ISLAM: più moschee e meno chiese in Germania
(Corrispondenza romana) Salirà a settantasette entro la fine dell’anno il numero delle moschee a Berlino, con l’inaugurazione di quella di Sehitlik, la più grande della capitale tedesca nel quartiere di Neukölln E mentre nascono moschee, muoiono chiese:
Da parte musulmana, invece, si assiste al proliferare non solo di moschee, ma anche di luoghi di preghiera disseminati nei circoli e nelle fabbriche. Come può accadere questo in un Paese dove i musulmani sono meno di tre milioni contro gli ottantadue dei cattolici? Secondo il cardinale Lehmann, Presidente della conferenza episcopale tedesca, la risposta sta in due ragioni: da una parte ciò avviene perché essendo oggi la fede più sentita tra i musulmani che tra i cattolici, le moschee sono più frequentate delle chiese e se ne ha maggiore esigenza; dall’altra perché, in un Paese straniero, le moschee costituiscono anche dei luoghi di socializzazione e di ritrovo e svolgono quindi una funzione secondaria rispetto all’essere luogo di culto (“Il Giornale”, 24 novembre 2006).
Esiste però una terza ragione che spiega questo fenomeno: in Germania la tassa per
Siena. I soldi pubblici e
Nel giorno in cui a Colle Val d'Elsa sono stati impiantati i primi paletti per recintare l'area su cui dovrebbe sorgere la moschea, cresce tra gli abitanti del quartiere
Da un lato prevale uno stato di impotenza e di frustrazione, perché alla gente non è stato nemmeno permesso di esprimere la propria opinione, dopo la bocciatura da parte del Comune di un quesito referendario consultivo perché - questa è la motivazione - la costruzione di una moschea non avrebbe un «interesse generale in quanto trattasi di un progetto presentato da un soggetto privato portatore di diritti definitivi meritevoli di tutela secondo i principi civilistici della buona fede». Una moschea non ha un interesse generale?
Che andassero a chiederlo alle migliaia di torinesi che sono stati costretti a evacuare Porta Palazzo dopo la penetrazione e conquista da parte di tre moschee e un esercito di musulmani che hanno fatto precipitare il costo degli immobili, ridotto il centro cittadino in una casbah degradata, imposto regole e valori in aperto contrasto con quelli condivisi dagli italiani.
Ma lo sanno nelle mani di chi finirà la moschea? Lo sanno che dietro alla sigla «Comunità dei musulmani di Siena e provincia», che ha sottoscritto con il Comune l'accordo per la costruzione della moschea, si cela l'Ucoii?È scritto chiaro e tondo nell'articolo 2 dello statuto allegato all'atto costitutivo della «Comunità dei musulmani di Siena e provincia», registrato a Poggibonsi presso lo studio del notaio Andrea Pescatori il 17 marzo 1999 (n. 217, serie 1, versate L. 260.000): «L'Associazione aderisce all'Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia (Ucoii)».
Dunque secondo il Comune di Colle Val d'Elsa questi estremisti islamici sarebbero «meritevoli di tutela secondo i principi civilistici della buona fede», mentre non lo sarebbero i colligiani che giustamente si preoccupano e protestano per la costruzione di una moschea che si trasformerà in una roccaforte ideologica dell'Ucoii?
Come è possibile che un'amministrazione pubblica privilegi l'interesse di 135 musulmani (tali sono stati nel 2005 i partecipanti all'elezione del presidente della «Comunità dei musulmani di Siena e provincia», Feras Jabareen, affermatosi con 86 voti a favore), su quello di circa 21 mila colligiani? Possibile che a nessuno passi per la testa che 135 musulmani su un totale di circa 600 musulmani residenti a Colle e di circa 5.000 musulmani residenti in provincia di Siena, stanno in realtà usurpando della qualifica di «Comunità dei musulmani di Siena e provincia»?
E a chi servirà mai una moschea di
E perché mai il Comune, tramite
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