23 agosto 2013

Una rilettura reazionaria ma interessante del tentato golpe in URSS del 1991

Reportage sul suicidio di un determinato paese

Chi sono oggi quelli del GKČP [1]: salvatori della grande potenza o congiurati?

21.08.2013, 13.59

giornalista

Esattamente 22 anni fa si verificarono gli avvenimenti che determinarono il futuro dell'URSS. Ma in particolare il fatto che è passato alla storia come il "Putsch di Agosto". Questo ha determinato anche la politica sul territorio di tutta la futura Russia, compreso il Caucaso, che in quel momento si trovava nel pieno della guerra: il Karabach, il conflitto Georgiano-Abcaso, l'avvento al potere dei nazionalisti nella Repubblica Socialista Sovietica Autonoma di Cecenia e Inguscezia. A cosa ha portato tutto questo, lo sappiamo. Ma si poteva fare un'altra strada?

Ora, tanti anni dopo, si può solo ipotizzare cosa sarebbe stato se avessero vinto quelli del GKČP. Ma la storia, com'è noto, non conosce il congiuntivo. Possiamo dare solo la nostra valutazione di quello che si verificò in realtà.

Così il 19 agosto 1991 un gruppo di persone formato da ministri dell'URSS in carica dichiara lo stato di emergenza nel paese, dicendo che la politica del presidente Gorbačëv era finita in un vicolo cieco, in particolare la politica della perestrojka. Ma lo scopo fondamentale del comitato era bloccare la firma del nuovo trattato dell'Unione, in cui di fatto era prescritta la liquidazione dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.

Penso che meriti ricordare che non molto tempo prima il presidente della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa Boris El'cin aveva dichiarato la sovranità statale della Russia e passando per le repubbliche della Russia, tra cui quelle nazionali, pronunciò l'allora famosa frase: "Prendetevi tanta sovranità, quanta potete divorarne...". In seguito questo ha avuto il ruolo di bomba a effetto ritardato.

Merita comunque fare attenzione agli avvenimenti che a quel tempo si svilupparono in Cecenia accanto ai conflitti summenzionati.

Il tentato "colpo di stato" in URSS del 19-21 agosto 1991 fu il catalizzatore della situazione politica nella repubblica. Il comitato del PCUS della Repubblica di Cecenia e Inguscezia, il Soviet Supremo e il governo sostenevano il GKČP, ma l'OKČN [2] intervenne contro il GKČP.

Il 19 agosto per iniziativa del Partito Democratico Vainaco [3] nella piazza centrale di Groznyj iniziò una manifestazione a sostegno della leadership russa, ma dopo il 21 agosto prese a svolgersi con slogan per le dimissioni del Soviet Supremo con il suo presidente.

Il 4 settembre ebbe luogo la presa del centro televisivo di Groznyj e della Casa della Radio. Džochar Dudaev si mise a leggere un appello, in cui chiamò la leadership della repubblica "criminali, concussionari, malversatori" e dichiarò che dal "5 settembre allo svolgimento di elezioni democratiche il potere nella repubblica passa nelle mani del comitato esecutivo e di altre organizzazioni democratiche".

Il 6 settembre il Soviet Supremo della Repubblica Autonoma Socialista Sovietica di Cecenia e Inguscezia fu disperso dai sostenitori armati dell'OKČN. Gli uomini di Dudaev picchiarono i deputati e gettarono dalla finestra il presidente del consiglio cittadino di Groznyj Vitalij Kucenko. Di conseguenza il capo della città morì e più di 40 deputati furono feriti. Due giorni dopo gli uomini di Dudaev presero l'aeroporto "Severnyj" [5] e la TĖC-1 [5] e bloccarono il centro di Groznyj.

La politica di Gorbačëv e poi anche di El'cin aggravò talmente il problema delle nazionalità che verso il 1991 desideravano uscire dall'URSS non solo le Repubbliche dell'Unione, ma anche quelle autonome che si trovavano sul territorio della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa. Il GKČP voleva per l'appunto fermare anche questo baccanale.

Purtroppo gli avvenimenti presero un'altra strada: i sostenitori della Casa Bianca [6] dopo aver costruito le barricate (peraltro tra questi c'era anche Šamil' Basaev [7]), fecero propaganda nell'esercito e il putsch fu fatto fallire.

