18 marzo 2011

La russia putiniana secondo il suo "ideologo" Surkov

Surkov ha riconosciuto in Putin il genitore della classe media in Russia




Il vice-capo dell'amministrazione presidenziale cerca una base sociale per il duumvirato


L'uditorio preferito del primo vice-capo dell'amministrazione presidenziale Vladislav Surkov sono gli studenti americani. Lascia la conformista gioventù russa a personaggi più brutali – là l'intelletto in generale non serve. Ma prende per se l'abbindolamento dei clienti stranieri – i futuri avanguardisti della produzione capitalista. Non molto tempo fa si è già incontrato con i rappresentanti delle università d'élite americane, dove, tra l'altro, ha previsto la caduta degli indici elettorali di “Russia Unita”, cosicché adesso si può dire: era pianificata.

La logica del suo nuovo discorso (davanti a una delegazione di studenti americani) è all'incirca questa. La missione di Putin ai tempi dell'andata al potere era “fermare il caos e restituire allo stato le sue funzioni”. E in realtà lo stato ha sempre più funzioni, ma, a dire il vero, le compie solo sulla base di tangenti e spartizioni. Lo stato è diventato così tanto che praticamente nella Federazione Russa non si può compiere alcuna azione senza corruzione.

Anche sul caos le idee divergono. Per qualcuno sono le libere elezioni, ma per altri il villaggio cosacco di Kuščëvskaja [1], la piazza del Maneggio [2], lo stato specifico dei tribunali russi.

Vladislav Surkov ritiene che “il parlamento sotto Boris El'cin era praticamente paralizzato… non potevano mai mettersi d'accordo su nulla”. Anche quella situazione in realtà era specifica. Ma allora il parlamento rappresentava la popolazione del paese e oggi rappresenta l'opinione su diverse questioni di una, massimo due persone. Il vice-capo dell'amministrazione, che oggi sempre più spesso si può vedere alla destra o alla sinistra del presidente del paese, afferma che, dati gli ostacoli descritti sopra, per esempio non è stato approvato il Codice Civile. Qui c'è qualche incomprensione La prima e più importante parte del codice fu approvata nel 1995, la seconda nel 1996. Con ciò furono poste le basi civili del regime di mercato nel paese. Oggi, a dire il vero, la conoscenza di queste basi non è richiesta: gli avvocati si sono trasformati in esattori. Non è escluso che l'errore di fatto compiuto sia condizionato dal fatto che in quegli anni, lavorando per la banca Menatep, Vladislav Surkov non abbia seguito i cambiamenti della legislazione civile.

Sotto Putin, così risulta, “è sorto il supporto statale alle organizzazioni non governative e con ciò ha cominciato a rafforzarsi la società civile”. Si può dire anche così. Solo che è quella specifica, sovrana – tascabile. Per parlare in linguaggio leninista – quando Surkov ragione delle organizzazioni non governative, si tratta delle “cinghie di trasmissione” del partito.

Sotto Putin, continua il vice-capo dell'amministrazione, “si è cessata di festeggiare la festa del 7 novembre [3] – ciò significa che la Russia ha definitivamente rinnegato l'ideologia comunista”. Sì, l'ha rinnegata, solo che perfino in una situazione di elezioni regionali controllate i comunisti nella maggior parte dei territori del paese hanno ottenuto il secondo posto dopo la decaduta “Russia Unita”. Il paese sperimenta un rinascimento comunista – senz'alcuna ideologia, semplicemente come surrogato degli umori di protesta. Ciò è conseguenza diretta della politica del partito e del governo, compreso il grande macchinatore della politica russa Vladislav Surkov.

Adesso la cosa principale. “Proprio sotto Putin è sorta la nuova classe media, che non esisteva negli anni '90”. Ecco qualcuno, ma Putin in generale qui non c'entra nulla. Di quale classe media si poteva parlare negli anni della trasformazione del sistema, quando era appena crollato un impero gigantesco, che fra l'altro era un paese povero, che esisteva nell'ambito di un'economia pianificata e di un deficit commerciale e il nuovo paese nasceva nelle doglie della costruzione dello stato e del trasferimento dei rapporti economici su binari di mercato? Tra l'altro con tutte le attrattive di accompagnamento della trasformazione del sistema – dall'iperinflazione alla rottura del tessuto sociale. Si capisce, la classe media è comparsa in modo naturale quando è cominciata la crescita di ristabilimento dopo la recessione di trasformazione, la crescita su una base nuova, di mercato. Se vogliamo proprio chiamare le cose con i loro nomi, Putin è giunto a cose fatte e dichiararlo padre del benessere nazionale è speculazione della più bell'acqua.

