20 luglio 2010

La Russia neosovietica di Putin reinstaura il pensiero unico

Il corso di storia scolastico è diventato di partito




Russia Unita” si è decisa: la storia nazionale va insegnata secondo l'unico manuale affidabile


Le tumultuose discussioni su quale debba essere il “giusto” manuale di storia sono passate su un altro piano: secondo il club Statale-Patriottico di “Russia Unita” il manuale di storia dev'essere non solo giusto, ma unico. E il compito dei politici consiste ancora anche nello spingere il governo a ordinare tale manuale.

A giugno di quest'anno il club Statale-Patriottico di “Russia Unita” ha dichiarato che è indispensabile un unico manuale di storia. Che così è già stato nel nostro paese e che ripeterlo è pericoloso, alla riunione del club l'ha dichiarato solo Natal'ja Lebedeva, dottore in Scienze Storiche, principale collaboratore scientifico dell'Istituto di Storia Generale dell'Accademia Russa delle Scienze: “Dobbiamo ricordare gli errori della storia, altrimenti li ripeteremo di nuovo. Se facciamo un unico manuale di storia, torneremo al totalitarismo. Il pluralismo delle opinioni è un fattore troppo importante per il nostro futuro”. Ma questa singola opinione non ha influenzato il risultato della giornata del club. Irina Jarovaja, coordinatrice del club, riassumendo i risultati della discussione, ha dichiarato che “il compito dei politici è proporre allo stato di diventare il committente dell'elaborazione di un unico manuale”. A dire il vero, Jarovaja vede anche delle difficoltà: “Il più serio ostacolo sulla strada della creazione di un unico manuale è l'impreparazione degli studiosi ad occuparsi di questo lavoro”.

Ci rallegra che i nostri studiosi non concordino da subito sull'ennesima iterazione del “Breve corso” [1], ma, com'è noto, questa resistenza si può anche aggirare. E ci sono anche persone desiderose di riportare la storia nazionale a un comun denominatore, anche se non tra gli studiosi di prima grandezza. Di questo la “Novaja gazeta” ha già scritto più volte (vedi “L'ultimo pigolio della Storia dello Stato Russo”, n. 73 del 24-26.09.07, “L'elaborazione operativa del manuale di storia”, n. 66 del 06.09.08, “La storia senza diritto di riscrittura”, n. 71 del 06.07.09).

Gli insegnanti, come ostacolo sulla strada dell'unico manuale, evidentemente, non vengono considerati: le decisioni importanti per la scuola vengono prese d'estate.

Negli ultimi sei mesi “Russia Unita” ha fatto una svolta netta. Ancora ben poco tempo fa, a febbraio, nella riunione di questo stesso club, in cui si valutava l'educazione patriottica, tutti concordavano che di manuali di storia dovessero essercene alcuni. Il vice-ministro dell'Istruzione e della Scienza Isaak Kalina disse allora che dopo la varietà che c'era, di manuali di storia non potesse restarne solo uno. Sono passati sei mesi e lo stesso Kalina già parla di un unico manuale garantito dallo stato.

Perché, nella logica di “Russia Unita”, il manuale di storia dev'essere unico non è difficile da capire, ciò rientra in una serie di noti postulati: il parlamento non è un luogo per le discussioni, le elezioni non sono il luogo per l'espressione della volontà dei singoli e il posto per tutti i dissenzienti è la KPZ [2]. La scuola in questa logica è in generale il luogo specifico in cui bisogna disimparare la discussione e tanto più qualsiasi dissenso per tutto il resto della vita.

