TOSCANA OGGI, 22 giugno 2008
Vita apuana
Celebrazione conclusiva al termine dell'annuale percorso catechistico.
Comunità neocatecumenali: una settimana da ricordare
Di Geppe Nicotra
Particolarmente significativo quest'anno, per le comunità neocatecumenali della nostra diocesi, il momento in cui ha avuto luogo il tradizionale appuntamento con mons. Vescovo, al termine dell'anno catechistico.
Perché l'incontro con il Vescovo ha aperto una settimana decisamente da non dimenticare a causa di un altro evento che l'ha conclusa, ossia la consegna del decreto di approvazione definitiva degli statuti del Cammino Neocatecumenale: si è trattato, in effetti, di due eventi che si sono svolti. giusto nell'arco di sette giorni.
La scorsa settimana, dunque, nel Duomo di Massa ha avuto luogo la celebrazione eucaristica a cui hanno preso parte le comunità della diocesi, da quelle di san Colombano a Pontremoli a quelle di san Domenico a Turano di Massa. In questa occasione, come di consueto, sono state presentate al Vescovo le comunità nate in seguito alle evangelizzazioni degli ultimi mesi.
Non scontate né formali le parole pronunciate da mons. Binini nella sua omelia.
Ha sottolineato Ia novità di un cristianesimo vissuto non individualisticamente per la propria salvezza personale, ma “l'intuizione di essere una comunità evangelizzante”. Ed ha ribadito: “Credo sia importante ed è geniale questa intuizione, arrivata in tempi non sospetti”.
Ha richiamato con forza e con insistenza i segni distintivi che Gesù ha dato come riconoscimento ai cristiani, i segni che interrogano e chiamano alla fede i lontani: “amatevi come io vi ho amato” e “siano perfetti nell'unità”, come sfida profetica nella società odierna ma anche come tesoro da proteggere e difendere, perché così “si realizza la preghiera di Gesù, si realizza la sua invocazione: "Che siano una cosa sola!", e - per fare questo - non c'è neanche bisogno della nostra buona volontà: basta che ci apriamo a lui e ci lasciamo trasformare da lui. Per questo la comunità solo se trova ostacoli non nasce, ma, se nasce nasce perché è Gesù che la fa nascere. Non perché siamo bravi noi. Non perché ci siamo organizzati bene”.
Quindi, riagganciandosi alla visione conciliare della Chiesa sacramento di salvezza, ha aggiunto: “È la comunità cristiàna che è sacramento di Gesù, che ti dà Gesù: lo dona, te lo mette nella testa, te lo mette nel cuore. E non per nulla Gesù dirà: "Dove due o più siete riuniti nel mio nome io sono lì, ci sono anch'io, io sono in mezzo a voi”.
E, concludendo, ha invitato fortemente ad abbandonarsi ai progetti del Signore, come Maria, icona della Chiesa: “Voi, dunque, che siete chiamati, dal progetto che vi guida in questo cammino di conversione, a fare esperienza viva di comunità, accettate di esprimere questa straordinaria forza capace di cambiarli gli uomini, di cambiare le loro istituzioni sociali, di cambiare perfino quella che è la struttura della vita del mondo.
È un progetto, che nel cuore di Dio c'è da sempre e noi dobbiamo saperlo accogliere e metterci a sua disposizione, al suo servizio.
Questa sera, dunque, io ringrazio il Signore di avermi fatto incontrare voi. Vi dico: avete uno strumento straordinario tra le mani!
Usandolo bene, nella nostra Chiesa voi avete una grande missione evangelizzatrice da compiere”.
Proprio le parole conclusive di mons. Binini aiutano a meglio capire l'importanza di quanto è avvenuto il venerdì seguente.
Il 13 giugno, nel giorno di sant'Antonio da Padova, il cui carisma essenziale fu quello della predicazione, presso l'Aula Magna del Pontifìcio Consiglio per i Laici, il Card. Stanislaw Rylko ha consegnato ai responsabili mondiali del Cammino Kiko Arguello, Carmen Hernàndez e padre Mario Pezzi, il decreto di approvazione definitiva degli Statuti del Cammino insieme al testo degli Statuti confermato dalla Santa Sede.
Non è stato un atto meramente burocratico e questo si nota anche dai dettagli. Se Giovanni Paolo II scelse nel 2002, per la firma dell'approvazione ad experimentum degli Statuti, la data del 29 giugno, solennità dei santi Apostoli Pietro e Paolo. Benedetto XVI li ha firmati in data 11 maggio, solennità di Pentecoste, a sottolineare la considerazione del Cammino come un frutto dell'azione dello Spirito Santo, che così diviene patrimonio universale della Chiesa
Una coincidenza singolare: le parole conclusive di mons. Binini trovano corrispondenza nel comunicato diffuso dagli iniziatori del Cammino: “Davanti alle grandi sfide che attendono la Chiesa, siamo lieti di poterci offrire al Santo Padre e ai vescovi per la nuova evangelizzazione e la trasmissione della fede alle nuove generazioni”.
Ringrazio D.N. per questo contributo
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