05 ottobre 2012

E intanto nel Caucaso arriva pure la "zarina"...

Pensieri ad alta voce "senza parolacce" o "churdelismo" [1] in Inguscezia

Ingushetia.Ru,
02.10.2012, 15.48

Talvolta senti come quello la cui situazione lo ha "stufato" con il suo essere senza uscita e involontariamente proferisce: "Non ci sono parole. Solo pensieri e quelli sono parolacce". Ecco così che, senza temere affatto alcun giudizio pubblico, poiché solo l'Onnipotente è nostro Giudice, ho deciso di esporre alcuni miei pensieri, anche se preventivamente ripuliti da espressioni non letterarie.
Si avvicina, se non suonasse cinico, un giubileo – il ventennale dei tragici avvenimenti e il genocidio dei rappresentanti del popolo inguscio nel distretto Prigorodnyj [2] dell'Ossezia del Nord.
A questa data la leadership della Repubblica di Inguscezia si prepara a modo suo. Come capita (in lingua inguscia ciò si chiama "chur de" – fare come capita). O forse com'è programmato? Solo che la domanda è: "Da chi?"
E perché alla leadership inguscia capita sempre di rappresentare gli ingusci e l'Inguscezia nel modo più spiacevole sia agli occhi del pubblico mondiale o dei comuni cittadini negli angolini più nascosti della più grande potenza del mondo?
Qui, penso, non merita fare un excursus nella storia relativamente recente, quando letteralmente il giorno dopo il capo dell'Inguscezia scopì la "pista inguscia" nel "caso di Domodedovo" [3]. Quando allo scopo di fare il PR di se stesso propose a una persona onestissima, il capo della polizia di Mosca, di applicare nella capitale le misure particolarmente dure nei confronti di violatori di etnia inguscia.
Quando, intraprendendo la prosecuzione delle deportazioni staliniane in modo velato, ha iniziato il trasferimento di persone di etnia inguscia nella regione di Sverdlovsk [4] e dopo il fallimento di questa azione ha preso ad accusare di inaffidabilità i "sollevatori delle terre vergini siberiane" (cit.) venuti meno alle aspettative. Dice, hanno preso 58 mila rubli [5] dal bilancio per il trasferimento e… li hanno abbandonati. Tra questi, forse, c'era anche qualche decina di famiglie.
Tra l'altro la leadership dell'Inguscezia, che da cinque anni diligentemente "lotta con la corruzione", ha taciuto modestamente sull'"appropriazione" di 270 milioni di rubli [6] del bilancio per questo programma, su cui scrissero allora qualcosa anche nella stampa federale.
Ma questi sforzi "per il bene del popolo" sono già nel passato. Oggi all'"attivo" della leadership dell'Inguscezia, oltre alla garanzia da parte di questa di una copertura certa per la lenta forma di eliminazione della popolazione da parte degli agenti delle strutture armate sotto forma di lotta alla clandestinità armata, ci sono le relazioni rovinate da tempo con la leadership della vicina Repubblica Cecena. Grazie a Dio, finora solo con la leadership, in quanto l'opinione della leadership, anche in Cecenia, non va sempre in parallelo con l'opinione del popolo affidatole.
Ed ecco che con tale "bagaglio", sotto la guida del "governatore da 3" [7] (dal dossier di NEWSru.com [8]) ci avviciniamo al ventennale della data dei tragici avvenimenti dell'ottobre-novembre 1992 nel distretto Prigorodnyj dell'Ossezia del Nord.
Tuttavia, a vedere l'annuncio sul sito ufficiale del capo della Repubblica di Inguscezia il più brillante avvenimenti del prossimo novembre è detta la preparazione delle visite delle delegazioni dell'Inguscezia in Kazakistan e nel regno del Belgio. Senza approfondire la vera essenza dei prossimi viaggi all'estero delle delegazioni, noteremo che, evidentemente, è giunto il tempo di risollevare il caduto rating della leadreship dell'Inguscezia con l'aiuto dei compatrioti, tra cui gli uni non possono tornare a casa in patria dalla deportazione in quanto la Patria li ha traditi nel gennaio 2009 e gli altri l'hanno abbandonata, evidentemente in cerca di miglior sorte. Cioè non da una bella vita [9] in quella patria.
Così ecco, se pensavate che con questo il capo della repubblica "dalla stupefacente capacità lavorativa" (secondo i muftì ingusci) si sia calmato, vi sbagliate. A novembre del corrente anno è programmato l'arrivo in terra inguscia (o in ciò che di questa terra resterà) di una nota personalità regale – il Capo della Casa Imperiale Russa, Sua Altezza Imperiale la Granduchessa Marija Vladimirovna [10]. Il capo dell'Inguscezia l'ha ufficialmente invitata a visitare il Memoriale del Ricordo e della Gloria, nel complesso scultoreo del quale è raffigurato un parente di Marija Vladimirovna, il Granduca Michail Aleksandrovič, che servì degnamente nella cavalleria della Divisione Selvaggia Indigena [11].
L'alta delegazione ha in programma anche la visita del più antico luogo di culto in Russia, che si trova nella parte montuosa dell'Inguscezia – la chiesa di Tchaba-Erdy (o com'è scritto nel testo del comunicato sul sito ufficiale del capo "Tchaba-Jardy"?!).
