Finora non li hanno puniti con la
frusta
Questo
tema è stato sollevato nei loro articoli da autori di molti mezzi di
comunicazione di massa stampati ed elettronici, vive discussioni si
svolgono anche nell'ambiente dei cosacchi del Terek [1].
Il
Patriarca di Mosca e di Tutte le Russie Kirill al Primo Grande
Congresso dei cappellani cosacchi ha indicato la propria opinione,
sottolineando che "alla base dell'immagine di vita del cosacco
stia la fede ortodossa e l'amore per la Patria. Un amore che si
estende fino alla prontezza a dare la propria vita per la Patria.
E
se il sistema di valori spirituali e morali si distrugge, la persona
si trasforma in uno pseudo-ortodosso, in una qualche immagine
caricaturale. I cosacchi devono avere un chiaro senso di appartenenza
alla Chiesa. Non si può essere cosacchi e non essere in comunione
con i Santi Misteri di Cristo. Non si può essere cosacchi e non
confessarsi. Non si può essere cosacchi e vivere in un matrimonio
non religioso. Tali cosacchi ai vecchi tempi sarebbero stati puniti
con la frusta".
Tuttavia
ora in Russia si verificano fatti che evidentemente non corrispondono
alla posizione del Patriarca Cirillo. Così, in Inguscezia di recente
si è tenuta un'assemblea per la creazione della comunità cosacca di
villaggio e del circondario cosacco della Sunža
[2].
La
schiacciante maggioranza delle persone che desiderano andarci è
musulmana. Il loro scopo è comprensibile. Non si tratta di
accogliere l'ortodossia e la forma di vita cosacca, a queste persone
è semplicemente necessario un lavoro pagato, infatti nella
repubblica praticamente non c'è. Ma le voci secondo cui i cosacchi
riceverebbero non pochi soldi dallo stato, come si dice, sono
fortemente esagerate e questo mito fa perdere la testa a molti. Qui è
appropriato ricordare le parole del Patriarca Kirill: "I
cosacchi saranno autentici solo quando sarete inseriti nella Chiesa.
E senza questo l'ardore può passare presto. L'uniforme può essere
tolta e le tradizioni possono essere violate…".
E
ancora un esempio recente: su alcuni siti Internet è stata posta la
notizia che nell'Esercito Centrale Cosacco è comparso un achund
[3] (cappellano
militare musulmano), responsabile dell'educazione spirituale dei
cosacchi musulmani. Ma da dove sono venuti nell'esercito cosacco i
cosacchi musulmani? Infatti nelle regole delle prima comunità
cosacche è detto chiaramente che cosacchi possono essere solo gli
ortodossi.
Per
fondare tale svolta le persone interessate cercano di riferirsi alla
storia, affermando che gli ingusci avrebbero servito nei reparti
cosacchi e perfino nella scorta imperiale. E altri musulmani
sarebbero sempre stati nell'esercito e avrebbero perfino prestato il
giuramento cosacco sul Corano. Confermare o smentire questa notizia
possono solo gli storici a cui ci siamo rivolti per avere
chiarimenti.
Sergej
Nikolaevič
Savenko, direttore del museo storico di Pjatigorsk [4],
candidato in scienze storiche, lavoratore emerito della cultura della
Federazione Russa, ricercatore di storia dei cosacchi con 25 anni di
esperienza:
– Le
questioni dell'appartenenza religiosa dei cosacchi, come pure tutta
la storia dei cosacchi, non sono semplici e univoche. Effettivamente,
una delle linee principali dello sviluppo storico delle comunità
cosacche è stato il loro continuo trovarsi in zone di contatto
multietniche e multi-confessionali sul Don, nel Caucaso del Nord,
negli Urali, in Siberia e così via.
Obbiettivamente
questo ha favorito il fatto che nell'ambiente cosacco si potessero
trovare e periodicamente si trovassero rappresentanti di diversi
popoli e visioni religiose tradizionali. Nella storia dei cosacchi
russi si seguono nettamente due direzioni fondamentali della sua
formazione e del suo sviluppo: quella popolare e quella gerarchica e
di servizio.
Il
nucleo e la base etno-culturale della linea popolare di sviluppo dei
cosacchi russi e piccolo-russi sono stati formati dai gruppi slavi
orientali della popolazione di fede ortodossa cristiana orientale.
