12 febbraio 2011

Da Brežnev a Medvedev nello sgabuzzino del custode...

Sono rimasti nella seconda era




E' tempo di far finire questa storia, che disonora ad un tempo due stati – lo stato degli operai e dei contadini e lo stato degli uomini delle strutture armate e dei funzionari


Erano i primi. La loro prima fila per un appartamento (proprio la prima) è confermata dai documenti: dal 1980 al giorno d'oggi. Ne deriva che in questi 30 anni a Zelenodol'sk [1], dove, certamente, tengono in onore la giustizia sociale, nessuno ha ottenuto un appartamento.

In questo tempo di una famiglia di cinque persone, alloggiate nel vano del custode di una scuola, tre sono morte. Le due rimaste hanno in mano la sentenza del tribunale, che obbliga il comitato esecutivo [2] cittadino a fornirgli “un vano da abitazione sulla base di un accordo di affitto sociale, tenendo presenti due persone di sesso diverso…”. In altre parole, dare a delle persone un appartamento normale e far finire questa storia, che disonora ad un tempo due stati – lo stato degli operai e dei contadini e lo stato degli uomini delle strutture armate e dei funzionari.

Il tribunale cittadino di Zelenodol'sk ha emesso la sentenza sei mesi fa, ma nessuno si è affrettato ad eseguirla e i Leonov come prima aspettano l'ultima campanella per lasciare con agitazione e tristezza, come diplomati, la scuola numero 11 [3] in via Gogol'. Ma chi deve suonare a chi per questo?

Di principio il suono lo potrebbe fare perfino Barack Obama: la lettera dei Leonov sulla loro misera situazione è stata ricevuta a suo tempo, accanto ad altre organizzazioni, anche dall'ambasciata degli USA in Russia. Ma sarebbe meglio, se per ragioni di prestigio Obama venisse superato dai nostri compagni governanti, che hanno ricevuto analoghe lettere da Zelenodol'sk: Medvedev, Putin, Mironov [4], Gryzlov [5], Zjuganov [6], Žirinovskij [7], Patrušev… Stop! Patrušev in questo caso non è Patrušev Nikolaj Platonovič [8], segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, ma Patrušev Aleksandr Sergeevič, capo dell'amministrazione del fondo municipale per le abitazioni e della politica abitativa della città di Zelenodol'sk. Anche Aleksandr Sergeevič certamente è al corrente, ma non si metterà comunque a suonare da solo.

Ma come sono passati per la famiglia Leonov gli “anni di scuola meravigliosi” [9]? Nel 1978, da qualche parte tra l'approvazione della Costituzione della RSFSR [10] e il primo volo cosmico congiunto URSS-DDR, il custode scolastico Nikolaj Nikitovič e sua moglie, il tecnico scolastico Vera Petrovna, con i figli del primo matrimonio di lei Vladimir e Ljudmila e il nipote Igor' furono collocati nel vano del custode. Lo fecero per un tempo – per il tempo della ristrutturazione della baracca dove fino allora avevano vissuto. Probabilmente i Leonov sarebbero tornati nella baracca, ma l'allora direttrice scolastica li consigliò di farsi cancellare da là – infatti per chi vive nel vano di un custode ci sarebbero stati più motivi per chiedere un'abitazione normale.

Quella baracca in via Futbol'naja è stata demolita da tempo e qualcuno, pare, ottenne l'appartamento al posto dei Leonov. E per loro cominciarono disgrazie e disordini. Nel 1982 in un incidente d'auto perì Vladimir e un anno dopo morì Nikolaj Nikitovič. Vera Petrovna visse in un vano secondario con la figlia e il nipote fino all'inverno del 2009. Allora, in un gelido dicembre, mandarono telegrammi al Cremlino di Mosca e di Kazan' [11]: “Salvateci! Congeliamo! Gli invalidi del I gruppo [12] Leonov”. La nonna, che sognava almeno di morire in un appartamento proprio, fu portata via per l'ultimo viaggio dal vano del custode.