“Il fatto è che oggi i ragazzi – cittadini della Russia – che apprendono in diverse scuole, hanno interpretazioni del tutto diverse degli avvenimenti storici, della storia del proprio paese”, – dice con sofferenza Jarovaja. Notiamo: diverse interpretazioni degli avvenimenti presenti e storici i ragazzi le hanno non solo in diverse scuole, ma anche in diverse famiglie e in diversi cortili e in diverse compagnie, che leggono diversi libri e diversi mezzi di informazione di massa e che vagano per varie ramificazioni in Internet. A far cessare questo pluralismo difficilmente si riuscirà con un manuale, anche se si suppone che la maggior parte dei ragazzi non legga altro e che la maggior parte dei genitori non parli mai con loro di niente più seriamente che del voto in Storia.

Un qualche terrore mistico lo ispirano ai membri del club i manuali creati nell'epoca libertaria degli anni '90. Già nel 2007, intervenendo davanti agli insegnanti, Putin, allora presidente, disse che gli autori dei manuali di storia creati negli ultimi anni “ballano la pol'ka-babočka [3] in cambio di contributi dall'estero”. E secondo Jarovaja, la varietà di manuali si è abbattuta su di noi non perché erano stati tolti molti tabù ed erano stati aperti gli archivi. Semplicemente “negli anni '90 si era acquisita una grande quantità di diversi contributi. In questo periodo comparvero manuali che davano rappresentazioni apertamente false di avvenimenti della storia del nostro paese che sono importanti per comprendere se stessi come nazione”.

C'è un avvenimento, fosse anche compreso giustamente, che può aiutare un alunno a comprendere se stesso come nazione? Un'assurdità del genere. E più avanti la coordinatrice del club pecca semplicemente contro la logica formale. Afferma che ora “con tutta la diversità di manuali, di fatto i ragazzi studiano su un solo manuale. Perché la scuola o l'insegnante scelgono un manuale e in base ad esso portano avanti l'istruzione”. Non so poi se sia un sofisma o un paralogismo, ma in ogni caso è un errore logico e ai quadri propagandisti in tutti i tempi si è raccomandato di possedere la scienza e l'arte del ragionamento argomentato e convincente (Stalin cercò di introdurre la logica perfino nella scuola). Se ci sono molti manuali e gli insegnanti possono sceglierli, ciò significa tanto più che i ragazzi studiano su diversi manuali. E ogni bambino concreto peraltro studiano o su uno, se il suo insegnante ha scelto così, o su alcuni, se l'insegnante è capace di combinarne diversi e scegliere dove questo o quel tema è chiarito meglio, a suo parere. Ma se non si capisce questo, allora poi toccherà parificare anche tutti gli insegnanti o alla fin fine lasciarne uno giusto per tutti, ma questo è più difficile che fare un manuale per tutti (anche se la nostra storia ha conosciuto pure il “grande maestro dei popoli” [4]).

Irina Jarovaja pone una domanda: “Quanto questa scelta (la scelta del manuale da parte dell'insegnante – nota dell'autrice) corrisponde alla posizione della società?” Bisogna leggere: alla posizione di “Russia Unita”. La “posizione della società”, poi, è proprio un sofisma.

Anche gli altri partecipanti alla tavola rotonda avevano le proprie motivazioni per il manuale unico. Alla protesta di Lebedeva contro il manuale unico ha replicato il vice-capo dello stato maggiore della “Giovane Guardia di Russia Unita” Vladimir Burmatov: ha ricordato che negli anni '90, quando stava finendo la scuola, studiava su sei manuali di storia e l'insegnante glieli faceva acquistare. Non ha risparmiato i suoi docenti, comunicando che “mercanteggiavano i manuali” (?!). Mentre i ricavi da un unico manuale, evidentemente, saranno rigidamente centralizzati. Così si avrebbe anche voglia di chiedere: “Perché l'oppio per il popolo?” Ma non sta particolarmente bene scherzare. “La storia per tutti i cittadini del nostro paese dev'essere unica”, – ha dichiarato il rappresentante plenipotenziario del governo della Federazione Russa alla Duma di Stato Andrej Loginov. E il deputato della Duma di Stato Vladimir Medinskij è andato ancora più avanti, sottolineando che il manuale unico dev'essere sia per le scuole di stato, sia per quelle private, e che “idealmente questo manuale deve diffondersi non solo in Russia, ma anche negli stati della CSI”.