L'accoglienza di cosacchi di diversa origine, di regola, richiedeva
l'accoglienza del battesimo da parte di questi. La conservazione
della fede ortodossa in un ambiente di diversa etnia è stato indice
del manifestarsi della tradizionale durezza dello spirito popolare
dei cosacchi.
Tra
l'altro bisogna tener conto del fatto che molte comunità cosacche,
tra cui anche i primi gruppi di cosacchi del Terek, si sono formate
alla periferia della Russia prima dello scisma degli anni '50-'60 del
XVII secolo e perciò nel loro ambito si è conservata l'ortodossia
nella forma pre-nikoniana dei Vecchi Credenti [5].
Ma anche questa fede era ortodossa. Questa fu severamente preservata
dai cosacchi perfino nelle condizioni di dominio dell'Islam
nell'ambiente etno-culturale diverso in cui si trovavano i cosacchi.
Un eloquente esempio è la conservazione dell'ortodossia nel corso di
oltre 200 anni da parte dei cosacchi di Nekrasov [6],
vissuti per lungo tempo nei confini della Turchia e dei suoi
possedimenti.
La
maggioranza assoluta dei cosacchi del Kuban' [7]
e del Don nel Caucaso del Nord era di seguaci dell'ortodossia
ufficialmente accettata e sostenuta. Dati storici sull'esistenza di
moschee attive nei villaggi cosacchi del Terek e del Kuban' e tanto
più di cappellani militari islamici nelle formazioni cosacche non
erano a mia disposizione e non lo sono.
La
creazione di villaggi di "fratelli cosacchi" di altre etnie
non presupponeva la collaborazione allo sviluppo dell'Islam nel suo
ambiente. Di solito era il contrario I fuoriusciti dei Cabardi, degli
Ingusci e di altri popoli indigeni della regione, stabilitisi presso
le cittadelle russe e i villaggi cosacchi, accoglievano l'ortodossia
e riempivano lo strato dei cosiddetti "neofiti" e più
tardi dei cristiani ortodossi veri e propri.
Quando
nel periodo delle riforme degli anni 1860-1870 si prese a permettere
l'insediamento di persone "di altre etnie" nei villaggi
cosacchi, tra queste persone di altre etnie potevano esserci anche
dei non ortodossi. Tuttavia questi non si annoveravano tra i
cosacchi, non partecipavano alle forme di autogoverno e di vita
tradizionale cosacche.
La
situazione religiosa nel paese, comprese le regioni cosacche, si
complicò essenzialmente per via dell'approvazione, nel corso della
Prima Rivoluzione in Russia, il 17 aprile 1905 dell'Altissimo Decreto
personale per il Senato Governante sul rafforzamento dei principi
della tolleranza religiosa, dove per la prima volta nella storia
russa si affermava a livello legislativo non solo il diritto alla
libertà di fede delle persone non ortodosse, ma si stabiliva anche
che il passaggio dalla fede ortodossa a un'altra confessione o fede
cristiana non era sottoposto a prosecuzione da parte dello stato. Ma
anche in queste condizioni proprie i cosacchi di stirpe in prima fila
rimasero fedeli all'ortodossia.
La
storia delle truppe cosacche ha riflettuto in misura maggiore la
seconda direzione di sviluppo dei cosacchi, quella gerarchica e di
servizio.
Nelle
formazioni cosacche, in particolare alla fine del XIX e all'inizio
del XX secolo, prestarono servizio rappresentanti di diversi popoli e
fedi, ma si trovavano allo stato di aggiunti o puniti e seguivano le
norme statali generali russe, in cui un ruolo chiave e dominante
nella sfera spirituale apparteneva alla Chiesa Ortodossa Russa.
Prima
dei combattimenti nei reparti dell'esercito e irregolari prestavano
servizio sacerdoti ortodossi, che non di rado prendevano parte anche
alle azioni di guerra.
La
fede ortodossa diventò la base spirituale per la rinascita dei
cosacchi negli anni '80-'90 e perciò le comunità e le unioni
cosacche create rafforzarono nelle regole il postulato fondato che
cosacchi potessero essere solo i cittadini ortodossi della nostra
Patria o residenti all'estero.
