01 marzo 2008

Altre cose che mi lasciano perplesso (II)

L'ULTIMA CAMPAGNA CHOC DI OLIVIERO TOSCANI
Il disprezzo del maschile genera solo insicurezza

Claudio Risé da "Avvenire" del 29 febbraio 2008

Vi descrivo le foto della campagna 'Contro la violenza sulle donne', affidata a Oliviero Toscani, che campeggiano da ieri sull'ultimo numero del settimanale Donna Moderna, oltre che sui siti Internet dei principali quotidiani.
A sinistra un bambino completamente nudo, con sopra la testa il proprio nome: Mario, impresso su una striscia nera e sotto i piedi la scritta: carnefice, anche quella su un graffito nero­sporco. A destra una bimba ricciolina, anche lei nuda, con sopra la testa la scritta: Anna, sempre su una striscia nera, e sotto i piedi la scritta: vittima (sempre sul nero). La pelle bianca dei bambini contrasta col nero-sporco delle scritte, e la violenza delle due parole: carnefice, vittima. Quei due bambini sono già due vittime.
Bisogna avere un cuore ben duro per non provare pietà per queste creature innocenti, esposte sulla stampa nude in un tempo di pedofilia fuori controllo, per veicolare un messaggio di odio fra i due sessi. Quello dei carnefici, i maschi, e quello delle vittime, le femmine. Designati come tali fin dall'infanzia. Perché, il loro status di carnefice, e di vittima, è evidentemente impresso nella loro appartenenza di genere. Un marchio in questo caso scritto sotto due creature prepuberi, ma che, secondo la violenza contro l'infanzia applicata in manifesti recentissimi, potrebbe essere stampato su un braccialetto da neonato: Mario, maschio, carnefice. In un'intervista sul settimanale, alla domanda: «Perché non è Anna a diventare carnefice?», Toscani risponde: «Un po' dipende dal sangue, dal Dna, non c'è dubbio». La spiegazione conferma, ma è pleonastica.
Quando sotto una figura umana, caratterizzata dal colore della pelle, o dal sesso, si scrive carnefice, il messaggio è: quelli con quella pelle, o quel sesso, sono carnefici.
Messaggi di questo tipo dovrebbero far diminuire l'insopportabile violenza maschile? Ne dubito fortemente. Sarebbe la prima volta che una campagna di discriminazione razziale, fin dall'infanzia, rende più mansueto il gruppo discriminato. I maschi sono già disperati, per non poter salvare i loro figli dall'aborto quando la madre decide altrimenti, per non poterli crescere se si separano, per la moda di discredito sociale che accompagna il loro genere. Infatti, il suicidio tra i maschi è tre volte più frequente che fra le femmine: nel 2004 (ultimo dato disponibile), in Italia vi hanno ricorso 924 femmine contro 3.154 maschi. (Anche le donne uccise da maschi, purtroppo, sono state il triplo degli uomini uccisi dalle donne: 114, contro 21). Al di là di questi dati estremi, ma ugualmente significativi, è di queste ore il risultato di un'indagine organizzata da una brava psicologa, Gianna Schelotto, in una serie di scuole, da cui è risultato che 6 ragazzi su 10 (il 62%) tra i 14 e i 16 anni preferirebbero risvegliarsi donne.
Buon segno? Non tanto.
Antropologia, sociologia, e psicologia, misurano come il malessere identitario alimenti i comportamenti più nefasti.
L'uomo tranquillo e generoso è quello che sa bene che la sua identità ha un valore, e il mondo lo riconosce. Il male bashing,
il disprezzo del maschile, genera solo insicurezza, e devianza. Donne, uomini, e certamente i bambini innocenti spregiudicatamente utilizzati per veicolarlo, hanno tutto da perdervi.







Ringrazio A.N. per questo contributo


8 commenti:

M1979 ha detto...

Io l'ho trovata eccessiva... troppo eccessiva!! :)

Vabbè che OLIVIERO TOSCANI ama provocare, però...

Matteo Mazzoni ha detto...

@m1979: bentornato, ultimamente ti si sente poco, gli studi ti prendono parecchio, pare... In effetti credo che certe campagne siano addirittura controproducenti... Non tutti noi maschi siamo crudeli nei confronti delle donne (anche se moltissimi sì, bisogna ammetterlo)... Ma il punto è che un uomo che si sente criminalizzato a prescindere paradossalmente sente meno il peso della propria colpa... In qualcuno scatta un meccanismo perverso del tipo "se devo comunque essere considerato uno stupratore, tanto vale che stupri davvero"...

Anonimo ha detto...

Le campagne di Oliviero Toscani sono provocatorie e lo sappiamo ma credo abbia esagerato nel fotografare due bambini.

Ci fossero stati due adulti sarebbe stato più giusto (in fondo si parla di violenza maschile contro le donne) ma sicuramente meno urtante come ama essere lui.

Non credo però che a nessun uomo sano di mente possa scattare il "meccanismo perverso" di pensare che già che è considerato uno stupratore allora si scarica la coscienza e lo fa...

NON ESISTE PROPRIO.

All'entrata della città c'è un manifesto pubblicitario per una linea di abbigliamento con due foto di un bambino che piange perchè non è ancora uscita la collezione tal dei tali.

Orripilante.

Mi chiedo come non abbiano sputato in faccia al pubblicitario che l'ha proposta.

A mio parere è peggio di quella di Toscani (e non è neanche una provocazione).

Matteo Mazzoni ha detto...

@rosadimaggio: non hai tutti i torti, ma comunque i meccanismi perversi li hanno le persone perverse, le persone normali hanno meccanismi normali...

Anonimo ha detto...

Infatti era per spiegarti che il discorso sul "meccanismo perverso" equivale a vocali e consonanti una dietro l'altra: perfettamente inutile.

Cosa vuoi che gli freghi ad uno stupratore come viene considerato?

Matteo Mazzoni ha detto...

@rosadimaggio: sai che ti dico? Hai perfettamente ragione! Ma prima che inizi a preoccuparti, aggiungo che, stando così le cose, sono inutili i miei discorsi, ma anche la campagna di Toscani... Come toscani siamo meglio noi, dammi retta :-)

Anonimo ha detto...

Sai di cosa mi preoccupo?
Del perché tu sia così arrendevole...

Ce la devi avere con me per forza!

Quanto sei doddo!

:)

ps: mi aspetti al varco, lo sò.

Matteo Mazzoni ha detto...

@rosadimaggio: :-)