GLI OLIGARCHI[1] RUSSI HANNO IMPARATO A PORTARE I SOLDI IN OFFSIDE[2]
Perché la procura brasiliana si interessa a Boris Berezovskij[3] e di cosa ci occupano in campo calcistico Viktor Veksel’berg[4], Roman Abramovič, Alexandre Gaydamak[5], e altri.
Chi sono i russi per il mondo del calcio non è cosa che necessiti spiegazioni. Non sono di certo quelli, la cui nazionale già da tempo non mostra nulla di valido, ma quelli che investono milioni di dollari nei club calcistici.
Nel 2003, quando Roman Abramovič comprò il club londinese del Chelsea, il pubblico britannico fu a dir poco scioccato. Allora all’oligarca russo furono poste molte domande, solo che non vennero fuori risposte per tutte. Ma dopo qualche tempo cessarono del tutto di fare ricerche. Il Chelsea da squadra mediocre si era trasformato nel club più importante d’Inghilterra. I grandi successi in Champions League dettero fama mondiale alla squadra e al suo proprietario. Le partite a cui il club prendeva parte riempivano stadi da migliaia di persone, tra i giocatori della formazione titolare comparvero Ashley Cole[6], Arjen Robben, Didier Drogba, Claude Makélélé, capeggiati dal famoso allenatore portoghese José Mourinho, e i tifosi inglesi sulle tribune cominciarono a cantare la canzone russa “Kalinka”[7].
Quasi un anno dopo l’imprenditore iraniano Kia Jurabchian (noto in Russia per essere stato temporaneamente proprietario del giornale “Kommersant’’”[8]) decise di ripetere l’impresa di Abramovič, facendo un’offerta di acquisto per il club brasiliano “Corinthians” di San Paolo.
Più tardi decisero di acquistare club calcistici anche altri uomini d’affari con radici russo-sovietiche: Dimitry Piterman[9] (l’Alaves, squadra spagnola), Vladimir Romanov[10] (la squadra scozzese degli Hearts[11]), Alexandre Gaydamak (la squadra inglese del “Portsmouth”), Arcadi Gaydamak[12] (la squadra israeliana del “Beytar”[13]). Si può ricordare anche Aleksej Fëdoryčev[14], ma, a dire il vero, la sua compagnia Fedcom[15] non è proprietaria, ma solo sponsor principale del Monaco.
Che gli oligarchi dei paesi dell’ex Unione Sovietica sempre più spesso manifestino il desiderio di acquistare club calcistici stranieri non stupisce già più nessuno. E noi non saremmo tornati di nuovo su questo tema se non fosse stato per gli ultimi fatti legati al passaggio delle stelle del calcio latinoamericano Teves e Mascherano al mediocre club inglese del West Ham. Il protagonista è la compagnia MSI[16], presieduta da Kia Jurabchian in stretta collaborazione con Boris Berezovskij.
Chi sta dietro la MSI?
Per capire le ragioni del clamore legato al passaggio di Teves e Mascherano al West Ham, torniamo al 2004, quando l’imprenditore iraniano Kia Jurabchian comprò il club calcistico del Corinthians. I debiti furono estinti e furono trattati giocatori di grande classe. Una tale attività da parte della MSI non poteva non far sorgere sospetti ai funzionari brasiliani. E nel dicembre 2004 la procura della città di San Paolo crea un gruppo speciale per la lotta al crimine organizzato (GAECO)[17]. Alcuni giorni fa alla nostra redazione è stato fornito un resoconto dell’andamento di alcune indagini, lo scopo principale delle quali era dimostrare il riciclaggio di denaro da parte della compagnia MSI attraverso il club calcistico del Corinthians. Fra l’altro gli organi delle forze dell’ordine brasiliane hanno scoperto la “pista russo-georgiana”: nello scandalo sono rimasti coinvolti Boris Berezovskij, Badri Patarkacišvili[18] e Kia Jurabchian.
Ci si è basati su una denuncia del deputato dello stato di San Paolo Romeo Tuma[19], in cui si notava che “la collaborazione tra la MSI e il Corinthians si compieva per mezzo di Kiavasha Jurabchian e con l’uso di mezzi finanziari, ricevuti dall’estero per opera di Boris Berezovskij (…) accusato di frode. (…)”
Oltre a questa denuncia per le mani di José Reinaldo Carneiro (membro della procura che coordina le indagini) sono passati documenti del Consiglio per il controllo delle operazioni finanziario (COAF), del collegio degli avvocati che lavora con Jurabchian e anche lo stesso contratto firmato dal Corinthians con la compagnia MSI nella primavera del 2004.
