Muradov: con l'aiuto della dichiarazione sulla cessazione di atti terroristici contro i civili Umarov cerca di migliorare la sua immagine
05 febbraio 2012, 16.24
Giornalisti e politici interpellati da "Kavkazskij uzel" hanno valutato positivamente il messaggio del leader dell'"Emirato del Caucaso" Dokku Umarov sulla cessazione del terrorismo contro la popolazione civile. Questi sperano che i comandanti in campo nei vari luoghi eseguiranno l'ordine.
Ricordiamo che Umarov ha dichiarato il mutamento di status della popolazione civile della Russia, che in precedenza includeva tra i propri nemici per la mancata resistenza all'indirizzo delle autorità al potere e ha dato ordine ai propri sottoposti di evitare attacchi ai civili. Il leader dell'"Emirato del Caucaso" ha annunciato il nuovo mutamento di tattica in un videomessaggio inserito nei siti che sostengono le organizzazioni armate clandestine del Caucaso del Nord.
Dokku Umarov cerca di migliorare la propria immagine e di farsi ricordare, "in quanto a Mosca hanno preso a dimenticarsi un po' di lui", ritiene il deputato della Duma di Stato Gennadij Gudkov [1]. "La comparsa di questa dichiarazione è un momento positivo. Infatti l'attacco alla popolazione civile è la barbarie più cinica che possa esserci. Evidentemente cerca di dichiarare che i militanti hanno lottato solo con il potere, perciò sono stati così crudeli", – ha detto il deputato.
E' poco credibile che il leader dell'"Emirato del Caucaso" possa mutare rapidamente la propria posizione e rinnegare la tattica del terrore contro la popolazione civile proclamata da lui stesso, ritiene il corrispondente del "Kommersant''" [2] Musa Muradov. Questi ha messo in rilievo alcuni motivi per cui avrebbe potuto esser stata fatta la dichiarazione.
"Uno dei motivi è il tentativo di attrarre l'attenzione. In quanto tutto ciò che ha fatto finora è già venuto a noia. A parte il fatto che qualche anno fa si separò dalla parte cecena delle organizzazioni clandestine, in quanto queste avevano dichiarato che non gli interessa una jihad astratta, ma lo stato nazionale ceceno (il 1 agosto 2010 i siti dei separatisti caucasici diffusero la notizia che Umarov aveva trasmesso i poteri ad Aslambek Vadalov, il 2 agosto 2010 Umarov smentì questa dichiarazione; nel luglio 2011 Umarov si riconciliò con i leader delle organizzazioni clandestine armate della Cecenia – nota di "Kavkazskij uzel"). Forse ha deciso di concretizzare gli scopi della lotta – la lotta contro i militari, in quanto la lotta contro tutti quelli che sono contro di lui non ha trovato sostegno tra le persone di buon senso. Tra l'altro, qualunque cosa abbia causato questa dichiarazione, è comunque un evento di cui rallegrarsi", – ha detto Musa Muradov al corrispondente di "Kavkazskij uzel".
Con l'aiuto del videomessaggio Umarov vuole liquidare la scissione nell'ambito islamista, che è iniziata nel 2009 dopo la proclamazione della decisione di attaccare la popolazione civile, fa notare l'osservatore delle "Izvestija" Orchan Džemal'.
"Moltissimi non approvarono una simile tattica, ciò causò delle liti. Ora Umarov, salvando la faccia, potrebbe mostrare la rinuncia a una pratica che fu accolta in modo non univoco nell'ambito islamico in Russia", – dice Orchan Džemal'.
Tra l'altro gli esperti esprimono il timore che i comandanti in campo nei vari luoghi potrebbero anche non eseguire l'ordine di Umarov.
"Le organizzazioni clandestine, certamente, in qualche modo esistono. Ma non posso dire che hanno una precisa struttura. Anche se alcuni miei colleghi amano parlare delle strutture clandestine come di organizzazioni strutturate e gerarchiche. Ma tutti questi vari gruppetti, che sono autonomi, possono prendere decisioni con indipendenza. Non dichiarerei che proprio Umarov sia un qualche centro decisionale", – fa notare Musa Muradov.
