04 dicembre 2008

Chimki: dove i criminali indagano meglio della polizia

“Non mi cerca nessuno”

Il principale sospetto dell’attentato al giornalista Michail Beketov è confuso dall’inattività della polizia

Il principale sospetto

Il caso dell’attentato al direttore della “Chimkinskaja pravda” [1] Michail Beketov è stato passato di mano in mano già due volte – dall’UVD [2] di Chimki al GUVD [3] della regione di Mosca e poi, dopo averlo riqualificato secondo l’articolo 105 4.1 (tentato omicidio), alla procura regionale. La polizia di Chimki è rimasta, come dire, in secondo piano – prende parte alle misure operative. Dopo che la “Novaja gazeta” ha comunicato (vedi n. 86 ) che le indagini di fatto non vengono portate avanti, i poliziotti di Chimki si sono rifiutati di parlare ufficialmente con i nostri corrispondenti. Nel frattempo si sono vantati non ufficialmente – sia con noi, sia con i familiari di Beketov: “Ci insultano, ma noi, fra l’altro, abbiamo già trovato l’assassino!”

E inoltre comunicano: dell’organizzazione dell’attentato al giornalista si sospetta un ex agente dell’UBOP [4] di Chimki. Nel 2003 fu cacciato dagli organi [5] per detenzione illegale di un’arma nel proprio appartamento. Secondo gli ultimi dati operativi, faceva parte di un’OPG [6]. Ma dopo l’omicidio [7] è scomparso e adesso è ricercato. “Ma non lo cercate da soli, – hanno ammonito i poliziotti. – Perché prima spara, poi pensa”.

Abbiamo trovato l’“organizzatore dell’omicidio” piuttosto in fretta. Non si è messo a spararci.

L’ex agente Jurij B. dice che non pensava neanche di nascondersi. Che la polizia lo ricerca, l’ha saputo dai giornali.

– Sia il giorno dell’attentato, sia dopo ero a Chimki. Sono mancato solo giovedì e venerdì scorsi – sono andato da mia sorella.

Ovviamente, nega di aver preso parte all’omicidio.

– Avevo sentito il suo cognome. Ma il nome – Michail – sono venuto a saperlo dagli stessi giornali dopo l’attentato.

Fra l’altro Jurij afferma di conoscere già Beketov per sentito dire “per via della squadra di Korablin” (Korablin è l’ex sindaco [8] di Chimki, che ha continuato la battaglia politica con il sindaco Strel’čenko anche dopo aver lasciato il postonota del redattore). E che dopo l’esplosione della macchina di Beketov proprio Jurij su richiesta di Korablin scrisse a nome suo una dichiarazione “colta”, poi diffusa dai mezzi di informazione di massa. “Korablin stimava Beketov, diceva: “E’ di quelli che si buttano senza paracadute”. Diceva, abbiamo bisogno di gente del genere, - ricorda Jurij. E trae una conclusione: - Mi pare che di questo giornalista-fan si servissero fidandosi ciecamente”.

Jurij si muove bene tra le alte sfere di Chimki. A parte i suoi legami con la squadra dell’ex sindaco Korablin, conosce da vicino i vice di Strel’čenko, Zaporožec e Valov . Ma “non ho preso ordini, ho affari legali”. Certo, Jurij è legato alla criminalità. Non lo nasconde neanche: “Prendevamo bustarelle”, “c’erano regolamenti di conti”. Lo stesso Jurij è convinto che lo stiano incastrando i colleghi dalle mani sporche, che un tempo Jurij “ha venduto” alla direzione regionale della polizia criminale. Ora questi prendono parte alle indagini sull’attentato e beh, si vendicano come possono.

Ma Jurij afferma che “la cosa è strana”. Dal momento dell’attentato a Michail Beketov non gli è giunta una sola chiamata dagli organi inquirenti. Nessun poliziotto è passato dal suo appartamento.

– Andrò da solo alla Procura Generale e farò una dichiarazione. Non mi nascondo da nessuna parte. Ogni poliziotto ha il mio cellulare [10]. Che telefonino. Che mi convochino e mi interroghino.

