28 settembre 2013

La Russia di Putin occupa silenziosamente la Georgia?

L'occupazione strisciante continua

Nel villaggio di Dvani del distretto di Kareli della Georgia i militari russi hanno ripreso il processo di erezione delle barriere di filo spinato al mattino del 22 settembre. Secondo l'incaricato dell'organo territoriale di Dvani Zaza Kopadze, i militari russi hanno già spostato il cosiddetto confine di 600 metri. Come indica Zaza Kopadze, a Dvani questo processo era stato arrestato per un mese e mezzo, tuttavia adesso è ripreso di nuovo.

Bisogna ricordare che all'inizio della scorsa settimana le guardie di confine russe hanno continuato a fissare le barriere presso il villaggio di Ditsi nel distretto di Gori. A maggio il Ministero degli Esteri georgiano riferì che i fili spinati erano stati stesi nei villaggi di Didi Khurvaleti, Gugutiantkari, Kvemo Nikozi, Tamarasheni, Dvani e Atotsi, che sono al confine tra Ossezia del Sud e Georgia.

La preistoria

Com'è noto, il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin il 12 settembre firmò la disposizione "Sulla firma dell'accordo tra Federazione Russa e Repubblica dell'Ossezia del Sud sul confine di stato", secondo cui si approva la proposta del governo della Federazione Russa sulla firma di questo accordo. Tra l'altro si incarica il Ministero degli Esteri della Federazione Russa di condurre le conseguenti trattative con le autorità di fatto della regione.

Per questo motivo il Ministero degli Esteri georgiano attraverso l'ambasciata svizzera ha inviato una nota di protesta alla Federazione Russa per via dell'intenzione della parte russa di firmare un accordo sul "confine di stato" con la cosiddetta Ossezia del Sud, dichiarò il 13 settembre il primo vice-capo del Ministero degli Esteri georgiano David Zalkaliani.

"Già il 5 settembre, dopo che ci fu reso noto che il governo della Federazione Russa si era rivolto al presidente russo con l'iniziativa di formalizzare il cosiddetto confine tra la Federazione Russa e la regione di Tskhinvali (l'Ossezia del Sud – n.d.r.), inviammo, con l'aiuto dell'ambasciata svizzera, una nota di protesta alla Federazione Russa, in cui si faceva notare che la formalizzazione di qualsiasi accordo di quel tipo fosse una violazione delle norme del diritto internazionale, che questa non ha alcuna forza giuridica e che sarà riconosciuta nulla", – dichiarò Zalkaliani.

La Russia porta avanti molto coscientemente il proprio piano

"Dovremo avere a che fare con una forza civile e probabilmente allora saremo più ottimisti", – così, nel corso della tradizionale conferenza stampa tenuta ogni lunedì, ha reagito il vice-capo del Ministero degli Esteri georgiano David Dzhalagania il 23 settembre alla ripresa dell'erezione di barriere di filo spinato da parte dei militari russi a Dvani e a Ditsi.

Come ha notato il vice-capo del Ministero degli Esteri georgiano, in questa situazione la parte georgiane può contrapporre alla Russia solo metodi pacifici e civili.

"Su questo sfondo, mentre la Georgia cerca al massimo di portare il dialogo con il vicino del Nord su un piano costruttivo, ci tocca purtroppo notare ancora una volta che la parte russa si distingue per mancanza di atteggiamento costruttivo. E' una questione critica, dolorosa. Questo processo non è iniziato ora. Purtroppo la Russia porta avanti molto coscientemente il proprio piano. Talvolta questo si arresta, talvolta le operazioni si attivano, tuttavia lo stato d'animo da regime di occupazione non cambia", – ha dichiarato Dzhalagania.

Il raccolto sotto sorveglianza dei militari russi

Bisogna notare che il 23 settembre i rappresentanti del Ministero degli Interni georgiano hanno fatto conoscenza sul posto con la situazione di Dvani.

Il Ministero degli Interni georgiano ha espresso profonda preoccupazione per via di quanto si verifica là e ha notato che, nonostante le numerose dichiarazioni e la protesta della società georgiana e internazionale, il processo di erezione delle barriere di filo spinato da parte delle truppe russe continua di nuovo.