Certo, questo è un avvenimento indubbiamente significativo per l'Inguscezia, in quanto nessuno dei reggimenti della Divisione Nativa e nessun popolo che abbia preso parte alle campagne militari della Russia Imperiale può vantare un tale numero di generali, ufficiali e semplicemente di combattenti insigniti di alte decorazioni zariste.
Ma quanto alla visita della Granduchessa mi sorgono domande: "La leadership inguscia sarà obbiettiva nel raccontare alla personalità regale le particolarità del Memoriale del Ricordo e della Gloria?" e "Visiterà l'alta ospite il distretto Prigorodnyj dell'Ossezia del Nord come culla del popolo che ha mostrato eroismo e valore senza precedenti nei combattimenti per la gloria delle armi russe e da cui 20 anni fa fummo cacciati in sprezzo a tutte le leggi per mezzo delle armi russe?"
Certo, dalle mie domande già possono sorgere domande. E prevenendo ciò, posso solo riferire le cause che mi hanno incitato a porle. Il fatto è che durante il recente viaggio in Armenia chiesero alla Granduchessa: "Sua Altezza desidera visitare il Nagorno Karabakh?" Al che il Capo della Casa Imperiale Russa rispose che non escludeva tale possibilità. Questa risposta scosse il pubblico dell'Azerbaigian. Sulle pagine di un sito Internet si è perfino sentito che un funzionario del Ministero degli Esteri dell'Azerbaigian avrebbe dichiarato che ciò sarebbe stato valutato come violazione dell'integrità territoriale dello stato.
La cosa è comprensibile, Baku oggi non esercita una giurisdizione sul Nagorno Karabakh, tuttavia non rinuncia neanche alle proprie rivendicazioni su di esso, ritenendo il Nagorno Karabakh un territorio che si trova temporaneamente sotto l'occupazione armena. Questo incidente, a prima vista insignificante, avrebbe potuto passare del tutto inosservato, se non fosse stato per i gelosi azeri, che ritengono che la visita di chiunque in Armenia non sottintenda la visita del territorio del Nagorno Karabakh. E al direttore della Cancelleria di Sua Altezza Imperiale A.N. Zakatov è toccato chiarire alla parte azera che la Granduchessa, come custode degli ideali storici e dei valori spirituali della Dinastia dei Romanov visita liberamente tutti i paesi formatisi dopo il crollo dell'URSS e si sente ovunque nella propria Patria, senza fare distinizioni di carattere etnico, confessionale, politico o di altro genere. (Dai comunicati del sito dell'ufficio stampa dell'Unica Patria).
A differenza di quella situazione interstatale, il distretto inguscio Prigorodnyj dell'Ossezia è un affare interno di un solo paese. Ma è la differenza tra la zuppa e il pan bagnato [12]. Un'occupazione è un'occupazione anche in Africa. Perciò ripeto anche una delle mie domande (a chi farla?): "Visiterà l'alta ospite il distretto Prigorodnyj dell'Ossezia del Nord come culla del popolo che ha mostrato eroismo e valore senza precedenti nei combattimenti per la gloria delle armi russe e da cui 20 anni fa fummo cacciati in sprezzo a tutte le leggi per mezzo delle armi russe?" E approfittando del caso, voglio rivolgermi al direttore della Cancelleria di Sua Altezza Imperiale A.N. Zakatov con le parole:
Egregio Aleksandr Nikolaevič! Nell'ambito della futura visita, se giungerà all'aeroporto della città di Beslan (Bersa-Jurt in inguscio), dove immancabilmente porteranno tutti gli ospiti a deporre fiori per le vittime della tragedia nella scuola di Beslan, non creda a tutto ciò che le sarà raccontato là e soprattutto alla favola dell'"aggressione inguscia", poiché, come disse in quei giorni il Santissimo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio Secondo "questi sfortunati bambini hanno pagato per i peccati dei loro genitori".
In seguito, passando attraverso il villaggio agricolo di Čermen, sappia che è il villaggio inguscio di Močk''i-Jurt, in cui per caratteri etnici, confessionali, politici o altri sconosciuti non è ancora maturato un "clima morale-psicologico" per la vita in comune di ingusci e osseti e i loro figli vanno a scuola separatamente.
Continuando per Džejrach [13], verso gli antichi santuari di Tchaba-Erdy, se il percorso passerà attraverso la città di Vladikavkaz [14], sappia che questa benedetta città fu fondata come fortezza sul villaggio inguscio di Zaur-Kov ancora nel 1784, quattordici anni dopo il passaggio volontario delle comunità Ingusce sotto la sudditanza Russa. Non dico poi che seguirà tutto questo percorso per la strada Militare Georgiana fino al ponte sul fiume Terek e in seguito a Džejrach per il territorio chiamato culla del popolo inguscio, ma che per cattiva volontà o per volontà dei cattivi è proibito a persone di etnia inguscia. (Per caratteri etnici, confessionali, politici o altri finora sconosciuti).
La cosa più importante è che Lei e tutti quelli che si troveranno a far parte di questa Alta Missione sappiano questo, in quanto è ignoto cosa e come ve lo racconteranno le personalità ufficiali che vi accompagneranno tra il novero dell'odierna leadership della Repubblica di Inguscezia, all'indirizzo della quale personalmente non ho parole. Solo pensieri.
Batr Ėginskij

