08 febbraio 2009

Per cosa si è combattuto e si combatte in Cecenia (II)

La guerra per il petrolio ceceno

Prosecuzione dell’inchiesta della “Novaja gazeta”


“Migliaia di vite sono già state sacrificate solo perché cambiassero i proprietari di pozzi e condutture. E quelle di molti altri sono destinate ad essere sacrificate nella lotta per la rivoluzione petrolifera in Cecenia. Il valore della questione è di milioni di dollari”, – così nel libro “Cecenia. Il disonore russo” [1] scriveva Anna Politkovskaja.
Dello spiegamento di forze nel settore del petrolio e del gas del Sud della Russia e dei suoi influenti padroni tratta l’inchiesta della “Novaja gazeta”.

Breve riassunto della puntata precedente: (n. 9 del 30 gennaio)




– Disposizione delle forze, principali attivi e giocatori.

– 1.a tappa della redistribuzione, anni 2001-2004: la guerra criminale per i porti del Mar Nero e i pozzi; il tratto ceceno dell’oleodotto; il petrolio e i comandanti dei militanti.Fino al 2004 per il controllo sull’estrazione, il trasporto e l’esportazione di petrolio ceceno si davano battaglia strutture che rappresentavano gli interessi di Kadyrov padre e figlio, di Chož-Achmed Nuchaev e della Rosneft’ [2]. Nell’epicentro della redistribuzione si sono trovati gli attivi della Grozneftegaz [3], della Čečenneftechimprom [4], la rotta di trasporto Cecenia-Tichoreck [5]-Tuapse [6] e la NPZ [7] di Tuapse. Il petrolio si estraeva tanto legalmente, quanto illegalmente.


I protagonisti principali


– NK [8] Rosneft’ (il 75% delle azioni è un pacchetto di Stato, il 25% è di investitori privati) – il consiglio di amministrazione è presieduto da Igor’ Sečin, vice-premier del governo della Federazione Russa con delega per il TÈK [9].
– Ramzan Kadyrov – presidente ceceno, capo del consiglio di amministrazione della Grozneftegaz, struttura “figlia” della Rosneft’.
– Vacha Agaev – fondatore della holding Jugnefteprodukt [10], che fino al 2006 era affiliata alla Tuapsenefteprodukt [11] e alla NPZ di Tuapse, punti fondamentali in quel periodo del trasporto di petrolio ceceno per l’esportazione.
– NITÈK – holding russa con la compagnia principale alle isole Antille. Le sue ditte offshore fino al 2005 facevano parte della NPZ di Tuapse.
– Nikolaj Buchancov – ex funzionario del ministero dell’Energia, uomo d’affari, partecipe alla creazione della ZAO [12] NaftaTrans – uno degli attuali trasportatori principali di petrolio ceceno per l’esportazione.
– I fratelli Magomadov. Junus e Jusup Magomadov negli anni 2003-2004 erano in servizio nel reggimento del ministero degli Interni per la protezione degli oleodotti, Abdul-Chamid Magomadov è l’ex capo della direzione delle relazioni patrimoniali del ministero dei Carburanti e dell’Energia ceceno e l’attuale ministro per lo Sviluppo Economico della repubblica, Adlan Magomadov è l’ex rappresentante plenipotenziario della Cecenia a Mosca e negli ultimi quattro anni è direttore della Srl Impèksprodukt [13], principale commerciante di petrolio della holding Russneft’.
– Russneft’ – grande holding privata, fondata dall’imprenditore Michail Guceriev. Dopo che è stato spiccato un mandato di cattura nei confronti di Guceriev, facente funzione di capo della holding è divenuto il vice-ministro dell’Energia della Federazione Russa Oleg Gordeev.
– Michail Nekrič – uomo d’affari noto nell’ambito delle fusioni e degli assorbimenti, fino al 2005 affiliato alla NPZ di Tuapse quando si è consolidata la Rosneft’.
– Chož-Achmed Nuchaev - ricercato dall’Interpol dal 2001 nella categoria “Criminalità organizzata transnazionale”, finora dirige tramite i propri uomini il business legato al petrolio ceceno e russo.
– Pëtr Suslov – ex ufficiale dei corpi speciali dell’intelligence esterna, la cui attività professionale in diversi momenti si è incrociata sia con Igor’ Sečin, sia con Chož-Achmed Nuchaev.


