Il padre di Makšarip Aušev si è rivolto con una dichiarazione al presidente russo
27 novembre 2011, 15.30
Il padre dell'attivista per i diritti umani ucciso Makšarip Aušev Magomed-Chadži si è rivolto con una lettera aperta al presidente russo Dmitrij Medvedev. Il motivo dell'appello sono state le perquisizioni non autorizzate, che, secondo Magomed-Chadži Aušev, hanno cominciato ad essere condotte da settembre dello scorso anno.
"Negli ultimi due mesi (dal 25 settembre al 25 novembre) da noi con diversi pretesti e senza fornire i corrispondenti documenti da parte di qualcuno sono stati inviati gruppi speciali sconosciuti per condurre perquisizioni accanite", – si dice nell'appello.
Al corrispondente di "Kavkazskij uzel" è riuscito entrare in contatto con il padre di Makšarip Aušev.
"Il 25 del mese corrente da noi hanno fatto irruzione persone in tuta mimetica mascherate. Erano circa 50 persone. Senza presentare alcun documento hanno condotto una perquisizione non autorizzata", – ha detto Aušev.
Anche Magomed-Chadži Aušev ha supposto che uno degli Ural [1] militari su cui sono giunte le persone sconosciute sia lo stesso che fu usato nel tentativo di sequestro di Makšarip Aušev all'uscita da Magas [2] il 15 settembre 2009.
Secondo Aušev, questi si è rivolto a tutte le strutture armate per venire a sapere chi fossero le persone mascherate che hanno condotto le perquisizioni.
"Ci siamo rivolti dappertutto, al Consiglio di Sicurezza, al ministero degli Interni, allo FSB [3] per venire a sapere chi ha condotto le perquisizioni, ma ci rispondono che a loro niente è noto. Ed ecco che abbiamo deciso di rivolgersi alla prima personalità dello stato perché intervenga. Penso che il nostro presidente Dmitrij Medvedev non sappia cosa accade qui da noi. Spero che questo appello giunga a lui e che questi prenda le corrispondenti misure", – ha detto Aušev.
Al momento non ci sono commenti di personalità ufficiali e rappresentanti delle strutture armate riguardo all'appello di Aušev.
Ricordiamo che Makšarip Aušev morì il 25 ottobre 2009, quando sull'autostrada federale "Caucaso" ad alcuni chilometri da Nal'čik [4] sulla sua automobile spararono alcuni sconosciuti da un'auto che passava vicino. L'oppositore morì sul colpo.
Nell'ottobre 2010 le indagini furono bloccate "per via dell'impossibilità di determinare le persone da incriminare". Dopo l'appello di persone vicine agli Aušev al presidente russo e al procuratore generale della Federazione Russa, la direzione centrale del Comitato Inquirente russo nei circondari federali Meridionale e del Caucaso del Nord il 2 settembre 2011 furono riaperte le indagini sul caso dell'omicidio dell'attivista per i diritti umani inguscio.
Ricordiamo che Magomed-Chadži Aušev scrisse che gli era noto chi aveva ucciso suo figlio. Fra l'altro l'uomo fece direttamente i nomi di queste persone, tra cui anche quelli di gente che occupa posti in alto nelle forze dell'ordine, che, secondo le sue informazioni, erano stati complici dell'omicidio di suo figlio. Subito dopo questa dichiarazione le autorità ingusce cominciarono a condurre una verifica, come assicurò l'allora ancore addetto stampa del presidente inguscio Kaloj Achilgov, tuttavia dei risultati della verifica non si sa niente.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "Mucol'gov [5]: il caso dell'omicidio di Makšarip Aušev, compiuto due anni fa, è stato frenato", "Per informazioni sugli assassini di Makšarip Aušev è stata offerta una ricompensa in denaro", "HRW: l'omicidio di Aušev mette in dubbio l'autorità di Evkurov in Inguscezia", "Gli Aušev chiamano gli abitanti dell'Inguscezia in casa dell'ucciso Makšarip Aušev", "Evkurov: dietro l'omicidio di Makšarip Aušev potrebbero esserci le strutture armate".
Autore: Vacha Belcharoev; fonte: corrispondente del "Kavkazskij uzel"
"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/196542/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1] Camion russo.
[2] Sorta di Brasilia caucasica, la nuova capitale dell'Inguscezia costruita di sana pianta.
[3] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto russo.
[4] Capitale della Kabardino-Balkaria.
[5] Magomed Adamovič Mucol'gov, attivista per i diritti umani inguscio.
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