Abbiamo deciso di comunicare alla polizia il luogo in cui si trova il presunto criminale. Tanto più che lo stesso sospetto aveva molta voglia di essere interrogato.

E qui sono cominciate a succedere cose strane. La polizia di Chimki, che il giorno prima si era lamentata delle difficoltà, martedì si è rifiutata di trascrivere il suo indirizzo: “Adesso collaboriamo solo per la parte operativa. Ma il caso stesso è in mano all’UVD regionale, comunicatelo là”. Fra l’altro si sono rifiutati di darci i numeri telefonici dei nuovi inquirenti.

Abbiamo telefonato noi anche agli agenti in servizio del GUVD della regione di Mosca (si sono rifiutati di ricevere l’informazione) e poi anche all’ufficio degli inquirenti. Una ragazza dell’ufficio alla richiesta di essere messi in contatto con gli inquirenti o semplicemente di dargli l’indirizzo del sospetto ha chiesto che le dicessimo il numero che indica il caso (dato nascosto all’uomo “della strada” ): “Ma se non lo sapete, non posso aiutarvi in alcun modo”.

– Ma siamo noi che vogliamo aiutarvi!

– Temo che non ci riuscirete.

Cosa pensa il “quarto potere”

– Come giornalista Beketov non ci interessa affatto, – dice Svetlana Anatol’evna Zaporožec, capo della SPA “Chimki-SMI [10]”, che riunisce la radio e la TV cittadine.

Un suo collaboratore, il corrispondente speciale Dmitirij Novokšonov, spiega perché i mezzi di informazione di massa di Chimki non dicano una parola sull’attentato a Beketov: “Abbiamo deciso di non comunicare nulla finché non sarà data una versione ufficiale”. Dmitrij è d’accordo: sì, Beketov è un professionista del giornalismo e qui scantona: “Certo, è un personaggio fuori dall’ordinario. Il suo amore per le bevute, per le ragazze della Leningradka [11]… E’ molto conflittuale, fra l’altro in modo inadeguato. Ha gettato discredito sull’amministrazione”. Dmitrij è l’autore del film Nesoglasnye [12] sull’opposizione di Chimki, in cui Beketov è uno dei principali antieroi. Per ammissione di Dmitrij nell’inchiesta giornalistica l’hanno ispirato i lavori di Arkadij Mamontov [13] sulla Marcia dei dissidenti [14].

Il film comincia con le parole: “Oggi, camminando per Chimki, è difficile immaginare che cinque anni fa questa città era sull’orlo della catastrofe”. Spezzoni di filmati televisivi di epoca non chiara su tubature rotte e macchine con le ruote che girano a vuoto. “Difficilmente ai nostri tempi si trovano persone che vogliano vedere tali notizie sui propri schermi televisivi”, - è convinto il giornalista. (Alla fine del film, a proposito, si mostra un modello di notizie richieste: si aprono parchi giochi e fontane, le case vengono dotate di nuove cassette postali. In 1 minuto e 7 secondi i nastri rossi vengono tagliati cinque volte. E non c’è nulla di negativo.)

Michail Beketov, che ha sollevato un putiferio per qualsiasi motivo, nel film viene definito il principale organizzatore di proteste su ordinazione aventi come scopo “la presa del potere in città, più precisamente il controllo del suo budget”. Il volto di Michail è enorme, in primo piano. I volti di coloro che protestano sono pure in primo piano.

La base delle prove delle loro colpe è ampia. Per esempio, un giovane “agente operativo dello FSB [15]” con il volto coperto mostra un video, in cui qualcuno (non si vede chi) da a qualcun altro (ahimè, non si vede chi) dei soldi. La voce fuori campo comunica che questa è la paga per la partecipazione a una manifestazione contro il capo dell’amministrazione Strel’čenko. Alcuni giornalisti stranieri riprendono l’azione di protesta a Chimki. Commento: “Questi non vengono gratis. Questa visita non costa semplicemente cara, ma molto cara”. Ci sono i giudizi dell’attivista di “Russia giovane” [16] Maksim Miščenko sulle “tecnologie arancioni” [17]. E alla fine del film un bambino, per ora lontano dalla politica, scrive sull’asfalto: “Io amo Chimki!”