Gli organi della procura brasiliana furono particolarmente insospettiti dalla figura di Boris Berezovskij. Nel resoconto lo chiamano “l’azionista segreto” della compagnia. Si mette in risalto anche il suo legame con Badri Patarkacišvili (uomo d’affari, proprietario della Dinamo di Tbilisi, ex proprietario del “Kommersant’’”). “Entrambi sono accusati di aver violato l’articolo 147 del codice penale della Federazione Russa[20] e di essersi resi colpevoli di frode su larga scala”, - si dice nel resoconto.
Così furono raccolte le informazioni necessarie su queste figure. Adesso il GAECO ha il compito di dimostrare la loro partecipazione all’alleanza MSI-Corinthians.
“Le compagnie Devetia Limited e Just Sport Limited sono state registrate alle Isole Vergini (Gran Bretagna) rispettivamente il 10 giugno e il 7 giugno 2004. Tuttavia i loro proprietari sono anche i proprietari della MSI brasiliana. Il rappresentante ufficiale della compagnia è Paulo Sergio Scudiere Angioni.
Durante l’interrogatorio Paulo Angioni ha dichiarato di non sapere nulla di compagnie straniere e dei motivi per cui sarebbe transitato denaro dalla MSI al Corinthians. Più tardi gli avvocati hanno dichiarato che tutti i trasferimenti furono fatti su ordine di un uomo di nome Reza Irani Kermani[21], uomo di fiducia di Kia Jurabchian, che a sua volta guidava l’azienda per telefono o per posta elettronica, trovandosi allora a Londra. In tal modo Paulo Angioni svolgeva una funzione decorativa, creando l’immagine di un business legale. E Jurabchian, usando la posta elettronica gratuita (Hotmail), dava ordine di trasferire milioni di dollari.
E’ apparso chiaro che le operazioni finanziarie erano condotte utilizzando imprese offshore[22], che si trovano nei cosiddetti paradisi fiscali. La prima parte dei soldi fu inviata al Corinthians dalla Georgia. Un tal Zaza Toidze trasferì 2 milioni di dollari da Tbilisi sul conto della compagnia Devetia e da qui finirono al club brasiliano”.
Il GAECO si è occupato di chiarire chi sia Zaza Toidze. “Durante l’interrogatorio Jurabchian ha dichiarato di non conoscere quest’uomo e di non aver mai sentito parlare di lui… Ha anche smentito la notizia secondo cui ci sarebbero legami d’affari tra la Devetia e Toidze”.
Dopo aver studiato la struttura delle summenzionate compagnie, il GAECO ha chiarito che “la Devetia è parte di un’altra compagnia offshore - la GGAW Limited”.
Nel resoconto sulle indagini si indicano anche i dettagli finanziari di alcuni trasferimenti. “Il vice-presidente con delega per le questioni finanziarie del FC Corinthians Carlos Roberto de Melo ha reso noto che le trattative di compravendita all’estero non erano condotte sul territorio del Brasile. Così il Corinthians acquistò Carlos Teves dal club argentino Boca Juniors per 16 milioni di dollari. Allo stesso tempo i club si accordarono per scambiarsi giocatori più o meno della stessa categoria per la somma di 2 milioni di dollari. Ciò significa che la somma totale era formata da queste due somme, che includono: il 15 per cento al giocatore, il 10 per cento agli intermediari e 400.000 dollari per imposte varie. Così ha spiegato la situazione Jurabchian… Allo stesso tempo il club argentino ha reso noto che il costo reale del cartellino di Teves ammontava a 18 milioni di dollari senza alcuno scambio di giocatori. Nel corso delle indagini non è stata trovata alcuna prova di uno scambio di calciatori sul territorio del Brasile”.
Ne risulta che l’ammontare dell’affare è stata abbassato come minimo di due milioni di dollari, che sono spariti chissà dove e, naturalmente, sono sfuggiti al fisco.
“I diritti su Teves appartengono alla Just Sport Limited (65%) e alla MSI Group Limited (35%). Entrambe le compagnie sono registrate alle Isole Vergini.
Alla MSI Group Limited appartengono anche i diritti su Domìnguez Sebàstian[23], passato dal Newell’s Old Boys al Crointhians per 2,5 milioni di dollari.
