30 settembre 2008

I santi hobbit?

ZI08092904 - 29/09/2008Permalink:
http://www.zenit.org/article-15569?l=italian

E se gli hobbit fossero santi?

Andrea Monda spiega il significato teologico de "Il Signore degli Anelli"


di Antonio Gaspari

ROMA, lunedì, 29 settembre 2008 (ZENIT.org).- Sarà in libreria a fine novembre, ma il libro "L'Anello e la croce"(Rubbettino), scritto da Andrea Monda, ha già suscitato un notevole interesse.
Il libro si propone esplicitamente di indagare il significato teologico de "Il Signore degli anelli", cercando di capire chi sono veramente gli hobbit, rispondendo a domande del tipo: e se fossero le nuove figure di eroi che ben si attagliano alle atrocità e ai drammi del XX secolo? E se fossero figure di santi? E se Frodo fosse una figura di Cristo?
Monda, professore e giornalista, che ha già pubblicato nel 2002, insieme a Saverio Simonelli, un volume dal titolo "Tolkien, il signore della fantasia", è convinto che gli hobbit incarnino "i piccoli che saranno i primi" e gli "umili" del Vangelo ai quali saranno rivelati i segreti del Regno.
Intervistato da ZENIT, Monda ha spiegato che "Il Signore degli Anelli di Tolkien è un libro dal duplice destino: snobbato dalla critica letteraria ufficiale (specialmente in Italia), ha ricevuto dai lettori di tutto il mondo, da oltre cinquant'anni, un successo straordinario che lo ha portato ad essere uno dei libri più letti ed amati".
Una delle questioni più discusse dai critici e dai lettori in questo mezzo secolo è stata la reale o presunta natura religiosa dell'opera.
Per l'autore de "L'anello e la croce" se da una parte "all'interno del romanzo non si trovano elementi espliciti di religiosità", dall'altra "la storia stessa raccontata da Tolkien, e i suoi significati, rivelano una sostanza non solo religiosa ma squisitamente cristiana e cattolica".
Nell'opera di Tolkien, Monda legge la figura messianica in tre personaggi: Aragorn, il re; Gandalf, il profeta; Frodo (che non per nulla è celibe...), il sacerdote.
Quest'ultimo risponde a una missione e obbedisce a una volontà altrui, quella di Gandalf, essendo pronto al sacrificio per salvare gli altri.E Gollum?
Per Monda "l'ambiguo hobbit è come Giuda", un traditore che però alla fine si trasforma in strumento provvidenziale.
Monda ha raccontato a ZENIT di aver letto "Il Signore degli Anelli" la prima volta nel 1978 e di averlo da allora discusso e commentato in più occasioni. Il libro "L'anello e la croce" nasce dalla tesi di laurea in Scienze Religiose, che ha conseguito presso la Pontificia Università Gregoriana nel 2005.
Alla domanda su come abbia fatto a vedere la teologia in un romanzo di avventura e fantasia, il professor Monda ha sostenuto che "la vita è un'avventura", e per il cristiano "la vita non è solo lo scorrere del tempo cronologico, biologico, ma è l'accogliere il Dio che viene, l'avvento del Cristo
che irrompe nella nostra esistenza e la trasforma. La storia umana non è solo umana".
"E la fantasia – ha continuato Monda – non è solo una sterile evasione in un mondo immaginario".
Se la fantasia è quella cosa che la parola stessa indica (dal greco Fòs, luce) allora si capisce che essa "non è 'evasione' bensì 'visione' e quindi tutto cambia. Con la fantasia l'uomo si rende conto che il mondo non è solo quello che appare, che la realtà non coincide con la verità ma ad essa
rinvia, la realtà diventa segno e simbolo".
In merito alla visione simbolica del romanzo e dei personaggi ideati da Tolkien, Monda è convinto che "Tolkien era uno spirito profondamente religioso e cattolico (e così definisce anche il suo romanzo più famoso), voleva parlare delle cose eterne, non di quelle transeunte, per citarlo direi che lui amava i fulmini e non le lampadine, i cavalli e non le automobili".
"A lui interessava ciò che 'resta', cioè che 'resiste'. E sapeva che questa è la carità, come dice San Paolo nella lettera ai Corinzi. E allora s'inventa una storia dove l'amicizia e l'amore sono le cose che resistono a tutto, anche alla catastrofe finale che per Tolkien è una eu-catastrofe (è un suo termine): uno sconvolgimento improvviso e violento che però porta il Bene, porta al Bene ed è un segno che nella sua drammatica storia l'uomo non è abbandonato a sé stesso ma è accompagnato sempre dalla luce della grazia di Dio".
Nel volume, Monda fa una lettura simbolica dei personaggi, Ad esempio il personaggio di Sauron, l'Oscuro Signore, il Satana della storia, viene sconfitto da una piccola compagnia di viandanti, i nove della Compagnia dell'Anello.
"Sauron è uno spirito solitario – ha spiegato Monda – , è uno spirito, cioè non è incarnato, ed è solitario, arroccato nella sua torre nera e superba, chiuso ad ogni tipo di relazione (non a caso è rappresentato da un occhio solo: egli detesta l'alterità) e questo terribile signore della guerra viene sconfitto da alcuni piccoli personaggi, in particolare gli hobbit, che non sono potenti, ma sono uniti da vincoli di amicizia: la Compagnia, da cum-panis, coloro che spezzano il pane insieme".
"E' la compagnia-comunione, fatta d'amore e d'amicizia (pur tra mille cedimenti e tradimenti) che vince contro l'arroganza del potere che si erge da solo contro tutti, con volontà di strumentalizzazione nei confronti degli altri", ha precisato l'autore.
"Gli hobbit – sostiene Monda – sono la più grande invenzione di Tolkien, perché degli eroi, dei cavalieri, dei maghi, dei nani e dei draghi si sapeva già, ma gli hobbit non li conosceva nessuno. Eppure sono loro che permettono il lieto fine della storia".
Monda ha rilevato che "i pagani non conoscevano il 'lieto fine' che non è un'invenzione di Hollywood, ma un contributo dell'avvento del cristianesimo nella storia dell'arte e della cultura dell'Occidente".
"La storia ha una fine, una fine buona perché la storia ha un fine che è la comunione con Dio, rispondere alla sua chiamata", ha sottolineato l'autore del saggio su Tolkien.
Monda ha affermato che "gli hobbit collaborano con Dio al raggiungimento di quel fine. Lo fanno con umiltà, senza piena consapevolezza, ma con tenacia. Essi sono gli umili del Magnificat, che saranno esaltati, mentre i ricchi e i potenti saranno rovesciati dai loro troni".
"E' proprio ciò che accade nel Signore degli Anelli – ha concluso – ; è, se vogliamo, la morale della favola".



