04 dicembre 2006

Alla corte dello zar Vladimir

LA HOLDING DEL CREMLINO. FUSIONI & ASSORBIMENTI
Nuove alleanze e cambiamenti nella FSB
[1], nel ministero degli Interni e nella “Gazprom” – il presidente ha molti amici che si odiano tra loro

I cambiamenti al vertice del ministero degli interni, nella FSB e nella “Gazprom” sembrerebbero un semplice cambio della guardia, se non si tenesse conto di quali gruppi appoggiano i nominati e i giubilati. Parrebbe che in quest’ambito già da tempo non fosse rimasto nessuno, a parte gli amici del presidente, di Piter[2] e tedeschi[3], i suoi colleghi o semplicemente i vicini di dacia. Ma proprio questa è la disgrazia, che Vladimir Putin sia una persona molto amichevole. Ha molti conoscenti che non possono sopportarsi tra loro. Una volta trovatisi nei posti chiave dello stato e aver occupato posti importanti nelle compagnie controllate dallo stato, questi amici vi hanno portato i propri amici. Ed è apparso chiaro che gli “amici degli amici” non trovano sempre una lingua comune. Al contrario, in ogni momento propizio cercano di avvicinarsi all’orecchio del presidente per sussurrargli qualcosa di perfido l’uno a proposito dell’altro. In una situazione da corte di Madrid i giocatori fondamentali sono diventati quelli che hanno accesso diretto all’orecchio del presidente, cioè possono comunicare per primi “notizie” sugli amici-concorrenti. E’ anche dal punto di vista di una calda atmosfera amichevole in cui ci mangia l’un l’altro che bisogna guardare tutte le dimissioni, le nomine e gli spostamenti degli ultimi tempi.

La scorsa settimana è stato rimosso il vice-ministro degli Interni Andrej Novikov, che si occupava della polizia criminale. L’ascesa di Novikov a questa vetta è stata in effetti tanto veloce quanto la sua caduta. Dal ruolo di capo dell’UVD[4] del quartiere Krasnogvardejskij[5] di San Pietroburgo nel 2001 si è spostato sulla poltrona di dirigente esecutivo del ministero degli Interni della Russia. Salti così strepitosi nella storia del ministero degli Interni non c’erano mai stati. I nostri esperti ritengono che Novikov fosse appoggiato dal capo del Servizio di Sicurezza Federale[6] Evgenij Murov e dal capo del Servizio di Sicurezza del presidente Viktor Zolotov – giocatori chiave, che hanno accesso diretto al presidente. Novikov ha potuto entrare in contatto direttamente con l’amministrazione presidenziale, evitando il suo principale secondo le forme – il capo del ministero degli Interni Rašid Nurgaliev. Novikov è comunque definito un ottimo professionista.
Un dettaglio curioso consiste nel fatto che insieme ad Andrej Novikov nelle strutture del ministero degli Interni abbia trovato posto quasi contemporaneamente Vagif Ismailov – nipote di Tel’man Ismailov, presidente del gruppo AST (fino a non molto tempo fa ad esso appartenevano i mercati Čerkizovskij e Varšavskij[7] di Mosca). Insieme a Novikov questi aveva lavorato nell’amministrazione del ministero degli Interni del distretto Nord Occidentale[8] e quando Novikov è diventato vice-ministro ha trovato posto nell’apparato centrale del ministero degli Interni.
Molti supponevano che con appoggi da parte dell’FSO e del Servizio di sicurezza del presidente Andrei Novikov potesse aspirare al posto di capo del ministero degli Interni. Invece è arrivato il licenziamento. Ma la posizione del capo del ministero degli Interni Rašid Nurgaliev non si è rafforzata. Oleg Safonov, nominato al posto di Novikov è un ex agente del KGB – insieme a Vladimir Putin ha lavorato nella commissione per le relazioni esterne dell’ufficio del sindaco di Piter. Per il posto di vice- e potenziale ministro degli Interni al presidente serviva una persona nota a lui personalmente, e non attraverso gli organi di sicurezza.
Avversario di lunga data di Andrej Novikov nel ministero degli Interni viene definito il direttore del dipartimento per la sicurezza economica Sergej Meščerjakov. Il ministro degli Interni Rašid Nurgaliev ha cercato qualche volta di rappacificarli nel suo ufficio, si sono stretti la mano, ma i rapporti sono rimasti tesi. Se Novikov era legato alla dirigenza dell’FSO e del servizio di sicurezza presidenziale, Meščerjakov era personalmente in contatto con il vice-direttore dell’amministrazione presidenziale, il consigliere del presidente Igor’ Sečin – amico di vecchia data di Vladimir Putin. La scorsa settimana è stato reso noto che Meščerjakov è stato trasferito dal dipartimento per la sicurezza economica al ruolo di capo del dipartimento per la lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo. Nei corridoi del ministero degli Interni scherzano al proposito: “lo stipendio è rimasto quello di prima, ma il reddito è diminuito”. Ma se si guardano le cose seriamente, allora, a giudicare il tutto, il presidente avrebbe per l’ennesima volta equilibrato l’influenza dei raggruppamenti. E a Sečin è venuta a mancare una risorsa importante come il dipartimento per la sicurezza economica del ministero degli Interni. A capo di questo è stato posto Evgenij Školov – ex agente segreto che è stato di servizio in Germania insieme a Putin e al vice-direttore dell’amministrazione presidenziale Viktor Ivanov.
Neanche
dietro le spesse mura dellFSB c’è compattezza. Ricordiamo: non molto tempo fa là sono stati sollevati dagli incarichi il capo della sezione responsabile dei fondi per le attività dell’FSB Sergej Šišin, il vice-direttore del servizio per la sicurezza economica, il capo della sezione “K” (lotta al contrabbando[9]) Sergej Fomenko e l’ex vice-direttore dell’FSB Vladimir Anisimov[10], che è rimasto nella riserva attiva a lavorare nel servizio federale per il controllo della tecnica e delle esportazioni.
Queste
perdite di generali non sono dello stesso tipo. Se i generali Anisimov e Šišin erano del gruppo di Nikolaj Patrušev (Anisimov ha cominciato come sottufficiale del comando per la sicurezza nazionale in Carelia guidato da Patrušev), Sergej Fomenko era invece il vice di Aleksandr Bortnikov – vice-direttore dell’FSB e direttore del servizio per la sicurezza economica. Secondo le informazioni forniteci dalle nostre fonti, Bortnikov è in contatto diretto con il primo vice-presidente del consiglio dei ministri della Federazione Russa Dmitrij Medvedev, che viene indicato come il possibile erede del presidente.
Tra l’altro Nikolaj Patrušev, secondo i nostri esperti, dopo alcune incomprensioni ha trovato negli ultimi tempi una lingua comune con il vice-direttore dell’amministrazione presidenziale Igor’ Sečin.
Medvedev e Sečin sono antagonisti dell’ambito del Cremlino e ugualmente vicini al presidente. Secondo le nostre informazioni, non molto tempo fa lo scontro si è inasprito: il primo vice-premier Medevedev ha rivelato a Vladimir Putin delle informazioni sul fatto che uno dei figuranti dell’affare di contrabbando di mobili di “Tri Kita[11]” che ha fatto tanto scalpore, Andrei Saenko, prima dell’arresto venisse ricevuto da Sečin. In questo, si capisce, non ci sarebbe nulla di pregiudizievole – Saenko era vice-direttore di una sorta di filiale della “Rosoboronèksport[12]” ed è considerato una persona, che ha sviluppato una grande quantità di enormi progetti oltre frontiera. Ma dopo che il presidente ha riportato personalmente alla ribalta l’affare “Tri Kita”, le informazioni sui ricevimenti che avrebbero avuto luogo tempo fa hanno ottenuto pieno successo.
Alla vigilia della nomina dell’erede alla presidenza per i generali delle forze armate, così come per le altre persone al servizio dello stato dotate di peso politico, è d’importanza vitale non commettere errori nella scelta degli alleati. Anche sedere tra due sedie[13] è impensabile. Perciò volano e ricrescono teste[14], crollano e si formano febbrilmente alleanze. Questa selezione naturale interna è impressionante. Hanno esattamente un anno per giocare alla roulette russa e baciare la mano giusta.

