04 ottobre 2006

Un mio racconto del 1995

LA POLIZIA BRANCOLA NEL BUIO

“Rubate centomila lampadine. La polizia brancola nel buio.”

“Lele, questa ‘un c’è proprio garbata.”

Portanasegammé. E abbozzala col pluralis maiestatis o come caspita si chiama. Tanto te non sai nemmeno l’italiano...

“Si va dall’Agnese?”

E m’avete portato fuori a questo freddo per andare dall’Agnese? E io che mi ci rappresento? A me ‘sta nebbia dai polmoni m’è già scesa nei…

Allora si va. Noi sì che si brancola. Eppure non è tanto buio. In strada perlomeno. Non ci fosse altro di bello nella nebbia tutte le città sono grige. Anche quelle grige. E le strisce pedonali sono bowling dove noi birilli non ci vedono e ci possiamo anche muovere. Ma le palle sono più grosse…

Il Pista si appoggia con due mani sulla pulsantiera di un citofono. “E ora ti ‘ccappa!” Poi ci penserà l’Agnese a dirgli che “non si devano pigliare in giro gli andicappati.”

“Fermi tutti, c’ho una scheda ancora buona.” Il Chiava parla e pensa per tutti. “Signora, è la Sip, potrebbe gentilmente soffiare nell’apparecchio?” E’ la centesima volta che lo fa. E finora si sono gonfiate solo le mie.

Ma il Pista è in serata di grazia. “Ora sì che brancola!” E salta a piè pari contro un lampione. E il giraffone grigio si ringolla all’istante la macchia gialla che aveva sputato nella nebbia buia.

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