31 luglio 2012

Jovanotti nella sua vita precedente



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Il regime di Putin esiste solo per fare i propri interessi e perseguitare gli oppositori?


Atrofia

28.07.2012

[1] Una recente legge russa ha dichiarato "agenti stranieri" tutte le organizzazioni di ambito socio-politico che ricevano contributi dall'estero e le ha poste sotto controllo.

[2] "Di Kaluga" (in realtà è parte dell'autostrada A 101 che passa per la città di Kaluga, nella Russia centro-occidentale, e giunge al confine con la Bielorussia).

[3] Nel 1997 la capitale del Kazakistan fu trasferita da Alma-Ata, presso il confine con la Cina a Aqmola (nella zona centro-settentrionale), che divenne Astana, in kazako "Capitale".

[4] Qualcosa tipo "Strada-Cintura", cioè l'autostrada Interstate 495, che circonda Washington.

[5] Tipo di foca.

[6] Lodočnaja Ob''ëmnaja Chimičeskaja (Chimica Volumetrica da Imbarcazione – sottinteso "difesa").

[7] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto russo.

[8] "Europeo".

[9] Accademia ebraica di Mosca.

[10] Otrjad Milicii Osobogo Naznačenija (Reparto di Polizia con Compiti Speciali), corpo speciale della polizia russo noto per la sua durezza.

[11] Qualcosa come "Cattivello", da Mal'čiš-Plochiš (qualcosa come "Ragazzo-Cattivello), protagonista negativo di una favola dello scrittore sovietico Arkadij Gajdar (vero nome: Arkadij Petrovič Golikov).

[12] Viale del centro di Mosca dedicato al generale Michail Illarionovič Goleniščev-Kutuzov.

[13] "Vallo di Lefortovo". Lefortovo è un quartiere della zona sud-orientale di Mosca.

[14] Aleksandr Viktorovič Minkin, noto giornalista russo.

[15] Aleksej Anatol'evič Naval'nyj, avvocato, blogger e leader dell'opposizione a Putin.

[16] Circa 250 euro.

[17] Oltre 1000 euro.

28 luglio 2012

La Russia accantona la memoria della Shoah?


A Rostov sul Don [1] il tribunale esamina l'istanza per il ritorno dell'iscrizione sulle vittime dell'Olocausto nel memoriale della Zmiëvskaja Balka [2]

27 luglio 2012, 05.35

I rappresentanti della comunità ebraica di Rostov sul Don attraverso il tribunale cercano di costringere le autorità cittadine a riportare la lapide commemorativa delle vittime dell'Olocausto nel memoriale della Zmiëvskaja Balka.

Come riferì
"Kavkazskij uzel", la lapide commemorativa nella Zmiëvskaja Balka dedicata alle vittime dell'Olocausto fu sostituita da un testo sui "civili sovietici". Il "Congresso Ebraico Russo", il centro e la fondazione "Cholokost" [3] e l'ufficio di Mosca per i Diritti Umani intervennero con una dichiarazione comune in cui richiesero di far tornare la menzione degli ebrei sulla lapide commemorativa. Tuttavia nel gennaio 2012 l'amministrazione della regione di Rostov si rifiutò di far tornare l'iscrizione sulle vittime dell'Olocausto nel memoriale della Zmiëvskaja Balka. In precedenza, nel dicembre 2011, l'amministrazione di Rostov sul Don dichiarò che il memoriale non è riconosciuto come monumento alle vittime dell'Olocausto, ma è finanziato esclusivamente dal budget cittadino. Livšic: le azioni della direzione culturale cittadina sono illegali

L'avvocato e membro della comunità ebraica di Rostov sul Don Vladimir Livšic ha presentato un'istanza perché le azioni per la sostituzione della lapide siano riconosciute illegali e per il ritorno della lapide informativa con menzione dell'Olocausto sulla facciata del complesso memoriale. L'udienza del tribunale sull'istanza si è tenuta il 26 luglio.

