06 agosto 2007

Dubrovka: doppi e tripli giochi

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“Nord-Ost”[1]: dettagli ignoti dell’atto terroristico

L’FSB[2] sapeva di una possibile presa di ostaggi perlomeno da due fonti. Prosecuzione dell’indagine di Anna Politkovskaja

4 anni e 7 mesi dopo la tragedia del centro teatrale sulla Dubrovka la procura di Mosca ha interrotto le indagini sulla vicenda della presa di ostaggi “per motivi legati all’impossibilità di reperire l’imputato”. Pare che siano ricercati tali Derichan Vachaev e Chasan Zakaev. La pratica lo dimostra: questo significa una cosa sola – dimenticate, nessuno indagherà più su nulla.

I principali sospetti sono stati eliminati. L’imputato principale, secondo la versione della procura, è Šamil’ Basaev – anche per ragioni tecniche non racconterà nulla a nessuno, eppure proprio a lui è dedicata la maggior parte della letteratura che viene fatta passare per indagine. Il resto è un excursus nella storia del conflitto ceceno. Viene messa sotto accusa, su basi molto discutibili, una sola persona – Zaurbek Talchigov, che, su richiesta dei servizi segreti e in loro presenza ha conversato con i terroristi. Anche per questo l’hanno imprigionato.

Per poco meno di cinque anni è andata avanti un’imitazione di indagine. La procura non solo non ha risposto a una sola domanda inerente alla vicenda, ma ha anche impedito in qualsiasi modo di farlo agli altri: ai parenti dei morti e dei superstiti, ai giornalisti, tra cui c’era anche la nostra Anna Politkovskaja. Proprio lei era stata richiesta dai terroristi per le trattative e molte volte era entrata nel centro teatrale preso dai terroristi. E poi si era occupata dellindagine giornalistica.

Chi è Chanpaš Terkibaev

Il 26 ottobre 2002 i membri ufficiali del quartier generale per la liberazione degli ostaggi ogni ora precisava sugli schermi il numero dei morti. Quanto ai terroristi i membri ufficiali avevano determinato subito: “Tutti i terroristi sono stati eliminati”. (Perché – è un’altra questione, ci torneremo sopra.) Il numero dei terroristi uccisi fu detto più tardi – 40. Più tardi apparve la notizia che una persona che faceva parte del gruppo dei terroristi che aveva preso il centro teatrale sulla Dubrovka era viva. Anna Politkovskaja trovò questa persona. E non da qualche parte sui monti della Cecenia, ma proprio nel centro di Mosca, sul Leninskij prospekt[3], nellalbergoSputnik” (vi chiedo di fare attenzione al nome dellhotel).

Un giovane sui trent’anni, Chanpaš Terkibaev, confessò ad Anna nell’aprile 2003, cioè un anno e mezzo dopo la tragedia sulla Dubrovka che faceva effettivamente parte del gruppo di terroristi del “Nord-Ost”. Per di più dall’intervista di Anna a Terkibaev, pubblicata sulla “Novaja gazeta” veniva fuori che aveva un ruolo importante nel gruppo dei terroristi. Come scrisse Anna, un “piccolo cosacco in missione”[4], un “provocatore”. Per chi lavorava Terkibaev, fotografato insieme ad alti funzionari, in possesso di numerosi documenti di copertura, che non era possibile avere senza l’aiuto dei servizi segreti? Come ha potuto andarsene dal centro teatrale? Chi lo ha infiltrato nel gruppo dei terroristi?

Dopo aver scritto l’articolo Anna Politkovskaja cercò di convincere gli inquirenti ufficiali a interrogare Terkibaev. Non lo interrogarono. Dissero, che l’avevano cercato nell’albergo “Kosmos”[5] (?!), ma non l’avevano trovato. Eppure non si nascondeva: si incontrava con alti funzionari dell’amministrazione presidenziale, in veste di capo della delegazione parlamentare della Cecenia (dell’Ičkerija[6]) andava a Strasburgo insieme a Rogozin[7], allora presidente della commissione per gli affari internazionali della Duma di Stato[8] della Federazione Russa. Il partecipante all’atto terroristico sulla Dubrovka Terkibaev con il proprio cognome e con documenti legalmente validi dopo la tragedia del “Nord-Ost” ha girato mezzo mondo: Dubai, Turchia, Giordania, Strasburgo…