Tappa 2: metà 2004-autunno 2006


Il cambiamento della rotta dell’esportazione del petrolio ceceno e il consolidamento degli attivi della Rosneft’ ha mutato la disposizione e le regole del gioco.
Da dicembre 2004 il petrolio ceceno è scorso da Groznyj attraverso Tichoreck non a sud – verso Tuapse (come prima), ma più a nord – verso il villaggio Kavakazskaja nel territorio di Krasnodar [14]. Fra l’altro da Tichoreck – non più attraverso le tubature della Transneft’ [15], ma per ferrovia – verso l’oleodotto del nuovo proprietario KTK [16], che unisce il giacimento di petrolio kazako di Tengiz [17] al terminale di scarico di Južnaja Ozereevka, presso Novorossijsk.
La compagnia KTK è un consorzio interstatale, di cui fanno parte gli stati di Russia e Kazakistan e anche alcune grandi compagnie petrolifere, tra cui anche la Rosneft’. Le quote di pompaggio di petrolio nel KTK sono determinate dalla quantità di azioni del consorzio. In tal modo la nuova rotta, avendo mutato la geografia degli interessi, non solo ha cacciato una parte dei giocatori dai precedenti punti “petroliferi”, ma ha anche permesso alla Rosneft’ di agire nel campo dell’esportazione di petrolio ceceno senza accordarsi con la Transneft’.
La nuova rotta di esportazione del petrolio ceceno è divenuta possibile grazie alla discesa sul campo di battaglia della ZAO Naftatrans, alle origini della creazione della quale stavano funzionari del ministero dell’Energia della Federazione Russa (in particolare l’ex consigliere del ministro Nikolaj Buchancov). Proprio a questa compagnia nel 2004 è stato permesso costruire una speciale struttura ferroviaria per il trasporto del petrolio nel villaggio Kavkazskaja accanto al nodo del KTK, che ha anche permesso di trasportare il petrolio ceceno da Tichoreck al KTK per mezzo di cisterne e riversarlo in una nuova tubatura. Di conseguenza la ZAO Naftatrans è divenuta operatore e trasportatore esclusivo non solo del petrolio ceceno, ma anche di tutto il petrolio russo attraverso il KTK fino al terminale a Južnaja Ozereevka.
Allo stesso tempo nel KTK si rafforza notevolmente anche l’influenza della stessa Rosneft’. Nonostante il fatto che lo stato russo, che possiede il 24 per cento del KTK, abbia la propria quota, anche la Rosneft’ ne ha una, fra l’altro separata, il che le ha permesso di non fissare con il governo il volume di esportazioni del petrolio ceceno.
L’avvio di una rotta alternativa per l’esportazione del petrolio ceceno attraverso le condutture del KTK è coinciso con la crescita degli attivi petroliferi della Rosneft’ in molte regioni, inclusa Tuapse. Uno dei primi pacchetti azionari, capitati in mano alla corporazione di Stato è stato quello della NPZ di Taupse, che apparteneva alla compagnia Nitek Oil Co. Ltd.*, – questo è stato silenziosamente venduto alla Rosneft’ (nonostante in precedenza tutti i tentativi di ottenere una parte di questa azienda offshore si fossero conclusi con un nulla di fatto). Questo è avvenuto subito dopo la nomina di Igor’ Sečin a presidente del consiglio di amministrazione della Rosneft’.
Verso l’estate del 2006 dalla NPZ di Tuapse e dalla Tuapsenefteprodukt sono stati distaccati gli attivi dei precedenti partecipanti e le imprese si sono completamente disciolte nella Rosneft’. Portano via i propri attivi anche la Nitèk e Vacha Agaev, che è diventato partner di Michail Guceriev – l’unico giocatore del mercato meridionale del petrolio che abbia deciso di contrapporsi alla Rosneft’. La Rosneft’ voleva tanto ottenere la NPZ di Krasnodar, che apparteneva ad Agaev, ma questa è divenuta parte della holding di Guceriev Russneft’ [18]. In conseguenza dell’affare il figlio di Agaev è divenuto presidente del consiglio di amministrazione della NPZ di Krasnodar e in seguito è entrato nell’amministrazione di un’altra “figlia” della Russneft’.
