15 giugno 2007

Come si fanno gli affari nel Caucaso...

Il nodo del Caucaso

E adesso la Russneft[1]?

“Guceriev[2] in qualità di nemico ha l’indubbio vantaggio di essere più facile da catturare dei militanti e di avere più soldi di loro”

La commissione d’inchiesta del ministero degli Interni della Federazione Russa ha presentato ai top manager della compagnia Russneft’, di proprietà di Michail Guceriev, l’accusa di condotta illegale[3]. Le versioni sull’accaduto sono due: quella “petrolifera” e quella “inguscia”[4].

Secondo la prima versione, Michail Guceriev era l’unico grande petroliere ad aver acquistato molti pezzi della JUKOS senza il permesso del regime. Da questo punto di vista Guceriev se l’è pure cavata con poco: infatti non l’hanno avvelenato come Roman Cepov[5]. Tuttavia, considerando la notevole perspicacia da orientale di Michail Safarbekovič, unita, fra l’altro, a una caparbietà altrettanto orientale, è difficile immaginare che in caso di reale pericolo non sarebbe sceso a patti.

LInguscezia è unaltra faccenda. Ricordo che, dopo le dimissioni del presidente Aušev[6], proprio il fratello di Michail Guceriev[7] si candidò alle elezioni come avversario dell’allora presidente Zjazikov[8]. Questa storia finì male per i Guceriev: il fratello fu estromesso dalla competizione e Guceriev dalla “Slavneft’”[9], ma, nonostante le luminose[10] attese del Cremlino, legate all’avvento come presidente della repubblica di un generale dell’FSB[11], le cose nella repubblica sono andate così così.

Che il Cremlino controlli il presidente Zjazikov è indiscutibile. La domanda è: cosa controlla nella repubblica il presidente Zjazikov? Gli atti terroristici – continuamente. Le “operazioni di pulizia”[12] – regolarmente: sia a Surchachi, sia ad Ali-Jurt[13].
Le voci sugli squadroni della mortenon tacciono. Le persone scompaiono; e poiché non ci sono processi pubblici è difficile dire chi tra gli scomparsi sia un terrorista e chi sia stato preso dai federali “in missione speciale” per adempiere una formalità[14]. Ma c’è un dato statistico stupefacente: se in Daghestan o in Cecenia ogni tentativo di prendere un militante, di regola, finisce con la sua resistenza disperata e il suo suicidio, in Inguscezia i casi di resistenza all’arresto sono rari. O lo shahid[15] inguscio è diventato molto codardo, o arrestano sempre meno militanti e sempre più persone a cui si possono spillare soldi.

Per Michail Guceriev i guai sono cominciati l’hanno scorso, quando Doku Umarov[16] ha sequestrato il suocero del presidente Zjazikov Magomed Čachkiev. In qualche modo bisognava spiegare in che modo la situazione dell’Inguscezia, capeggiata da un generale dell’FSB, si distinguesse dal casino della Cecenia dei tempi del rapimento di Špigun[17].

Il presidente Zjazikov è andato al Cremlino e ha detto pubblicamente al presidente Putin che nella repubblica sono state fondate 80 imprese e sono stati costruiti 500.000 m2 di abitazioni. E’ difficile dire cosa abbia detto in segreto, ma in seguito si è iniziato a fare pressione su Guceriev. Di conseguenza Aušev, Guceriev e Zjazikov si sono incontrati a Nazran’. Le parti in causa si sono riconciliate, per il suocero di Zjazikov è stato pagato un riscatto: a quanto si dice, Guceriev ha pagato di tasca sua.

Ufficialmente è stato comunicato, che lostaggio è stato liberato con unoperazione speciale, ma lFSB, che non sempre ricorda il venerdì, cosa ha detto il giovedì, dopo leliminazione di Abu Khavs[18] a Chasavjurt[19] ha pubblicato il proprio bilancio, dove, in particolare, spiccano cinque milioni di dollari, ricevuti ai primi di maggio perun qualche importante ostaggio in Inguscezia”.

I militanti ci hanno preso gusto: in primavera hanno già sequestrato Uruschan Zjazikov, zio del presidente e padre del capo delle sue guardie del corpo, l’hanno sequestrato, per usare le parole dell’indimenticabile don Reba[20], in “circostanze in verità fantastiche, che fanno pensare a un nemico del genere umano”. Uruschan Zjazikov stava camminando in un territorio presidiato non meno di una base segreta, con posti di blocco e BTR[21] presso le uscite; un venerdì stava andando a piedi in moschea – si sono avvicinati con una Žiguli[22], hanno lasciato passare i suoi accompagnatori, hanno caricato in macchina il vecchietto e sono scappati.

Guceriev ha capito quanto è comodo da usare come capro espiatorio per tutto ciò che accade in Inguscezia e si è sforzato di non avere alcun rapporto con essa. Ma d’altronde il suo tentativo di creare una zona di libero scambio in Cecenia potrebbe essere stata presa dal presidente Zjazikov come un attacco di fianco.

