In Daghestan è sparito il padre della kamikaze che si fece saltare in aria nel metrò di Mosca
18 novembre 2011, 14.57
In Daghestan è scomparso senza lasciare traccia l'abitante del villaggio di Balachani nel distretto di Uncukul' [1] Rasul Magomedov, questo ha dichiarato al corrispondente di "Kavkazskij uzel" sua moglie Patimat Muršidova. Rasul Magomedov è il padre di Mar'jam Šaripova, che, secondo le notizie fornite dagli inquirenti, si fece saltare in aria nel metrò di Mosca nel marzo 2009 [2].
Secondo la donna, Rasul Magomadov, anno di nascita 1954, si trovava a Machačkala [3] ai corsi di riqualificazione per insegnanti.
"Ieri verso le 17.30 è uscito dall'Istituto di Riqualificazione per pedagoghi, ha preso il pulmino n. 69 ed è sparito. Il suo telefono è acceso, le chiamate arrivano, ma non risponde. Suppongo che lo abbiano sequestrato in quanto ha la barba [3]. Solo questa può esser stata la causa del suo sequestro in quanto è un semplice insegnante di campagna", – ha dichiarato la moglie dello scomparso al corrispondente di "Kavkazskij uzel".
Secondo Muršidova, in precedenza suo marito era stato preso da agenti della polizia del distretto daghestano di Uncukul'.
"I poliziotti lo presero e gli tolsero del sangue per stabilire se nostro figlio avesse preso parte o no a un crimine. Rasul si infuriò con loro e litigò con i poliziotti", – ha raccontato Muršidova.
I familiari dello scomparso hanno dichiarato la sua sparizione alla sezione di polizia del quartiere Kirovskij [5] di Machačkala e anche alla sezione di polizia del distretto di Uncukul'.
Che Rasul Magomadov è il padre di Mar'jam Šaripova è stato riferito a "Kavkazskij uzel" dai lettori con l'aiuto del servizio SMS. I suoi figli per tradizione familiare hanno ricevuto il cognome del nonno – Šaripov.
All'ufficio stampa del ministero degli Interni del Daghestan hanno dichiarato di non avere ancora notizie sulla scomparsa di Rasul Magomadov.
Ricordiamo che al mattino del 29 marzo 2010 ci furono due esplosioni alle stazioni "Lubjanka" e "Park kul'tury" della metropolitana di Mosca sulla linea di Sokol'niki [6]. Secondo le notizie fornite dagli inquirenti, gli atti terroristici furono compiuti da terroriste-kamikaze, la 28enne Mariam [7] Šaripova e la 17enne Džennet Abdurachmanova.
Il padre di Mariam Šaripova, l'insegnante della scuola media di Balachani Rasul Magomedov allora fu scioccato dall'accaduto e non riusciva a capire come sua figlia, sparita qualche giorno prima dell'atto terroristico, fosse capitata a Mosca.
Rasul Magomedov riferì allora al corrispondente di "Kavkazskij uzel" che aveva riconosciuto la figlia nelle fotografie di una terrorista su Internet. "E' mia figlia. Ne sono sicuro al 100%. L'ha riconosciuta anche mia moglie, ma per qualche motivo i funzionari per ora ignorano le nostre testimonianze", – riferì Magomedov.
Dopo le sue dichiarazioni a lui e a sua moglie Patimat Muršidova l'inquirente della sezione investigativa interdistrettuale di Bujnaksk [8] Džambulat Beletov prese del sangue per stabilire l'identità di una delle kamikaze.
Rasul Magomedov dichiarò più di una volta ai rappresentanti dei mezzi di informazione di massa locali e federali che gli agenti delle forze dell'ordine avevano cominciato ad avere un'attenzione costante per la sua famiglia dal 2006. "Allora per la prima volta compirono una perquisizione in casa di mio figlio Il'jas", – notò Magomedov.
Raccontò che la persecuzione si rinnovò due anni dopo. "Il 1 maggio 2008 i tutori dell'ordine arrestarono Il'jas nel quartiere preso in affitto dalla moglie nella città di Chasavjurt [9]. Sulla strada per lo ROVD [10] gli misero una granata in tasca, in seguito lo accusarono del sequestro e dell'omicidio di una qualche persona e anche di partecipazione a una NVF [11], ma nessuna accusa fu confermata in tribunale. Il caso fu condotto dallo stesso inquirente della sezione investigativa interdistrettuale di Bujnaksk, Džambulat Beletov. Il tribunale, per nascondere l'abuso da parte delle forze dell'ordine, riconobbe mio figlio colpevole di detenzione illegale di armi", – riferì Magomedov, secondo cui il figlio fu torturato presso la polizia.
Dall'apparato dell'incaricato per i diritti umani in Daghestan nel 2008 Rasul Magomadov ricevette la risposta che "suo figlio non aveva subito pestaggio e violenza fisica", anche se all'indirizzo dell'ombudsman della repubblica era stato indirizzato un estratto del resoconto dell'esame clinico delle persone detenute nell'IVS [12] presso l'UVD [13] di Machačkala, dove si notava la presenza di ematomi.
Nel 2010 l'inquirente Džambulat Beletov dichiarò che personalmente non aveva nessuna rimostranza nei confronti di Šaripov. "Non lo vedo da più di un anno e mezzo", – riferì l'inquirente. Notò anche che Il'jas Šaripov era stato condannato legalmente. "Per me era e resta un criminale, nessuno ha nascosto una granata addosso a Šaripov", – dichiarò Beletov.
Il'jas Šaripov si rivolse con una lettera aperta al presidente del Daghestan Magomedsalam Magomedov con la richiesta di essere difeso dalle persecuzioni degli agenti delle forze dell'ordine. Inviò appelli analoghi anche al ministro degli Interni del Daghestan Ali Magomedov, al procuratore del Daghestan Andrej Nazarov e all'incaricato per i diritti umani presso il presidente russo Vladimir Lukin.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "Un'abitante del Daghestan ha riferito della scomparsa del proprio fratello", "Un abitante di una cittadine del Daghestan ha riferito di arresti di massa tra i fedeli di una moschea", "Un abitante del Daghestan ha riferito del sequestro del proprio figlio".
Fonte: corrispondente del "Kavkazskij uzel"
"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/196036/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1] Villaggio del Daghestan centrale.
[2] In realtà era il 2010, come detto in seguito.
[3] Capitale del Daghestan.
[4] In molti posti del Caucaso la polizia da la caccia ai barbuti e li costringe a radersi pubblicamente.
[5] Quartiere della parte settentrionale della capitale del Daghestan.
[6] La linea di Sokol'niki va dalla zona sud-occidentale a quella nord-orientale di Mosca, dove si trova il parco di Sokol'niki. Le fermate degli attentati sono nella zona centrale: quella di "Park kul'tury" (Parco della cultura) presso il parco noto in Occidente come "Gorky Park" e quella di "Lubjanka" presso la nota sede dei servizi segreti.
[7] Sic.
[8] Città del Daghestan centrale.
[9] Città del Daghestan centro-orientale.
[10] Rajonnyj Otdel Vnutrennich Del (Sezione Distrettuale degli Affari Interni), la sede distrettuale della Polizia.
[11] Nezakonnoe Vooružënnoe Formirovanie (Formazione Armata Illegale).
[12] Izoljator Vremennogo Soderžanija (Carcere di Detenzione Temporanea).
[13] Upravlenie Vnutrennich Del (Amministrazione degli Affari Interni), la sede centrale della polizia.
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