Tutti i partecipanti principali, come pure i simpatizzanti del comitato, furono arrestati. Di uscire asciutto dall'acqua riuscì solo a Gorbačëv. Secondo il presidente del Soviet Supremo dell'URSS Anatolij Luk'janov, il GKČP per l'appunto fu formato dallo stesso Gorbačëv ancora nel marzo dell'anno '91. Se è così, allora il crimine, come idea, non fu compiuto dagli stessi membri del comitato, ma proprio dal presidente dell'URSS.

Ai nostri tempi

Nella nostra società contemporanea, quelli del GKČP sono mostrati come criminali, golpisti, ma è così in realtà?

Primo, avevano diritto queste persone a introdurre lo stato di emergenza? Indubbiamente sì, infatti il comitato era costituito da ministri in carica e non di teppisti di strada come Basaev.

Secondo, i membri del comitato avevano un programma chiaro, distinto e costruttivo per far uscire il paese dalla crisi. El'cin aveva solo slogan, appelli all'anarchia perché i territori ottenessero il diritto all'indipendenza. Insomma, di fatto era un appello attivo alla disgregazione del paese, tra l'altro non solo dell'URSS, ma anche della Russia.

Chi portò al potere in Cecenia il rivoltoso generale Dudaev? Proprio il governo Russo, non quello Sovietico con a capo gli "orribili golpisti". Sarebbe stato zitto e fermo in Estonia.

Certo, il ruolo di Gorbačëv nei conflitti transcaucasici è grande, ma forse con l'arrivo dei democratici è cambiato qualcosa? Il sangue ha continuato a scorrere.

Ora possiamo solo ipotizzare, ponendoci la domanda: cosa sarebbe stato se il GKČP avesse vinto? Una cosa si può dire con precisione, non ci sarebbe stato quello che si è verificato in seguito all'avvento al potere della banda di El'cin: la rapina della Russia, le aste delle imprese statali, le "riforme shock".

Tra l'altro cosa volevano gli stessi "golpisti" è noto da tempo e pubblicato in fonti accessibili. Ecco alcune citazioni e giudizi su ciò che era il GKČP.

Anatolij Luk'janov

"Già da tempo si discute cosa fosse il GKČP: un putsch, una congiura o un colpo di stato? Definiamolo. Se fosse stata una congiura, dove avete visto che i congiurati vadano da colui contro cui si accordano?

Se fosse stato un putsch, avrebbe significato la rottura di tutto il sistema statale. Ma tutto fu conservato: sia il Soviet Supremo dell'URSS, sia il governo, sia tutto il resto. Cioè non era un putsch.
Ma forse era un colpo di stato? Ma dove avete visto un colpo di stato in difesa dell'ordine che esiste? Riconoscere questo come un colpo di stato è impossibile anche con una grande fantasia. Fu un tentativo male organizzato di alcune persone di andare dal leader del paese e accordarsi con lui sul fatto che non si poteva siglare un accordo che distruggeva l'Unione e che doveva intervenire.

Là c'erano Boldin [8], Šenin [9], Krjučkov [10], Varennikov [11] e Plechanov [12]. A tutti loro Gorbačëv strinse la mano e questi si divisero.

Questo deve sapere la gente, fu un disperato, ma male organizzato tentativo di un gruppo di leader del paese di salvare l'Unione, un tentativo di persone che credevano che il presidente li sostenesse, che accantonasse la firma del progetto di accordo dell'Unione che significava la formalizzazione giuridica della distruzione del paese sovietico…"

Gennadij Janaev [13]

"Non ho mai assolutamente riconosciuto di aver compiuto un colpo di stato e non lo riconoscerò mai. Per capire la logica delle mie azioni, come pure la logica delle azioni dei miei compagni, bisogna conoscere la situazione in cui il paese di trovava nell'agosto dell'anno '91.

Si trattava allora di una crisi praticamente totale, nel paese era in corso una lotta aperta per il potere tra i sostenitori della conservazione di un unico stato e di un unico ordinamento socio-politico e i suoi avversari.