Questo film è stato mandato in onda nel prime-time dalla TV di Chimki due settimane prima dell’attentato. Alcune volte. E poi il film è stato inserito nel sito ufficiale dell’amministrazione. Ed è rimasto là fino all’altro ieri. L’amministrazione ha continuato a calpestare un nemico che giaceva con le flebo attaccate. Ora, a dire il vero, il capolavoro è stato già tolto – era una testimonianza troppo chiara della proporzione delle forze prima dell’attentato.

Tra l’amministrazione e i media di Chimki c’è un connubio perfetto. In senso letterale: il direttore generale di “Chimki-SMI” Svetlana Anatol’evna è la moglie del vice capo dell’amministrazione Evgenij Ivanovič Zaporožec. La figlia degli Zaporožcy [18] lavora nella direzione investigativa del GUVD della regione di Mosca, a cui hanno trasmesso il caso Beketov. Il genero è nello UFSB [19] regionale.

Perciò la versione non ufficiale dell’accaduto che circola tra le mura dell’amministrazione e, evidentemente, nel GUVD, ci è stata ripetuta da Svetlana Anatol’evna: “Avrebbe dovuto andare meno con le prostitute e i lavoratori immigrati e allora tutto sarebbe stato in ordine”. Il corrispondente speciale Novokšonov chiarisce: “Ora si chiarisce che al momento dell’attentato in casa sua si trovavano delle ragazze. Forse le aveva prese per un giorno, ma le aveva tenute per tre e allora i papponi e così via…”. L’inquirente dell’UVD di Chimki Jurij Kobyljackij, esitando un po’, ha confermato: “Stiamo esaminando anche questa versione”.

Le versioni della criminalità di Chimki

Anche la criminalità locale segue attentamente le indagini sull’attentato. I suoi rappresentanti sono convinti che l’esito del caso determinerà fortemente il nome del futuro sindaco di Chimki. Ritengono anche che l’attentato sia solo un esito collaterale della lotta per il potere.

Praticamente nessuno di loro sospetta Strela [20] (così chiamano il capo dell’amministrazione Strel’čenko i banditi con cui ci siamo incontrati) e l’ex sindaco Korablin.

Le autorità criminali hanno alcune versioni, che, certamente, necessitano verifiche. Le conoscono gli inquirenti?

C’è una versione, secondo cui il vice di Vladimir Strel’čenko Aleksej Valov avrebbe potuto ordinare l’attentato tramite il capo per mezzo del capo della MP [21] “Ritual” Nyrkov (proprio delle scavatrici della “Ritual”, che hanno scavato le tombe dei tempi della seconda guerra mondiale di Chimki aveva scritto Michail Beketov). In effetti a Nyrkov per il suo tipo di attività capita di avere a che fare con i banditi e la sfacciataggine non gli manca (per analogia con i “geloni” [22] la criminalità lo chiama “brina”).

Un’altra versione delle autorità criminali locali ha più sostenitori. Già da più di un anno all’interno dell’amministrazione è in corso uno scontro tra due gruppi per il potere. Il primo gruppo, di cui Vladimir Strel’čenko esprime gli interessi, è già al potere. Il secondo è capeggiato da uno dei vice di Strel’čenko – Fil’čakov, che nell’amministrazione si occupa delle questioni terriere. “Se ora a Strela affibbiano un omicidio, la poltrona si libera. E Beketov non scriverà più dell’autostrada (Mosca - San Pietroburgo [23] – n.d.r.)”, – dicono i nostri interlocutori. Il fremente vice, secondo le voci, è sostenuto da un deputato della Duma di Stato [24] che in passato è stato un bandito. Questi avrebbe potuto anche scegliere gli esecutori.

