21 dicembre 2007

Ancora sulla "Bussola d'oro"

Riflessioni per i genitori su “La bussola d’oro”

Intervista a Pete Vere e Sandra Miesel

INDIANAPOLIS (Indiana), mercoledì, 19 novembre 2007 (ZENIT.org).- Il film “La bussola d’oro” non è semplicemente una favola magica, ma è una storia che sfrutta l’immaginario delle opere di Lewis e Tolkien, distorcendolo, per minare la fede dei giovani in Dio e nella Chiesa, afferma Pete Vere, scrittore cattolico.

In questa intervista rilasciata a ZENIT, Vere e Sandra Miesel parlano dell’adattamento dei romanzi scritti da Philip Pullman. Il film, il cui cast comprende Nicole Kidman e Daniel Craig è uscito nei cinema a dicembre.

Vere e Miesel sono co-autori del libro “Pied Piper of Atheism: Philip Pullman and Children’s Fantasy”, pubblicato da Ignatius Press a dicembre sul tema del film “La bussola d’oro”.

E' uscito recentemente nei cinema il primo film della trilogia de “La bussola d’oro”. Per coloro che non conoscono la serie, di che tipo di libri si tratta e a chi sono destinati?

Vere: Innanzitutto, i libri sono scritti per i ragazzi tra i 9 e i 12 anni, come il resto della letteratura fantasy per i giovani che si rifà alla tradizione di J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis, e J.K. Rowling. “Se sei un fan del “Signore degli anelli”, di “Narnia” o di “Harry Potter”, affermano i critici, “ti piacerà Pullman”.

Personalmente non riesco proprio a immaginarmi un ragazzo che sceglie da solo questi libri per leggerli. Li vedo più come libri che gli adulti danno da leggere ai ragazzi.

Detto questo, “La bussola d’oro” (1995) è il primo libro della trilogia di Pullman. Il secondo è intitolato “La lama sottile” (1997) ed è seguito da “Il cannocchiale d’ambra” (2000).

La trilogia nel suo insieme è nota come “Queste oscure materie”, dalla frase di “Paradiso perduto” di John Milton. È un titolo a mio avviso molto appropriato, considerato che ciascun libro diventa progressivamente sempre più oscuro, sia nell’intensità con cui Pullman attacca la Chiesa cattolica e il concetto giudaico-cristiano di Dio, sia nel modo in cui promuove l’ateismo.

Per esempio, uno dei personaggi principali, la dottoressa Mary Malone, è un’ex suora cattolica che ha abbandonato la vocazione per dedicarsi al sesso e alla scienza. Il lettore non la incontra se non nel secondo libro, ovvero in una fase di pieno coinvolgimento nella lettura. Arrivati al terzo libro, la dottoressa Malone appare coinvolta in pratiche di occultismo al fine di indurre i due protagonisti, un ragazzo e una ragazza di 12 anni, a dormire nello stesso letto e a baciarsi - come minimo - in modo passionale. Questo sarebbe il modo in cui essi rinnovano gli universi paralleli creati da Pullman.

Un altro esempio è il ritratto del Dio giudaico-cristiano. Pullman parla di un’entità che chiama “l’Autorità”, chiarendo in numerosi passaggi che si riferisce al Dio della Bibbia. L’Autorità è menzognero ed un semplice angelo; nel terzo libro lo scopriamo anche con caratteristiche senili. Egli sarebbe stato intrappolato in una sorta di gioiello e tenuto prigioniero dal patriarca Enoch, che viene chiamato Metatron, e che governa nel nome dell’Autorità. Quando i giovani protagonisti scoprono il gioiello e casualmente liberano l’Autorità, questa si sfascia e muore.

Inoltre, Pullman usa l’immaginario delle “Cronache di Narnia” di C.S. Lewis. Le sue “oscure materie” si aprono infatti con la giovane protagonista intrappolata in un guardaroba, appartenente ad un giovane professore, mentre parla ad un animale e scopre mondi paralleli. Quindi il giovane lettore viene coinvolto da subito in questa atmosfera familiare di Lewis.

Tuttavia, l’opera di Pullman non si limita ad usare la magia delle favole per raccontare una storia, ma promuove apertamente l’ateismo, distorcendo l’immaginario proprio dei libri di Lewis e Tolkien per minare la fede dei giovani in Dio e nella Chiesa.

Molti cattolici, tra cui William Donohue della Catholic League, si sono pronunciati contro questo film. Cosa dovrebbero sapere i genitori prima di dare il permesso ai figli di vederlo?

Vere: Non raccomando a nessun genitore di consentire ai propri figli di andare a vedere il film. Sebbene si affermi che il film sarebbe stato ripulito dei suoi elementi più anticristiani e antireligiosi, esso sicuramente sollecita la curiosità dei giovani nei confronti dei libri da cui è stato tratto. Io stesso sono un genitore; i miei figli mi riterrebbero un ipocrita se gli dessi il permesso di vedere il film ma non di leggere i libri. E avrebbero ragione.

Non va bene per i ragazzi – impressionabili come sono – leggere storie la cui trama ruota attorno ad una grande affermazione blasfema, ovvero che Dio è un mentitore e un mortale. Non è opportuno che i giovani leggano libri in cui l’eroe è un adultero e un omicida; in cui i preti agiscono come dei killer professionisti, che torturano e autorizzano sperimentazioni occulte sui giovani; in cui una ex suora si dà alle pratiche di occultismo e a comportamenti promiscui, e ne parla apertamente con dei dodicenni; in cui gli angeli che si ribellano a Dio sono buoni, mentre quelli che lottano accanto a Dio sono malvagi. Questo è sbagliato. E sebbene tutto ciò sia stato edulcorato nel film – o almeno questo è ciò che apprendiamo da Hollywood – nei libri è rimasto intonso.