P.S. La provincia[15]separata, la “Gazprom”, anche se non è una struttura armata[16], è comunque una risorsa, che ha bisogno dell’instancabile controllo del presidente. Ed ecco che al posto di Aleksandr Rjazanova diviene vice-presidente del consiglio di amministrazione Valerj Golubëv, ex presidente del quartiere dell’isola Vasilevskij di San Pietroburgo, che ricorda che sotto la sua presidenza Vladimir Putin ottenne un appartamento.

Roman ŠLEJNOV

20.11.2006, “Novaja Gazeta”, http://2006.novayagazeta.ru/nomer/2006/88n/n88n-s00.shtml, (traduzione e note di Matteo M.)



[1] Federal’naja Služba Bezopasnosti (“Servizio di Sicurezza Federale”), i servizi segreti russi.

[2] Nome familiare di San Pietroburgo, città natale di Putin.

[3] Cioè che avevano prestato servizio con lui in Germania come agenti del KGB.

[4] Upravlenie Vnutrennich Del (“Amministrazione del Ministero degli Interni”), in pratica la sede della polizia locale.

[5] “Della Guardia Rossa”.

[6] Struttura di intelligence parallela all’FSB, più avanti indicata con la sigla russa FSO.

[7] “Di Varsavia”.

[8] Putin ha diviso la Russia in sette distretti con a capo uomini di sua fiducia con ampi poteri. Non contento, in seguito ha sostituito i governatori eletti dal popolo con uomini scelti da lui…

[9] Kontrabanda in russo.

[10] L’unico dei comandanti della task force che ha compiuto il blitz di Beslan a pagare con la perdita del posto.

[11] “Tre Balene” (che secondo un’antica leggenda russa reggerebbero il mondo come Atlante), azienda rimasta coinvolta nella vicenda di cui poi si parla nell’articolo.

[12] Abbreviazione di Rossijskij Oboronnyj Èksport (Esportazione di Armamentario di Difesa Russo), azienda statale che si occupa di esportazione di armamenti.

[13] Traduco letteralmente. Forse noi diremmo “tenere il piede su due staffe”.

[14] Nelle fiabe russe l’eroe affronta spesso un serpente con molte teste, che per di più ricrescono una volta tagliate (l’eroe ha finalmente successo quando cauterizza i colli dopo aver tagliato le teste).

[15] Nell’originale eparchija, che significa principalmente “diocesi” e in senso figurato “ambito” .

[16] Letteralmente silovaja struktura (“struttura di forza”), nome che definisce istituzioni deputate all’uso della forza come il ministero degli Interni e i servizi segreti.

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