Michail Beketov, nostro amico e collega, giornalista di talento e coraggioso, direttore del giornale “Chimkinskaja pravda” [2], si trova in coma all’Istituto Sklifosovskij [3]
 
|     Michail   Beketov è stato trovato il 13 novembre con la testa fratturata e privo di   conoscenza nel cortile della sua piccola casa di mattoni in via Gor’kij nel   sobborgo di Starbeevo nella provincia di Chimki. Dietro un’alta cancellata è   rimasto disteso sull’asfalto freddo per più di un giorno, finché una vicina   non l’ha notato… I   medici hanno dichiarato subito che il trauma subito da Beketov “non è   compatibile con la vita”. Adesso lottano semplicemente per la sua vita e   nessuno parla delle chance di salvarla. Gli hanno già praticato alcune   operazioni al cranio e gli hanno amputato una gamba. Finora non è nota la   data precisa dell’aggressione al giornalista. Due amici di Miša, i coniugi   Jurij e Ljudmila Fedotov, raccontano che Beketov aveva smesso di rispondere   al telefono già l’11 novembre. Allora ebbero i primi sospetti – qualche tempo   prima aveva raccontato di una telefonata: dall’altra parte del filo avevano   promesso che gli avrebbero fatto certamente la pelle. Miša si era reso conto   della serietà delle minacce e si preparava a darne notizia alla procura e   allo FSB [4], ma non contava su un aiuto. Il 12 novembre non ha risposto di   nuovo… A   chi dava fastidio Beketov, si può affermare in un solo modo – alle autorità   locali di Chimki. Tuttavia per cosa concretamente “abbia pagato” l’oppositore   è difficile da dire per ora. Il direttore della “Chmkinskaja pravda” scriveva   cose tali che un motivo per vendicarsi potrebbe essere ritenuto ogni suo   articolo. * *   * Michail   Beketov stampava la “Chimkinskaja pravda” da solo, a proprie spese. Questa   pubblicazione aveva parlato per prima del processo di esumazione e nuova   sepoltura dei resti di sei avieri sepolti presso il monumento agli eroi della   Grande Guerra Patriottica [5] a Chimki. (Ciò avveniva nell’aprile 2007, nel   pieno dello scontro tra la Federazione Russa e l’Estonia a proposito del   Soldato di Bronzo [6].) Il giornale, rimandando a testimonianze degli   abitanti, scriveva che le tombe dei combattenti erano state fatte a pezzi coi   trattori. Parte dei resti era andata perduta nel corso della nuova sepoltura.   Beketov sollevò uno scandalo, sugli schermi della TV di Stato mostrò le foto   fatte da lui della barbara esumazione, pubblicò un articolo, poi un secondo e   un terzo. Alla fine dalle pagine del proprio giornale chiese al capo della   città di Chimki Vladimir Strel’čenko di dimettersi. Un   mese dopo fecero esplodere la macchina del direttore della “ChP” [7]. Ciò fu   preceduto da telefonate con avvertimenti e minacce di violenza personale.   Contro la pubblicazione è stato utilizzato un serio mezzo amministrativo: i   funzionari hanno proibito ai piccoli imprenditori di pubblicare inserzioni   nel giornale e alla polizia di fornirgli rapporti. Hanno preso a trafugare i   numeri del giornale, hanno coperto di minacce chi la diffondeva. Poi due   uomini sconosciuti hanno fatto irruzione in pieno giorno nel salone di un   parrucchiere dove pure era diffuso il giornale. Dopo aver ordinato al   personale di non tenere più con se cose del genere, al posto dei giornali   hanno lasciato dei poster con il volto del signor Strel’čenko… * *   * Beketov   scrisse alla procura, definendo l’accaduto “terrorismo politico, il cui   mandante è il signor Strel’čenko”. Beketov raccontò come uno dei vice di   Strel’čenko gli propose quanto segue: “Non se la prenda per la macchina. Dio   ha dato, Dio ha