13 aprile 2007

Non solo Cecenia

Il nodo del Caucaso

Fuoco a tutto spiano sui diritti[1]

Il progetto comune di Memorial[2] e della “Novaja Gazeta”. Gli uomini delle forze armate mascherati si sono attivizzati in Inguscezia

Ci rifacciamo di nuovo ai fatti avvenuti in Inguscezia. Con il passaggio in questa repubblica dell’“operazione antiterroristica” sono iniziati i sequestri di persona da parte di agenti delle forze armate: 2002 – 28 sequestri, 2003 – 52, 2004 – 48, 2005 – 47, 2006 – 35, in meno di tre mesi del 2007 – 9 sequestri.
Ma negli ultimi mesi le “operazioni speciali” nella repubblica somigliano di più ad esecuzioni extragiudiziali.

1 marzo 2007. Nel villaggio di Sagopši nella provincia di Malgobek[3] gli uomini delle forze armate hanno sequestrato un abitante, Visingiri Gatagažev, anno di nascita 1964. Dove sia non è dato finora sapere.

L’11 marzo nella città di Karabulak[4] gli uomini delle forze armate hanno arrestato il cittadino ceceno Ali Chil’dicharoev, anno di nascita 1985. Sua madre Zajnap dice di aver visto uno degli agenti mettere qualcosa sotto il materasso dopo di che lì “hanno trovato” una granata. Adesso Ali si trova nel GOVD[5] di Karabulak.

15 marzo. Verso le 6 del mattino nella casa dei Mutaliev, residenti nella città di Malgobek, hanno fatto irruzione gli uomini delle forze armate (20-25 persone) mascherati. Non si sono presentati e non hanno mostrato documenti, hanno perquisito la casa, non hanno trovato niente, ma hanno portato via Chusejn Mutaliev, anno di nascita 1980, l’hanno trascinato in cortile, l’hanno avvicinato alla macchina e hanno cominciato a picchiarlo. Mutaliev si è liberato e ha cercato di fuggire. Su di lui hanno aperto il fuoco a tutto spiano, Chusejn è rimasto ferito. I militari l’hanno messo a bordo della Volga[6] e sono partiti in direzione ignota. Il fratello di Chusejn Chasan è corso dietro a loro con la sua macchina. All’incrocio Kantyševskij[7] la colonna è stata fermata dagli agenti del GIBDD[8]. Gli uomini delle forze armate hanno mostrato un permesso speciale del GROU (Gruppa Operativnogo Upravlenija[9] del Caucaso settentrionale) e hanno proseguito per l’Ossezia Settentrionale.
Ma nel pomeriggio del 15 marzo l’Interfax ha diffuso la notizia: “Nel corso di un’operazione speciale degli agenti delle forze dell’ordine dell’Inguscezia e dell’Ossezia Settentrionale svoltasi a Malgobek (Inguscezia) è stato eliminato[10] il membro attivo di una NVF[11] Chusejn Mutaliev, come ha comunicato una fonte delle forze dell’ordine dell’Inguscezia: “Durante il tentativo di arrestare Chusejn Mutaliev, su cui pendeva un mandato di arresto federale per sequestro di persona (ai sensi dell’art. 126 del Codice Penale della Federazione Russa), questi ha fatto resistenza armata e ha tentato di far esplodere una granata. In quel momento ha ricevuto dei colpo di arma da fuoco grazie ai quali si è potuta evitare l’esplosione. Il guerrigliero è stato trasportato all’ospedale locale, dove è deceduto a causa delle ferite subite”. Mutaliev, secondo informazioni di servizio, era il leader ideologico di formazioni armate illegali ispirate al wahhabismo[12] e anche membro attivo delle bande del comandante in campo Chasmagomed Bogatyrëv. Oltre a questo si sospetta che abbia preso parte all’attacco contro l’Inguscezia del giugno 2004”.

Il giorno dopo, il 16 marzo, ai familiari fu comunicata ufficialmente la morte di Chusejn e fu consegnato loro il suo corpo. I parenti spiegarono che Mutaliev ferito non fu portato in un ospedale dell’Inguscezia. Inoltre allo ROVD di Malgobek fu detto loro che Chusejn non era ricercato, non aveva legami con i guerriglieri e non faceva parte di formazioni armate illegali.
A fare un “terrorista” di Chusejn avevano già provato l’anno scorso. Gli agenti della polizia lo arrestarono e lo tennero tre giorni nel GOVD di Malgobek.

Il 5 febbraio 2007 Chusejn Mutaliev si era rivolto al PC[13] di Memorial: “Mi hanno arrestato nel settembre 2006, mi hanno picchiato e hanno tentato di costringermi ad assumermi la responsabilità di crimini che non avevo commesso. Poi mi hanno rilasciato. Ma anche adesso mi perseguitano. Che devo fare? Sono pronto a rispondere a tutte le domande, ma che si rivolgano a me normalmente”.

Mutaliev e alcuni suoi amici erano intenzionati a scrivere una lettera aperta per dire che erano pronti a rispondere alle domande delle autorità, ma che esigevano il rispetto dei loro diritti costituzionali riguardanti la libertà di coscienza. Non hanno fatto in tempo.

“Novaja Gazeta”, http://novayagazeta.ru/data/2007/21/19.html

26.03.2007 (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Il gioco di parole originario (strel’ba na poraženie v pravach) è assolutamente impossibile da tradurre. Strel’ba na poraženie significa “fuoco a tutto spiano” e poraženie v pravach significa “privazione di diritti” (in conseguenza di un atto giudiziario).

[2] Associazione nata per perpetuare la memoria delle vittime delle repressioni sovietiche e attualmente attiva nella difesa dei diritti umani.

[3] Città dell’Inguscezia settentrionale.

[4] Città dell’Inguscezia centro-settentrionale.

[5] Gorodskoj Otdel Vnutrennich Del (Sezione Cittadina degli Affari Interni), in pratica la sede della polizia cittadina.

[6] Marca di automobili russa.

[7] Località di Nazran’, ex capitale dell’Inguscezia.

[8] Gosudarstvennaja Inspekcija Bezopasnosti Dorožnogo Dviženija (Ispettorato Statale della Sicurezza del Traffico Stradale), in pratica la polizia stradale russa.

[9] Gruppo della Direzione Operativa.

[10] Letteralmente “annientato”, termine che gli organi di informazione russi usano senza problemi quando parlano dell’uccisione di terroristi o presunti tali da parte delle forze armate.

[11] Nezakonnoe Vooružënnoe Formirovanie (Formazione Armata Illegale).

[12] Corrente dell’islam radicale (va detto che, secondo la stampa ufficiale russa, tutti i terroristi caucasici o presunti tali sono wahhabiti).

[13] Pravozaščitnyj Centr (Centro per la Difesa dei Diritti Umani).

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