Ma nonostante piccoli insuccessi nella guerra per il petrolio, in conseguenza del mutamento della rotta di esportazione del petrolio e del programma di consolidamento degli attivi condotto dalla Rosneft’ i profitti principali derivanti dall’esportazione del petrolio ceceno sono entrati in altre tasche. Fino al 2004 le “figlie” della Rosneft’ conducevano come volevano, ma con l’arrivo al posto di presidente del consiglio direttivo di Igor’ Sečin le “figlie” hanno preso a tornare in “famiglia” – per amore o per forza.
Naturalmente la Rosneft’ voleva una vittoria piena per tutti i versi. Ma all’interno della Cecenia, a causa di discordie nella leadership della repubblica alla Rosneft’ hanno preso a sorgere problemi: per analogia con altre regioni, in cui la Rosneft’ non ha tenuto conto delle tradizioni locali nell’amministrazione degli attivi petroliferi (la Rosneft’ ha tentato di porre in atto una simile strategia di pressioni sulle elite regionali anche in un’altra repubblica - la Kabardino-Balkaria).
L’attuale capo della Cecenia Ramzan Kadyrov ha continuato l’operato di suo padre – la lotta per il petrolio della repubblica e, a dire il vero, finora non ha comunque ottenuto il diritto di guidare il settore del petrolio e del gas. Anche l’allora presidente ceceno Achmat-Chadži Kadyrov avrebbe voluto sollevare personalmente questa questione subito dopo l’insediamento nel maggio 2004 durante l’incontro con l’allora presidente Putin e l’allora – non ci riuscì, fu fatto saltare in aria in circostanze tuttora misteriose nello stesso maggio 2004. Ma anche sotto Ramzan Kadyrov il governo e il parlamento ceceni intervengono di nuovo richiedendo che le entrate derivate dall’esportazione del petrolio ceceno restino del tutto nella repubblica.
Notevole in questo senso la storia dell’ex direttore generale della Čečenneftechimprom Umar Abuev, di cui Anna Politkovskaja scrisse che, nonostante la sua presenza formale nel posto di capo di questa impresa, non arrivò comunque a lavorare là un solo giorno. Nell’agosto 2006 Abuev fu arrestato dagli agenti dell’ORB [19] del ministero degli Interni oltre i confini della repubblica per un affare di obbligazioni statali per l’acquisto di attrezzature petrolifere scomparse nel corso di entrambe le guerre cecene. Lo accusarono di aver trasmesso oltre un milione di dollari a qualche strana ditta “da un giorno”, registrata vicino al club dello FSB [20] russo alla Lubjanka.
Di conseguenza i servizi segreti resero conto della cattura dell’autore di una sottrazione di “quantità di valuta particolarmente grandi” e la Rosneft’ in un anno ottenne un attivo interessante con poca responsabilità giuridica. Fra l’altro, in questo periodo – la seconda metà del 2006 – ancora non era del tutto chiaro se avrebbero nominato Ramzan Kadyrov presidente della Cecenia.