Miesel: Inoltre, i libri sono piuttosto cruenti e sanguinolenti. Non solo battaglie, ma assassini, sadismo, mutilazioni, suicidi, eutanasia e persino cannibalismo. Vi sono anche passaggi di forte sensualità e di angeli omosessuali dipinti come “amanti platonici”.

Concordo con Pete. Bisogna evitare sia il film che i libri. Sarebbe meglio che la gente non facesse manifestazioni o non sollevasse polveroni sul tema, perché sarebbe solo come fargli pubblicità gratuita. Se il film si rivelerà un flop, gli altri libri non saranno trasferti su pellicola.

L’autore, Philip Pullman, è un ateo dichiarato. Questo elemento emerge nei libri e nel film più come secolarismo o come anticattolicesimo?

Vere: Entrambe le forme coesistono. Ciò che inizia come una ribellione contro la Chiesa si tramuta in una ribellione contro Dio. Questo poi porta all’idea che Dio - e il Cristianesimo - siano un’invenzione.

I dodicenni protagonisti - Lyra e Bill - scoprono che l’anima non è immortale che non esistono il paradiso e l’inferno. Tutto ciò che ci aspetterebbe nell’aldilà è un tetro oltretomba in cui l’anima attende di essere completamente dissolta. Pullman quindi usa l’anticattolicesimo come terreno per promuovere l’ateismo.

Questa trilogia viene paragonata a “Harry Potter” e al “Signore degli anelli”. Esistono similitudini fra loro?

Vere: Da un punto di vista superficiale, sì. Ci sono maghi, eroi, creature strane, mondi diversi, ecc., anche se per i motivi già citati, il riferimento maggiore - sebbene in un contesto invertito - si ha con le “Cronache di Narnia” di C.S. Lewis. Pullman, che ha definito il “Signore degli anelli” come un’opera “infantile”, ha un disprezzo particolare per Lewis e “Narnia”. E questo emerge anche dal fatto che egli prende gli elementi letterari di Lewis per capovolgerli e usarli per attaccare il Cristianesimo e promuovere l’ateismo.

Come ha detto lo stesso Pullman in un articolo pubblicato nel 1998 sul Guardian: “A Lewis non piacevano le donne in generale, né gli piaceva la sessualità, per lo meno nella fase della sua vita in cui ha scritto i libri su Narnia. Era spaventato e inorridito dall’idea di voler crescere. Susan, che invece voleva crescere e che avrebbe potuto essere il personaggio più interessante dell’intera collana, è una Cenerentola in una storia in cui le sorellastre hanno la meglio”.

Miesel: Questa frase è palesemente infondata su entrambi i punti. Lewis iniziò a scriversi con la sua futura moglie nel 1950, l’anno in cui uscì il primo libro della serie di Narnia e si sposò nel 1956, l’anno in cui uscì l’ultimo della stessa serie. Il problema di Susan non è di “crescere”, ma di evitare di diventare sciocchina e presuntuosa. Ne “L’ultima battaglia” Susan non appare neanche, e tanto meno viene mandata all’inferno.

Vere: Pertanto, ciò che abbiamo qui è più un contrasto e una distorsione che una similitudine. Inoltre, le opere di Tolkien, Lewis e Rowling sono promosse principalmente dagli stessi lettori che comprano i libri, li leggono e li rendono celebri.

Per contro, il lavoro di Pullman sembra trovare spazio grazie alle critiche. Le uniche persone che conosco che raccomandano i libri di Pullman sono laureati in lettere e professori universitari. Non conosco un singolo elettricista, parrucchiere o ragioniere che raccomandi i lavori di Pullman. I suoi libri quindi non hanno avuto quella diffusione tra la gente comune come è avvenuto per il “Signore degli anelli”, “Narnia” e “Harry Potter”.

Nicole Kidman, che recita nel film e dice di essere cattolica, ha affermato che non avrebbe mai accettato la parte se avesse ritenuto che fosse un film anticattolico. Cosa pensa di questa affermazione?

Vere: Cristo ha domandato espressamente nei Vangeli: può un albero buono dare frutti cattivi? Il film è frutto dei libri e dell’opera di Pullman e questi sono profondamente ateistici. Come è possibile eliminare questo dal film senza estromettere del tutto lo stesso Pullman dalla sua storia?

Durante un’intervista, diversi mesi fa, ho chiesto alla sceneggiatrice di Hollywood, Barbara Nicolosi, se fosse possibile rendere innocui gli elementi anticristiani nel girare il film. Nicolosi è presidente di Act One, un’organizzazione cristiana che offre aiuto e guida agli esordienti di Hollywood.

La questione l’aveva già affrontata, perché qualche anno fa una sua amica - una cristiana evangelica - aveva ricevuto la richiesta di scrivere la sceneggiatura cinematografica della “Bussola d’oro”.

“Abbiamo letto [il libro], ma non vi era proprio modo di poter fare qualcosa”, mi ha detto Nicolosi. “L’universo fantastico di Pullman è nichilista e strutturato sul caso. Non è possibile aggiustare questo in una sceneggiatura senza cambiare la storia che Pullman cerca di raccontare, che è una storia ateistica, gonfia d'astio e talvolta polemica”.

Allora perché promuovere un film che nella migliore delle ipotesi rischia di generare nei ragazzi, giovani e spesso impressionabili, solo un maggiore interesse per quei libri?

Per i genitori cristiani, il film non può che essere considerato come un veleno spirituale per i figli, perché esso è frutto del libro da cui è tratto.

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