Ringrazio G.N. per questo contributo

6 commenti:

Anonimo ha detto...

E se i bassi di statura fossero santi?

Interessante, anche se mi viene da pensare che ci sia una certa forzatura.

Ma di fronte al pensiero di colti studiosi non credo sia il caso di contestare alcunché.

Umili, dunque, le mie considerazioni:

Frodo ha deciso, ha scelto, di diventare consapevolmente il portatore dell'anello.

Cristo, invece, è nato con il solo scopo di sacrificarsi per il riscatto dell'intera umanità, la sua missione la conosceva già.

La struttura di base del SDA è abbastanza semplice: c'è il bene, il male, la tentazione e il libero arbitrio.

L'eroe ideale per distruggere l'anello deve essere veloce, resistente, scaltro ma soprattutto "basso".

Gandalf non poteva far altro che assecondare Frodo nella scelta del portatore perché già conosceva ampiamente le qualità intellettive e fisiche di un hobbit (vedi esperienza con Bilbo) così come conosceva la debolezza e la disposizione alla corruzione degli uomini (troppo pericoloso affidare ad un uomo l'anello).

Tantissime volte Frodo si pente della sua scelta.
Gesù mai, ha solo paura "fisica” per l'avvicinarsi della sua prevista e atroce fine.

Che Gollum possa rappresentare Giuda... mah! A Gollum non gli frega niente di niente se non del recupero del tesoro che lo ha corrotto nell'animo.

Il motto di Gollum è "il fine giustifica i mezzi", tradisco, uccido, fingo per sopravvivere e sopravvivo solo per riavere quello che era mio e che mi è stato tolto ingiustamente secondo me.

Il tradimento di Giuda verso Gesù ha altre motivazioni, cause politiche, sfiducia, superbia e di certo non l'ha fatto per i 30 denari...

Vedo il Silmarillion un paragone più appropriato con la Bibbia, ad esempio.

Dev'essere un bel libro comunque.

Matteo Mazzoni ha detto...