Ljudmila Leonova, che ha lavorato come bambinaia e inserviente in un ospedale, ha 56 anni, si muove con difficoltà. Riceve 8 mila rubli [13] per l'invalidità. Nel vano del custode fa freddino. L'acqua viene chiusa abbastanza spesso e nelle vacanze scolastiche tutti i giorni. E' curioso che i propagandisti trovino i Leonov durante le elezioni. Probabilmente in tanti anni hanno fatto proprio che la porta di servizio della scuola conduce agli elettori.

– Vado a votare, – dice Ljudmila. – Là al buffet ci sono delle buone paste e io non ho gas, non posso cuocere niente.

In precedenza il vano era fornito di gas, ma tre anni fa tagliarono il gas per motivi di sicurezza.

Con il figlio 33enne Igor' Ljudmila ha non pochi problemi. Tagliatore di strutture metalliche in fabbrica e in seguito meccanico per il ŽĖK [14], è uno squilibrato, non è stato in buoni rapporti con la polizia e con la legge. Ma in un modo o nell'altro, questa è la famiglia, la cellula della nostra società, che pure non sembra sempre sana e rispettosa della legge.

La disgrazia di madre e figlio Leonov sta nel fatto che non hanno rapporti con il sistema dell'istruzione e questo sistema umano, che in 30 anni non è stato capace di garantire un'abitazione a una propria lavoratrice, Vera Petrovna Leonova, non si carica troppo di obblighi davanti a suo figlio e suo nipote. E certamente non gli assume un avvocato quando il potere cittadino fa il tentativo di far sgombrare i Leonov dal vano scolastico per mezzo del tribunale. Per di più appoggia l'istanza del comitato esecutivo di Zelenodol'sk, i cui funzionari, rivolgendosi al tribunale, scrivono senza mezzi termini che l'edificio in via Gogol' è una proprietà municipale trasmessa alla scuola per l'amministrazione operativa e che i Leonov “non hanno rapporti di lavoro con il querelante”.

Per i Leonov è comparso un avvocato molto inatteso. Completamente gratis si è preso la briga di difenderli il 52enne invalido del I gruppo Gali Chalilov, una persona che ha perso la vista ed è stato colpito da una grave malattia alle gambe. Gali Abdullovič ha due lauree, in Filologia e in Economia, e studi giuridici incompleti. Prima di conoscere i Leonov questi, aiutando la gente, ha vinto due cause a Kazan' ed è intenzionato a portare l'attuale caso fino in fondo.

Essendo una persona di fiducia dei Leonov, Gali Chalilov li ha aiutati a compilare l'istanza di risposta al comitato esecutivo, ha motivato in bella lingua le loro richieste e ha ottenuto decisioni del tribunale favorevoli a loro (le abbiamo già citate: “fornire ai Leonov un vano abitativo…”). Il comitato esecutivo della città e il comitato esecutivo municipale per l'istruzione si sono molto rammaricati e hanno fatto appello alla Corte Suprema del Tatarstan.

– Mi è toccato andare a Kazan', – racconta Gali Abdullovič. - Immaginatevi, cosa avranno potuto pensare là alla mia comparsa? Come dire, che razza di avvocato: cieco e con le stampelle. Ma abbiamo vinto la causa anche là! La decisione ha preso forza di legge.

Magari! Finora ha preso solo debolezza di legge. La sentenza del tribunale non viene eseguita, perché non danno un appartamento normale ai Leonov e sulla variante che gli veniva proposta anche in precedenza questi non concordano. Ma gli propongono quanto segue: alla madre – di trasferirsi nella casa speciale “Veteran” [15], al figlio – di trasferirsi in un ostello. In primo luogo, un appartamento al “Veteran” non si può privatizzare, in secondo luogo, dall'ostello possono farti sgomberare in qualsiasi momento. E in terzo luogo (anche questo è stato considerato dal tribunale), i Leonov madre e figlio sono una famiglia e non spetta ai funzionari giudicare se debbano vivere insieme o separatamente. Nella delibera del collegio giudicante della Corte Suprema della repubblica si dice anche così: “Leonova, essendo invalida, necessita delle cure prestate dal figlio e l'offerta ad essi di vani abitativi separati, come ha giustamente notato il giudizio di prima istanza, lede i loro diritti abitativi”.