Questa crisi politica si acuiva di giorno in giorno, spesso era accompagnata da azioni anticostituzionali e purtroppo la leadership politica non dava la dovuta valutazione di questo…

Non disperdemmo alcuna struttura statale, non incarcerammo alcun pubblico ufficiale, non sollevammo dall'incarico neanche Gavriil Charitonovič Popov, sindaco di Mosca, anche se portava informazioni sensibili all'ambasciatore americano 5-6 volte al giorno.

Questo non ci fu. Il Congresso dei Deputati del Popolo dell'URSS cacciò Gorbačëv e i presidenti, che poi divennero capi dei cosiddetti stati indipendenti..."

Vladimir Krjučkov

"Contrastammo la firma dell'accordo che distruggeva l'Unione. Sento che avevo ragione. Rimpiango che non siano state prese misure per il rigido isolamento del presidente dell'URSS, che non siano state presentate richieste al Soviet Supremo per la rinuncia del capo dello stato al proprio posto…"

Valentin Pavlov [14]

"Noi membri del GKČP non preparammo un colpo di stato. Credeteci, avevamo abbastanza intelligenza e possibilità per arrestare tutto il governo russo ancora lontano da Mosca, all'aeroporto, nelle dacie, per strada. C'erano tutte le possibilità che volevamo. Anche nell'edificio del Soviet Supremo della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, se ci fossimo posti tale scopo..."

Postfazione

La nostra stampa di orientamento liberale ama criticare quelli del GKČP, chiamandoli criminali e traditori della patria, tra l'altro esaltando El'cin, che, come se fosse poco distruggere un grande stato, ha anche organizzato una Guerra Civile nella nuova Russia.

Ora molti membri del comitato hanno cessato di vivere: chi allora, nei giorni dell'agosto '91, chi in tempi relativamente recenti. E dopo tanti anni, probabilmente, merita valutare correttamente il ruolo di queste o quelle personalità storiche in quel periodo.

Come disse Cristo, "dai frutti li riconoscerete…" I frutti di El'cin sono visibili anche oggi, ma i frutti di quelle persone sono legati a un paese dove c'era molto di cattivo, ma c'era anche molto di buono. Dove la parola "atto terroristico" era una sorta di astrazione, il livello di criminalità era inferiore, una potenza forte, un mondo bipolare, la coesistenza assolutamente pacifica di popoli slavi e caucasici.
Grazie a Dio, qualche tendenza di quel tempo ritorna e quello che c'è stato negli anni '90 già non più. Penso che certamente non sia necessario erigere un monumento ai membri del GKČP, ma di mettere tutti i puntini sulle "i" è l'ora da tempo.

"Kavkazskaja Politika", http://kavpolit.com/oni-byli-protiv-raspada/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Gosudarstvennyj Komitet po Črezvyčajnomu Položeniju (Comitato Statale per la Situazione di Emergenza), nome della giunta che cercò di prendere il potere in URSS nell'agosto 1991.
[2] Obščenacional'nyj Kongress Čečenskogo Naroda (Congresso delle Nazionalità del Popolo Ceceno).
[3] I Vainachi sono il popolo da cui avrebbero origine ceceni e ingusci.
[4] "Settentrionale", il principale aeroporto di Groznyj.
[5] TĖC sta per TeploĖnergoCentral' (Centrale TermoElettrica).
[6] Nome popolare dell'allora sede del Soviet Supremo, adesso sede del governo.
[7] Šamil' Salmanovič Basaev, futuro leader dei guerriglieri indipendentisti ceceni.
[8] Valerij Ivanovič Boldin, allora capo dell'apparato del presidente dell'URSS.
[9] Oleg Semënovič Šenin, allora segretario del CC del PCUS.
[10] Vladimir Aleksandrovič Krjučkov, allora presidente del KGB.
[11] Valentin Ivanovič Varennikov, allora vice-ministro della Difesa dell'URSS.
[12] Jurij Sergeevič Plechanov, allora capo dei servizi interni del KGB.
[13] Gennadij Ivanovič Janaev, allora vice-presidente dell'URSS.
[14] Valentin Sergeevič Pavlov, allora primo ministro dell'URSS.

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