Potenze[1] nucleari
Benedicendo la bomba atomica “ortodossa” la chiesa ortodossa russa riflette semplicemente gli umori militaristi della società russa
Il sessantesimo anniversario delle forze atomiche russe è stato celebrato con un moleben[2] nella chiesa di Cristo Salvatore. Moleben significa unione di due preghiere. La preghiera di ringraziamento si unisce alla preghiera di richiesta di ulteriore successo e progresso. Serafino di Sarov[3] è stato nominato patrono degli armamenti atomici (il centro di elaborazione dei quali finora si trova nel territorio del monastero, dove san Serafino operava). Tale preghiera (di cui hanno ampiamente riferito la televisione e i giornali governativi) ha causato maggior confusione ai non credenti che ai cristiani. Il Signore Gesù Cristo è recepito prima di tutto come, parlando nella lingua dei canti ortodossi, il “Dio della pace”[4], che ha insegnato ad opporsi al male con il bene, che ha predicato di prendere e portare la croce e ha chiesto di lasciare la spada nel fodero[5]. San Serafino non ha mai preso parte a guerre e non le ha mai benedette. “Passò” la Guerra Patriottica del 1812[6] nella cella del monastero, insegnò l’acquisizione dello Spirito Santo e non l’acquisizione della bomba atomica. Disse parole notevoli su come migliaia di persone si salvano se un uomo salva se stesso – è evidente che questo esclude ogni militarismo, che pretende di salvare migliaia di persone attraverso l’uccisione di centinaia o di salvarne milioni attraverso l’uccisione di centinaia di migliaia. Come è stato a Hiroshima e a Nagasaki. “Novaja gazeta”, 6/9/2007, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/68/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |
[1] L’originale è un gioco di parole complesso. Mošči è un termine aulico che significa “potenze”, ma anche e soprattutto “spoglie di santi”.
[2] Il corsivo è mio.
[3] Santo ortodosso vissuto nei primi anni del XX secolo.
[4] Il termine mir può significare anche “mondo” e qualcuno potrebbe fare finta di non capire…
[5] A voler fare i pignoli all’apostolo Pietro chiese di rimettere la spada nel fodero (l’aveva già estratta e usata), ma ciò non toglie valore all’affermazione in generale.
[6] La guerra contro Napoleone.
2 commenti:
ciao non avendo la tua mail mi sono permessa di scriverti qui
ti volevo dire che ho intervistato Ljdia Yusupova..trovi l'interivsta sul mio blog, su peacelink, sul fatto online, su tifeoweb e su europaoggi.
se vuoi darle visibilità fai pure...credo sia un'argomento importante.
ciao
@vale: avevo letto la tua intervista... Notevole... Certo, che anche pensare che, un anno e venti giorni dopo il mio esordio come blogger, si possa già usare "Bloggato" per dare visibilità a qualcuno è notevole... Ti posterò di certo...
Posta un commento