24 aprile 2007

Concordo...

Posta prioritaria, M.Travaglio per "Annozero"

ANNOZERO II-7 – Classe operaia 19-4-07

Gentile Luca Cordero di Montezemolo,

lei ha detto che “la ripresa dell’Italia si basa fondamentalmente, se non esclusivamente, sugli imprenditori”, e che bisogna evitare di “disperdere il tesoretto in mille rivoli a scopi elettoralistici”. Poi ha aggiunto che l’aumento di 100 euro di stipendio per i lavoratori è impensabile perché ci metterebbe “fuori dal mercato”. Ora, non trova che fra le due affermazioni ci sia una lieve contraddizione? Se la ripresa è merito delle imprese, le imprese sono composte di lavoratori, non solo di manager. Eppure i manager in Italia guadagnano molto di più dei colleghi del resto d’Europa, i lavoratori molto di meno. E, come diceva l’Avvocato Agnelli: “Se i nostri operai guadagnano poco, le macchine che costruiamo chi se le compra?”.

In Italia un operaio guadagna in media, al lordo, 21 mila euro, contro i 29 mila della Francia, i 32 della Svezia, i 35 del Belgio, i 37 dell’Olanda, i 39,7 della Gran Bretagna, i 41 della Germania, i 42 della Danimarca. Non crede che in un mercato globale si dovrebbero equiparare queste sperequazioni? Tra il 2000 e il 2005, secondo l’Eurispes, in Europa gli stipendi sono aumentati del 20%, in Italia del 13,7. Sbagliano tutti gli altri, o sbagliamo noi? Perché da noi gli stipendi dei lavoratori aumentano ogni anno del 2,7%, mentre quelli dei manager del 17%, otto volte l’inflazione. Le stipendio medio dei primi cento top manager italiani è di 3,4 milioni all’anno: praticamente, 160 volte lo stipendio di un operaio. I manager guadagnano in due giorni quello che un operaio guadagna in un anno.

Lei è molto affezionato al mercato, anche se rappresenta un’azienda, la Fiat, e una corporazione, quella degli industriali, che sono sempre andate avanti a suon di aiuti, sovvenzioni, protezioni, paracadute di Stato. Tant’è che Grillo vi definisce “i veri comunisti”. In ogni caso la Fiat, con le sue mani e con la cassa integrazione, s’è rimessa in sesto grazie a un manager come Marchionne. Che dunque merita tutti i 7 milioni di euro che guadagna all’anno, poco meno di quelli che guadagna lei.

Ma, se il mercato ha un senso, chi ottiene risultati dovrebbe guadagnare molto e chi va male dovrebbe guadagnare poco, o farsi da parte. Mi sa spiegare allora perché il manager più pagato d’Italia è Carlo Buora della Telecom, con 18.860 milioni di euro nel 2006 tra stipendio e liquidazione Pirelli, visto come va la Telecom? E Perché Tronchetti Provera guadagna 7.144, addirittura più di Marchionne che ha risanato la Fiat? Perché Cimoli, che ha così ben ridotto l’Alitalia, guadagna 12 mila euro al giorno, lo stipendio annuo di un operaio, mentre il presidente di Air France guadagna un terzo, anche se la compagnia francese è in attivo mentre la nostra perde un milione al giorno? Per andarsene dopo due anni e mezzo disastrosi (il buco Alitalia del 2006 è 380 milioni di euro), invece di lasciar lì qualcosa, Cimoli ha pure preso 5 milioni di euro di liquidazione. Alberto Lina è l’amministratore delegato dell’Impregilo, l’azienda che ha smaltito così bene i rifiuti in Campania: guadagna addirittura più di lei, nell’ultimo anno ha incassato 7,3 milioni, cioè guadagna in un giorno quel che un suo operaio guadagna in un anno. E voi avete la certezza di restare vivi, mentre gli operai ormai muoiono come le mosche, al ritmo di quattro al giorno. Andare a lavorare, in Italia, è più pericoloso che andare in guerra. Ogni anno muoiono sul lavoro 1200 italiani, la metà delle vittime delle Torri gemelle, meno delle vittime che muoiono in tutto il mondo per attentati terroristici. E un milione restano feriti. Forse un aumento di stipendio potrebbe essere anche un’indennità rischio.