Bisogna indicare che negli orti attigui ai territori georgiani occupati la popolazione locale è giunta al momento del raccolto. I militari russi gli hanno dato questa possibilità. Inoltre, come riferisce il corrispondente dell'agenzia di stampa georgiana "Interpress News", dopo la conclusione del raccolto i militari russi intendono continuare i lavori di montaggio sulla cosiddetta striscia di confine.

I militari russi si trovano sul perimetro del territorio occupato e il raccolto si compie sotto la loro sorveglianza.

Per quanto riguarda i tutori dell'ordine georgiani, anch'essi resteranno su questo territorio finché la popolazione locale non finirà il raccolto.

Inoltre i militari russi hanno già ripreso i cosiddetti lavori di confine su quel territorio dove la popolazione locale ha raccolto il granturco. Secondo quanto dichiarato dall'incaricato dell'organo territoriale di Dvani Zaza Kopadze, alcune decine di ettari di terra appartenente ad abitanti di Dvani sono passate sotto il controllo della parte osseta.

Zurab Abashidze espresse preoccupazione

Il rappresentante speciale del primo ministro georgiano per le questioni delle relazioni con la Federazione Russa Zurab Abashidze il 19 settembre a Praga all'incontro con il vice-capo del Ministero degli Esteri russo Grigorij Karasin espresse preoccupazione a nome del governo georgiano per via degli avvenimenti verificatisi presso la linea di occupazione.

Come ha notato Zurab Abashidze al briefing svoltosi il 23 settembre, stavolta era andato all'incontro con Karasin con una disposizione più o meno positiva, tuttavia quello che si era verificato sulla linea di occupazione giorni prima, si capisce, aveva creato uno sfondo abbastanza negativo. A suo dire, prima di ogni ennesimo incontro del genere la situazione presso la linea di occupazione si fa particolarmente tesa.

Non bisogna neanche dimenticare che il governo della Georgia e il signor Abashidze sono stati accusati più di una volta dai rappresentanti del "movimento nazionale" e dei partiti di opposizione di aver fatto concessioni a Mosca in cambio del ritorno dei prodotti georgiani sul mercato della Federazione Russa.

Anche se, secondo quanto dichiarato dal rappresentante speciale del primo ministro georgiano per le questioni delle relazioni con la Federazione Russa Zurab Abashidze, la Tbilisi ufficiale non ha fatto alcuna concessione a Mosca.

A quanto dice il rappresentante speciale, gli chiedono spesso quale sia il prezzo del ritorno dei prodotti georgiani sul mercato russo. "Voglio dichiarare precisamente che da parte nostra non è stata fatta alcuna concessione", – ha dichiarato Zurab Abashidze il 23 settembre nel corso della conferenza stampa.

La posizione di Mosca

Come ha chiarito il rappresentante speciale del premier georgiano, Mosca spiega i processi che si verificano a Ditsi e a Dvani con l'accordo formalizzato con le cosiddette Ossezia del Sud e Abcasia, che presuppone la costruzione di infrastrutture della striscia di confine. Inoltre, secondo quanto ha dichiarato, la costruzione del cosiddetto confine è la prosecuzione di quella decisione che fu presa dalla Russia nel 2008.

"La costruzione del cosiddetto confine è legata alla guerra del 2008. E' la prosecuzione di quella decisione che fu presa allora dalla Russia allo scopo di aiutare la formazione delle cosiddette Ossezia del Sud e Abcasia come stati indipendenti", – ha dichiarato Abashidze, notando che la risposta a questo da parte georgiana è che non esiste alcun confine di stato tra la Russia e la cosiddetta Ossezia del Sud.

Come risponderà la Georgia

La situazione nella regione di Tskhinvali sarà una delle principali questioni che la delegazione georgiana esaminerà alla 68.a sessione dell'Assemblea Generale dell'ONU. Bisogna indicare che la delegazione georgiana con a capo il presidente georgiano Mikhail Saakashvili prenderà parte ai lavori della 68.a sessione dell'Assemblea Generale dell'ONU dal 23 al 27 settembre. Com'è noto, la sessione si è aperta a New York il 17 settembre. Nell'ambito della visita la parte georgiana terrà un incontro con i rappresentanti dei paesi partner e con i capi delle istituzioni dell'ONU.

E il ministro degli Esteri georgiano Maja Pandzhikidze prenderà parte ai forum tematici programmati nell'ambito dei dibattiti generali dell'Assemblea Generale dell'ONU.