E all'argomento del comitato esecutivo cittadino che non ci sono altri appartamenti per i Leonov il collegio il collegio giudicante ha obiettato persuasivamente: “La realizzazione del diritto dei Leonov al miglioramento delle condizioni abitative in questa situazione non può essere fatto dipendere dalla presenza o dall'assenza di vani abitativi nel fondo abitativo municipale”.

I Leonov sono sostenuti da tutti quelli che sono anche superficialmente venuti a conoscenza della loro situazione. Così Gennadij Zjuganov e i suoi compagni di lotta hanno scritto perfino quattro istanze a Mintimer Šajmiev (nel periodo della sua presidenza [16]). Vladimir Žirinovskij ha fatto un'interpellanza parlamentare al procuratore della repubblica Kafil' Amirov e ha comunicato fra l'altro le proprie ulteriori intenzioni all'avvocato-operatore sociale Gali Chalilov: “Nel caso che non riceviate risposta o che la risposta alla mia interpellanza parlamentare non vi soddisfi, inviate un ulteriore appello al mio indirizzo. Prenderò misure più dure”.

Da Vladimir Vol'fovič ci si può aspettare di tutto, ma in qualche modo nessuno teme “misure dure”. Come a farlo apposta, mentre esaminavano con Gali Abdullovič esaminavano i documenti uno a uno, alla porta ha suonato una postina e ha portato una busta dalla procura della repubblica. L'abbiamo aperta: il capo della sezione n. 1 dell'amministrazione per l'ispezione sull'adempimento della legislazione federale I. Gil'mutdinov scrive che al procuratore cittadino di Zelenodol'sk S. Brynze è stato reindirizzato l'appello di Chalilov sulla mancata esecuzione della sentenza del tribunale per un esame in considerazione degli argomenti del querelante. Anche se quanto mai si possono esaminare gli argomenti? Infatti la procura di Zelenodol'sk si è occupata più di una volta della storia dei Leonov e ogni volta ha mostrato di stare dalla parte delle autorità cittadine.

I giudici del distretto di Zelenodol'sk, anche se stanno dalla parte della legge, non hanno comunque potuto eseguire la sentenza. In questo senso il primo giudice della Repubblica del Tatarstan Chamit Šaripov ha disposto di trasmettere il decreto esecutivo riguardante il comitato esecutivo di Zelenodol'sk ai giudici della sezione interdistrettuale per i decreti esecutivi particolari. Per quelli particolari! Lo stato mette in campo la sua riserva, avendo capito alla fine che il caso è particolare Anche se da noi qualsiasi storia burocratica non si prenda, sembra del tutto usuale.

Boris Bronštejn
nostro corrispondente speciale

08.02.2011, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2011/014/23.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Città del Tatarstan (repubblica autonoma dei Tatari) occidentale.

[2] La giunta comunale. Il termine è ancora quello di epoca sovietica.

[3] Le scuole russe non hanno un nome, ma solo un numero.

[4] Sergej Michajlovič Mironov, presidente del Consiglio della Federazione, il “senato” russo.

[5] Boris Vjačeslavovič Gryzlov, presidente della Duma.

[6] Gennadij Andreevič Zjuganov, leader del Partito Comunista della Federazione Russa.

[7] Vladimir Vol'fovič Žirinovskij, leader del Partito Liberal-Democratico di Russia (in realtà partito nazionalista e populista).

[8] Negli elenchi i russi sono indicati con cognome, nome e patronimico. Ma pure si presentano così.

[9] Parole della celebre canzone sovietica Škol'nye gody (Anni di scuola).

[10] Rossijskaja Sovetskaja Federativnaja Socialističeskaja Respublika (Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa).

[11] Kazan' è la capitale del Tatarstan e ha un Cremlino (che è sede del potere politico) come Mosca e altre antiche città russe.

[12] Invalidi totali.

[13] Circa 200 euro.

[14] Žilščno-Ėkspluatacionnaja Kontora (Ufficio per lo Sfruttamento delle Abitazioni).

[15] “Veterano”.

[16] Mintimer Šaripovič Šajmiev è stato presidente del Tatarstan dal 1991 al 2010.

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