tolto [8]. Ricominciamo da un foglio bianco [9]”. Il   direttore rifiutò di andare a siglare l’armistizio. E gli scandali sollevati   da Beketov ebbero delle appendici: sono stati picchiati giornalisti che hanno   messo in luce questa o quella azione di protesta a Chimki, a qualcuno dei   sostenitori hanno bruciato la porta di casa… Il   “foglio bianco” dei rapporti con il potere iniziò nel febbraio 2008 . Solo   che allora contro il direttore della “Chimkinskaja pravda” fu avviato un   procedimento penale per “calunnia”. Da pretesto servirono gli articoli sulla   demolizione dei monumenti ai combattenti. Calunniato da Beketov,   naturalmente, risultava essere il capo dell’amministrazione Vladimir   Strel’čenko. Del procedimento penale il giornalista venne a sapere mentre si   trovava all’ospedale (dopo l’esplosione della macchina il suo cuore aveva   cominciato a fare i capricci). Per questo motivo non andò a farsi interrogare   in procura. E non c’era obbligato – non erano giunti inviti a comparire. Il   dipartimento del ministero degli Interni [10] di Chimki emise un mandato di   cattura nei suoi confronti. Ben presto il caso fu trasmesso al tribunale. Del   caso di Michail Beketov si interessò il Fondo per la libertà di parola di   Aleksej Simonov [11]. Sostenitori e lettori del giornale lo appoggiarono   recandosi alle udienze del processo. Tra l’altro in procura gli consigliarono   di scusarsi con il capo dell’amministrazione – e il caso sarebbe stato   chiuso. Non c’è problema, rispose Beketov. Ma che allora anche il capo   dell’amministrazione si scusasse con lui per la persecuzione del giornale, e   con i lettori e gli abitanti per l’esumazione dei resti dei combattenti, gli   abusi edilizi [12], gli immobili venduti per pochi copechi… * *   * Per   tutto quest’anno Beketov e il suo giornale hanno condotto una strenua lotta   per il bosco di Chimki . Il problema è che per la realizzazione del progetto   di costruzione dell’autostrada Mosca-San Pietroburgo l’intero patrimonio   forestale di Chimki è destinato all’abbattimento e all’installazione di   industrie. La lotta degli abitanti di Chimki prende forma di manifestazioni,   di lettere al presidente (quest’estate i difensori del bosco gli hanno   inviato una petizione con 15000 firme) e al governo. Hanno già bloccato la   strada Leningradskoe [13]. Anche in questo caso Beketov è dietro a tutto. Ha   preso a riunire gli attivisti di altre province dei dintorni di Mosca – di   Schodnja, Balašicha, Dolgoprudnyj. “Vengono da noi, noi andiamo da loro, di   conseguenza il sostegno reciproco è garantito”. E la passione ha preso a   unire le persone. Non ultima, la passione personale di Beketov. * *   * I   suoi colleghi ritengono che il motivo principale dell’aggressione a Michail   Beketov sia il desiderio di purgare il campo dell’informazione prima delle   elezioni del capo dell’amministrazione di Chimki, previste per il marzo 2009. L’attuale   capo della città, il membro di “Russia Unita” [14] Vladimir Strel’čenko è al   potere già da 5 лет. In questo tempo i mezzi di informazione di massa locali   sono stati trasformati in un meccanismo di propaganda e agitazione [15]: la   TV via cavo ha affermato che i partecipanti alle azioni di protesta vengono   pagati, i giornali della provincia hanno scritto che “la maggioranza degli   abitanti sostiene e approva in pieno l’operato dell’amministrazione”. In   questa situazione esistevano tre giornali di opposizione. Oggi ne esce solo   uno. –Tutto   considerato, l’amministrazione avrebbe dovuto essere orgogliosa che nel suo   territorio ci siano tali giornali – il “Graždanskij