Quanto agli esecutori, quasi all’unanimità si fa il nome degli uomini di Romanov. L’OPG di Romanov, organizzato dall’ormai defunto Michail Romanov è la più potente di Chimki. E pure il bandito che una settimana e mezzo prima aveva avvertito Beketov dell’“ordine” che lo riguardava, era uno degli uomini di Romanov.

D’altra parte, gli uomini di Romanov amano sparare. I criminali sono convinti che se l’ordine fosse giunto là, avrebbero sparato a Beketov senza usare una mazza da baseball.

Come variante si fa il nome degli uomini di Solncevo [25].

E la cosa più caratteristica è il fatto che i banditi non credono affatto che gli assassini finiranno in carcere: “Troveranno qualche piccolo delinquente” [26]. Seguendo attentamente l’andamento del caso, tentano sì e no di indovinare chi, tra i ragni nel barattolo [27] dell’amministrazione divorerà i propri compari. E perciò è probabile che facciano ipotesi su chi siano i mandanti e gli esecutori nel loro ambito a mo’ di passatempo.

“Chi comincia una guerra, la perde”

Nel frattempo la Camera Sociale [28] ha deciso di dedicare un’intera seduta alla difesa dei giornalisti e in particolare al caso di Michail Beketov. La Camera Sociale ha dichiarato che creerà un Centro per la difesa dei giornalisti, dove i collaboratori dei mezzi di comunicazione di massa potranno rivolgersi se si sentono in pericolo. E Pavel Gusev, direttore di “MK” [29] e presidente della commissione per i mezzi di comunicazione di massa, ha promesso davanti alle telecamere di invitare alla seduta “le strutture locali e le forze dell’ordine”. “Che rendano conto di cosa hanno fatto fino ad oggi in questo campo”, – ha detto Gusev.

E le “strutture locali” sono venute. Vladislav Gulygo, facente funzione di vice capo della polizia criminale del GUVD della regione di Mosca, ha garantito che “si lavora molto su questo caso, se ne occupano gli agenti più qualificati”. A dire, niente di più concreto – c’è il segreto istruttorio.

Alla seduta è comparso anche il capo dell’amministrazione di Chimki Vladimir Strel’čenko. Era pallido, ma parlava con convinzione. Strel’čenko ha espresso il proprio dispiacere per l’attentato a Beketov, ha definito l’accaduto una tragedia e ha fatto notare che “ogni persona deve essere difesa nello Stato”. Ma poi ha proposto a tutti le persone lì riunite di riflettere sulle fonti dalle quali viene finanziata la “Chimkinskaja pravda” [30].

E dopo la seduta Strel’čenko ha voluto rilasciare un’intervista. In qualche settimana la posizione dell’amministrazione di Chimki ha compiuto una sconvolgente evoluzione – dal totale silenzio sul caso Beketov alle dichiarazioni davanti alle telecamere. I funzionari si sono sentiti davvero al centro delle operazioni di guerra. E adesso sono costretti a mostrare pubblicamente il proprio punto di vista sugli avvenimenti: non c’è alcuna agitazione sociale nello stato delle cose di Chimki, ma ci sono solo gli interessi economici dei concorrenti politici dell’amministrazione in carica.

Ma mostrarsi in pubblico è difficile. “Alla Camera Sociale ho avuto una sensazione strana. Era come essere a Harlem”, – ha ammesso l’ex “afghano” [31] Vladimir Strel’čenko.

“Non ho cominciato io questa guerra, – ha dichiarato il capo dell’amministrazione della città di Chimki. – Come ha detto un saggio: chi comincia una guerra, la perde. Io ho combattuto e non raccomando a nessuno di cominciare”.

A livello personale

Ricordiamo che Michail Beketov, direttore della “Chimkinskaja pravda”, sopravvissuto a un attentato, ora è il paziente più grave del reparto di rianimazione dello NII [32] “N.V. Sklifosovskij”. Davanti a se ha alcune operazioni molto complesse. Gli amici di Michail Beketov hanno aperto un conto per raccogliere soldi per curare il giornalista.