E solo per l’indagine questo importante testimone e questo partecipante alla presa degli ostaggi sulla Dubrovka era inaccessibile. Di più: non necessario. Come non necessari erano anche altri testimoni: per esempio i giornalisti della “Novaja gazeta”, che più di una volta erano entrati nel centro teatrale preso dai terroristi o che avevano parlato al telefono con i terroristi, gli ufficiali dei servizi segreti, che avevano condotto la “ripulitura”[9] della sala subito dopo l’entrata del gruppo “Al’fa”[10]. A ben vedere, ulteriori testimoni non erano necessari in generale…

Sei mesi dopo questo articolo di Anja[11] Terkibaev bighellonava alla luce del sole, per la Russia e per la Cecenia… Ma nell’ottobre 2003 è morto in uno strano incidente stradale.
Tra laltro, perché “strano”? Gli è successo quello che doveva succedere a un qualsiasi agente dei servizi segreti che sapeva troppo e aveva infranto la legge dell’omertà[12]. Lo avevano utilizzato come una siringa monouso. “L’agente non doveva mettersi a parlare – e non ci si è messo”, – scrisse Anna a questo proposito nell’articolo “Programma di difesa dai testimoni” (“Novaja gazeta” n. 96 del 22.12.2003). E ancora in quell’articolo Anna notava: “Anche il momento in cui è capitato l’incidente stradale è significativo: proprio alla vigilia del giorno in cui Terkibaev avrebbe potuto in qualche modo aprir bocca, di lui si stava interessando la CIA”. (Tra gli ostaggi nel centro teatrale è morto un cittadino USA e i servizi segreti di questo paese conducono proprie indagini sulla morte dei propri cittadini.)

Le testimonianze di Ach’’jad Bajsarov

Conosco Ach’’jad Bajsarov dall’aprile 1998. Allora fungeva da intermediario per la liberazione del ragazzo tredicenne gravemente malato Andrjuša Latypov, che era tenuto in ostaggio in Cecenia. Bajsarov Ach’’jad (da non confondere con Movladi Bajsarov, agente dell’FSB ucciso dai kadyroviani[13] nel centro di Mosca il 4 novembre dello scorso anno) chiedeva per il ragazzo 500.000 dollari USA. Riuscimmo a strappare Andrjuša ai banditi senza che fosse pagato un riscatto e Ach’’jad Bajsarov ben presto fu condannato per il rapimento di un imprenditore armeno. La condanna fu lieve. E alla vigilia del “Nord-Ost” Bajsarov viveva libero a Mosca.

Perché parliamo di questo personaggio? Perché ci sono testimonianze: alla vigilia della presa degli ostaggi sulla Dubrovka Ach’’jad Bajsarov avvertì la dirigenza dell’FSB russo[14] che si stava preparando un atto terroristico. Non ci furono reazioni. Non fu forse perché tra i terroristi c’era già un loro uomo – Terkibaev – e qualcuno preparava i buchi sotto la decorazione, sperando che tutto fosse sotto controllo? Fra l’altro, ricevette comunque la decorazione e la Stella degli Eroi[15].

E per quel che riguarda Ach’’jad Bajsarov, bandito, che ha scontato una condanna minima per uno dei suoi crimini più gravi e non per aver trattato il riscatto di un bambino rapito, anch’egli è scomparso, come Terkibaev. Della sua sorte non sanno nulla neanche i suoi ex padroni di casa – un tempo uomini di alto rango delle forze armate cecene, in stretto contatto con i servizi segreti russi.

Apti Batalov. Una telefonata da Londra

La sera di sabato 7 ottobre 2006 è stato uno dei momenti più terribili per i collaboratori della “Novaja gazeta”. La Politkovskaja è stata uccisa. In redazione sono al lavoro gli uomini della procura e gli investigatori della polizia, il telefono è rovente[16]. A tarda sera arriva una telefonata da Londra. Chiama Apti Batalov, che negli anni 1994-1996 fu comandante in campo, poi per alcuni mesi del ‘97 capo del DGB (departament gosbesopasnosti)[17] dellIčkerija, e dalla seconda metà del 1997 a settembre 1999 capo dellapparato del presidente della Repubblica di Ičkerija Aslan Maschadov.

