01 luglio 2011

L'altra faccia della ricostruzione a tempo di record della Cecenia

In Cecenia è la festa dei falliti




La repubblica è ricostruita, ma le ditte edili cecene sono in rovina. Com'è successa una cosa del genere?


A giorni scadrà il termine del programma federale quadriennale per la ricostruzione della Repubblica Cecena. Il rappresentante plenipotenziario del presidente nello SKFO [1] Aleksandr Chloponin ha già constatato: “La repubblica è praticamente del tutto ricostruita”. Sembrerebbe che fosse grande festa per i costruttori. Tuttavia le persone che a tempo di record hanno compiuto l'impossibile oggi sono all'estremo della disperazione. Conosco i membri dell'Unione degli imprenditori della Repubblica Cecena da più un anno. Il mio tavolo di lavoro è ricoperto di chilogrammi dei loro documenti edili. La maggior parte di essi sono falliti e debitori.

Oggi Groznyj dà un distacco a qualsiasi città russa, per non parlare di altre capitali del Caucaso. Sullo sfondo della bellezza che diventa decrepita di Nal'čik [2] o di Machačkala [3] che scoppia di lusso disordinato la capitale cecena sembra la Hong Kong del Caucaso. I viali paralleli inondati di luci, i grattacieli di vetro sulle rive della Sunža, la più grande moschea d'Europa e migliaia di condomini ricostruiti.

Ma ancora nel 2006 la città era in rovina. La ricostruzione andava avanti fiaccamente e in modo disuguale – si davano da fare solo per ciò a cui era più facile dare un aspetto presentabile. E i quartieri Zavodskoj e Staropromyslovskij della città restavano zone del tutto intoccabili. Neanche le grandi ditte edili correvano il rischio di entrare là – c'era troppo da perdere. Per rimuovere tali rovine erano indispensabili apparecchiature pesanti e costose ed era grande anche il rischio di restare vittime di munizioni inesplose.

Per dare alla costruzione un nuovo impulso, su disposizione di Vladimir Putin nell'inverno 2006 fu creata la Direzione per l'Edilizia Speciale per la Repubblica Cecena n. 42 presso lo Specstroj della Russia [4]. Accanto alla ricostruzione il compito principale dello Specstroj fu la rimozione delle rovine – il trasporto di migliaia di tonnellate di blocchi di cemento armato, di armature e di elementi di ingegneria che coprivano la città come un fitto strato. La nuova direzione fu capeggiata dal colonnello del ministero della Difesa Sergej Sidorjakin.

A differenza di altre organizzazioni edili che hanno “ricostruito” la repubblica, la nuova direzione aveva un dettaglio molto importante – le tranche del budget dovevano giungere direttamente alla Direzione per l'Edilizia Speciale, evitando le autorità cecene. A dire il vero, al momento della creazione la Direzione per l'Edilizia Speciale non aveva soldi, invece c'era entusiasmo e attesa di un nuovo programma federale finalizzato allo sviluppo, dove al finanziamento dello Specstroj fosse dato il posto d'onore.

Con la forza lavoro non qualificata non sorsero problemi per lo Specstroj, ma con i costruttori professionisti risultò più difficile. Verso le promesse dei militari avevano un atteggiamento di sfiducia.

Allora prese la parola Ramzan Kadyrov. Il suo programma personale “La città senza tracce della guerra” era chiamato a mobilitare gli abitanti della repubblica per la costruzione. “Ricostruite. Investiteci. Non sarete ingannati”, – dichiarò. Gli credettero. E la repubblica fu coperta da un boom edilizio.

In un anno Groznyj fu ricostruita per più di metà. Fra l'altro anche l'abitato di Černoreč'e, pari per superficie a una città russa media. In esso vivono circa 40 mila persone.

Secondo le condizioni dei contratti statali siglati dagli appaltatori, nei 30 giorni dopo la consegna degli edifici ricostruiti la Direzione per l'Edilizia Speciale n. 42 era obbligata a versare i soldi sul conto delle ditte. Ma passava un mese, dopo due, poi tre – i soldi non c'erano.

Verso l'inverno 2008 il totale dell'attività dei proprietari delle ditte edili private che avevano ricostruito la città era triste? – Questi si ritrovarono citati per debiti. I loro patrimoni personali furono svenduti. Amici e familiari passarono tra le file dei creditori – chi prestò soldi, chi materiali da costruzione. Gli affari furono paralizzati – non c'era con che pagare gli stipendi agli operai, le ditte restarono solo sulla carta. Oltre a tutto questo, spremettero ben bene i crediti ottenuti dalle banche per la liquidazione delle “tracce della guerra”.