www.ri-online.ru

http://ingushetiyaru.org/news/24410/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

Note
[1] Dall'espressione inguscia chur de (vedi in seguito).

[2] "Periferico", distretto della parte occidentale dell'Ossezia del Nord.

[3] L'attentato all'aeroporto moscovita di Domodedovo del 2011.

[4] Città ai piedi degli Urali fondata come Ekaterinburg e ribattezzata Sverdlovsk in epoca sovietica in onore del politico sovietico Jakov Michajlovič (originariamente Ešua-Solomon Movševič o Jankel' Miraimovič) Sverdlov. La regione è rimasta ufficialmente "di Sverdlovsk".

[5] Oltre 1440 euro.

[6] Oltre 6,7 milioni di euro.

[7] Il nostro voto 6 (i voti russi vanno da 1 a 5).

[8] Agenzia di informazioni russa.

[9] Espressione usata dall'attore e scrittore Ivan Fëdorovič Gorbunov nel racconto "L'aeronauta" e divenuta proverbiale per indicare chi fugge da una brutta situazione.

[10] Marija Vladimirovna Romanova, membro più eminente dell'ex famiglia regnante Romanov. E' la bisnipote del fratello minore dello zar Alessandro III.

[11] La "Divisione Selvaggia" del Caucaso era "Nativa" perché formata da solo caucasici.

[12] In russo suona "tra "in fronte" e "sulla fronte"".

[13] Villaggio dell'Inguscezia meridionale.

[14] Capitale dell'Ossezia del Nord.

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