19 ottobre 2007

Prima di Anna Politkovskaja

Il caso Igor’ Domnikov

Agli assassini è stata letta la sentenza, i mandanti sono ancora in libertà

Martedì il giudice federale della corte suprema del Tatarstan[1] Il’dus Minšakirovič Gataulin ha emesso una condanna per le vicende della banda Tagir’janov. Gli imputati erano accusati di 23 omicidi e 8 rapimenti. Quattro di loro – il capobanda Tagir’janov, i membri della banda Babkov, Danilevič e Dacko – sono stati condannati all’ergastolo. L’uccisore di tre persone Chuzin è stato condannato a 25 anni di reclusione in una colonia penale a regime duro, Kazakov a 19 anni, Bezuglov, l’uomo più vicino a Tagir’janov, che aveva pianificato la maggior parte dei delitti e vi aveva partecipato personalmente, a 18 anni di colonia penale a regime duro, nonostante il fatto che indubbiamente meritasse il quinto ergastolo di questa banda. Ma l’attiva collaborazione alle indagini è stata ritenuta dal giudice una circostanza attenuante.

A dir le cose come stanno, proprio grazie alle ammissioni di Bezuglov si è venuti a sapere che alla banda Tagir’janov “va ascritto” l’omicidio di un nostro collaboratore, il redattore di una sezione della “Novaja gazeta” Igor’ Domnikov. Purtroppo bisogna ammettere che senza queste dichiarazioni non si sarebbe mai riusciti a risolvere il caso del bestiale assalto conclusosi con la morte di Igor’. Con l’aiuto di Bezuglov “stapparono la bocca” anche al capo della banda Tagir’janov: durante le indagini disse chi aveva ordinato l’omicidio di Domnikov. Le tracce condussero al governatore della regione di Lipeck[2] Korolëv e al suo vice Dorovskij, sulle attività dei quali Igor’ Domnikov aveva scritto un ciclo di articoli. Le indagini portarono alla luce anche l’intermediario, che fu arrestato, – un qualche uomo d’affari di nome Pavel Sopot, che aveva collaborato attivamente sia con la leadership della regione di Lipeck sia con la banda Tagir’janov (Tagir’janov è amico e partner d’affari di Sopot).

Ma dopo che Sopot cominciò a fare dichiarazioni, il vice governatore Dorovskij e il governatore Korolëv si trovarono in una situazione molto delicata. Quando poi furono congelati i conti in due banche moscovite (a quanto risulta dalle indagini, proprio in questi venivano versati i soldi ai banditi per i servizi di “distribuzione” e di altro genere da loro svolti), gli inquirenti presero a sentire una pressione non da ridere da parte degli odiosi funzionari della Procura Generale. Restano ancora da valutare le azioni dello scandalosamente noto ex vice procuratore Birjukov, che più di una volta ha bloccato i procedimenti penali più importanti (per esempio, il caso delle “Tre balene”[3] ecc.).

Insomma, per via di terribili pressioni e perfino di minacce agli inquirenti di essere sollevati dall’incarico Pavel Sopot dovette essere lasciato stare. In seguito intervenne nel caso della banda Tagir’janov come testimone. Ciononostante perfino al processo questo “testimone” senza troppa modestia ammise il proprio ruolo nella morte di Igor’ Domnikov.

Fatto sta che gli articoli del giornalista irritavano molto il governatore Korolëv e il suo vice Dorovskij. Fargli causa era insensato – negli articoli non c’era un solo errore o un fatto falso, non c’era niente a cui attaccarsi. E poi questi erano scritti in uno stile così splendido e ironico che qualsiasi giudice avrebbe semplicemente riso di cuore. Risolsero il problema in un altro modo. Sfruttarono i legami di amicizia di Sopot e chiamarono a “sistemare le cose” con il giornalista degli assassini professionisti, perché portassero Domnikov a Lipeck sul tappeto del governatore. Non riuscirono a rapire il giornalista e allora entrò in azione il martello. Dopo un pedinamento durato diversi giorni (il delitto fu preparato accuratamente) la sera del 12 maggio 2000 assalirono il giornalista all’ingresso della sua casa. Al’bert Chuzin colpì Igor’ alla testa con un martello per tre volte. Dopo 63 giorni Domnikov morì all’ospedale Burdenko[4] senza essere uscito dal coma.

Nella sentenza del giudice Gataulin tutte le fasi di questo omicidio (dall’ordine all’esecuzione) sono riportate con precisione. Purtroppo sul banco degli imputati accanto a Tagir’janov non c’erano né Кorolëv, né Dorovskij, né Sopot. Il giudice non poteva uscire dai margini dellaccusa presentata. Ma nella prospettiva di far rispondere penalmente i mediatori e i mandanti il giudice Gataulin ha fatto il massimo. Ha condotta un’ineccepibile inchiesta giudiziaria e ha emesso un’ineccepibile condanna. Non dubitiamo che presso la Corte Suprema russa non ci sarà indulgenza per alcuno degli uomini di Tagir’janov.

In generale è stata una bella fortuna che questo processo sia capitato proprio a Il’dus Gataulin, uno dei migliori giudici russi. In Tatarstan lo considerano il giudice più duro, poiché sul suo conto ci sono soprattutto condanne “a vita”. Fra l’altro nessuna sua condanna è stata modificata dalle supreme istanze, il che testimonia in questo caso non della durezza, ma esclusivamente della professionalità del giudice. Perfino nel caso di Tagir’janov non solo ha emesso quattro condanne all’ergastolo, ma ha anche rimesso in libertà con la condizionale i quattro membri più giovani della banda, che non avevano preso parte agli omicidi. Questo diritto di punire e amnistiare, facendosi guidare solo dalla legge e dalla propria coscienza è un privilegio che alcuni membri della magistratura russa hanno conservato.

Gli inquirenti, che hanno impiegato anni per questo processo e l’hanno portato avanti con la migliore professionalità, erano soddisfatti di questa sentenza. E hanno fatto capire: il lavoro ulteriore sulla vicenda dell’omicidio di Igor’ Domnikov prosegue.

Proseguiremo anche noi.

Elena Milašina
Nostro corrispondente speciale

29.08.2007, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/66/05.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Repubblica autonoma della Federazione Russa popolata per la maggior parte da tatari.

[2] Città della Russia centro-meridionale.

[3] Secondo un’antica leggenda russa il mondo si regge sulla schiena di tre balene. “Tri kita” (Tre balene) è il nome di un complesso commerciale che si occupa di mobili ed è implicato in uno scandalo di corruzione che vede coinvolti anche membri dei servizi segreti.

[4] Clinica neurochirurgica di Mosca.

3 commenti:

Mark ha detto...

speriamo continuino cosi...io darei l'ergastolo a tutti coloro ke hanno fatto parte a quegli omicidi..la gente crudele merita di essere trattata cosi

Neottolemo ha detto...

Dai, un altro po' e ci saranno (o si truccheranno?) le elezioni...

Matteo Mazzoni ha detto...

@mark: il problema è proprio che è stata fatta giustizia solo in parte... Chi ha commissionato l'omicidio non solo è libero, ma governa una regione della Russia...

@neottolemo: sì, temo che a dicembre (elezioni politiche) e a marzo (elezioni presidenziali) in Russia andrà in scena una farsa...