30 dicembre 2006

Siete stufi di sentir parlare di Beslan? Anche la commissione parlamentare d'inchiesta...

COMMISSION IMPOSSIBLE[1]
“Russia Unita[2]” ha chiuso l’indagine su Beslan


Venerdì la commissione parlamentare federale su Beslan ha concluso la propria tormentata esistenza. Al mattino presto ha votato in questo senso il Consiglio della Federazione[3]. Verso le 16.00 hanno fatto lo stesso i membri dei raggruppamenti di “Russia Unita” e dell’LDPR[4] nella camera bassa del parlamento.
La commissione Toršin[5] già più di una volta aveva tentato di uscire dal gioco e chiudere la questione Beslan. L’anno scorso gliel’aveva impedito la commissione parlamentare dell’Ossezia Settentrionale, che aveva sollevato la questione della natura delle prime esplosioni nella palestra e delle circostanze del blitz nella scuola di Beslan. Grande confusione aveva causato anche il processo all’unico terrorista sopravvissuto N. Kulaev: decine di testimoni diretti e indiretti avevano rilasciato deposizioni riguardanti il fuoco rivolto verso la scuola da lanciafiamme e carri armati mentre gli ostaggi erano ancora vivi.
Nell’estate di quest’anno è stato pubblicato il rapporto alternativo di uno dei membri della commissione federale, Ju. Savel’ev[6], nel quale questi dimostrava che le prime esplosioni nella palestra si erano verificate in conseguenza del fuoco di lanciafiamme e lanciagranate.
Il rapporto ufficiale della commissione federale, già pronto, in favore del quale avevano votato 18 membri contro due (i deputati Ju. Savel’ev e Ju. Ivanov[7] non si trovarono d’accordo con il testo del rapporto), dovette essere rinviato. Il capo della commissione Toršin promise di smentire Savel’ev in ogni modo. Ma da settembre in poi la commissione parlamentare federale non tenne neanche una seduta.
Non di meno in questa settimana al Consiglio della Federazione e alla Duma di Stato[8] è stata presentata in gran segreto un’istanza per la conclusione dei lavori della commissione.
Al Consiglio della Federazione Toršin ha letto le tesi di un rapporto vecchio di sei mesi e ha chiesto di sciogliere la commissione. Del fatto che nella stessa commissione esistano divergenze su quasi tutte le questioni principali (il numero dei militanti, le fasi del sequestro, le trattative, le circostanze del blitz, ecc.) Toršin non ha detto una parola.
Alla Duma di Stato Aleksandr Porfir’evič non è andato. Al suo posto ha riferito il membro della commissione federale Aleksandr Moskalec[9]. Venerdì alle 10.26 del mattino alla seduta della Duma dedicata ai resoconti Moskalec ha presentato la proposta di mettere all’ordine del giorno e votare l’istanza per la conclusione delle attività della commissione su Beslan.
In
aula non cerano molti deputati. Non di meno su proposta di Moskalec hanno votato quasi tutti quelli di “Russia Unita” (il KPRF[10], “Patria” e il gruppo di Semigin[11] hanno votato contro, l’LDPR si è astenuto). Durante la votazione mattutina è avvenuto un caso: qualcuno ha utilizzato la tessera di Jurij Savel’ev e ha votato al suo posto mentre questi era assente dall’aula.
Lo stesso Jurij Savel’ev ha saputo che la commissione avrebbe concluso i lavori da un servizio di “Ècho Moskvy[12]”. Questi è giunto subito alla Duma e ha raccontato la notizia all’altro membro della commissione Jurij Ivanov, che pure non sapeva nulla dell’iniziativa di Toršin.
Durante la seduta della Duma si è chiarito che ai deputati veniva proposto di votare in tutta fretta un rapporto che nessuno aveva letto né visto! Inoltre Vladimir Žirinovskij ha avanzato la proposta di votare ancor più rapidamente (senz’alcun dibattito o intervento). I MEMBRI DI “RUSSIA UNITA”
[13] e dell’LDPR hanno votato compatti in favore della proposta di Žirinovskij. Ma una svolta degli eventi così marcatamente truffaldina non ha trovato il favore degli altri gruppi. E nell’aula parlamentare si è levato un rumore assolutamente non parlamentare. Il ben esperto presidente della camera bassa Boris Gryzlov si è orientato rapidamente e ha risolto la situazione. Ha avanzato l’ipotesi che i deputati non avessero capito Žirinovskij con tutta precisione e ha posto nuovamente la questione della votazione. Per la seconda volta i deputati hanno votato compatti contro la proposta di Žirinovskij.
Insomma si è deciso di discutere comunque il rapporto. Nel corso del dibattito quasi tutti gli intervenuti hanno parlato dell’assurdità della situazione e del fatto che provavano vergogna davanti agli abitanti di Beslan.
Non di meno in favore della proposta di chiudere l’indagine parlamentare su Beslan hanno votato 333 deputati[14].
Una coincidenza simbolica: 333 persone è il numero di vittime dell’atto terroristico di Beslan.

P.S. Il resoconto dettagliato della Duma di Stato si potrà leggere nei primi numeri della “Novaja Gazeta” nel 2007.

Elena
MILAŠINA http://2006.novayagazeta.ru/nomer/2006/98n/n98n-s03.shtml

25.12.2006 (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Il titolo dell’articolo si basa su quello del film con Tom Cruise. Ho usato l’inglese perché in Italia il film è uscito con il titolo originale.

[2] Il partito che ha praticamente l’unico scopo di sostenere la politica di Putin ed è detto perciò anche il “partito del potere”.

[3] La camera alta del parlamento russo, formata da rappresentanti delle varie entità locali della Federazione Russa (repubbliche, regioni, ecc.).

[4] Liberal’no-Demokratičeskaja Partija Rossii (Partito Liberal-Democratico di Russia): a dispetto del nome si tratta di un partito nazionalista e per molti versi reazionario – ad esempio invoca l’annessione delle vecchie repubbliche sovietiche dentro una Grande Russia. Il suo leader incontrastato è il tristemente noto Vladimir Vol’fovič Žirinovskij.

[5] Aleksandr Porfir’evič Toršin, vice presidente del Consiglio della Federazione e capo della commissione federale d’inchiesta su Beslan.

[6] Jurij Petrovič Savel’ev è un fisico specializzato nella tecnica degli esplosivi e un parlamentare del raggruppamento “Patria” (nazionalista moderato e fedele a Putin) e quindi impossibile da accusare di incompetenza o di tendenziosità…

[7] Il deputato comunista Jurij Pavlovič Ivanov.

[8] Anche i parlamenti locali sono chiamati “Duma”.

[9] Aleksandr Petrovič Moskalec, deputato di “Russia Unita”, vice presidente della commissione affari costituzionali.

[10] Kommunističeskaja Partija Rossiskoj Federacii (Partito Comunista della Federazione Russa).

[11] Gennadij Jur’evič Semigin, leader del partito “Patrioti della Russia”, di orientamento nazionalista “di sinistra”.

[12] “L’Eco di Mosca”, stazione radiofonica indipendente di Mosca.

[13] Rilievo grafico dell’autrice.

[14] La Duma di Stato è composta di 450 deputati, quindi il 74% di essi ha votato a favore della chiusura dell’inchiesta.

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