La Devetia Limited è titolare dei diritti su Marcelo Mattos[24], che il Corinthians ha comprato del San Caetano per 1,2 milioni di dollari.
E i diritti sull’ex giocatore del Porto, adesso al Corinthians, Carlos Alberto[25] sono divisi a metà tra lo MSI Group e la Global Soccer Agencies Limited (GSA). Quest’ultima è registrata a Gibilterra, ma la sede si trova in Israele. (Questa compagnia è adesso più che nota sul mercato calcistico europeo. Grazie a un suo diretto intervento un anno e mezzo fa giunse alla Dinamo di Mosca un’intera partita di calciatori portoghesi: Danny[26], Jorge Ribeiro[27], Cicero[28], Freso[29], Derlei[30], Tiago[31], Nuno[32] e poi Maniche[33], Costinha[34] e inoltre Seitaridis (giunto anch’egli dal Porto). Ma si da il caso che nel nostro campionato siano rimasti solo alcuni di loro. Forse ciò era premeditato? – nota di O.B.)
Il GAECO è riuscito a ricevere la registrazione di un programma della radio Rede Record de Televisao[35], in cui il presidente del FC Corinthians Alberto Dualib parla di Boris Berezovskij come di un azionista del club. “Per di più Dualib non ha mai nascosto agli altri impiegati del club il ruolo di Boris Berezovskij e Badri Patarkacišvili nel Corinthians. Così durante l’interrogatorio l’ex vice-presidente Antonio Roque Citadini ha reso noto che il presidente più di una volta aveva parlato di queste persone come di azionisti con molti soldi”.
Così la procura brasiliana è riuscita a portare alla luce il riciclaggio di denaro compiuto attraverso la collaborazione tra la MSI e il FC Corinthians. Secondo i funzionari brasiliani la maggior parte del denaro giungeva da Boris Berezovskij, in collaborazione con Kia Jurabchian. Usando varie imprese offshore, si sforzavano di distanziare al massimo l’investitore e i suoi soldi ottenuti chissà come dal loro punto d’arrivo.
Questo resoconto sull’andamento e sui risultati delle indagini è stato inviato da José Reinaldo Carneiro alla procura generale del Brasile . Finora non è stata intrapresa alcuna azione. Ma si può supporre che in qualche modo lo scandalo avrà un seguito.
Teves e Mascherano
Così il 31 agosto, giorno di chiusura del calciomercato, il West Ham di Londra annuncia l’acquisto dei giocatori del Corinthians e della nazionale argentina Carlos Teves e Javier Mascherano. In se e per se il fatto è strano – un club assai mediocre acquista delle stelle del calcio latinoamericano. Per di più completamente gratis! Anche se il costo totale di questi calciatori supera il budget del club stesso.
Nel sito ufficiale del FC West Ham United leggiamo quanto segue: “Entrambi i giocatori hanno firmato i contratti col club il 31 agosto 2006. Tutte le condizioni sono considerate informazioni confidenziali, che non vanno diffuse”.
Il fatto è che i diritti su questi calciatori non appartengono al Corinthians, ma alla MSI. Perciò quando il giorno dopo il West Ham annuncia l’inizio delle trattative per la cessione del club, come grande acquirente tutti vedono Kia Jurabchian. Avrebbe altrimenti venduto i propri calciatori senza ricevere neanche un centesimo in cambio?
La FIFA e l’UEFA hanno reagito dunque alla situazione, esigendo che l’imprenditore spieghi quale club controlla. Infatti il regolamento della FIFA proibisce che una persona possa influire su due club contemporaneamente. Dopo questi fatti Jurabchian ha rilasciato una dichiarazione, secondo cui non intende comprare il West Ham, ma, d’altra parte, è convinto che “nel futuro prossimo questo club diventerà più grande del Chelsea e che tra sette anni potrà concorrere col Manchester United. Le notizie secondo cui la MSI si interessa delle azioni del club non sono state smentite dall’uomo d’affari iraniano.
Perché la MSI dovrebbe comprare il West Ham? E a chi serve portare gli argentini in Inghilterra? Prima di tutto, avendo rapporti con alcuni club, può effettuare scambi non solo di giocatori, ma anche di denaro. Ma alla seconda domanda ha risposto il consigliere della compagnia MSI Renato Duprat[36] in un’intervista al giornale britannico The Sunday Times. Questi ha dichiarato che “in questo caso il West Ham svolge il ruolo di “rifugio temporaneo” per entrambi i calciatori, che già nella prossima stagione potrebbero trovarsi in un’altra squadra, fra l’altro senz’alcuna compensazione per il club londinese”. In altre parole, i ragazzi hanno solo bisogno di inserirsi nel calcio inglese e farsi un nome in Europa e poi potranno già essere “annessi” a un club più famoso e per una maggiore quantità di denaro.
