12 settembre 2009

Dopo l'esercito privato ereditato dal padre, Kadyrov si è fatto pure la polizia privata?

Indagine segreta



Chi sta conducendo un'inchiesta privata sui collaboratori di “Memorial” [1]?


Giovedì scorso è stato reso noto che il GUVD [2] di Mosca non darà luogo a un procedimento penale nei confronti del capo del centro per la difesa dei diritti umani “Memorial” Oleg Orlov. Ricordiamo che contro Orlov si era espresso Ramzan Kadyrov, non soddisfatto di una risoluzione civile. Il presidente della Cecenia riteneva una calunnia le parole di Orlov sul fatto che proprio lui fosse colpevole dell'omicidio della collaboratrice della sezione di Groznyj di “Memorial” Natal'ja Èstemirova.

E lo stesso giorno in cui è stata resa nota la decisione del GUVD, degli sconosciuti, presentatisi come agenti dell'ispettorato del Fisco [3], sono giunti a casa di Oleg Orlov e del membro della direzione di “Memorial” Aleksandr Čerkasov. (Orlov e Čerkasov sono testimoni del caso dell'omicidio di Natal'ja Èstemirova nota dell'autrice). Gli “uomini del Fisco” hanno interrogato i loro familiari e i vicini della stessa “scala”, cercando di chiarire se gli attivisti per i diritti umani vivessero negli appartamenti in cui risultano residenti.

“I miei vicini dicono che l'“uomo del Fisco” non ha mostrato documenti, ha mostrato qualche carta, – racconta Oleg Orlov. – Inizialmente ha chiesto se in casa mia non vivano “terze persone”. Poi ha iniziato a rivolgere l'attenzione al nostro appartamento. Dice, qui veramente vive Oleg Orlov? E sua moglie? E sua madre? Chiedeva così con insistenza. Non ho dato importanza a questo. Fra una cosa e l'altra l'ho raccontato al lavoro. E Saša Čerkasov dice: mi è successo lo stesso. Solo che da lui hanno interrogato sua madre… Abbiamo telefonato agli ispettorati del Fisco dei nostri quartieri. Là ci hanno detto: non abbiamo mandato nessuno, i nostri agenti in generale non entrano negli appartamenti privati e non cercano persone fisiche. Dicono, rivolgetevi alla polizia, possono essere dei truffatori. Abbiamo deciso di parlare pubblicamente di questo strano fatto”.

“Alla luce del fatto che negli ultimi tempi all'indirizzo di organizzazioni per la difesa dei diritti umani e dei loro collaboratori giungono minacce e vengono compiuti attacchi contro gli attivisti per i diritti umani tanto a Mosca, quanto in altre regioni della Russia, il centro per la difesa dei diritti umani “Memorial” esprime preoccupazione in quanto degli sconosciuti che hanno dato false informazioni su di se hanno raccolto dati sui suoi collaboratori”, – si dice nel comunicato di “Memorial”.

“Questi “uomini del Fisco” non sono evidentemente dei servizi segreti dello stato. I servizi segreti operano diversamente e, penso, sanno già tutto di me e di Saša, fra l'altro da tutt'altre fonti, – dice Oleg Orlov. – Posso supporre che persone non del tutto professionali conducano nei nostri confronti qualche sorta di attività di ricerca: stabiliscono i nostri reali luoghi di residenza, le nostre situazioni di vita. E' possibile che qualcuno abbia ordinato questa prima raccolta di informazioni a qualche ufficio di investigazioni privato”.

Elena Kostjučenko

07.09.2009, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/098/09.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] “Memoriale”, associazione nata negli anni '80 per difendere la memoria delle vittime delle repressioni sovietiche e tuttora attiva sul fronte dei diritti umani.

[2] Glavnoe Upravlenie Vnutrennch Del (Direzione Generale degli Affari Interni), in pratica la polizia.

[3] Equivalente della nostra Guardia di Finanza, temutissimo in quanto moltissimi russi approfittano di un sistema fiscale quasi “sovietico” basato sull'autocertificazione per evadere ampiamente le tasse.

2 commenti:

Dissenso ha detto...

Non c'è da meravigliarsi che in Russia succedano queste cose...basta guardare cosa hanno fatto alla povera Anna Politovskaja, e a come si ostinano a minacciare Milana Terloeva.L'arroganza di Putin è senza limiti...con il beneplacito dell'Occidente (vedi amicizia con Berlusconi), che dovrebbe invece isolare e condannare queste persone.Lo Stalinismo evidentemente non è finito, è solo mutato, ha compiuto una metamorfosi, ma è vivo e vegeto, e noi dobbiamo urlare a squarciagola, perchè tutti vengano a sapere che oggi si muore ancora per aver osato esprimere le proprie idee..
E' triste constatarlo...e io nel mio piccolo cerco di diffondere queste verità nel mio blog, e sto costruendo un sito per pubblicizzare tutti gli autorui del dissenso, non solo sovietico, a partire da Aga Rossi Elena, per finire a Zazubrin Vladimir, con tanto di biografia, opere scritte e recensioni.Spero di riuscire a finirlo presto, anche se è un lavoro titanico, che sto facendo da solo.
Comunque, complimenti per gli argomenti trattati...finalmente qualcuno che non parla solo di calcio o di grande fratello.
Ciao
Dissenso

Matteo Mazzoni ha detto...

@Dissenso: il fatto è che io amo la Russia, ma la vorrei guidata da altra gente (non saprei forse neanche bene quale, ma non certo da questi delinquenti)... Darò un'occhiata con calma al tuo blog... Intanto ti linko...