Una storia senza precedenti |
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In Russia per diventare premier non sono necessari né “governi ombra”, né voti – è sufficiente un voto
Il leader di “Causa di Destra” [1], l'oligarca Michail Prochorov ha formato un “governo ombra”. Tali governi giocattolo li ebbero un tempo anche il KPRF [2], lo LDPR [3] e “Jabloko” [4]. Quanto sono seri tutti questi giochi, c'è in Russia una tradizione storica di governi ombra? L'anno prossimo tra gli altri anniversari potremo celebrare un'altra “data tonda” – 210 anni dalla designazione del primo governo della Russia. Nel 1802 lo zar liberale Alessandro I, sostituendo i collegi di Pietro il Grande con i ministeri, creò un nuovo organo di potere – il comitato dei ministri. Tra l'altro, il nome del primo premier russo, il funzionario e diplomatico Aleksandr Voroncov (quando leggi la sua biografia, per qualche motivo ricorda Michail Fradkov [5]) dice poco al grande pubblico. E fra quasi tre decine di capi del governo della Russia prerivoluzionaria a un posto nella memoria collettiva possono aspirare forse tre – Vitte [6], Stolypin [7] e Kerenskij. Tutti, fra l'altro, di quel periodo tempestoso, quando le migliori menti della Russia sognavano di trovare davanti alla Duma un “governo di fiducia popolare”. Ma non ci riuscirono. Visto che non c'è mai stato da noi un gabinetto formato dalla maggioranza parlamentare, non ci sono neanche esempi un “governo ombra” reale e non giocattolo. Né nella monarchia parlamentare dell'inizio del XX secolo, né nella Russia odierna l'opposizione poteva aspirare a un cambio legale di potere. In altre epoche, va notato per giustizia, non si permetteva l'esistenza dell'opposizione stessa. I tentativi di giocare al “governo ombra”, a dire il vero, ci furono. Nel 1915, sullo sfondo dei primi grandi insuccessi nel corso della Prima Guerra Mondiale, quando il paese già rotolava verso una delle maggiori catastrofi della propria storia, i gruppi liberali della Duma di Stato formarono il “Blocco Progressivo” e divulgarono la lista di persone note a tutto il paese che avrebbero voluto vedere nei “corrispondenti ministeri”. Lo zar non accolse le ingenue richieste dei liberali e per l'ennesima volta decise di rafforzare la “verticale”, come la intendeva a suo modo. Il risultato fu la girandola di ministeri provocata dalle camarille di corte e la caduta della monarchia. I liberali, tuttavia, si rivelarono non pronti al potere – per molti versi perché il loro “governo ombra” era più un giocattolo che una cosa vera. Ciò divenne particolarmente evidente quando nel febbraio del '17 si passò all'azione – difficilmente meriterà rammentare come il tutto si concluse. Come istituto di potere il governo in Russia non ha giocato di solito un ruolo di primo piano. Gli imperatori russi nei confronti dei propri premier non usavano la parola “tecnico”, ma sottintendevano qualcosa di simile. Anche la polizia segreta – la non sconosciuta Terza Sezione – dai tempi di Nicola I fu sottoposto alla Cancelleria Privata di sua altezza imperiale – un organo che per le sue funzioni rammenta l'attuale amministrazione presidenziale. Per capitare al posto di capo del gabinetto non era necessario conquistare i voti degli elettori, era sufficiente un voto. Il “Governo Ombra” in queste condizioni acquistava la forma di un gruppo di corte che agiva sullo zar allo scopo di fargli approvare questa o quella decisione. Alla vigilia della guerra russo-giapponese degli anni 1904-1905, che portò alla prima rivoluzione russa, dispiegò un'intensa attività il gruppo di funzionari e uomini d'affari capeggiato dal colonnello Bezobrazov. La “banda di Bezobrazov”, come la chiamavano, insistette sulla conduzione di una politica più aggressiva in Estremo Oriente di quella che aveva fatto il governo del prudente riformatore Vitte, che si trovava al potere. Per Nicola II tale fervore patriottico fu di suo gusto – Vitte fu licenziato e la Russia presto si trovò coinvolta in una guerra, che si risolse in un'umiliante sconfitta. Sono capitati certamente anche tempi in cui il governo è diventato forte. Ma questi, permettete, sono stati gli anni più malefici della nostra storia. Il rafforzamento del governo era legato in primo luogo alla comparsa in quel posto di un carismatico “leader nazionale”. Tali furono i presidenti del Consiglio dei Commissari del Popolo Lenin e Stalin. Quest'ultimo occupò il posto di capo del governo per 12 dei 29 anni del proprio potere di fatto. Proprio sotto Stalin il significato del posto di capo del governo crebbe indicibilmente nei confronti del “presidente” [9], com'era chiamato informalmente il presidente del Soviet Supremo. E i potenziali pretendenti al posto di capo del governo che osassero dubitare della giustezza del corso prescelto in quegli anni erano dichiarati nemici del popolo. Vasilij Žarkov, 06.09.2011, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2011/099/12.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |
[1] Partito di orientamento conservatore.
[2] Kommunističeskaja Partija Rossijskoj Federacii (Partito Comunista della Federazione Russa).
[3] Liberal'no-Demokratičeskaja Partija Rossii (Partito Liberal-Democratico di Russia), ad onta del nome partito nazionalista e populista.
[4] “Mela”, partito di orientamento liberale, che deve il nome alle iniziali Ja-B-L dei fondatori Grigorij Alekseevič Javlinskij, Jurij Jur'evič Boldyrev e Vladimir Petrovič Lukin.
[5] Michail Efimovič Fradkov, primo ministro dal 2004 al 2007.
[6] Sergej Jul'evič Vitte, fautore dell'industrializzazione, primo ministro dal 1905 al 1906.
[7] Pëtr Arkad'evič Stolypin, riformatore, primo ministro dal 1906 al 1911, quando fu ucciso da un anarchico.
[8] Aleksandr Fëdorovič Kerenskij, socialista, primo ministro dal luglio 1917 alla Rivoluzione.
[9] Nell'originale prezident, parola che designa solo il presidente di una repubblica.
[10] Nome colloquiale dell'Alta Scuola di Scienze Economiche e Sociali di Mosca, fondata dallo studioso Teodor Shanin. Il corsivo è mio.
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