"In tutti gli incontri nell'ambito della sessione dell'Assemblea Generale dell'ONU saranno esaminati i processi in corso in Georgia. Chiederemo ai nostri partner di reagire adeguatamente e nettamente alle azioni della Russia", – ha dichiarato Dzhalagania.

A suo dire, "alle azioni aggressive della Russia la Georgia può contrapporre solo metodi pacifici e civili. Questo si verifica su uno sfondo in cui la Georgia cerca al massimo di portare il dialogo con il vicino del Nord su un piano costruttivo. Purtroppo ci tocca purtroppo notare che la parte russa si distingue di nuovo per mancanza di atteggiamento costruttivo", – ha notato Dzhalagania.

La posizione dei sostenitori di Saakashvili

Bisogna notare che il partito pro-presidenziale georgiano "Movimento Nazionale Unito" invita la coalizione "Sogno Georgiano" al governo a non cercare di far sì che la popolazione del paese si rassegni alla situazione dell'Ossezia del Sud.

"Invitiamo il governo a non cercare di far sì che il nostro popolo si rassegni all'occupazione, a non cercare di raggiungere lo scopo di far guardare con comprensione il nostro popolo e la comunità internazionale al dispiegamento di un confine sulla linea di occupazione. Che questi (i membri della coalizione al governo) non proseguano la politica di capitolazione", – ha dichiarato al briefing del 23 settembre il vice-presidente del parlamento Baramidze, del "movimento nazionale".

Bisogna notare che Tbilisi ruppe le relazioni diplomatiche con la Russia dopo il riconoscimento da parte di Mosca dell'indipendenza dell'Abcasia e della cosiddetta Ossezia del Sud nell'agosto 2008. I rappresentanti del governo di Bidzina Ivanishvili, che giunsero al potere in conseguenza delle elezioni parlamentari del 1 ottobre 2012, hanno definito la normalizzazione delle relazioni con la Federazione Russa una delle principali priorità della politica del paese.

La Georgia non si rassegnerà neanche alla perdita di un palmo di terra

Secondo quanto ha dichiarato il ministro della Giustizia georgiano Teja Tsulukiani, la Georgia non si rassegnerà neanche alla perdita di un palmo della propria terra.

"Se l'occupazione strisciante da parte della Russia viene vista come una pressione su di noi perché rinunciamo ai piani legati all'Unione Europea, non faremo questo e non cederemo i nostri territori", – ha dichiarato il capo del Ministero della Giustizia georgiano, commentando il processo di dispiegamento del cosiddetto confine nella Cartalia [1] Shida (Interna). Secondo Tsulukiani, per via di questo alla Georgia sono necessarie dichiarazioni dure da parte dell'Unione Europea e di altri amici internazionali perché la Russia capisca che la Georgia non si rassegnerà affatto alla perdita di un solo palmo di terra.

"Durante la visita a Bruxelles parlai dell'occupazione strisciante tanto con il commissario Štefan Füle, quanto con il commissario Cecilia Malmström. L'Unione Europea oggi dichiara univocamente che ciò che accade è inaccettabile. Ci sono molto necessarie dure dichiarazioni dell'Unione Europea e di altri amici perché la Russia capisca che la Georgia non si rassegnerà affatto alla perdita di un solo palmo di terra. Noi, per vie pacifiche, usando tutte le leve internazionali, tra cui il dialogo con la Russia, otterremo la de-occupazione dei nostri territori", – ha dichiarato ai giornalisti Teja Tsulukiani.

Le opinioni di esperti e politici

Secondo il rettore dell'Accademia Diplomatica georgiana, il professor Soso Tsintsadze, l'unica via d'uscita dalla situazione che si è creata è l'incontro tra Putin e Ivanishvili.

In diplomazia non ci sono situazioni senza via d'uscita, tuttavia, tenendo conto degli avvenimenti che si sono svolti, sono necessarie decisioni politicamente coraggiose.

"Talvolta davanti alle parti sorge una realtà tale che la diplomazia leggera diventa inefficace ed è necessaria la sostituzione con una terapia chirurgica. Intendo decisioni dolorose, ma creative. Si capisce, non intendo il coraggio politico di De Gaulle, che rinunciò all'Algeria. Oggi una decisione politicamente coraggiosa sarebbe l'incontro di Ivanishvili e Putin senza alcuna condizione preliminare. A parte questo, non esiste altra via d'uscita", – ha dichiarato Tsintsadze. A suo dire, è l'unica via d'uscita, in quanto solo a quel livello è possibile uno slancio.

