Arrestato un sospetto del caso Budanov |
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Perché la solitamente vanagloriosa Commissione Inquirente tace?
Venerdì è apparsa inaspettatamente la notizia dell'arresto di un sospetto dell'omicidio di Jurij Budanov. Per la prima volta della soluzione di un caso clamoroso si è avuto notizia non dalla “testa parlante” della Commissione Inquirente della Federazione Russa Vladimir Markin, ma dall'addetto stampa del tribunale Presnenskij [1] Ol'ga Sutjapova. Nel tribunale si è decisa la questione della scelta delle misure restrittive da applicare al sospetto. Tra l'altro venerdì non è comunque comparsa una riga sul caso Budanov nel sito della Commissione Inquirente. Del sospetto ci è ora noto con certezza solo che è Sulejmanov Magomed Machmudovič [2], anno di nascita 1970, nativo della Cecenia. Una fonte altolocata del governo della Repubblica Cecena ci ha confermato che “questa persona è stata effettivamente registrata in un centro abitato della Cecenia, tuttavia per nazionalità Magomed Sulejmanov non è ceceno”. La questione dell'appartenenza nazionale dell'assassino di Budanov fin dall'inizio è stata una questione di principio. L'opinione pubblica, senza pensarci, ha attribuito l'omicidio di Budanov ai sanguinari vendicatori vainachi [3], ammettendo allo stesso tempo un fatto triste: c'è di che vendicarsi. Budanov non era certo l'unico militare russo che avesse maltrattato gli abitanti della Cecenia. Non era neanche l'unico condannato per crimini essenzialmente di guerra. Negli ultimi anni il governo della Federazione Russa ha “consegnato” alla Corte di Strasburgo abbastanza dati di orientamento su chi ha prestato servizio in Cecenia. Ci sono sia generali altolocati, sia semplici agenti dell'OMON [4]. E nessuno di essi è morto per mano di vendicatori ceceni. La leadership della Repubblica Cecena in generale reagisce dolorosamente a qualsiasi accenno a una “pista cecena” nel caso Budanov e si dissocia categoricamente dall'identità nazionale del possibile assassino. Anche se proprio le autorità della repubblica in primo luogo hanno fatto sì che di qualunque cosa subito siano colpevoli i “sanguinari vendicatori ceceni”. Nella mitologizzata coscienza russa Ramzan Kadyrov è dotato della capacità di uccidere impunitamente chiunque voglia. Di questa immagine adesso tocca rispondere. A tutti i ceceni. E non solo. Il problema è che la sindrome caucasica della Russia è utilizzata attivamente dai beneficiari dell'intolleranza interetnica, che chiamano a raccolta sotto le proprie insegne fasciste. Quest'anno è stato particolarmente notevole quanto questo appello sia efficace. I distretti militari russi possono solo invidiarli… Dal momento dell'omicidio di Budanov sono passati quasi tre mesi – un tempo del tutto sufficiente per scoprire un crimine. Noi, certamente, a tale prontezza investigative non siamo affatto abituati, ma sia pure. Dunque. Gli inquirenti hanno un personaggio concreto, cioè c'è anche una versione fondamentale. Di più! Gli inquirenti sono già riusciti a formulare l'accusa nei confronti di Sulejmanov. Per formulare un'accusa nei confronti di una persona, bisogna raccogliere e stabilire processualmente prove convincenti della sua colpevolezza. Tanto più è incomprensibile il silenzio della solitamente vanagloriosa Commissione Inquirente invece di un rapporto vittorioso che da spazio solo a fughe di notizie sui mezzi di informazione di massa sul fatto che l'omicidio di Budanov fosse su commissione. I tabloid se ne sono fregati di queste “fonti non precisate” e mentre Bastyrkin tace, fanno tirature sull'odio tra persone. La vendetta di sangue e l'omicidio su commissione sono due cose diverse per principio. Nel primo caso si tratta della mentalità di un'etnia, nel secondo di banale criminalità. Nel primo caso la nazionalità dell'assassino è un appello alle barricate, nel secondo non ha alcun significato. E' davvero importante se il cittadino Andrej Romanovič Čikatilo [6], anno di nascita 1936, fosse un chochol [7], un ebreo o un russo? 28.08.2011, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2011/095/04.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |
[1] Sito nell'omonimo quartiere nel centro di Mosca.
[2] Cognome, nome e patronimico, secondo la formulazione ufficiale.
[3] Dai Vainachi, popolo autoctono del Caucaso, discendono Ceceni e Ingusci.
[4] Otrjad Milicii Osobogo Naznačenija (Reparto di Polizia con Compiti Speciali), sorta di Celere, nota per la sua durezza.
[5] Aleksandr Ivanovič Bastyrkin, capo della Commissione Inquirente.
[6] Il “mostro di Rostov”, il più terribile serial killer russo.
[7] “Ciuffo”, nome derisorio degli ucraini.
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