Ėduard
Burda, candidato di scienze storiche, città di Majskij,
Kabardino-Balkarija:
– Il
primo tentativo del genere per aumentare la popolazione cosacca nel
Caucaso a spese dei popoli caucasici fu legata alla fondazione di
Mozdok [8], quando nel
1765 fu formata la compagnia montanara cosacca. Riferendo
sull'origine di questa comunità, il maggiore Kudinov scrisse che
"uno della famiglia si era iscritto tra i cosacchi e così aveva
liberato gli altri dal ritorno dai loro padroni.
Dopo
questo caso la famiglia di un designato tra i cosacchi veniva
chiamata fraternità cosacca". Qui si tratta di montanari
fuggiti dai propri padroni. Già ai tempi del generale Aleksej
Petrovič Ermolov [9]
si intraprese il tentativo di annoverare tra i cosacchi tutti quelli
che vivevano a Mozdok, ma non fu coronato da un particolare successo.
Al capo della regione del Caucaso, il generale Emmanuel', chiesero
spiegazioni sul perché invece delle 771 persone destinate
all'arruolamento "erano giunti solo 110 neofiti circassi".
Anche
il tentativo del governo zarista di portare tra i cosacchi i cabardi
e gli abazi del villaggio di Babukovskij, che gli fu permesso di
fondare nel 1790, si concluse con un insuccesso. Nel 1861 più della
metà della popolazione del villaggio cosacco di Babukovskaja furono
"liberati dal dicastero cosacco" e distribuita, secondo i
desideri, nei villaggi civili.
Con
più successo si svolse la propaganda per il passaggio ai cosacchi
tra gli osseti Digor e Iron. Nel 1824, durante la formazione del
Reggimento Montanaro Cosacco, gli osseti entrarono ufficialmente nel
reggimento e i loro villaggi – Černojarskoe
e Novoosetinskoe – furono ribattezzati villaggi cosacchi.
Pure
in modo del tutto indolore si verificò il passaggio tra i cosacchi
dei georgiani che abitavano nel villaggio di Aleksandrovskaja presso
Kizljar [10]. Nel 1838
entrarono nel reggimento del Terek e di Kizljar e il villaggio
Aleksandrovskaja fu ribattezzato villaggio cosacco.
Tra
i cosacchi del Terek si riversarono anche gruppi della popolazione
cecena. A questi appartenevano quelli del clan Gunoj che vivevano nel
villaggio cosacco di Červlennaja.
Secondo i dati della spedizione etnografica, quelli del clan Gunoj
che non volevano accogliere l'Islam, se n'erano andati dall'Ičkerija
[11] montuosa a Gudermes, da dove parte di essi si trasferì a
Červlennaja (che i ceceni chiamavano "Fortezza di Giunchi")
e parte a Zibir-Jurt e a Staryj Jurt (la leggenda sul trasferimento a
Červlennaja della parte
del clan Gunoj che non voleva accogliere l'Islam fu registrata da
B.K. Kaloev nel villaggio di Guni nel 1959).
A
parte quelli del clan Gunoj nei villaggi di cosacchi del Terek ai
nostri giorni vivono non pochi discendenti di ceceni trasferitisi in
vari tempi presso i cosacchi del Terek da altri distretti della
Cecenia. Sono Egorkini, Busungurovcy e Titkiny nel villaggio cosacco
di Červlennaja, Zakaevy e
Kostikovy nel villaggio cosacco di Grebenskaja. Nel villaggio cosacco
di Petropavlovskaja vivevano ceceni del clan Šikaroj,
andarono nel villaggio cosacco per lo stesso motivo, non volendo
accogliere la religione musulmana.
Tra
l'altro è necessario notare che in nessun documento storico noto,
come pure nelle ricerche di storici pre-rivoluzionari e sovietici si
incontrano menzioni di cosacchi ingusci.
Nel
periodo della Guerra Caucasica, dal 1804 al 1854 con i rappresentanti
dei popoli caucasici in aiuto alle truppe russe furono formati
piccoli reparti irregolari, per esempio le milizie Àvara,
Georgiana, della Guria, Daghestana, Džaro-lesghina,
Inguscia, dei Mingreli, di Nazran, Osseta, Cecena e altre.
Tutti
i reparti irregolari caucasici per organizzazione erano simili ai
reggimenti cosacchi ed erano sottoposti alla Direzione Centrale delle
truppe cosacche, ma erano utilizzate fondamentalmente come reparti
ausiliari.
Per
quanto riguarda la Scorta Personale di Sua Altezza Imperiale, questa
porta la propria storia dall'inizio del 1811, quando con i figli
dell'eroico Esercito dello Zaporož'e
[12] trasferitisi nel
Kuban' fu fondata la Centuria di Guardia del Mar Nero.