Quanto al periodo putiniano, se proprio si vuole andare nell'ambito scientifico, è un'altra storia. Nel 2007, secondo le ricerche dell'Istituto indipendente di politica sociale, alla classe media in “senso ampio” apparteneva il 15,5% delle famiglie russe. Tra l'altro questo nucleo, cioè le famiglie che si possono qualificare come classe media secondo tutti e tre i suoi indicatori – materiale, di istruzione e qualifica, di autopercezione sociale – conta il 3,6% delle famiglie. La quota massima della classe media “ampia” dall'inizio degli anni Zero non ha mai superato il 20%. E, cosa caratteristica, neanche negli anni della prosperità petrolifera, per non parlare già della crisi, questa quota non è cresciuta, pur essendo un metro più preciso dell'economia e della sfera della sfera sociale rispetto al PIL. Cioè sotto Putin la classe media non è cresciuta. Anche se, forse, la sua parte più conforme insieme agli strati che dipendono dallo stato costituisce la base sociale della stabilità putiniana, del “capitalismo degli amici” e dell'alta congiuntura petrolifera.

Con Dmitrij Medvedev secondo Surkov avviene qualcosa di ancora più interessante: con il suo arrivo al potere “sono sorti nuovi compiti: ora è indispensabile formare una classe di persone creatrice, creativa, capace di inventare e creare le innovazioni”. Nella concezione di Surkov sono gli stessi “ingegneri” che devono anche “ordinare” le caratteristiche del regime politico (di questo aveva già parlato un anno fa): qualcosa tipo, dice, vogliamo una baracca confortevole – dateci una variante di velluto dello stalinismo con il culto dell'inventore-razionalizzatore e del fisico nucleare. Nell'ambito dell'utopia tecnocratica surkoviana sono proprio queste persone. Anche se proprio agli studenti americani dovrebbe essere noto (in lingua originale) cos'è la “classe creativa”. Richard Florida, autore del termine e del libro, che è stato scritto quasi dieci anni fa e che nella traduzione russa suona come “La classe creativa: persone che cambiano il futuro” [4], aveva in vista questo: “La necessità economica di creatività si riflette nella formazione di una nuova classe, che definisco “classe creativa””. Circa 38 milioni di persone, il 30% di tutti gli americani che lavorano, appartiene a questa classe. Il nucleo della classe creativa è composto da persone occupate nella sfera scientifica e tecnica, nell'architettura, nel design, nell'istruzione, nell'arte, nella musica e nell'industria del tempo libero, la cui funzione economica è racchiusa nella creazione di nuove idee, nuove tecnologie e un nuovo contenuto creativo”.

Cioè non si tratta affatto di slanci tecnologici secondo il modello sovietico o per mezzo di importazione di idee, tecnologie e portatori di queste “idee-tecnologie”, ma dell'offerta di libertà di creazione in un ambiente libero, anche politicamente, a gente delle professioni creative.

In tal senso questa classe potrebbe diventare la base sociale di Medvedev, ma anche questi non cresce, così come la classe a lui familiare. Perché la creatività in una baracca chiusa sorge solo sotto il regime stalinista, sotto la canna della pistola dell'ispettore. Come sostenne una volta il collega Dmitrij Oreškin [5]: “Le innovazioni in mancanza di libertà non si moltiplicano”.

Non avresti potuto dirlo meglio. Ma no – dici. Ha detto molto bene nel suo discorso davanti agli studenti americani Vladislav Surkov: “Un'economia primitiva genera un sistema politico primitivo”. “E al contrario” – completeremo il classico delle tecnologie politiche creative contemporanee.

Andrej Kolesnikov [6]
osservatore della "Novaja gazeta"

17.03.2011

[1] Villaggio della Russia meridionale, dove nel novembre scorso 12 persone (tra cui dei bambini) sono state uccise da una banda criminale legata alle grandi aziende agricole e al potere politico locale.

[2] Piazza adiacente alla Piazza Rossa, dove nel dicembre scorso vi sono stati gravi scontri tra nazionalisti russi, caucasici e polizia.

[3] Festa della Rivoluzione Russa (detta d'Ottobre perché era il 25 ottobre secondo il calendario giuliano allora in uso e sostituito poi con quello gregoriano).

[4] Traduzione non fedele del titolo originale The Rise of the Creative Class: And How It's Transforming Work, Leisure, Community and Everyday Life (L'ascesa della classe creativa e come questa sta trasformando il lavoro, il tempo libero, la comunità e la vita di tutti i giorni), tradotto in italiano come L'ascesa della nuova classe creativa. Stile di vita, valori e professioni.

[5] Dmitrij Borisovič Oreškin, politologo.

[6] Andrej Ivanovič Kolesnikov, giornalista e “putinologo” di fama nazionale.

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