Ostaggi dello Specstroj si ritrovarono 70 ditte edili cecene e più di duemila semplici ceceni – di fatto senza mezzi per vivere.

Allo stesso tempo la Direzione per l'Edilizia Speciale n. 42 fu liquidata con la formula onorifica “lo Specstroj della Russia ha compiuto con onore la propria missione nella Repubblica Cecena”. E tutto il patrimonio della Direzione su disposizione del governo russo fu trasmesso in proprietà alla Repubblica Cecena. La FGUP [5] “Direzione per l'Edilizia Speciale” si trasformò nella GUP [6]Specstroj presso il ministero dell'Edilizia della Repubblica Cecena”. Lo Specstroj ceceno aveva gli stessi poteri di quello federale – siglò accordi con gli appaltatori e curò i lavori di ricostruzione. E qui ancora molto a proposito giunse l'approvazione del programma federale “Sviluppo socio-economico della Repubblica Cecena negli anni 2008-2011” e i soldi arrivarono.

Una delle prime tranche del budget trasmesse alla repubblica era predestinata all'“estinzione dell'indebitamento creditizio della Repubblica Cecena per i lavori di ricostruzione degli anni 2006-2007”. In questa somma era compreso anche 1 miliardo e 556 milioni di rubli [7] per il pagamento dei lavori per i contratti statali “fuori programma”, quelli che furono siglati ancora prima dell'approvazione del nuovo programma federale finalizzato.

Tuttavia, ricevuti i soldi, lo Specstroj ceceno si rifiutò recisamente di riconoscere i debiti fuori programma. I funzionari di tutti le branche e i livelli, riconoscendo la giustezza delle recriminazioni finanziarie dei costruttori, li mandarono gentilmente in tribunale. Quando anche gli anziani del villaggio più influente, Centoroj [8], consigliarono di “risolvere il caso secondo le leggi della Federazione Russa”, per la maggior parte dei capi delle ditte edili diventò chiaro che erano spacciati. E si arresero. I più caparbi si riunirono sotto il tetto dell'Unione degli imprenditori della Repubblica Cecena.

Oggi hanno in mano qualche decina di sentenze non eseguite dei tribunali d'arbitrato con il verdetto “avete ragione”. Ci sono i materiali della verifica dell'attività dello Specstroj visionate dall'inquirente per i casi particolarmente importanti Elena Ščëgoleva, che trovò una grande quantità di violazioni. Ci sono le verifiche del Rosfinnadzor [9] e di altri istituti di sorveglianza. C'è tutto – solo i soldi non ci sono.

I costruttori mi assicurano che Ramzan Kadyrov non è a conoscenza dell'essenza del conflitto, altrimenti “il problema sarebbe stato risolto da tempo”. E' difficile crederci. La ricostruzione della repubblica completamente distrutta nel corso di due guerre è diventato il principale progetto di immagine del potere russo e per il capo della Repubblica Cecena – un affare importantissimo. Il miliardo e mezzo che la Repubblica Cecena doveva proprio ai costruttori ceceni sembra una goccia nel mare dei versamenti dal budget per la “ricostruzione”. Ma nessuno vuol fare chiarezza in questo. Il termine del programma federale è scaduto. Il progetto è chiuso. E il rappresentante plenipotenziario Chloponin con il suo annuncio ha posto in esso un grosso punto.

Nell'ennesimo appello aperto dell'Unione degli imprenditori della Repubblica Cecena al presidente Dmitrij Medvedev, al premier Putin e al capo della Repubblica Cecena Ramzan Kadyrov i costruttori chiedono a loro di far chiarezza nella situazione ed esprimono la speranza che dopo la pubblicazione di questo appello nei mezzi di comunicazione di massa resteranno in vita.

Leggete il testo completo dell'appello QUI

Irina Gordienko

30.06.2011

[1] Severo-Kavkazskij Federal'nyj Okrug (Distretto Federale del Caucaso del Nord).

[2] Capitale della Cabardino-Balcaria.

[3] Capitale del Daghestan.

[4] Nome abbreviato della Federal'noe Agentstvo Special'nogo Stroitel'stva (Agenzia Federale per le Costruzioni Speciali). Il corsivo, qui e altrove, è mio.

[5] Federal'noe Gosudarstvennoe Unitarnoe Predprijatie (Impresa Unitaria Statale Federale).

[6] Gosudarstvennoe Unitarnoe Predprijatie (Impresa Unitaria Statale).

[7] Oltre 38,5 milioni di euro.

[8] Villaggio della Cecenia centrale, luogo nativo di Kadyrov e suo “feudo”.

[9] Nome non ufficiale della Federal'naja Služba Finansovo-Bjudžetnogo Nadzora (Servizio Federale di Ispezione delle Finanze e del Budget).

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