Lettera aperta
Al Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, sig. Thomas Hammarberg.
Sig. Hammarberg, mi sono rivolto a Lei con una lettera il 3.11.2006, subito dopo la Sua entrata in carica come Commissario, anche a nome della nostra associazione ci siamo rivolti a Lei nel novembre 2009 riguardo al sequestro di Tazbaev [1] in Georgia. Ma Lei ha ignorato le nostre lettere. Più di una volta mi sono rivolto a Lei con la richiesta di un incontro, ma mi è stato opposto un rifiuto, motivandolo con i suoi impegni. Forse Lei ha motivi più reali per questo, ma li vorrei sapere, in quanto mi rivolgo a Lei non come privato cittadino, ma come Commissario. Lei trova il tempo per incontrarsi con i rappresentanti delle forze politiche e militari russe, che non solo violano pesantemente i diritti umani in Cecenia, ma hanno anche compiuto e compiono crimini contro il popolo ceceno. Questa non è una vana affermazione, ma fatti esplicati nella mia lettera al Presidente della PACE [2], che ho mandato a Lei e che allego di nuovo a questa lettera. Se Lei ritiene che abbia torto, allora mi controbatta con dei documenti. Sarebbe logico e giusto ascoltare diversi punti di vista e non trarre le sue conclusioni ascoltando solo la parte russa e chi parla a suo favore. Durante il seminario per la difesa dei diritti umani del 15.11. 2009 a Stoccolma, ha condotto tutti i suoi interventi per giustificare la leadership russa, affermando che il potere respinge gli attacchi dei terroristi, ma di conseguenza muoiono dei civili, alludendo al fatto che ciò è normale. E durante l'incontro con Ramzan Kadyrov nel settembre 2009 ha creduto alle parole di chi dice che le forze della repubblica fantoccio “eliminano i terroristi”. Fra l'altro, forse a causa dei suoi “impegni”, Lei non si sforza di indagare la situazione reale e non desidera chiarire se questi fossero effettivamente terroristi o civili puniti per il loro dissenso. Mi permetto di farle notare, signor Commissario, che da parte Sua non si vede interesse a sapere se queste persone siano state riconosciute terroristi da un tribunale o se questa etichetta gli sia stata appesa dopo la loro uccisione? Finora purtroppo Lei non vuole porsi una domanda elementare: da dove viene una tale quantità di terroristi e da dove si sviluppa la “radice del terrorismo”? Forse allora Lei potrebbe chiarire che sotto la copertura dell'“etichetta di terroristi” senza il loro riconoscimento come tali da parte di tribunali indipendenti e senza fare i loro cognomi è più facile uccidere anche chi cerca di lottare contro l'ingiustizia e il terrorismo dei criminali al potere. Se Lei comunque acconsentisse a incontrarmi, Le farei molte domande, che certamente non Le piacerebbero e, suppongo, non perché non sono fondate e perché rispondervi non rientra tra i suoi doveri, ma perché è meglio avere a che fare con chi ha convenienza ad annuire a quanto dice che con chi Le dice la verità in faccia, anche se Lei non ne sarà soddisfatto. Tra queste domande ci sarebbe anche qualcosa del genere: Lei, sig. Commissario, sa quanti ceceni e cittadini innocenti di altre etnie soffrono nelle prigioni russe, sperimentando incredibili dolori e sofferenze? Vorrei chiederle: Lei si è interessato qualche volta se queste persone (che pure dovrebbero avere i loro diritti) siano state condannate da tribunali equi e indipendenti o siano state condannate per motivi politici o di altro genere? Per non rispondere a tali domande scomode ci sono due metodi: costringere a tacere o ignorare. Lei ha preferito ignorare. Lei preferisce incontrarsi solo con i rappresentanti del potere e i loro fantocci “attivisti per i diritti umani”, che non Le diranno mai una verità sui loro padroni scomoda per Lei. Ma mi permetto comunque di chiederLe con insistenza un incontro con me, anche solo per chiedere: sig. Commissario, i diritti di chi difende Lei in realtà?
Augurandomi successi e giustizia nell'ambito della difesa dei diritti umani,
il Presidente dell'associazione internazionale “Pace e diritti umani”
Said-Èmin Ibragimov, 08.02.2009
(Traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Sajd-Chusejn Tazbaev, ministro della Pubblica Istruzione dell'autoproclamato governo ceceno.
[2] Parliamentary Assembly of the Council of Europe (Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa).
http://ceceniasos.ilcannocchiale.it/2010/02/11/lettera_aperta_di_se_ibragimov.html
12 febbraio 2010
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