej e di usare il cognome della madre, la scrittrice Natal’ja Petrovna Končalovskaja.
[38] Andrej Vadimovič Makarevič, leader del gruppo rock “Mašina Vremeni” (Macchina del Tempo), artista a tutto tondo: musicista, scrittore, poeta, conduttore televisivo…
[39] Denis Leonidovič Macuev, giovane e ottimo pianista.
[40] Jurij Michajlovič Poljakov, importante scrittore e direttore della “Literaturnaja gazeta” (Giornale Letterario), la più importante rivista letteraria russa.
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