forum” [16] di Granin, la   “Chimkinskaja pravda” di Beketova e il mio “Graždanskoe soglasie” [17], –   dice il direttore di quest’ultima Anatolij Jurov. – All’inizio ha cessato di   esistere il “Graždanskij forum”. E’ andata così: dopo una serie di articoli   sulla reale situazione della città il direttore del giornale ha ricevuto un   colpo di tubo metallico in testa all’ingresso di casa sua e hanno rotto la   testa anche al responsabile della segreteria della pubblicazione… Per fortuna   entrambi sono sopravvissuti, ma la pubblicazione del giornale è stata   bloccata. Ai   danni dello stesso direttore del “Graždanskoe soglasie” sono state compiute   tre aggressioni. La seconda gli ha provocato una commozione cerebrale. La   procura non ha aperto alcun procedimento. I colpevoli non sono stati trovati.   Quest’anno, dopo la terza aggressione, Jurov si è rivolto al presidente con   una lettera chiedendo di essere difeso dagli abusi delle autorità locali.   Qualche giorno dopo presso l’ufficio della redazione alcuni sconosciuti gli   hanno inferto 10 ferite lacero-contuse. –   Dopo questo io e Beketov ci siamo trovati e abbiamo valutato le cose: il “Graždanskij   forum” non c’è più. Siamo rimasti solo noi. Ci siamo messi d’accordo che il   primo a cui faranno la pelle sarà sepolto dall’altro… Certo, abbiamo scritto   – alla procura, al ministero degli Interni, allo FSB. Ma che senso ha? Tutte   le lettere vanno alla regione e tornano qua… * *   * Vale la pena di notare che   accanto al “lavoro con i mezzi di informazione di massa” viene portata avanti   una strenua attività pre-elettorale anche tra la popolazione di Chimki. In   una serie di imprese alla gente viene chiesto già oggi di prendere i   documenti per votare fuori dal proprio seggio [18], si schedano quelli che   diffondono i numeri della “Chimkinskaja pravda”, si chiede insistentemente di   non prender parte a manifestazioni e picchetti. In caso contrario promettono   alla gente sanzioni, fino al licenziamento.
 
   Vera Čeliščeva, “Novaja   gazeta”, 16.11.2008,   http://www.novayagazeta.ru/data/2008/85/19.html   (traduzione e note di Matteo Mazzoni)  |   ||||||||
 
[1] Città nei dintorni di Mosca.
[2] “La verità di Chimki”.
[3] Ospedale di Mosca intitolato al chirurgo Michail Vasil’evič Sklifosovskij.
[4] Federal’naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l’erede del KGB.
[5] Così viene chiamata in Russia la guerra contro gli invasori nazisti.
[6] Il monumento al milite ignoto sovietico nella capitale dell’Estonia, che gli estoni volevano rimuovere perché ritenuto un omaggio al regime sovietico.
[7] “Chimkinskaja Prava” – i russi amano parlare per sigle e abbreviazioni.
[8] Una sfrontatezza da veri impuniti… La frase di Giobbe è usata in Russia per parlare di disgrazie e viene in genere usata da chi le subisce per esprimere rassegnazione.
[9] Come dire “da zero”.
[10] Si legga “la polizia”.
[11] Aleksej Kirillovič Simonov, scrittore, regista e attivista per i diritti umani.
[12] Letteralmente “piccoli lavori edilizi”.
[13] Quella che conduce a San Pietroburgo. Curiosamente tutto ciò riguarda questa città è rimasto ufficialmente “leningradese”.
[14] Il partito di Putin, che non ha altro scopo che sostenere Putin.
[15] L’agit-prop di sovietica memoria…
[16] “Forum civico”.
[17] “Concordia civica”.
[18] In Russia vengono rilasciati documenti che permettono di votare dove capita (seggi “volanti” si trovano anche nei centri commerciali). Ciò dovrebbe in teoria facilitare l’esercizio del diritto di voto, ma in realtà permette di fare brogli scandalosi.

    
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