Notiamo che il procedimento contro la Russneft’ è stato avviato non dalla Procura Generale, ma semplicemente dalla commissione d’inchiesta del ministero degli Interni e fra l’altro la storia si è svolta quasi come un giallo: prima il servizio stampa della commissione d’inchiesta del ministero dell’Interno ha comunicato che il procedimento era stato avviato contro lo stesso Guceriev, poi Guceriev ha dimostrato che le cose non stavano così: l’accusa, a suo dire, era indirizzata a due direttori delle sue “figliolette”. Per gli affari portati avanti dai grandi di questo mondo, una tale pignoleria da pubbliche relazioni è atipica. Ma ecco che in una situazione del genere si apre uno spazio insolito per le macchinazioni operative: vuoi salvarti dal nemico? Vendi a noi, i buoni, il tuo business. Perciò la maggior parte dei consulenti finanziari sostiene la versione inguscia più di quella petrolifera.

Ammettetelo, la repubblica è in pace, il presidente Zjazikov ha garantito la sua fioritura; di chi è la colpa del rapimento di Uruschan Zjazikov? Certamente dei nemici. Guceriev in qualità di nemico ha l’indubbio vantaggio di essere più facile da catturare dei militanti e di avere più soldi di loro. Così, probabilmente, abbiamo a che fare con una situazione unica, in cui per chiudere un procedimento penale è necessario spendere due volte: per pagare gli organi[23] e per pagare Doku Umarov.

Julija Latynina[24]
articolo speciale per la “Novaja gazeta”

17.05.2007, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/36/10.html, (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Abbreviazione di Russkaja neft’ (Petrolio russo), una delle compagnie petrolifere russe in maggior crescita. Il corsivo, qui e altrove, è mio.

[2] Michail Safarbekovič Guceriev, uomo d’affari russo di origine kazaka.

[3] L’autrice non spiega di che si tratti di preciso (probabilmente non è stato cominciato, il che rafforza l’ipotesi di un’accusa pretestuosa).

[4] Avente cioè a che fare con la repubblica di Inguscezia, confinante con la Cecenia.

[5] Roman Cepov era a capo di un’impresa di servizi di sicurezza a cui si rivolgevano alcuni tra gli uomini più importanti della Russia. Forse era un “uomo che sapeva troppo”, fatto sta che è morto avvelenato da sostanze radioattive, come Litvinenko…

[6] Ruslan Sultanovič Aušev, noto per aver ottenuto la liberazione di 26 donne e dei loro figli lattanti durante i drammatici giorni di Beslan.

[7] Sait-Salam Safarbekovič Guceriev siede comunque alla Duma come rappresentante di “Russia Unita”, il partito che sostiene Putin.

[8] In realtà Murat Magometovič Zjazikov è tuttora presidente…

[9] Abbreviazione di Slavjanskaja neft’ (Petrolio slavo), compagnia petrolifera di cui Guceriev era divenuto presidente.

[10] Letteralmente “iridescenti”.

[11] Federal’naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto russo, erede del KGB.

[12] Začistki (ripuliture) sono chiamate i rastrellamenti compiuti nel Caucaso, dove i “desaparecidos” sono migliaia.

[13] Villaggi della provincia dell’ex capitale Nazran’.

[14] E’ quello che avveniva sotto Stalin: in un certo posto dovevano essere arrestate tot persone e spesso la polizia, per adempiere la “norma”, arrestava i primi che si trovava sotto mano. Poi le accuse contro di loro venivano inventate con comodo…

[15] “Testimone, martire” (termine con cui si definiscono i guerriglieri islamici pronti ad immolarsi).

[16] Doku (Dokka) Chamatovič Umarov, capo separatista ceceno e presidente dell’autoproclamata repubblica Cecena di Ičkerija.

[17] Il generale di corpo d’armata Gennadij Špigun, plenipotenziario del ministero degli Interni, fu rapito nel 1999 e ritrovato cadavere un anno dopo.

[18] Abu Khavs al-Urduni, guerrigliero giordano assai attivo in Cecenia.

[19] Villaggio del Daghestan ai confini con la Cecenia, dove nel 1996 fu firmato l’armistizio che pose fine alla “prima guerra cecena”.

[20] Personaggio del romanzo fantascientifico E’ difficile essere un dio dei fratelli Arkadij Natanovič e Boris Natanovič Strugackij.

[21] Abbreviazione di BroneTankovyj Rezerv (Riserva Carristi), nome industriale dei mezzi blindati russi.

[22] Modello della Lada simile alla Fiat 124.

[23] Per “organi” si intendono in Russia gli organi del ministero degli Interni, cioè i servizi segreti.

[24] Julija Leonidovna Latynina, giornalista e scrittrice fantasy dalle opinioni controverse (parlò di Ramzan Kadyrov come di un uomo che poteva, nonostante tutto, salvare la Cecenia, attirandosi i rimproveri di Anna Politkovskaja).

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