Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
(Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947)
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4 commenti:
ciao grazie x esserti fatto vivo, un ottimo posto qui dove leggere e ricreare la mente.
ciao anto
@rc6: se non ti commento è perché il tuo è un blog da guardare, sostanzialmente... Davanti alla bella creatura, mi è scappato un punto esclamativo :-)
Nel giorno della Memoria 27 Gennaio 2010
Mai più!
Basta! Carnefici,
aprite gli ugelli:
che m’attraversi l’aria velenosa
così che siano, le pene d’un martirio
portate a conclusione
e il corpo mio alfine abbia riposo
e pace l’anima, e il silenzio
spenga ogni grido, e asciughi
un’ultima lacrima che cola
dagli occhi, ormai ciechi,
che più non vogliono sentire
le orecchie, né gli occhi guardare
l’incubo d’orrore,
che, indulgente, la morte
soltanto può annullare.
Andrà lo strazio mio per tutto il mondo
a dire: basta!
a urlare: “Carnefici, mai più!”.
Armando Betozzi
27 Gennaio 2010
@Armando: grazie
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