Secondo quanto ha dichiarato il candidato alla presidenza della coalizione "Sogno Georgiano" Giorgij Margvelashvili, le barriere di filo spinato dispiegate presso la linea di occupazione non hanno futuro come il muro di Berlino.

Come ha notato commentando gli avvenimenti che si verificano negli ultimi tempi presso la linea di occupazione, la Georgia ha intrapreso passi positivi per il miglioramento delle relazioni con la Russia. A suo dire, quello che si verifica presso la linea di occupazione sferra un serio colpo all'immagine della Russia e indica che la Russia non è pronta a relazioni costruttive.

"Il punto principale e di partenza sta nel fatto che lo stato georgiano non raccoglierà la provocazione. Abbiamo una risorsa per agire in questa direzione. E' il nostro accordo con la comunità internazionale e il nostro pieno accordo con tutta l'umanità civile e siamo intenzionati a utilizzare proprio questo metodo. Lo riteniamo un mezzo efficace", – ha dichiarato Margvelashvili.

A suo dire, simili passi mettono sempre i diplomatici russi in una posizione difficile.

Per quanto riguarda la leader del partito "Movimento Democratico – Georgia Unita" Nino Burdzhanadze, per via della ripresa dei lavori per la demarcazione nel villaggio di Dvani nella regione di Shida Cartalia ha invitato la leadership georgiana a intraprendere passi efficaci.

"E' estremamente scandaloso e inaccettabile che nel 21° secolo si dispieghino barriere di filo spinato, che si elevi un muro tra i popoli. In tal caso chi deve risolvere questo problema? Deve intervenire in primo luogo la nostra leadership, che, purtroppo, non può fare niente. E quello che oggi si verifica da parte della Russia testimonia pure qualcosa ed è pure segno di qualcosa", – ha dichiarato Burdzhanadze.

A mo' di postfazione

Come si dice nel comunicato del dicastero di politica estera russo, gli interlocutori hanno discusso il corso delle preparazione e le prospettive di approvazione da parte dei partecipanti al dibattito di Ginevra sul Caucaso del Sud di una dichiarazione comune sulla rinuncia all'uso della forza.

Si diffondono affermazioni evidentemente false su un presunto spostamento della linea di confine all'interno del territorio. La polizia georgiana è direttamente coinvolta nell'organizzazione di "azioni di protesta della popolazione locale" con la loro conseguente cronaca tendenziosa sui mezzi di comunicazione di massa come fu, per esempio, il 17 settembre 2013 vicino al centro abitato di Ditsi.

Negli ultimi giorni si è fatto rumore intorno alle iniziative nel distretto del centro abitato di Dvani. E' chiaro che le misure pianificate di Tskhinvali portate avanti nel corso degli ultimi anni per la garanzia di un efficace regime alle frontiere di stato con la collaborazione degli agenti di confine russi causano dispiacere in Georgia, dove non sono pronti a riconoscere l'irreversibilità delle conseguenze della criminale avventura militare di Mikhail Saakashvili nell'agosto 2008.

"Ma è una premeditata compressione di emozioni, le speculazioni politiche intorno a questo tema sono inaccettabili. Queste sono gravide di serie conseguenze per la stabilità regionale", – si dice nella dichiarazione di Karasin pubblicata sul sito ufficiale del Ministero degli Esteri russo.

Secondo Grigorij Karasin, "dalla parte russa è stata espressa la speranza che il rappresentante speciale dell'UE e gli osservatori della Missione dell'UE per il monitoraggio in Georgia tratterranno Tbilisi dal fare passi irresponsabili nei distretti di confine, in particolare nelle condizioni dell'attuale situazione pre-elettorale nel paese".

"Partiamo dal fatto che gli aspetti pratici legati al regime del confine tra Ossezia del Sud e Georgia si devono discutere in modo tranquillo e costruttivo nell'ambito del Meccanismo di prevenzione e reazione agli incidenti in vigore in questo distretto, che ha dimostrato la propria efficacia", – chiarisce il Segretario di Stato e vice-capo del Ministero degli Esteri della Federazione Russa Grigorij Karasin.

Fridon Dočija, "Kavkazskaja politika", 25 settembre 2013, http://kavpolit.com/polzuchaya-okkupaciya-prodolzhaetsya/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


[1] Regione storica della Georgia.

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