19 novembre 2008

Le due teste dell'aquila russa non vanno più d'accordo?

L'Inguscezia del GRU [1]

Dal corrispondente speciale della casa editrice (ID [2]) “Kommersant’’” [3] Ol’ga Allenova [4], 18.11.2008, 03:57

I rapporti tra i due presidenti russi non sono così sereni come si ritiene, sostiene il corrispondente speciale dell’ID “Kommersant’’” Ol’ga Allenova. A suo parere, lo dimostrano gli ultimi avvenimenti in Inguscezia.

Già da due settimane l’Inguscezia vive senza Murat Zjazikov. Pareva che con il cambio di presidente nella repubblica giungesse la pace. Tuttavia questo non è successo. Ogni giorno dall’ingresso di Junus-Bek Evkurov nelle funzioni di presidente qui si verificano esplosioni, attentati e uccisioni a colpi d’arma da fuoco.

La designazione del nuovo presidente dell’Inguscezia era molto promettente. In effetti quest’uomo ha mostrato un’apertura e una prontezza a dialogare con l’opposizione mai viste finora tra i leader caucasici. Questi ha passato alcune ore bevendo il tè con i rappresentanti dell’opposizione inguscia, ha fatto visita a casa al padre del manager del sito di opposizione “Ingushetia.ru” [5] ucciso dagli agenti del ministero degli Interni Magomed Evloev e ha dichiarato apertamente che tutti i profughi ingusci devono tornare nella provincia di Prigorodnyj [6]. Recentemente la Corte Suprema dell’Inguscezia ha revocato la sentenza che sanciva la chiusura del sito “Ingushetia.ru”. In altre parole, il nuovo presidente ha fatto tutto ciò che gli ingusci volevano dal vecchio.

Tuttavia proprio questo comportamento tollerante del presidente Evkurov non da pace a molti. E’ così lontano dal corrispondere alla strategia nota a tutti del Cremlino nel Caucaso che involontariamente cominci a considerare quest’uomo come uno preso a caso. In effetti, da dove è saltato fuori? Perché lui e non qualcun altro? Cos’è questo se non un tentativo di tappare temporaneamente la falla dopo le inattese dimissioni di Zjazikov? Forse non invano in Inguscezia dicono che Zjazikov se n’è andato volontariamente, cedendo alle richieste di numerosi parenti? Tuttavia basterebbe conoscere almeno un po’ Murat Zjazikov per capire: non avrebbe mai lasciato spontaneamente l’Inguscezia, anche se avesse avuto molta voglia di andarsene e avrebbe aspettato a dimettersi finché non fosse stato necessario.

E’ stato proprio il Cremlino ad aver fretta. Non è stata neanche osservata la procedura stabilita dalla legge, che prevede la presentazione di almeno due candidati alla presidenza della repubblica da parte del rappresentante plenipotenziario del presidente russo. Il rappresentante plenipotenziario in questa situazione non è comparso affatto e non c’erano semplicemente altri candidati che Evkurov. La designazione del vice capo dell’amministrazione dell’intelligence del distretto militare del Volga e degli Urali come presidente dell’Inguscezia ha avuto luogo in modo fulmineo. Il parlamento inguscio ha confermato questa candidatura lo stesso giorno in cui il presidente Medvedev l’ha proposta. Che fretta avevano?

A questa domanda un mio conoscente nelle forze armate a Mosca mi ha risposto così: “Davvero non sai che le due teste dell’aquila russa da tempo non sono in accordo tra loro? Medvedev si è semplicemente affrettato a mettere i suoi uomini dappertutto. O pensi che sia per caso che il generale dello FSB [7] Zjazikov, che non è stato fatto dimettere neanche dopo la presa di Nazran’ da parte dei militanti nel 2004 e l’uccisione di cento agenti di polizia, sia stato improvvisamente sostituito con un colonnello del GRU?” (Fra l’altro, Junus-Bek Evkurov è diventato generale da ben poco tempo.)

Che Evkurov fosse un uomo di Medvedev, che ha già cominciato alla chetichella a cambiare i quadri putiniani con i propri, l’avevo sentito. Basta ricordare anche solo le dimissioni del governatore della regione dell’Amur [8] Nikolaj Kolesov, considerato uomo di Putin e cacciato dopo una serie di scandali di corruzione. Corre voce che tale sorte attenda anche il governatore di Orël [9] Egor Storev: anche nei confronti di uomini del suo entourage hanno iniziato ad aprire procedimenti penali per fatti di corruzione. E anche la sostituzione in Karačaevo-Circassia [10] del presidente Mustafa Batdyev con l’ex giudice della Corte Costituzionale della Federazione Russa Boris Èzbeev è considerata un progetto di Medvedev.