Allo stesso tempo Muradov ha sottolineato che Dokku Umarov conserva formalmente posizioni da leader. "Tuttavia, a giudicare dal tono con cui il capo dell'"Emirato del Caucaso" si è rivolto ai propri formali sottoposti, non ha certezza del fatto che il suo ordine sarà eseguito", – ritiene il giornalista del "Kommersant''".
"I terroristi del Caucaso del Nord non hanno un unico centro direttivo, esistono gruppi discordanti. Tuttavia in questo senso le organizzazioni clandestine possono essere ancor più pericolose che in presenza di un'unica direzione", – dice Gennadij Gudkov.
Orchan Džemal' ha un altro punto di vista – questi ritiene che l'"Emirato del Caucaso" sia un'organizzazione realmente esistente. "La leadership di Dokku Umarov in essa è l'eredità di quel periodo in cui il ruolo decisivo nelle organizzazioni clandestine islamiste apparteneva ai ceceni. I tentativi di cambiamento di questa situazione porterebbero alla scissione, alla "fitna" ("discordia" – nota di "Kavkazskij uzel"), cosa a cui questa gente non è assolutamente interessata. E perciò convergono perché Dokku Umarov resti il leader dell'"Emirato del Caucaso"", – porta il suo punto di vista Džemal'.
Come riferì "Kavkazskij uzel", dopo la proclamazione da parte di Umarov il 7 ottobre 2007 dello stato islamico "Emirato del Caucaso" i suoi sostenitori organizzarono un'intera serie di esplosioni e atti terroristici, anche con la partecipazione di kamikaze. Nel 2009 l'accento nell'ideologia della loro lotta si spostò dall'aspetto politico a quello religioso e nel febbraio 2010 Umarov ampliò il concetto di "nemico", dichiarando che adesso la lotta dei militanti sarebbe stata indirizzata contro la popolazione civile – per la mancata resistenza all'indirizzo delle autorità al potere. Allora il leader dei militanti dichiarò che dal Caucaso la zona delle azioni militari si sarebbe ampliata al territorio di tutta la Russia e che la guerra sarebbe tornata in casa dei russi – "non sarà solo in televisione da qualche parte, lontano, nel Caucaso".
Umarov annunciò l'inclusione della popolazione della Russia tra i propri nemici anche subito dopo l'attentato all'aeroporto moscovita di Domodedovo del 24 gennaio 2011, prendendosene la responsabilità. I membri dell'"Emirato del Caucaso" si sono presi la responsabilità di una serie di altri clamorosi crimini in Russia, in particolare per gli atti terroristici del 29 marzo 2010 alle stazioni della metropolitana di Mosca "Lubjanka" [3] e "Park kul'tury" [4] (morirono 40 persone) e l'esplosione del "Nevskij ėkspress" [5] nel novembre 2009 (morirono 26 persone).
Nota della redazione: vedi anche le notizie "I servizi segreti ritengono i leader dell'"Emirato del Caucaso" i mandanti della non avvenuta esplosione del treno "Sapsan [6]"", "NAK [7]: in Inguscezia è stato ucciso uno dei leader dell'"Emirato del Caucaso", l'erede di "Magas" [8]", "All'aeroporto di Domodedovo è stata onorata la memoria delle vittime dell'atto terroristico del 24 gennaio 2011".
Autore: Semën Čarnyj; fonte: corrispondente di "Kavkazskij uzel"
"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/200582/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1] Gennadij Vladimirovič Gudkov, deputato del partito di orientamento socialdemocratico "Russia Giusta".
[2] "Commerciante" (scritto nella grafia antica), giornale economico.
[3] Stazione del centro di Mosca, nei pressi dell'omonimo edificio dei servizi segreti.
[4] "Parco della Cultura", stazione del centro di Mosca, nei pressi dell'omonimo parco, noto in Occidente come "Gorky Park".
[5] "Espresso della Neva" (treno Mosca-San Pietroburgo – la Neva è il fiume di San Pietroburgo).
[6] "Falco Pellegrino", treno ad alta velocità in funzione tra Mosca e San Pietroburgo.
[7] Nacional'nyj Antiterrorističeskij Komitet (Comitato Antiterroristico Nazionale).
[8] Soprannome del terrorista Ali Musaevič Taziev, numero 2 dell'"Emirato del Caucaso".
06 febbraio 2012
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