In
seguito, nel 1828 fu formata la guardia personale del Semi-squadrone
Montanaro Caucasico. L'imperatore Nicola I prese la decisione di
attrarre i popoli montanari al servizio nella propria scorta per
alcune ragioni. In primo luogo, per mostrare ai montanari che non li
temeva e gli affidava perfino la propria difesa, in secondo luogo,
voleva mostrare ai montanari la Russia, San Pietroburgo, la vita del
paese che contrastavano, convincerli che la Russia non aspirava ad
eliminarli, ma voleva una coesistenza pacifica.
Per
il Semi-squadrone Montanaro Caucasico della scorta scelsero i
rappresentanti dei cognomi più influenti e illustri. Non di rado
erano parenti prossimi e perfino figli di quelli che con le armi in
pugno contrastavano furiosamente e fanaticamente la Russia. Dopo la
fine del servizio nella scorta e il ritorno a casa raccontavano tutto
quello che avevano visto e con questo influivano su quelli della loro
etnia. Come se dicessero – abbiamo creato un'immagine positiva
dello Stato Russo agli occhi dei montanari. In tal modo l'attrazione
dei montanari al servizio nella scorta fu un passo molto intelligente
e lungimirante di Nicola I, che giocò un ruolo positivo nella
conclusione vittoriosa della Guerra Caucasica. Tutti i montanari che
erano stati nella scorta diventarono fedeli sostenitori della Russia,
lo stesso si trasmise ai loro figli e nipoti.
Per
quanto riguarda la fede, il Semi-squadrone Montanaro era puramente
musulmano, ma non si considerava cosacco e fu creato temporaneamente.
Con la fine della Guerra Caucasica sotto l'imperatore Alessandro II
fu sciolto, come se avesse svolto il proprio compito. Da quel tempo
tra i montanari solo i cosacchi osseti prestarono servizio nella
scorta.
Non
c'erano ingusci tra i cosacchi, ci furono singoli rappresentanti tra
gli ufficiali, nei reggimenti cosacchi erano considerati inviati
temporaneamente, come pure ceceni, daghestani e altri rappresentanti
del Caucaso che professavano l'Islam. Nella lista della scorta uscita
per il centenario di questo reparto nel 1911 sono elencati i nomi
degli uomini della scorta – di ingusci che abbiano servito nel
Semi-squadrone Montanaro ce ne sono in tutto otto…
Nella
storia pre-rivoluzionaria i cosacchi sul Terek professarono
l'ortodossia dei Vecchi Credenti (di varie correnti) e l'ortodossia
ufficiale.
Feliks
Kireev, collaboratore scientifico dell'Istituto di Storia e
Archeologia della Repubblica dell'Ossezia del Nord-Alania [13]:
– L'irruzione
dei rappresentanti dell'Islam nell'ambiente cosacco – è una
tendenza molto angosciante, che non può non causare angoscia. E non
si tratta del fatto che tra i cosacchi compaiano dei musulmani, ma
del fatto che questi ultimi comincino a dettare le loro condizioni e
ad inculcare il proprio ordine.
Fino
alla rivoluzione tra i cosacchi c'erano musulmani, come pure Vecchi
Credenti, buddisti e altri e tutti servivano sotto le insegne
cosacche con le scritte "Dio è con noi" e con i volti di
Gesù Cristo, della Madre di Dio, ricevevano decorazioni con
l'immagine di san Giorgio e di altri santi ortodossi.
I
cosacchi in complesso erano considerati ortodossi, i cosacchi erano
chiamati "guerrieri di Cristo" e la presenza nelle loro
fila di rappresentanti di altre religioni non si notava sullo sfondo
comune. Infatti i cosacchi sono un popolo e, come presso ogni altro
popolo, nel suo ambito possono essere rappresentate diverse
confessioni.
Per
quanto riguarda i cosacchi in Inguscezia, già da tempo sono in corso
discussioni sul fatto se gli ingusci siano stati cosacchi e su quanti
di loro abbiano servito nella Scorta dello Zar. Ma tutto questo è
solo a livello di congetture, fatti reali dietro tutto questo non ci
sono! Non bisogna dimenticare che cosacchi non si può diventare, è
necessario nascerci. I cosacchi non sono un tipo di esercito, sono un
popolo, sono uno stato d'animo, una forma di vita. Leggete i classici
– sia Lev Tolstoj e Pëtr
Krasnov, sia Michail Šolochov
– a seconda di chi vi piace…
Per
quanto riguarda gli ingusci nelle truppe cosacche prima della
rivoluzione, verso l'inizio della Prima Guerra Mondiale nell'esercito
cosacco del Terek servivano circa 400 ufficiali.
