La Procura ha riaperto le indagini sul caso dell'atto terroristico di Dubrovka
Feb. 14, 2011, 13:41
La Procura di Mosca ha abrogato la disposizione sulla cessazione del procedimento penale sull'atto terroristico di Dubrovka nell'ottobre 2002. Alla Commissione Inquirente sono state date indicazioni per l'organizzazione di un'inchiesta supplementare sui fatti accaduti.
Come ha comunicato il "Kavkazskij uzel", il 23 ottobre 2002 un gruppo di militanti sotto il comando del 23enne Movsar Baraev durante la rappresentazione del musical “Nord-Ost” [1] prese degli ostaggi. In cambio della loro vita i “baraeviani” chiesero l'immediata cessazione delle operazioni militari in Cecenia e il ritiro delle forze federali dal territorio della repubblica. Le richieste dei militanti non furono esaudite. Dopo quasi tre giorni gli uomini delle strutture armate condussero un'operazione per la liberazione degli ostaggi. Tra gli ostaggi morirono, secondo vari dati, da 125 a 130 persone, inoltre più di 700 persone rimasero danneggiate. Tra i militanti 21 uomini e 19 donne furono uccisi durante il blitz.
“Abbiamo denunciato alla Commissione Inquirente e alla Procura il fatto che non sia stata trovata una parte dei militanti, che se ne sono andati dal teatro, non è stata trovata anche una parte delle armi da fuoco, l'apparecchiatura satellitare e il computer con cui i terroristi andavano in Internet. Abbiamo provato tutto questo e sia la Procura, sia gli organi inquirenti hanno accolto le nostre prove, abrogando la disposizione sulla cessazione del procedimento penale e dando indicazioni per la riapertura delle indagini” – ha notato il rappresentante delle vittime, l'avvocato Igor' Trunov.
Secondo l'interlocutore, ai rappresentanti delle vittime è riuscito dimostrare che durante il blitz non sono stati uccisi tutti i terroristi, è scomparsa anche parte del loro armamentario. “La cosa più probabile è che adesso ricerchino questi terroristi, parte dei quali se n'è andata, dunque chiudere il caso e togliergli l'imputazione è sbagliato” – ha sottolineato Trunov, che cita l'Interfax.
A quanto si è saputo nel corso delle indagini, I terroristi che presero il centro teatrale furono aiutati dalla polizia. Molti dei militanti avevano con se passaporti falsi, emessi dalle forze dell'ordine della Karačaj-Circassia, ha reso noto la RIA “Novosti” [2].
Il 20 giugno 2003 il tribunale cittadino di Mosca ha riconosciuto colpevole di favoreggiamento di terrorismo e della presa di ostaggi nella Casa della Cultura di Dubrovka Zaurbek Talchigov [3]. Secondo i dati delle indagini, Talchigov si sarebbe messo in contatto via cellulare con i militanti e gli avrebbe trasmesso informazioni sulle posizioni dei tiratori scelti e delle protezioni nella zona del centro teatrale. L'imputato non si è riconosciuto colpevole. Il tribunale lo ha condannato a 8,5 [4] anni di detenzione. Il 16 ottobre 2003 la Procura emise una disposizione sulla cessazione del procedimento penale per via della morte dei terroristi.
Secondo un sondaggio del centro Levada [5] condotto dall'8 all'11 ottobre 2010, il 74 % dei russi che vi hanno preso parte ritiene che le autorità russe non abbiano comunque raccontato tutta la verità su ciò che accadde nell'ottobre 2002 nel centro teatrale di Dubrovka.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "In 14 anni gli atti terroristici a Mosca hanno mietuto quasi 600 vite", "Kriger [6]: a molte importanti domande sul "Nord-Ost" non c'è ancora risposta", "Le vittime di sciacallaggio legato all'atto terroristico di Dubrovka otterranno un aumento dei risarcimenti dalla Corte Europea"
“Kavkazskij uzel”, http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/181026/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1] “Nord-Est”.
[2] Russkoe Infomacionnoe Agentstvo (Agenzia di Informazioni Russa) “Notizie”.
[3] In realtà sembra che l'addetto al trasporto di carne ceceno Zaurbek Junusovič Talchigov si sarebbe prestato a fare da mediatore rispondendo all'appello lanciato dal deputato ceceno Aslanbek Achmedovič Aslachanov ai propri connazionali.
[4] Sic.
[5] Centro di studi sociologici intitolato alla memoria del sociologo Jurij Aleksandrovič Levada.
[6] Michail Aleksandrovič Kriger, attivista per i diritti umani.
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