"Alla fine di gennaio 2011 la direzione culturale di Rostov sul Don smontò la lapide informativa del memoriale dalla facciata del complesso memoriale in ricordo delle vittime del fascismo [4] della Zmiëvskaja Balka con il testo "l'11-12 agosto 1942 qui furono eliminati dai nazisti più di 27 mila ebrei. Questo è il più grande memoriale dell'Olocausto in Russia" e più tardi fu posta in un vano del museo", – ha ricordato l'avvocato.

Sulla facciata del memoriale è comparsa un'altra lapide informativa con un testo sul fatto che "dagli occupanti hitleriani furono eliminati più di 27 mila persone tra civili di Rostov sul Don e prigionieri di guerra sovietici", ha indicato Livšic.

"Lo smontaggio della lapide informativa del memoriale che indica che la Zmiëvskaja Balka è un memoriale dell'Olocausto e la sua sostituzione con un'altra che non indica questa circostanza è un atto di deformazione intenzionale e di copertura della verità storica sui tragici fatti verificatisi a Rostov sul Don l'11-12 agosto 1942", – ritiene Livšic.

"Le azioni indicate violano i miei diritti di cittadino della Federazione Russa e di discendente di chi è fu sottoposto a genocidio", – ha dichiarato nelle sue richiesta l'avvocato e membro della comunità ebraica di Rostov sul Don Vladimir Livšic.

Questi ha aggiunto che l'Assemblea Generale dell'ONU nelle sue due risoluzioni "Memoria dell'Olocausto" e "Negazione dell'Olocausto" ha respinto e condannato senza riserve qualsiasi negazione dell'Olocausto come fatto storico e ha indicato la necessità di prendere misure per la mobilitazione della società civile per la conservazione della memoria dell'Olocausto per aiutare a prevenire futuri atti di genocidio.

"Fatto sta che secondo il punto 5 della disposizione del sindaco di Rostov sul Don dal 12 novembre 2001 al numero 23 di via Bol'šaja Sadovaja [5] – l'edificio del conservatorio – fu posta una lapide memoriale con il testo: "Qui nell'agosto 1942 fu organizzato dagli occupanti fascisti il punto di raccolta degli ebrei – vittime dell'Olocausto inviate al luogo delle fucilazioni di massa nella Zmiëvskaja Balka". Secondo un'altra disposizione del sindaco della città del 20 settembre 2004 fu posta una lapide con un testo sulle vittime dell'Olocausto. E fino al momento presente queste disposizioni non sono state abrogate e sono in vigore. Tuttavia la direzione culturale di Rostov sul Don di nascosto al pubblico della città ha sostituito la targa posta, escludendo la menzione dell'Olocausto, tornando in tal modo ai cliché ideologici di epoca sovietica", – ritiene Vladimir Livšic.

Secondo l'avvocato, le azioni della direzione culturale di Rostov sul Don per la posa di una nuova lapide informativa senza menzione dell'Olocausto sono illegali, in quanto contraddicono gli atti normativi vigenti e infondate, in quanto contraddicono i fatti storici stabiliti.

"Nella mia dichiarazione di istanza richiedo che le azioni della direzione culturale cittadine siano riconosciute illegali e che si faccia tornare la lapide informativa con menzione dell'Olocausto sulla facciata del complesso memoriale della Zmiëvskaja Balka", – ha riferito il rappresentante della comunità ebraica della città.

Sostiene questo punto di vista anche il rappresentante della sezione di Rostov della Società Panrussa per la tutela dei monumenti storici e culturali Aleksandr Kožin.

"La nuova lapide informativa è stata posta sulla facciata del memoriale della Zmiëvskaja Balka in sostituzione della vecchia anche se non c'è una decisione alla base di questo atto. La nuova lapide potrebbe essere posta accanto alla vecchia", – ha dichiarato Aleksandr Kožin.Ermakova: le richieste dell'istanza sono infondate

Secondo l'avvocato Julija Ermakova, che in tribunale rappresenta la direzione culturale di Rostov sul Don, le richieste dell'istanza di Vladimir Liv
šic non hanno fondamento.

