A colloquio con Ljdia Yusupova, avvocato ceceno, donna sensibile all'argomento "diritti dell'uomo. Non è stato semplice incontrarla. Lei parla solo russo e ceceno, ma lo sguardo vivo e determinato traduce una personalità forte e combattiva. E' da sempre schierata in prima linea nella difesa dei cosiddetti "casi prefabbricati", cioè casi di gente accusata ingiustamente e costretta ad ammettere le proprie non-colpe dopo aver subito torture e vessazioni fisiche e psichiche di ogni tipo. A Ljdia, candidata al Nobel per la Pace, ho chiesto in maniera specifica, di parlare del suo rapporto con la giornalista russa Anna Politkovskaja, uccisa perché, come l'ha definita l'attrice Ottavia Piccolo, era una "donna non rieducabile".
Qual è il suo ruolo all'interno dell'Ong Memorial?
Intanto devo precisare che non sono l'unico avvocato di Memorial. Ci sono altri con me che ricevono le persone in ufficio e raccolgono le loro testimonianze, altri difendono i loro clienti o partecipano all'investigazione diretta. Il nostro lavoro è quello di tutelare i diritti dei civili che sono stati accusati ingiustamente di aver commesso dei reati, rivolgendoci alle associazioni dei diritti umani. Di solito si tratta di "casi prefabbricati": le persone accusate vengono prima torturate e dopo accettano di firmare ed essere condannati per reati che non hanno commesso.
Parliamo del suo rapporto con Anna Politkovskaja, la giornalista russa uccisa il 7 ottobre 2006.
Avevamo tropo poco tempo per parlare a livello personale. Anna veniva spesso in Cecenia a lavorare; più che altro collaboravamo con i miei colleghi e incontravamo in uffici perchè dovevamo agire con le forze d'ordine. In quei momenti, quando ci incontravamo a pranzo, parlavamo di quello che abbiamo fatto prima e di quello che dovevamo fare da lì a poco. L'ultima volta che ci siamo incontrate nel 2005 quando io ero ancora a Grozny, lei aveva parlato con Ramzan Kadyrov, attuale Presidente della Cecenia. Era seduta al tavolo e mi raccontava dell'incontro. Stava piangendo perchè doveva scrivere di quello che si erano detti e, con le lacrime sulle guance aveva l'aspetto di un bambino. Ad un certo punto ha alzato gli occhiali. Mi sono accorta che non si può dire di una persona che è forte, a me in quel momento sembrava debole. Anna era molto coraggiosa, molto aperta ma anche indifesa e sola.
Anna era sola. Ma davvero era etichettata come reietta in Russia?
Non conosco la sua cerchia di amici ma penso che in Russia la gente non la capisse e quelli che la capivano non potevano parlare, esprimersi in modo libero, aperto. I collaboratori delle Ong per la difesa dei diritti dell'uomo cercavano di aiutarla e proteggerla dicendole di parlare meno o almeno in maniera più morbida, ma lei agiva come credeva che dovesse essere fatto. Secondo me ha fatto quello che doveva fare. In modo molto chiaro denunciava tutti i crimini che le autorità russe commettevano. Non era voluta. Specie da chi commetteva quei crimini. Perchè chi commetteva quei crimini ora è al potere.
Cosa pensa di Kadyrov?
Prima che Kadyrov diventasse qualcuno in Cecenia la situazione era già compromessa. Lui è solo quello che fa funzionare la politica del Cremlino. Anna parlava spesso del sistema sofisticato della politica russa: se c'è una specie di "normalizzazione" in Cecenia è perchè la vuole il Cremlino. La normalizzazione serve a loro per le elezioni e tutto ciò non avviene solo qui ma anche in altre parti del Caucaso.
La popolarità di Kadyrov è vera o è legata alla paura che suscita?
No, non è solo legata al terrore. E' stato versato molto sangue in Cecenia e quando una persona finalmente sente di vivere bene dice: "Grazie Ramzan!". Sono stata in agosto e ho visto che ad esempio, hanno ricostruito un parco con i giochi per i bambini. Vedevo le madri passeggiare coi loro bambini, la prima volta dopo 15 anni.
La guerra nel Caucaso è davvero finita?
No. Come può essere finita se in Daghestan e in Inguscezia accade quello che accadeva in Cecenia?
E i rapimenti? Le torture?
In Cecenia avvengono di meno perché le persone si trovano o in prigione o sotto il governo delle autorità. In Inguscezia e Daghestan succede quello che accadeva in Cecenia: durante la giornata, le persone vengono portate via e non si trovano più. Il pretesto è sempre lo stesso: sono terroristi.
E posso aggiungere che la Russia porta avanti il terrore nei dei popoli del Caucaso.
Cosa c'è alla base di questo conflitto? E' un problema di origine razziale o economico?
Non voglio parlare degli interessi politici-economici, di questo ne parlano i politologi e gli economisti. Per realizzare i propri piani la Russia deve sconfiggere i nemici interni ed esterni. In questo caso i popoli del Caucaso rappresentano i nemici interni. Il fondamento di questa strategia è la legge contro il terrorismo che giustifica tutto il resto. Ovviamente non mancano gli interessi economici.
La comunità internazionale cosa può fare?
Quello che potete fare è avere consapevolezza delle vostre possibilità. Dall'altra parte se la Russia vi chiude i rubinetti del gas siete legati. Come società civile potete fare molto.
Quali sono i problemi attuali della Cecenia?
