La neolingua dell’epoca di Putin
Essa non descrive il mondo, lo crea
|     Nel suo immortale romanzo “1984” George Orwell ha   descritto un mondo in cui si crea una lingua che crea il mondo. Cos’è   l’ideologia? E’ un mondo che vive secondo le leggi della grammatica e non   secondo le leggi della realtà. Sarete d’accordo – una cosa è se vi propongono di   “condurre trattative con l’Occidente ”. E un’altra, se vi propongono di   “andare a inchinarsi all’Occidente”. Una cosa è se parlate con “lo stato   della Georgia”. E tutta un’altra, se parlate con “il regime fantoccio di   Saakashvili”. Una cosa è se vi dolete per le vittime dello Holodomor [1]. E   tutt’altra, se “ponete un cuneo tra i popoli”, parlando “del cosiddetto   Holodomor” fino a “uno studio completo del problema da parte degli storici”. Cos’è il nesso di parole “mondo unipolare”? E’   proprio un calco preciso della neolingua sovietica – “il mondo capitalista”.   Come è noto, il mondo del capitalismo, della corruzione e dei guadagni   illeciti sarebbe dovuto cadere per via del fatto che era storicamente   condannato. Ma chissà perché è caduta l’avanzata URSS e gli USA sono rimasti   l’unica superpotenza. Adesso ci dicono “il mondo unipolare”. Si   sottintende che anch’esso deve cadere. Per terrore di cosa? “Il marcio mondo borghese”   avrebbe dovuto cadere davanti all’avanzata struttura sociale e anche per via   della grande quantità di carri armati e di testate nucleari pro capite   dell’URSS. Ma perché deve cadere l’“unipolare”? Indiscutibilmente superiamo   gli USA in un’intera serie di indicatori, per esempio, per quantità di denaro   rubato alle casse statali. Qui noi, c’è da sospettare, non abbiamo   concorrenti in generale. Ma difficilmente gli USA temeranno di cadere anche   per questo. Ed ecco un altro nesso di parole della neolingua:   “rialzarsi dopo essere caduti in ginocchio”. Non molto tempo fa l’ho sentita   nelle circostanze più notevoli: ero in una strada bloccata (passava il nostro   tutto o il secondo nostro tutto o il coniuge del nostro tutto), e poiché   nell’ingorgo ero la prima, allora, ovviamente, sono uscita dalla macchina e   ho espresso inquietudine per il vergognoso liberalismo del Cremlino, che ci   costringe a stare per ore negli ingorghi e non esige dai guidatori che escano   nella sporcizia, si gettino in ginocchio e chiudano gli occhi, come accadeva   al passaggio del califfo nella buona, vecchia Baghdad. Molto rapidamente il prode uomo di servizio mi ha   spiegato che sono “strade dello Stato” (e che ci facciamo, dunque, su queste   strade? Diciamo “grazie” perché ci permettono di entrare e non ci schiacciano   addirittura qualche volta) e poi, guardando il mare di macchine senza fine   che si accumulava dietro la sua paletta, il sostegno del regime ha   pronunciato con orgoglio: “Comunque ci siamo rialzati dopo essere caduti in ginocchio”. Cos’ha di buono il nesso di parole “ci siamo   rialzati dopo essere caduti in ginocchio”? La sua genericità. Dici: “I   funzionari hanno smesso di schiacciare la gente” – non ci credono. Dici: “I   funzionari hanno preso a rubare meno” – non credono neanche a questo. Dici: “Il   piccolo padre Lukašenko ha riconosciuto l’Ossezia del Sud” – e non ci crederanno   di nuovo, perché non solo non l’ha riconosciuta, ma l’ha di nuovo rigettata,   nonostante un miliardo di dollari pagatigli in anticipo. Dici: “Siamo   diventati un membro del G-8 a pieno diritto” – neanche quello si può dire,   perché dal G-8 ci hanno de facto espulsi. Ma ci siamo rialzati dopo essere caduti in ginocchio. Solo due anni fa nell’ennesima “Raccolta in onore di   Tynjanov [2]” Mariètta Čudakova ha pubblicato un articolo dal titolo   esauriente: “La lingua delle civiltà cadute”, dedicato al linguaggio pubblico   sovietico. “I testi scritti in questa lingua nel corso (letteralmente) di tre   giorni nell’agosto 1991 hanno perso la loro funzione comunicativa e si sono   trasformati in monumenti di una civiltà passata non appena hanno perso la   loro funzione di potere”, – scrive la Čudakova. Ed ecco che questo linguaggio è già rinato. Ci siamo   rialzati dopo essere caduti in ginocchio, non vogliamo andare a inchinarci   davanti al mondo unipolare, non tolleriamo chi pone un cuneo tra popoli   fratelli ed esigiamo un esame dei conti della storia; Stalin da noi adesso è   considerato un manager efficace e lo sterminio di decine di milioni di   persone per costruire dinosauri metalmeccanici incapaci di reggere la   concorrenza, che uno per uno vengono fatti a pezzi per essere dati ai ferrivecchi   o dati in affitto come uffici è stato ed è una forma efficace di gestione. La “funzione di potere” è la più importante di   questa neolingua. Essa non descrive il mondo, lo crea. Essa spiega da dove   vengono le nostre disgrazie: la colpa di queste è degli intrighi dei nemici e   spiega da dove vengano tutti i nostri successi: dalla saggia guida di coloro   per cui, come pecore, stiamo fermi in ingorghi che durano ore. Essa non spiega solo due cose. Perché il dollaro   sale, mentre il premier Putin ha spiegato che Wall Street è caduta e perché i   nostri combattenti contro il mondo unipolare, che non vogliono inchinarsi   davanti all’Occidente, fanno studiare i propri figli nel mondo unipolare,   comprano ville nel mondo unipolare, guidano macchine, indossano vestiti e   usano telefoni prodotti dal mondo unipolare e tengano anche i soldi non nello   Zimbabwe o in Venezuela, ma ancora nello stesso mondo unipolare, che trama   vanamente contro la Russia che si è rialzata dopo essere caduta in ginocchio   e pensa solo a come trovare materiale compromettente contro i suoi leader. Julija Latynina [3]
 11.01.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/001/12.html (traduzione e note di Matteo   Mazzoni)  |   
[1] La carestia provocata in Ucraina dal regime di Stalin negli anni ’30, che fece milioni di vittime.
[2] Jurij Nikolaevič (Nasonovič) Tynjanov, scrittore e teorico della letteratura russo (1894-1943).
[3] Julija Leonidovna Latynina, giornalista e scrittrice russa.

    
4 commenti:
E' tutta una questione di geopolitica!...
Francesco
Il Blog | Attualità | Psicologia
@Il Blog | Attualità | Psicologia: certo, ma è inquietante come Putin riprenda tanto (dal linguaggio alle usanze) della vecchia URSS...
complimenti!
è un blog davvero interessante!
continua così e in bocca al lupo!
un saluto,
matteo
@anonimo: grazie... Però mi hai incuriosito... Ci conosciamo?
Posta un commento