Altrimenti chiuderemo il gas?

Ma scherzi a parte, è possibile in generale fare un'unica storia? L'idea di fare un unico manuale scientificamente preciso è inconsistente perché nel mondo contemporaneo non c'è e non può esserci un'unica concezione scientifica di ogni avvenimento e di tutto il processo storico nel suo complesso. Che fare dunque – prendere una qualche concezione in qualità di concezione di Stato? Leonid Poljakov, vice-preside della facoltà di politologia della VŠÈ [5], ha detto così: “Bisogna prendere una decisione di volontà politica e peraltro la volontà politica dev'essere formalizzato sotto l'aspetto di un ordine di stato”. Cosa bisogna peraltro fare con quegli studiosi, la cui ricerca scientifica non si inscrive nella concezione di Stato? Finora non l'ha detto.

Già ora – prima dell'avvento della luminoso era del manuale unico – la difesa dalla diversità è stata costruita in modo affidabile. Scrivere un manuale e mandarlo a far confermare è praticamente impossibile. Bisogna presentare a un consiglio di esperti intere collane – manuali dalla 5a all'11a classe [6]. Questo, chiaramente, non è alla portata di un singolo insegnante, docente o ricercatore senza un sostegno statale o politico.

E' interessante sapere: riusciranno a fare il manuale unico già sotto Medvedev o questo sta nascosto per il futuro e apparirà già dopo il 2012?

Commento di uno specialista

Il dottore in Scienze Storiche, professor Aleksandr Danilov, titolare della cattedra di Storia dell'Università Pedagogica di Mosca:

Sono sempre stato contro il manuale unico di storia

– Ho presenziato alla tavola rotonda, ma non sono intervenuto per motivi etici. Ogni mio intervento sarebbe stato trattato come una difesa dei miei manuali – ora sono il 70% di tutti i manuali scolastici. Ma sono sempre stato contro il manuale unico di storia.

A mio parere il manuale unico è impossibile per alcuni motivi.

Come fare con un manuale fatto per ordine dello Stato al mutamento democratico della leadership dello stato – una volta ogni cinque-sei anni? Si riscrive? Un manuale non è un giornale, dev'essere molto stabile e deve offrire la possibilità di diversi trattamenti e valutazioni di quegli avvenimenti sui quali in ambito scientifico e sociale ci sono diversi punti di vista.

Non dico poi che il manuale unico rappresenta un pericolo per il potere stesso: in questo caso questo prenderà su di se tutte le critiche che oggi si riversano su molti autori ad ogni cambio d'umore.

Ritengo che sarebbe giusto avere 3-5 collane di manuali, confermate per 5 anni, che devono essere sostituiti sulla base di un concorso, quando un qualche collettivo prepara qualcosa di nuovo e di più adatto.

I manuali, certamente, causano discussioni perché capitano in mano a persone delle più diverse opinioni. E ciò è normale. Non ci sarà alcuna lamentela solo se si chiuderà la bocca a tutti dicendo che questo o quel manuale da noi è l'unico giusto.

Ljudmila Rybina

19.07.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/077/35.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Si tratta del “Breve corso di storia del VKP(b)”. VKP(b) sta per Vserossijskaja Kommunističeskaja Partija (Bol'ševikov), cioè Partito Comunista Panrusso (dei Bolscevichi). Il “Breve corso”, uscito nel 1938, serviva per l'indottrinamento.

[2] Kamera Predvaritel'nogo Zaključenija (Cella per la Reclusione Preventiva).

[3] Tipo di polka (ma il senso è “esibirsi a comando”).

[4] Uno dei titoli di Stalin.

[5] Vysšaja Škola Èkonomiki (Alta Scuola di Economia).

[6] In pratica le nostre medie inferiori e superiori.

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