@maproprionana: passi la volontà di "provocare" (credi che non ti abbia riconosciuta?), ma non credo che Monda abbia detto che i bassi sono santi di per se...

Quanto alle forzature, io sono sempre stato scettico sulle interpretazioni "cristiane", anche perché sono molto varie... C'è anche chi dice che Cristo nel "Signore degli Anelli" sarebbe Aragorn...

Cristo, almeno nella visione catto-ortodosso-protestante, è sì nato, ma si è incarnato... In forma non corporea come Figlio di Dio esisteva da sempre...

L'accostamento di Gollum a Giuda è "strutturale", non di contenuto... I caratteri sono diversi (ma non troppo, non dimentichiamo che nel Vangelo di Giovanni si dice che Giuda teneva la cassa di Gesù e degli Apostoli e vi attingeva - in linguaggio giuridico questo si chiama "peculato"), il fatto è che sia Giuda sia Gollum sono malvagi che collaborano, del tutto involontariamente, ma secondo un imperscrutabile disegno, alla vittoria del Bene...

Quanto al Silmarillion, non l'ho letto e non posso esprimermi in proposito...

Anonimo ha detto...

Scusami è colpa mia: avrei dovuto leggere il calendario prima di postare un commento...
Puoi stare certo che non succederà mai più.

Stavolta hai toppato perché non c'era nessuna provocazione da parte mia, solo ironia.

Giorni fa invece ce ne son state di provocazioni ma non fatte direttamente a te e data la tua reazione gelida direi che il mio teorema è decisamente giusto.

Ti dispiacerà molto ma mi trovi d'accordo sulle desiderate interpretazioni "cristiane" di qualunque cosa, ad eccezione del significato simbolico della ricetta della torta di mele.

Su Giuda diciamo che Gollum è il personaggio che gli assomoglia di più, tò, mettiamola così però non mi esprimo più di tanto perché non mi intendo di tradimenti, slealtà e conoscenze nascoste e sfruttate.

"Non tutto il male viene per nuocere", l'ho sempre pensato e l'ho ripetuto spesso da più di 3 anni a questa parte... ben venga se il risultato è "giusto".

Non ultimo ci sento un po' di discriminazione verso i bassi di statura.

Allora ricorda che se sei piuttosto alto non è per merito tuo, puoi ringraziare i tuoi e forse qualche nonno.

Stammi bene.

Matteo Mazzoni ha detto...

@indovinachisono: anche tu sei un po' permalosa, a volte... Avevo scritto "provocazione" tra virgolette proprio per dire che in realtà provocazione non era... Carina la battuta sulla ricetta della torta di mele... E se sono alto, il merito principale è di mio padre che è alto 1,88 m (ma io arrivo solo a un normale 1,78)...

Anonimo ha detto...

1) hai scritto "provocare" e non “provocazione” e cmq non si capisce assolutamente che vi sia dell'ironia (forse perché non c'è?)

2) la battuta sulla torta di mele fa abbastanza pietà e quindi è un' arruffianata

3) non sono permalosa o almeno non quanto te, diciamo che quando mi voglio sfogare psicologicamente passo sempre a trovarti per cercare di irritarti al fine di distendere i miei nervi (e cavolo... funziona sempre!)

4) 1,78????? Adesso mi devi dire qual'è il tuo segreto! Da quando ci siamo conosciuti sei passato da 1,72 a 1,78 (ho le prove dalle ns.conversazioni).

OOOOO TI PREGO DIMMELO! Farò qualunque cosa...

Ecco spiegato il mio insuccesso con gli uomini: l'altezza, che altro può essere?

Questa è la tua vita:

TU: ciao mi chiamo Principe e sono alto 1,78 cm.
una Lei: uaooooooo! Sei quasi un metro e ottanta! Sono tua.

Questa è la mia vita:

IO: Ciao mi chiamo Valentina e sono alta 1,52.
un LUI: Ah. ... ... ... praticamente un metro e mezzo! Se uno di questi giorni mi abbasso ci vediamo eh.

Pensa che ho cominciato a stressare il mio pediatra a 13 anni e poi ho continuato con il dottore della mutua:

ma quando cresco?

All'inizio entrambi evitavano la risposta poi alla fine sono scoppiati:

Per crescere hai tempo fino a 18 anni, poi t'attacchi!!!!

Persino il dottore mi diceva bugie.

E io che me la prendo con voi!

Complimenti a Paparino...

Matteo Mazzoni ha detto...

@cmaeriera: ma cosa ti dovrei rispondere?