Gli esperti russi indipendenti hanno preso a dire seriamente che Medvedev ha iniziato la purga dei quadri putiniani con il pretesto delle lotta alla corruzione e anche alle amministrazioni regionali, alla Procura e all’UVD [11] sono state impartite dure istruzioni anti-corruzione. Ed ecco che Junus-Bek Evkurov lunedì ha pronunciato parole in codice: “Il compito principale che si pone oggi alla leadership della repubblica è la lotta alla corruzione”.

Anche il fatto che per il ruolo di presidente dell’Inguscezia sia stato scelto proprio un rappresentante dell’elite del GRU non è casuale. Si dice che il presidente Medvedev conti seriamente su questa struttura, come in generale sulle alte sfere dell’esercito, nella sua finora nascosta contrapposizione al premier. I militari ritengono che l’unica chance per Medvedev di restare al potere e purgare gradualmente i quadri putiniani sia attrarre dalla propria parte l’elite militare, perché la riserva di Putin annovera lo FSB e il ministero degli Interni. Non è un caso se negli ultimi tempi il presidente Medvedev è così attivo nella retorica militare e così generoso nel dare decorazioni ai militari.

In tal modo in Inguscezia già oggi si può osservare la contrapposizione tra i due principali servizi segreti russi, ma anche tra il suo presidente e il suo premier. Tuttavia anche gli ultimi avvenimenti ceceni sono in rapporto diretto con la lotta tra i raggruppamenti del Cremlino. Io ricordo bene come poco prima della morte dell’ex deputato della Duma di Stato [12] Ruslan Jamadaev uno dei suoi amici mi disse che di Jamadaev avevano preso a interessarsi gli “uomini di Medvedev”. Con Sulim Jamadaev [13] si sarebbe incontrato più di una volta un certo generale dell’entourage presidenziale, che gli avrebbe promesso “tutto andrà molto bene”. Non so che senso desse a questa frase il generale di Medvedev. Posso solo supporre che gli “uomini di Medvedev” stessero esaminando la variante che prevedeva la sostituzione di Ramzan Kadyrov con un loro uomo e che in questa questione complicata per i ceceni contassero sulla famiglia Jamadaev.

Ad ogni modo, in Cecenia hanno vinto gli uomini di Putin. I battaglioni del GRU “Zapad” [14] e “Vostok” [15] non ci sono più, sono stati sciolti su pressione di Ramzan Kadyrov. In Inguscezia invece hanno vinto gli uomini di Medvedev. Tuttavia questa vittoria è definitiva? Molto probabilmente no. Per capirlo basta guardare i rapporti della polizia dell’Inguscezia.


http://www.ingushetia.org/news/16632.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


[1] Glavnoe Razvedyvatel’noe Upravlenie (Amministrazione Centrale dell’Intelligence).

[2] Izdatel’skij Dom (Casa Editrice).

[3] “Commerciante” giornale economico che raccoglie l’eredità di un giornale pre-rivoluzionario e perciò conserva nella testata la grafia arcaica (il doppio apostrofo è un segno puramente grafico che veniva posto dopo le consonanti finali ed è stato abolito nel 1918).

[4] Giornalista con grande competenza di questioni caucasiche, autrice di un libro sulla guerra di Cecenia vista dalle donne.

[5] Predecessore di “Ingushetia.org”.

[6] Prigorodnyj – letteralmente “periferico” – è una provincia storica dell’Inguscezia arbitrariamente passata alla confinante Ossezia del Nord (ciò avvenne dopo la seconda guerra mondiale, quando Stalin deportò Ceceni e In gusci, accusati falsamente di collaborazione con gli invasori nazisti). Nel 1992 gli in gusci della provincia hanno dovuto fuggire in conseguenza di una “pulizia etnica” operata dagli Osseti.

[7] Federal’naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l’erede del KGB.

[8] Estremo oriente della Federazione Russa.

[9] Città della Russia centrale.

[10] “Repubblica autonoma” caucasica.

[11] Upravlenie Vnutrennich Del (Amministrazione degli Affari Interni).

[12] La specificazione è dovuta al fatto che tutte le assemblee legislative russe sono chiamate Duma.

[13] Fratello di Ruslan e gestore con Ruslan del clan politico-militare degli Jamadaev.

[14] “Occidente”. Il battaglione “Occidente” era nelle mani di Said-Magomed Šamaevič Kakiev, in lotta sia con Kadyrov sia con gli Jamadaev.

[15] “Oriente”. Il battaglione “Oriente” agiva come esercito personale di Sulim Jamadaev.

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