"Nell'istanza si richiede di riconoscere illegale lo smontaggio della vecchia lapide informativa, anche se questo non è stato dimostrato dal querelante, cioè che sia un abuso legale. Non è stata dimostrata neanche l'illegalità della posa della nuova lapide informativa sulla facciata del memoriale, infatti la direzione culturale agì nell'ambito dei propri poteri: fu presa la decisione di smontare la vecchia lapide, in quanto non corrispondeva all'informazione storica. Dopo fu presa anche la decisione di porre una nuova lapide informativa. Tra l'altro la vecchia lapide non era stata posta secondo la legge", – ritiene Julija Ermakova.

Come ha precisato il vice-capo della direzione culturale della città Irina Strel'cova, nella disposizione del sindaco sulla posa della vecchia lapide informativa non si dice in quale posto preciso dovesse essere posta questa lapide.

"Il posto della vecchia lapide fu concordato tra il ministero della Cultura e l'autore del monumento (al momento presente la vecchia lapide informativa con menzione delle vittime dell'Olocausto si trova in un vano del museo nella Zmiëvskaja Balka – nota di "Kavkazskij uzel")», – ha dichiarato Irina Strel'cova.

Che le azioni delle autorità cittadine hanno forza legale l'ha dichiarato uno dei creatori del complesso memoriale della Zmiëvskaja Balka, l'architetto Ruben Murad'jan.

Questi ha aggiunto che inizialmente il complesso memoriale avrebbe dovuto riflettere anche la politica ufficiale dello stato di quel tempo (il complesso memoriale della Zmiëvskaja Balka fu stabilito nel 1975, a quel tempo in URSS l'Olocausto come fenomeno era negato e taciuto in tutti i documenti ufficiali – nota di "Kavkazskij uzel") e ricordare il genocidio degli ebrei.

"Volevamo esprimere anche il punto di vista ufficiale del nostro stato e mostrare che avevamo compassione per ciò che era accaduto agli ebrei", – ha dichiarato Ruben Murad'jan.Gli storici: il genocidio degli ebrei a Rostov sul Don non si può negare

Come ritengono il candidato in Scienze Storiche e docente della facoltà di Storia dell'Istituto Federale Meridionale Ljudmila Tabun
ščikova e anche la storica ricercatrice di questa problematica Elena Korsunova, stabilire il numero preciso di vittime dell'Olocausto a Rostov sul Don è difficilmente possibile per via dell'incompletezza e della contraddittorietà dei materiali d'archivio. Ma il genocidio degli ebrei nella città, secondo gli storici, è indubbio.

"La cifra 27 mila (sulla targa informativa del memoriale della Zmiëvskaja Balka si parla proprio di questo numero di vittime – nota di "Kavkazskij uzel") comparve dopo la pubblicazione del lavoro del professor Movšovič E.V. "Saggi di storia degli ebrei sul Don", – ha raccontato la ricercatrice Elena Korsunova.

Movšovič rimanda ai dati dell'atto n. 1231, firmati dal presidente del comitato esecutivo del consiglio del quartiere Železnodorožnyj [7] di Rostov sul Don del 30 novembre 1943, che furono compilati dalla commissione esecutiva del quartiere Železnodorožnyj.

Là è indicata la cifra 27 mila, tuttavia da questo atto consegue anche che il numero di ebrei eliminati sia 10 mila e che 27 mila sia il numero di tutte le vittime del fascismo.

"Tuttavia nei materiali della commissione statale straordinaria di Rostov sul Don per il conteggio dei danni e dei crimini è indicato che gli ebrei furono eliminati e sepolti in vari posti. Così, l'11 agosto 1942 furono eliminati circa 13 mila membri della popolazione ebraica. Questo è confermato anche dai testimoni... In tal modo si ottiene già la cifra di 23 mila vittime di etnia ebraica, senza considerare altri casi di fucilazioni di civili", – ha raccontato Elena Korsunova.