“Voglio fare una dichiarazione, – dice Apti, – alcuni anni fa incontrai Anna a Londra e le detti del materiale su un atto terroristico che si stava preparando a Mosca per l’ottobre 2002. E circa un mese fa avrebbero dovuto darle una cassetta con materiale video su chi e come aveva preparato la presa degli ostaggi nel centro teatrale. Indagando sul caso Politkovskaja, dovete tener conto di questo”.

Qualche tempo dopo questa telefonata Batalov ci fece pervenire il testo di questo materiale che, come dichiarò, aveva dato alla Politkovskaja nell’estate 2003.

Batalov testimonia che il suo amico e compagno d’armi ancora al tempo della prima campagna cecena[18] Lema Dagalaev fu convinto a diventare un doppiogiochista dal colonnello dell’FSB Arkadij (Igor’?) Dranec* con la collaborazione di Chanpaš Terbikaev. Dagalaev ha testimoniato in proposito nel marzo 2002 in una videocassetta (in presenza di Batalov), dove racconta del piano, a cui hanno preso parte attiva lui (Dagalaev) e Terbikaev, per andare a Mosca e prendere un’istituzione governativa. E mostra i lasciapassare speciali emessi dall’FSB. Qualche giorno dopo questa videoregistrazione Dagalaev muore in un incidente stradale.

Batalov è stato interrogato sui suoi contatti con Dagalaev presso l’FSB della provincia di Naurskaja in Cecenia. Il 23 marzo Apti Batalov fuggì in Inghilterra dopo aver nascosto la videocassetta con la registrazione della testimonianza di Dagalaev. E proprio questa cassetta, come dichiara Batalov, voleva inviare alla Politkovskaja. A quanto ci è noto, Anna non ha ricevuto la cassetta.

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* Il colonnello Dranec[19] non è una figura inventata, ma reale. E’ un ufficiale che si è occupato a lungo della Cecenia. Proprio questi viene ricordato in una lettera aperta che sarebbe stata scritta da ex membri della banda dell’agente dell’FSB Movladi Bajsarov, ucciso nell’autunno dello scorso anno a Mosca, come l’uomo che teneva i contatti con loro a Mosca.

Vjačeslav Izmajlov

07.06.2007, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/42/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] “Nord-Est”, titolo del musical in scena al teatro di Dubrovka al momento dell’irruzione dei terroristi ceceni.

[2] Federal’naja Služba Besopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), i servizi segreti russi.

[3] Grande arteria moscovita dedicata a Lenin (il corsivo è mio).

[4] Così nel film Neulovimye mstiteli (“I vendicatori inafferrabili” – una sorta di western sovietico) il capo di un gruppo di banditi chiama un suo uomo che sospetta – a ragione – essere una spia. L’espressione è divenuta proverbiale.

[5] “Cosmo”. Come dire “ci sei o ci fai?”…

[6] Nome dato alla Cecenia dagli indipendentisti.

[7] Dmitrij Olegovič Rogozin, politico russo di idee fortemente nazionaliste.

[8] La precisazione è necessaria in quanto ogni assemblea parlamentare (anche a livello cittadino) è chiamata Duma.

[9] Non a caso qui si usa il termine začistka, con cui si definiscono le “operazioni di pulizia” durante le quali in Cecenia moltissime persone vengono portate via da uomini armati non identificati e spariscono.

[10] “Alfa”, gruppo di “teste di cuoio” russe che entro nel teatro sulla Dubrovka spruzzando gas micidiali che uccisero 127 (o forse più) ostaggi insieme ai terroristi.

[11] Diminutivo di Anna.

[12] I russi usano in questo senso il termine italiano con l’accento sbagliato, pronunciandolo omèrta

[13] Gli uomini dell’esercito personale dei Kadyrov (passati in eredità dal padre Achmat al figlio Ramzan), noti per la loro ferocia (il corsivo è mio).

[14] L’FSB ha una miriade di sedi locali. Qui va intesa la sezione della Russia propriamente detta.

[15] Cioè il titolo di “Eroe della Federazione Russa”, di cui si fregia fra gli altri Ramzan Kadyrov…

[16] Letteralmente “esplode”.

[17] Più precisamente Departament Gosudarstvennoj Besopasnosti (Dipartimento Sicurezza Statale).

[18] La “prima guerra cecena”, iniziata nel 1994 e terminata nel 1996 con un armistizio.

[19] Il cognome potrebbe davvero sembrare inventato. Deriva da drat’ (“stracciare, fare a pezzi”). Nel russo parlato in Siberia dranec viene chiamato chi viene sbranato da un orso…

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