La nazionale russa di Argentina
“Se questa “russificazione” del calcio continuerà, tra dieci anni impareremo tutti a dire “Na zdorov’e!”[37] e daremo l’addio al calcio, - così categoricamente ha reagito allo strano passaggio di Teves e Mascherano al West Ham la stella della nazionale tedesca e del Bayern di Monaco degli anni ’70 e adesso uno dei dirigenti del club Uli Hoeness. – Tuttavia l’ultima manifestazione di questa stessa “russificazione” non è affatto il trasferimento degli argentini, ma il contratto che la Federcalcio argentina ha concluso con la filiale della compagnia Renova[38], controllata da Viktor Veksel’berg”.
Ricordo che, secondo questo accordo, la “Renova-media” ha ottenuto il diritto di organizzare 24 amichevoli della nazionale argentina in cambio di 18 milioni di dollari. La compagnia si assume tutte le spese per i trasporti (anche la marca di autobus è scelta dalla “Renova”) e per la sistemazione della squadra, ma riceve anche gli incassi degli sponsor, delle vendite dei biglietti e dei diritti per le trasmissioni televisive. Inoltre, secondo il contratto, ad ogni partita dovranno prender parte almeno alcuni “top players”, a cui saranno pure assicurate percentuali.
Le avversarie di queste partite amichevoli e i luoghi in cui si svolgono sono scelti, naturalmente, dalla “Renova”. Così di recente ha avuto luogo una partita con il Brasile a Londra, l’11 ottobre la nazionale Argentina incontrerà la nazionale spagnola a Murcia o a Maiorca, il 16 ottobre giocherà con la Turchia in Germania. Nessuno dubita che gli stadi non saranno pieni.
Perché questo convenga a Veksel’berg è chiaro, ma quale convenienza ci sia per il calcio argentino è difficile vedere. Prima di tutto i tifosi hanno semplicemente perso la possibilità di vedere e sostenere i propri beniamini dalle tribune degli stadi nazionali, perché tutte le partite hanno luogo nella lontana Europa. I mass media dell’Argentina continuano a criticare le autorità calcistiche del proprio paese, e in Europa, dove gioca la maggior parte dei calciatori della nazionale bianco-azzurra, temono, che si dovrà allontanare troppo spesso i leader dai club. Le prime preoccupazioni sono state espresse dagli spagnoli del Barcellona, che non vogliono separarsi da Leo Messi.
Ho deciso di informarmi dai rappresentanti della Federcalcio argentina sui motivi per cui hanno preso una decisione così strana. Là mi hanno risposto che “questo è un accordo molto vantaggioso, in quanto da determinate garanzie. La proposta della compagnia Renova è stata accolta all’unanimità”. Si sono rifiutati di commentare ulteriormente. La cosa più interessante è che contro la firma di questo contratto si è espresso pubblicamente il vice-presidente del club calcistico argentino del Veles Raul Games: “Questo accordo è un’assoluta stupidaggine, perché significa la privatizzazione del nostro sport e degli incassi della federazione. La cosa più importante è che non si tratta di club, ma della squadra nazionale”.
Il principale esperto del Sovintersport (la compagnia che si occupa della vendita di sportivi all’estero) Vladimir ABRAMOV ha commentato così la situazione: “Né Veksel’berg, né Abramovič, né Berezovskij sono mai stati tifosi. A loro interessano solo i soldi. Ma Veksel’berg, siglando questo contratto con l’AFA[39], da uomo d’affari si è trasformato in uomo di spettacolo. Ecco allora che praticamente stabilisce chi deve far parte della formazione e chi no. L’intera Europa è semplicemente scioccata. In tanti anni avevano creato il loro show-business, e noi ci siamo intrufolati e abbiamo detto: “Volete decidere questa questione con i soldi? Avete comprato tutti i migliori calciatori? Allora noi li compriamo da voi e facciamo in modo che tutto questo vostro show-business lavori per noi!”. E forse verrà il momento in cui la formazione della nazionale argentina sarà decisa in Russia. Pensate che i nostri stranieri siano entrati per caso nella formazione titolare dell’Argentina e del Brasile? Queste sono le leggi dello show-business. Bisogna disporre tutto in modo che tutto sia nostro”.