Ljudmila Tabunščikova è d'accordo che stabilire il numero esatto di vittime dell'Olocausto a Rostov sul Don sia difficilmente possibile "per via dell'incompletezza e della contraddittorietà nei materiali della commissione statale straordinaria di Rostov. Ma il genocidio ebraico a Rostov è indubbio. Perciò sarebbe opportuno riflettere nella lapide in memoria il fatto che nella Zmiëvskaja Balka si trova una sepoltura di massa di ebrei".

Secondo i ricercatori, il testo esemplare della lapide può essere questo: "Nell'agosto 1942 nella Zmiëvskaja Balka furono eliminati dagli occupanti hitleriani più di 27 mila tra civili di Rostov sul Don e prigionieri di guerra sovietici. Qui si trova la più grande sepoltura di vittime dell'Olocausto sul territorio russo".

"Il tema del genocidio è attuale anche in riferimento ai cosacchi del Don, finora non ci sono ricerche complete sul genocidio cosacco. E in questo senso la comunità ebraica da a noi, nativi originari del Don, un esempio di fermezza nella conservazione della memoria etnica, – ha espresso la propria opinione Ljudmila Tabunščikova.

Nota della redazione: vedi anche le notizie "A Volgograd la comunità ebraica ha proposto di eternare la memoria delle vittime dell'Olocausto", "Nella regione di Rostov i vandali hanno saccheggiato una fossa comune", "Il Congresso Mondiale della Gioventù degli Ebrei Georgiani a Mosca è intenzionato a unire la gioventù ebraica".

Autore: Olesja Dianova; fonte: corrispondente di "Kavkazskij uzel"

"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/210333/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

Note
[1] Città della Russia meridionale.

[2] Qualcosa come "Gravina dei Serpenti", letto asciutto di un fiume nella periferia occidentale di Rostov.

[3] "Olocausto".

[4] Termine con cui fuori dall'Italia vengono definiti tutti i regimi dittatoriali di destra.

[5] "Grande dei Giardini", via del centro di Rostov.

[6] "Ferroviario", quartiere del centro di Rostov.

Quest'estate mi piace questo pezzo...



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27 luglio 2012

A chi vuol far guerra la Cecenia?


La Cecenia si prepara alla guerra?
Ingushetia.Ru, 26.07.2012, 13.56
La chiamata alle armi in Cecenia si è svolta per la prima volta in 20 annni. Si sono presentati così tanti volontari che è toccato annunciare un concorso che non hanno visto tutte le università prestigiose – 100 persone per ogni posto. Le reclute resteranno a servire nella repubblica e completeranno un battaglione motorizzato speciale delle truppe interne.
Il canale televisivo NTV [1] cita il vice-comandante dell'unità per la preparazione politica Sergej Černoivanov: "Per la prima volta qui ho visto lacrime maschili, non ci crederete, quando questo piangeva e diceva: "Prendetemi, voglio servire". Ma purtroppo la realtà è tale che nell'esercito possono servire quelli a cui la salute lo permette".
Alla fine nella 46.a brigata speciale e nel reggimento "Achmad Kadyrov" [2] hanno scelto i più sani e tenaci. Fondamentalmente sono solo giovani che hanno appena finito la scuola e che si vedono solo in faccende militari.
Ora tutte le reclute sono state distribuite nel convitto per i soldati a contratto. In ogni camera ci sono non più di cinque brande. C'è un televisore, ognuno ha il proprio armadietto. Di tempo libero non ce n'è moltissimo, ma si sforzano di passarlo con la massima utilità. Per questo nell'unità militare ci sono sia una moschea che una palestra. In generale vivono quasi come in un luogo di villeggiatura.
Noteremo che finora è ignoto a cosa sia legata la chiamata di coscritti nell'esercito ceceno, infatti negli ultimi 20 anni nessuno l'aveva fatta. E' poco probabile che ciò avvenga così per fare. E' strano anche che non intendano mandare i coscritti in altre regioni.
Qualunque risvolto ci sia in questa faccenda, al capo della Cecenia Ramzan Kadyrov non merita preoccuparsi per la sicurezza della propria patria, infatti tanti giovani ragazzi ceceni si lanciano letteralmente in battaglia.
asfera.info [3]
http://ingushetiyaru.org/news/23133.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Canale televisivo un tempo privato, ora sotto l'egida della Gazprom.