Сбербанк России ОАО [33]
Донское отделение 7813/01647
Ленинский проспект, д. 22.
Тел. 954-50-14; 958-52-92
р/с 30301810938006003811
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Глущай Антонина Ивановна

Sergej Kanev (cronaca nera)
Elena Kostjučenko

27.11.2008, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2008/88/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] “La verità di Chimki”, giornale indipendente della città di Chimki, nei pressi di Mosca.

[2] Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione degli Affari Interni), in pratica la polizia.

[3] Glavnoe Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione Centrale degli Affari Interni), la polizia regionale.

[4] Upravlenie po Bor’be s Organizovannoj Prestupnost’ju (Direzione per la Lotta al Crimine Organizzato).

[5] Gli organi del ministero degli Interni. L’espressione si applica a strutture segrete come l’UBOP.

[6] Organizovannaja Prestupnaja Gruppa (Gruppo Criminale Organizzato).

[7] Qui e altrove il tentato omicidio di Beketov è definito “omicidio”.

[8] Letteralmente “capo”.

[9] “Il numero del mio cellulare”, s’intende…

[10] Sredstva Massovoj Informacii (Mezzi di Informazione di Massa).

[11] Nome familiare del viale Leningradskoe (di Leningrado), arteria di Chimki che è anche zona di prostituzione.

[12] “Dissenzienti” (il corsivo è mio).

[13] Arkadij Viktorovič Mamontov, giornalista della TV di Stato.

[14] Nome dato genericamente a varie manifestazioni dell’opposizione a Putin, spesso represse con durezza dalle forze dell’ordine. Mamontov ha fatto reportage in cui si diceva apertamente che gli oppositori erano guidati da agenti segreti delle potenze occidentali.

[15] Federal’naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l’erede del KGB.

[16] Organizzazione giovanile filogovernativa.

[17] L’arancione era il colore degli oppositori ucraini al presidente filorusso Janukovič e per estensione sono diventati “arancioni” tutti gli oppositori a Putin e ai suoi alleati nell’ex Unione Sovietica.

[18] Zaporožcy (plurale di zaporožec) sono detti i cosacchi della zona oltre le rapide del fiume Dnepr e anche le piccole automobili ZAZ note anche in Italia…

[19] Upravlenie Federal’noj Služby Bezopasnosti (Direzione del Servizio Federale di Sicurezza).

[20] “Freccia”.

[21] Mašinostroitel’noe Predprijatie (Impresa Metalmeccanica).

[22] Nel gergo della malavita russa i “geloni” sono i criminali più feroci (come dire che rompono la pelle e possono arrivare a spaccare anche le ossa).

[23] Beketov ha duramente attaccato i lavori per l’autostrada Mosca – San Pietroburgo, destinati a distruggere gran parte delle riserve forestali di Chimki.

[24] Tutte le assemblee legislative russe si chiamano Duma.

[25] Quartiere della periferia sud-occidentale di Mosca.

[26] Sottinteso: a cui dare eventualmente la colpa. Ma in molti casi analoghi non si sono neanche dati pena di trovare capri espiatori…

[27] Cioè tra persone che si sbranano tra loro.

[28] Organismo composto da rappresentanti della società civile e da membri di nomina presidenziale che dovrebbe fare da corpo intermedio tra la società e gli organi di potere.

[29] Moskovski Komsomolec (Il membro del Komsomol di Mosca), un tempo organo del Komsomol – l’organizzazione giovanile comunista – , adesso giornale popolare di qualità non eccelsa.

[30] “La verità di Chimki”, il giornale di Beketov.

[31] “Afghani” sono detti coloro che hanno combattuto in Afghanistan nelle file dell’Armata Rossa.

[32] Naučno-Issledovatel’skij Institut (Istituto di Ricerca Scientifica).

[33] Lascio l’originale perché potrebbe essere necessario copiarlo com’è. Traduco qui:

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Gluščaj Antonina Ivanovna

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