Attualmente il problema più grave riguarda la sanità. C'è la percentuale più alta di bambini ammalati di tubercolosi di tutto il Caucaso.
http://www.lavitaleggera.splinder.com/post/14357804
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10 commenti:
Ecco, vedi che avero ragione riguardo al gas?
Scherzi a parte volevo ringraziarti per avermi reso un pò meno ignorante. Credo che molti come me ignorino quasi completamente questi accadimenti.
Nei commenti precedenti c'era qualcuno che si chiedeva se era il caso di fare qualcosa oltre scrivere.
Però quando quasi nessuno cerca di far conoscere al pubblico ciò che accade in questi terriori, è importante anche solo scrivere e informare.
Quindi ti ringrazio, di nuovo.
@neottolemo: prego... Io devo invece ringraziare te perché i tuoi post sono sempre interessanti, scritti con intelligenza e ironia...
Concorco con Poconotto nel ringraziare Matteo per la "fredda" cultura che diffonde.
Però insisto col dire che bisognerebbe fare qualcosa dopo aver letto e commentato.
Sarà che a me le chiacchere non piacciono molto e con i parolai "ho già dato". Preferisco combinare qualcosa di concreto!
Perchè non partite entrambi seduta stante per Mosca e date il buon esempio?
:DD
ps: come siete carini insieme... teneri!
:)
@anonimo: partire per Mosca? Potrebbe essere un'idea...
Per prima cosa mi scuso se sono sembrato offensivo. Offensivo verso gli altri, che verso di me lo sono sempre e comunque.
Il problema di andare in Russia nella stato di cose contemporaneo è che oltre a spendere dei soldi non si riuscirebbe a fare niente. A meno che non si sia una specie di Batman o cose così.
Quello che intendevo dire è che prima di muoversi per salvare il mondo è necessario formare un'opinione pubblica (ed io odio l'opinione pubblica).
Mi spiego meglio. Ad oggi in Russia anche gli USA (e chi sennò?) si stanno muovendo per orhanizzare una piccola rivoluzione sul modello di quelle rapide e pacifiche quali la rivoluzione arancione. Risultato ad oggi è che il cremlino ha aumentato i controlli sui "cospiratori" ed ha creato un ministato (o ufficio, non me ne vogliate ma non ricordo bene ora) col compito di controllare la situazione e tenere a freno gli USA. Da noi invece tutto questo sostanzialmente lo ignoriamo.
Detto questo, a meno che tu non abbia il carisma di un Gandhi o sappia camminare sull'acqua come uno che a suo tempo lo fece, ritengo che sia difficile presentarsi in Russia, dire "ehi, voglio stare un pò contro il governo" e sperare che il governo in questione lasci fare.
Al limite si può fare la fine di Ibragimov, ma dubito che servirebbe a qualcosa di concreto se non a finire vessato (che per come stanno le sue cose si potrebbe parlare bene anche di tortura) e poi sconosciuto ai più.
Insomma, per farla breve, in queste cose vuoi o non vuoi servono delle masse. A me le masse fanno schifo, ma in questo caso servono.
Quindi prima di andare in Russia credo sia indispensabile far conoscere il più possibile. Parlare, parlare, parlare, così come stnno facendo Matteo e pochi altri.
Saluti, Pesonetto.
@neottolemo: credo che tu abbia sostanzialmente ragione... E poi hai il coraggio di dire cose che suonano "da fascisti" sulle masse e sull'opinione pubblica... Ma anche un uomo di sinistra sui generis come Giorgio Gaber aveva già detto molti anni fa che la massa fa massa...
Mi sembrava chiaro che la mia era solo ironia....
Questo è quello che succede a scrivere e parlare parlare parlare senza chiarire:
si rischia solo di essere fraintesi.
Mi scuso subito con Poconotto se sono sembrata un po sarcastica... di solito sono uno zuccherino!
Prometto solennemente che farò più attenzione a tutti questi animi sensibili e sfortunati che popolano la rete.
:)
Ehi io non me la sono mica presa.
Adoro il sarcasmo e finache il cinismo (soprattutto il cinismo). Questo dovrebbe essere sufficiente a dimostrare che di sensibilità ne ho poca :)
Lo scopo del precedente commento era solo quello di chiarire il mio pensare. Dovevo farlo perchè io scrivo scrivo dando molto per scontato e lasciando spazio a fraintendimenti. Quindi mi sono spiegato chiaro.
Poi io ho usato l'andare in Russia come espressione figurata e non come complemento di moto a luogo, e per corollario a questo c'è tutto il commento di sopra. Questo è per far capire che colgo l'ironia e che so decontestualizzare la parola "corollario" :)
Insomma, ve vojo ben a tutti (nn'è vero, però lo stesso non mi piacciono i toni accesi).
Matteo: se dico queste cose sulle masse e sull'opinione pubblia è perchè stimo poco i risultati che ne derivano. Almeno in genere.
Dire che sono cose che potrebbero suonare "fasciste" può essere vero, però c'è da dire che senza delle masse e senza opinione pubblica il fascismo non si sarebbe mai potuto instaurare. E questo è un buon motivo per non fidarsi delle masse e dell'opinione pubblica.
@anonimo: sei in forma... Ironica come sempre... Ottimo!
@neottolemo: hai ragione... Le tue analisi sono lucide, precise e impietose (ma d'altronde dalle mie parti si dice che "il medico pietoso fa la piaga puzzolente")... Bisogna tornare a guardare alle persone... A tutte, però, senza mai togliere ad alcuna la sua dignità... Altrimenti si rischia di fare il culto della personalità (cioè il culto di un'unica e sola personalità a svantaggio di tutte le altre)...
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