La prima regola del mercato è che tutti rischiano qualcosa, e chi sbaglia paga. Voi top manager, invece, non rischiate mai nulla. Quando avete successo, vi aumentate lo stipendio. Quando fallite, ve lo aumentate lo stesso e, se vi cacciano, ci guadagnate lo stesso con le superliquidazioni. E andate a far danni da un’altra parte. E se non garantite la sicurezza o la salute dei vostri dipendenti, non pagate voi, pagano loro con la vita. Per voi c’è l’indulto. Il 29-9-2000 il Parlamento dell’Ulivo varò la legge delega n.300 che impegnava il governo ad allargare la responsabilità penale non solo alle persone fisiche, ma anche a quelle giuridiche, cioè alle aziende, in caso di corruzione, truffa, reati ambientali e infortuni sul lavoro. Poi però il governo Amato esercitò la delega solo per truffe e corruzioni, non per reati ambientali e infortuni sul lavoro, perché Confindustria minacciava le barricate. Ora il governo prodi, con sette anni di ritardo, s’è deciso a ripescare quel progetto. Non potreste chiedere scusa per questi sette anni che ci avete fatto perdere?

Ora lei, dottor Montezemolo, è preoccupato che il tesoretto si disperda in mille rivoli. Giusto. Ma perché non si parla mai del tesorone dell’evasione fiscale, 200 miliardi l’anno? E del tesorone del lavoro nero e sommerso, il 27% del pil, cioè 400 miliardi? E del tesorone delle mafie, 1000 miliardi di euro? La legge sul falso in bilancio varata dal governo Berlusconi e finora confermata, in barba alle promesse elettorali, dal governo Prodi, consente a ogni impresa di occultare dai bilanci fino al 5% dell’utile prima delle imposte, al 10% delle valutazioni e all’1% del patrimonio netto. Sono le modiche quantità di falso in bilancio consentite, come per la droga, per uso personale. Nessuno sa che cosa ne facciano le imprese, i giudici non possono più mettere becco. Non vi vergognate di una situazione del genere, che vi rende tutti sospettabili? Il “mercato” è anche 25 anni di galera, come in America, per chi trucca i bilanci: non si può prendere solo quel che piace. Perché non avete detto una parola contro la depenalizzazione del falso in bilancio? Perché non chiedete al governo Prodi di abrogarla? Perché Confindustria non fa una grande battaglia per importare la legge americana sui reati finanziari? Vedrà che, recuperando un po’ di evasione, ci sarà di che aumentare lo stipendio al popolo dei 1000 euro al mese, senza toccare il tesoretto. Così magari i vostri operai, oltre a fare le macchine, potranno persino permettersi di comprarsene una.

Distinti saluti Marco Travaglio



Ringrazio P.B. per questo contributo

2 commenti:

M1979 ha detto...

E, come diceva l’Avvocato Agnelli: “Se i nostri operai guadagnano poco, le macchine che costruiamo chi se le compra?”.

Lo diceva anche Enry Ford, colui che inventò il mercato di massa per le automobili, i suoi dipendenti avevano stipendi così alti (parliamo dell'inizi del '900) che si potevano permettere di comprare le auto che producevano, e chi ci guadagnava? Ma, Tutti!!!La ford che aumentava così il suo fatturato a scapito della concorrenza (la ford t, grazie alla catena di montaggio riusciva ad ammortizzare i cosi), inoltre l'assenteismo era praticamente nullo, nessuno voleva rinunciare a quel stipendio (il sindacato allora non esisteva, bastava un non nulla per essere cacciati, e alla ford c'era la file di gente che voleva lavorare)...I lavoratori erano contenti che guadagnavano di più e si potevano concedere qualche sfizzio...

Certo poi io metodo di lavoro era disumano, ma il princio è quello...se la gente non ha soldi da spendere non compra, e se non compra le aziende non guadagnano...

Matteo Mazzoni ha detto...

La cosa interessante è che Marco Travaglio, per quanto nemico acerrimo di Berlusconi, non è di sinistra... Quello che dice in realtà è che quello italiano è un pessimo capitalismo, che dovrebbe imparare dai sistemi capitalistici seri... In effetti in Italia c'è una sorta di capitalismo "feudale" e corrotto, portato avanti da gente che loda ad ogni piè sospinto la libera concorrenza, ma in realtà la teme come la peste, perché sa vivere solo grazie a facilitazioni, concessioni e intrallazzi... Gente che, come nota Travaglio, sembra alacremente intenta a tagliare il ramo su cui sta seduta...