Kadyrov fu nominato. E il nuovo direttore generale della Čečenneftechimprom comparve alla fine del 2007 in conseguenza di un complesso sistema di accordi. Lo divenne un uomo del vicino entourage di Ramzan Kadyrov – un collaboratore della sua amministrazione che si occupa di questioni di sicurezza, Chož-Baudi Al’viev. Secondo i dati ufficiali del Rosimuščestvo [21], questa compagnia il valore generale dei cui attivi è superiore a 500 milioni di euro è un’impresa in piena perdita. Con debiti per molti milioni. Questo si può spiegare solo con il fatto che la pratica dello sfruttamento del complesso petrolifero ceceno in corso da molti anni è questa: la Čecenneftechimprom – proprietaria de iure di tutte le infrastrutture petrolifere della repubblica – di fatto non può utilizzare nulla, essendo solo un locatore formale della Rosneft’.
Tuttavia la situazione può cambiare in qualsiasi momento e perciò anche nei finora formali “gusci vuoti” si piazzano i partner e i parenti del leader ceceno. Oltre al fatto che egli stesso è presidente del consiglio di amministrazione della Grozneftegaz, i mezzi di informazione di massa hanno definito il direttore di questa impresa parente del presidente della repubblica. Omonimi di parenti stretti di ex manager della Grozneftegaz e di membri del governo della Repubblica Cecena si contano anche tra i fondatori della compagnia Srl Achmat-Chadži, creata nel novembre 2006 a Groznyj, con una filiale a Mosca e che, come è risultato, si occupa del trasporto di petrolio attraverso le condutture della repubblica a fianco della Čečenneftechimprom e della Grozneftegaz. Insomma qualche parte dei profitti (in qualità di compensi in cambio di una rinuncia) è rimasta comunque alla repubblica. Cosa ottenga la repubblica da questo è una domanda retorica.
I legami con i partner di un tempo permettono di restare a galla anche ai progetti di Chož-Achmed Nuchaev, nonostante il mandato di cattura internazionale e le accuse di essere mandante di omicidi. Come esempio di tale lunga e affidabile collaborazione può servire anche un’altra compagnia per il trasporto di petrolio attiva in Cecenia dal 2005 – la Trans-Mobil, che è coinvolta pure nello sfruttamento del tratto ceceno delle condutture. Questa ditta è stata fondata a Groznyj da parenti di un amico di Nuchaev che adesso vive all’estero (la redazione dispone di nomi e cognomi). Il partner affiliato più prossimo di questa compagnia è la compagnia australiana Universal Pty, che si occupa di esportazione e di estrazione di petrolio e che ha una rappresentanza a Mosca e nel territorio di Krasnodar. Tra i comproprietari della Trans-Mobil, tra l’altro, si conta anche un certo Mirko Šišović. La “Novaja gazeta” ha scritto in precedenza di questo imprenditore francese di origine serba, che ha diretto una ditta, attraverso cui sono passati soldi derivati dalla vendita di prodotti petroliferi iracheni aggirando le sanzioni dell’ONU.
Se di trasporto di petrolio in Cecenia si occupano finora solo 4 compagnie, di medie e piccole ditte di estrazione con un sistema di amministrazione non trasparente, nonostante il monopolio visibile della Rosneft, ne opera più di un centinaio (secondo il registro delle imprese della Repubblica Cecena – 104 compagnie di estrazione). Di cosa si occupano e come coesistono con la Rosneft’? Anna Politkovskaja rispose a queste domande quando calcolò che in Cecenia nel periodo della seconda guerra cecena ci fossero 776 pozzi realmente funzionanti. E non 248, come ora è indicato nel sito della Rosneft’. Fra l’altro il “reggimento petrolifero” protegge in tutto solo 51 di essi (dati ufficiali del ministero dell’Industria e del Commercio della Federazione Russa). Di come dai tempi della seconda guerra cecena si estragga petrolio non conteggiato la “Novaja gazeta” ha scritto più di una volta**.