[2] Achmat Abdulchamidovič Kadyrov, presidente della Cecenia filo-russa ucciso nel 2004, padre dell'attuale presidente Ramzan Achmatovič Kadyrov.

[3] Cioe www.asfera.it (sito dell'agenzia di informazioni russa Atmosfera).

26 luglio 2012

Come si vive in un luogo che era un gulag


La fuga è impossibile

Come vive la gente oggi in un lager staliniano

25.07.2012

[1] Repubblica autonoma della Russia settentrionale popolata un tempo in maggioranza dal popolo ugro-finnico dei Komi.

[2] In Russia chiamare per cognome è considerato quasi spregiativo (la forma rispettosa è "nome e patronimico" – quando Putin viene intervistato, lo chiamano Vladimir Vladimirovič).

[3] Capitale della Repubblica dei Komi.

[4] Nome gergale (variamente interpretato) dei prigionieri del GULag. Il corsivo, qui e altrove, è mio.

[5] I nomi sono di per se innocui: Pezmog è qualcosa tipo "brutta ansa" (in lingua finnica Komi) o "vecchia ansa" (in lingua finnica Mansi), Adžerom è la russificazione del nome Komi Adzoröm, "piana alluvionale".

[6] Da mazat', "spalmare".

[7] Inta e Vorkuta sono città della parte settentrionale della Repubblica dei Komi.

[8] Circa 38 euro.

[9] "Pentimento".

[10] Equivalente alla nostra prima media superiore.

[11] Lokčimskij lager, lager del Lokčim.

[12] Sorta di boy scout sovietici.

[13] Forma colloquiale del patronimico Antonovič (chiamare le persone per patronimico è tipico della campagna russa).

[14] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l'erede del KGB.

[15] Città della Russia settentrionale, dove si trova una base spaziale.

[16] Centro abitato della zona meridionale della Repubblica dei Komi.

[17] Centro abitato della zona meridionale della Repubblica dei Komi.

[18] Antonyč usa il termine gergale pacan.

[19] Città della Siberia meridionale.

[20] Narodnyj Komitet Vnutrennich Del (Comitato del Popolo per gli Affari Interni), cioè la polizia politica.

[21] Circa 0,80 euro.

[22] Tipo di lichene.

[23] Lager.

[24] Le kommunalki sono appartamenti in cui vivono più famiglie.

[25] Cekisti (da ČK – nello spelling russo Čė-Ka –, cioè Črezvyčajnaja Komissija po bor'be s kontrrevoljucej i sabotažem, "Commissione Straordinaria per la lotta alla controrivoluzione e al sabotaggio", la prima polizia politica sovietica) sono detti gli agenti segreti o della polizia politica.

[26] Il'ja Efimovič Repin, pittore russo del XIX-XX secolo.

[27] I bogatyri sono i guerrieri dell'epica russa, dotati di forze magiche.

[28] Termine gergale militare per "cadavere" (il documento n. 200 è quello che accompagna i cadaveri).

[29] Ad è "inferno" in russo.

[30] "Per voi".

[31] Sorta di femminile di zėk (vedi nota 4).

[32] Le espressioni volgari sono censurate nell'originale.

[33] Circa 0,08 euro.

[34] Nell'originale glja (da gljadi, "guarda!").

[35] Circa 0,13 euro.

[36] "Tenero".

[37] Erba spontanea delle zone fredde.

[38] Fiume della Repubblica dei Komi.

[39] Automobile russa.

[40] Il generale Andrej Andreevič Vlasov, che durante la II guerra mondiale passò con i nazifascisti.

[41] Il 9 maggio, festa della vittoria nella II guerra mondiale.

[42] Non ho inserito le foto per motivi tecnici, ma si possono vedere nell'articolo originale.

[43] Il XX congresso del PCUS del 1956, che sancì la destalinizzazione.