P.S. Mentre preparavo questo materiale, nella stampa inglese è comparsa la notizia che il miliardario russo Oleg Deripaska[40] sta conducendo trattative per l’acquisto dell’Arsenal di Londra. Si è parlato anche di una somma pari a 350 milioni di sterline. A dire il vero, in seguito la dirigenza dell’Arsenal ha dichiarato che non intende cedere il club e Deripaska – che non intende acquistarlo. Ma, d’altra parte, non c’è fumo senza arrosto…
P.P.S. L’intervista integrale a Vladimir Abramov e il materiale su come trasformare un calciatore in una società per azioni potranno essere letti nei prossimi numeri della “Novaja Gazeta”.
Ol’ga BULACH
18.09.2006 ("Novaja Gazeta",
http://2006.novayagazeta.ru/nomer/2006/71n/n71n-s43.shtml - traduzione e note di Matteo M.)
[1] “Oligarchi” sono detti i potentissimi miliardari russi come Abramovič e altri.
[2] “Offside” forse va inteso anche come “da un’altra parte”, “fuori controllo”.
[3] Boris Abramovič Berezovksij, “oligarca” sfuggito alla giustizia russa, che vive in Gran Bretagna come rifugiato politico (!).
[4] Viktor Feliksovič Veksel’berg, magnate del petrolio e appassionato di opere d’arte, per cui non bada a spese…
[5] Miliardario francese di origine russa.
[6] Errore marchiano dell’autrice. Cole ha sempre giocato nell’Arsenal, tranne una breve parentesi al Crystal Palace.
[7] “Piccolo fiore di viburno”, famosissima canzone popolare russa.
[8] “Commerciante”, giornale finanziario russo.
[9] Miliardario americano di origine ucraina.
[10] Imprenditore lituano di origine russa.
[11] “Cuori”, nome comunemente dato alla squadra Heart of Midlothian (“Cuore di Midlothian”) di Edimburgo.
[12] Padre di Alexandre.
[13] Squadra di Gerusalemme che ha il nome di un movimento sionista.
[14] Aleksej Michajlovič Fëdoryčev, oligarca russo molto attivo.
[15] Attiva nel campo delle telecomunicazioni.
[16] Media Sport Investments, finanziaria molto chiacchierata.
[17] Grupo de Atuação Especial de Repressão ao Crime Organizado, “Gruppo di Attuazione Speciale della Repressione del Crimine Organizzato”.
[18] Uomo d’affari georgiano.
[19] Senatore liberale, già capo della Polizia Federale.
[20] Si tratta di violazione di brevetti.
[21] Esperto iraniano di transazioni finanziarie.
[22] Cioè con sede all’estero, in paese dov’è più facile operare…
[23] In realtà Sebàstian Enrique Domìngues, difensore argentino.
[24] Più propriamente Marcelo Mendonça de Mattos, attaccante brasiliano.
[25] Carlos Alberto Gomes de Jesus, centrocampista avanzato brasiliano.
[26] Soprannome del centrocampista portoghese Miguel Alves Gomes.
[27] Il difensore portoghese Jorge Miguel de Oliveira Ribeiro.
[28] Cìcero Casimiro Sanchez Semedo, attaccante portoghese.
[29] Nuno Freso, già del Boavista.
[30] Vanderlei Fernandes Silva, attaccante brasiliano naturalizzato portoghese.
[31] Tiago Cardoso Mendes, centrocampista portoghese che non mi risulta aver mai giocato per la Dinamo Mosca.
[32] Il portiere portoghese Nuno Erlander Simoes do Espirito Santo.
[33] Soprannome del centrocampista Nuno Ricardo de Oliveira Ribeiro.
[34] Soprannome del centrocampista Francisco José Rodrigues da Costa.
[35] Uno dei più grandi network mondiali, di proprietà del movimento religioso “Chiesa Universale del Regno di Dio”.
[36] Giovane uomo d’affari brasiliano.
[37] “Alla salute!” in russo (ironicamente si dice anche di qualcosa che è andata a rotoli).
[38] Gruppo finanziario russo.
[39] Asociaciòn del Futebol Argentino (Associazione del Calcio Argentino), la Federcalcio argentina.
[40] Oleg Vladimirovič Deripaska, magnate russo dell’alluminio.
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