*Nitek Oil Co. Ltd. – compagnia affiliata al gruppo NITÈK attraverso i manager dirigenti.
**Per gli articoli sul petrolio ceceno non conteggiato vedi n. 39 del 18.10.1999, n. 54 del 31.07.2000, n. 18 del 14.03.2002, n. 21 del 25.03.2002, n. 33 del 12.05.2003 e altri.


P.S. La redazione della “Novaja gazeta” è pronta ad offrire la possibilità di fare commenti alle persone di cui si parla in questa inchiesta


Leggete il seguito mercoledì 4 febbraio [22]



Dossier della “Novaja gazeta”


Rosneft’: una strategia di consolidamento sull’esempio della Kabardino-Balkaria


Alle ultime elezioni del presidente della repubblica hanno preso parte l’attuale capo della Kabardino-Balkaria Arsen Kanokov e Valerij Kardanov, direttore della “Kabardino-Balkarskaja toplivnaja kompanija” [23], “figlia” locale della Rosneft’. Fino al 2005 alla Rosneft’ apparteneva il 59,42% di questa compagnia, ma, a ben giudicare, una presenza superiore al 40 per cento di proprietari terzi sotto un potere locale abbastanza forte non garantiva il pieno controllo. Non molto tempo prima delle elezioni agli azionisti terzi restava in tutto solo il 10,9% e Valerij Kardanov si è candidato alla presidenza. Ma le elezioni le ha vinte Arsen Kanokov e in seguito “i rapporti tra l’oligarca petrolifero locale Kardanov e il presidente della Repubblica sono passati allo stadio di conflitto aperto”, come hanno scritto i mezzi di informazione di massa locali, raccontando dei tentativi di prendere una delle installazioni della Rosneft’ nella Repubblica di Kabardino-Balkaria.
In generale la strategia della Rosneft’ dopo il 2004 si riduce al processo di ritorno delle “figlie” che in precedenza avevano ottenuto l’indipendenza, che cessano di essere giocatori indipendenti, i loro attivi passano alla struttura principale e queste si trasformano di fatto in “gusci vuoti”.


Dossier della “Novaja gazeta”


La compagnia NaftaTrans


L’operatore-trasportatore esclusivo del petrolio ceceno estratto dalla compagnia Rosneft’, attraverso il KTK.
La ZAO NaftaTrans è stata creata nel giugno 2004 trasformando la Srl NaftaTrans, fondata nel febbraio 2003 dalla compagnia Spa Universe-Holding. Il primo e allora unico azionista della ZAO NaftaTrans divenne la compagnia Aspera Holding Ltd, registrata nell’agosto 1997 a Cipro e tuttora in funzione. L’analisi delle proprietà incrociate di numerosi fondatori della Spa Universe-Holding e Aspera Holding Ltd. ha mostrato, che uno dei principali proprietari finali di queste compagnie al momento della fondazione della ZAO NaftaTrans era Nikolaj Petrovič Buchancov. Proprio a questi apparteneva, fino al passaggio delle strutture di proprietà dell’impresa offshore cipriota, il 100 per cento della ZAO Unial-N, “figlia” della quale era la Spa Universe-Nafta, che ha fondato la Spa Universe-Holding. Nikolaj Buchancov è l’ex consigliere del ministro dell’Energia Igor’ Jusufov ed ex membro del consiglio di amministrazione della Rosneft’ fino all’arrivo di Igor’ Sečin.
Ora azionisti della Spa di Buchancov Universe-Holding, a loro volta, sono la stessa Aspera Holding Ltd. insieme alla compagnia Spa “Ural’skaja neft’” [24]. Tuttavia se dal 2003 al 2005 la “Ural’skaja neft’” era sotto il controllo della Spa Universe-Nafta di Nikolaj Buchancov, in seguito questa è entrata a far parte della holding Spa NK Russneft’, fondata da Michail Guceriev. Proprio allo stesso tempo mutava anche l’azionista della ZAO NaftaTrans – adesso lo è diventato un’altra impresa offshore cipriota, la Glidefern Ltd.
Secondo i resoconti il pacchetto di maggioranza [25] della Russneft’ è ascritto alla compagnia на Abacus (Cyprus) Ltd., che è contemporaneamente fondatore e al momento azionista al 100 per cento della Glidefern Ltd. In altre parola, risulta che il successore, che ha preso a controllare la ZAO NaftaTrans dopo Nikolaj Buchancov, è proprio Michail Guceriev.
Direttore della Glidefern Ltd. era e resta uno specialista di imprese offshore e di legami con il mondo degli affari russo, l’avvocato cipriota Michalis Moushouttas. Tuttavia la struttura azionaria della Glidefern Ltd. dal 2006 ha subito alcuni mutamenti. La parte della Abacus (Cyprus) Ltd. è stata ridotta al 50 per cento ed è stata sostituita da una nuova persona giuridica con lo stesso indirizzo di registrazione. L’altro 50 per cento è stato venduto a una certa Pico Foundation del Liechtenstein. Basandosi sui dati di registrazione, la “Novaja gazeta” ha chiarito che questa compagnia è stata fondata da un gruppo di giuristi offshore con base a Vaduz (Liechtenstein). Fra l’altro questo ufficio giuridico, come si è chiarito, è imputato nella causa delle vittime (dei parenti dei morti) dell’atto terroristico contro le Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 negli USA. Nella causa si chiarisce che questo ufficio avrebbe aiutato a fondare compagnie coinvolte nell’organizzazione dell’atto terroristico.
E’ caratteristico che il mutamento della struttura azionaria della Glidefern Ltd. sia coinciso temporalmente con l’inizio del periodo in cui Michail Guceriev è stato dichiarato ricercato. Tenendo conto di questo, è logico supporre che i nuovi beneficiari finali della ZAO NaftaTrans siano divenuti coloro che hanno causato l’uscita dal mondo degli affari di Michail Guceriev, utilizzando per questo gli organi giudiziari russi.
Dal luglio 2007 ha preso su di se le funzioni del precedente capo della Russneft’ Oleg Gordeev – ex vice-ministro dell’Energia della Federazione Russa. E’ significativo che nel 2006 questi fosse vice-presidente della Russneft’ di Guceriev e contemporaneamente nel giugno 2006 sia entrato nel consiglio di amministrazione della Rosneft’.