Tra
loro ingusci erano: il colonnello Ėl'bert
Nal'giev (in futuro generale), i suoi figli, i sottotenenti Kurgok e
Julij e l'esaul [15]
Andrej Bazorkin. Nell'esercito cosacco del Kuban' servivano l'esaul
Gabert Achriev e il centurione Mussa Sautiev. Si può ancora
aggiungere il colonnello (in seguito generale) Safarbek Mal'sagov,
comandante del Reggimento di Cavalleria Daghestano. E questo è
tutto! Ma parlando del servizio degli ingusci nella Scorta Imperiale,
chi è interessato legga la "Disposizione sulla Scorta Personale
di Sua Altezza Imperiale". Là è scritto chiaramente da chi era
formata – dai cosacchi degli eserciti del Terek e del Kuban'. Chi
afferma il contrario, faccia nomi concreti.
Per
qualche tempo nella scorta ci fu lo Squadrone Montanaro e in esso
c'erano squadre di armeni, georgiani e perfino musulmani, ma noterò
che nel complesso non avevano a che fare con i cosacchi della scorta.
Era il solito reparto di guardia in cui sceglievano, tra gli altri,
anche i cosacchi. Anche quando diventò tutto cosacco, non aveva a
che fare con gli eserciti cosacchi.
E'
necessario ricordare ancora che fino alla rivoluzione ogni esercito
cosacco non era una qualche formazione militare, ma una formazione
amministrativo-territoriale. Detta altrimenti, per esempio,
l'esercito cosacco del Terek era l'analogo di un'attuale repubblica
nazionale con il titolo nazionale "cosacchi del Terek". E i
reparti cosacchi facevano parte dell'Esercito Imperiale Russo e non
solo i cosacchi potevano servire in essi. Ma servire nei reparti
cosacchi ed essere un cosacco sono cose del tutto diverse, cosa che
adesso molti dimenticano.
***
Penso che dopo gli interventi di persone che hanno dedicato gran parte della propria vita allo studio della storia dei cosacchi, non ho già più niente da aggiungere e i lettori possono trarre del tutto da soli le proprie conclusioni. Noterò solo che nelle comunità dell'esercito cosacco del Terek si svolgono assemblee, dove si discute attivamente questo tema. E l'opinione di quelli del Terek è univoca – la fede ortodossa per i cosacchi è al di sopra di tutto!
Penso che dopo gli interventi di persone che hanno dedicato gran parte della propria vita allo studio della storia dei cosacchi, non ho già più niente da aggiungere e i lettori possono trarre del tutto da soli le proprie conclusioni. Noterò solo che nelle comunità dell'esercito cosacco del Terek si svolgono assemblee, dove si discute attivamente questo tema. E l'opinione di quelli del Terek è univoca – la fede ortodossa per i cosacchi è al di sopra di tutto!
Irina
Ščerbakova,
"Kavkazskaja politika",
http://kavpolit.com/poka-ne-vysekli-pletyu/
(traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Fiume del Caucaso del Nord.
[2]
Nome di un fiume e di una regione dell'Inguscezia nord-orientale.
[3]
Il corsivo, qui e altrove, è mio.
[4]
Città della Russia meridionale.
[5]
I Vecchi Credenti sono gli ortodossi scismatici che rifiutano le
riforme liturgiche del patriarca Nikon del XVII secolo.
[6]
Ignat Fëdorovič Nekrasov, atamano (generale) cosacco del XVII-XVIII
secolo.
[7]
Nome di un fiume e di una regione della Russia meridionale.
[8]
Città della parte settentrionale dell'attuale Ossezia del Nord.
[9]
Generale che "pacificò" il Caucaso nel XIX secolo.
[10]
Città del Daghestan settentrionale.
[11]
Nome autoctono della parte montuosa della Cecenia.
[12]
Regione dell'Ucraina sud-orientale.
[13]
Nome autoctono dell'Ossezia del Nord.
[14]
Capitano cosacco.
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