Nella prossima puntata:


– La fine della guerra: chi è adesso il principale esportatore del petrolio ceceno


– A chi vanno gli attivi di Michail Guceriev e di altri giocatori

– Perché è comparso a Odessa il partner di Chož-Achmed Nuchaev o una nuova figura nel business petrolifero


Dar’ja Pyl’nova

Dmitrij Škrylëv


02.02.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/010/18.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Nell’originale “La seconda (guerra) cecena”, quella iniziata nel 1999.
[2] “Russia-Petrolio”.
[3] “Groznyj-Petrolio-Gas”.
[4] “Cecenia-Petrolio-Industria Chimica”.
[5] Città della Russia meridionale.
[6] Porto sul Mar Nero.
[7] NeftePererabatyvajuščij Zavod (Fabbrica di Prodotti Petroliferi).
[8] Nacional’naja Kompanija (Compagnia Nazionale).
[9] Toplivo-Ènergetičeskij Kompleks (Complesso dell’Energia e dei Carburanti).
[10] “Sud-Petrolio-Prodotti”.
[11] “Tuapse-Petrolio-Prodotti”.
[12] Zakrytoe Akcionernoe Obščestvo (Società per Azioni a Numero Chiuso).
[13] “Importazione-Esportazione-Prodotti”.
[14] Città della Russia meridionale.
[15] “Trasporto-Petrolio”.
[16] Kaspijskij Truboprovodnyj Konsorcium (Consorzio per le Condutture del Caspio).
[17] Nel Kazakistan occidentale.
[18] “Russo-Petrolio”.
[19] Operativno-Rozysknoe Bjuro (Ufficio Operativo di Ricerca).
[20] Federal’naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l’erede del KGB.
[21] Ros(sijskoe) Imuščestvo (Patrimonio Russo), ente che si occupa dei beni statali.
[22] In realtà il prosieguo dell’inchiesta è stato pubblicato nel numero successivo, il 6 febbraio.
[23] “Compagnia dei Carburanti della Kabardino-Balkaria”.
[24] “Petrolio degli Urali”.
[25] Letteralmente “bloccante”.

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