06 novembre 2009

Qualcosa si muove nel caso dell'omicidio Markelov-Baburova?

Primi arresti per il caso dell'omicidio di Stanislav Markelov e Anastasija Baburova



Il presidente ha già dichiarato che il lavoro operativo dei servizi segreti nei confronti dei gruppi nazionalisti deve continuare


Il 3 e il 4 novembre sono stati arrestati i primi sospetti del caso dell'omicidio dell'avvocato Stanislav Markelov e della corrispondente della “Novaja gazeta” Anastasija Baburova. La preparazione dell'operazione è stata tenuta nel segreto più stretto e l'arresto è stato preceduto da attive misure operative tanto nell'ambito dei nazionalisti, quanto nel campo dell'informazione pubblica.

Il 5 novembre sono stati resi noti ufficialmente i nomi dei sospetti: Evgenija Chasis, anno di nascita 1985, e Nikita Tichonov, anno di nascita 1980; come ha confermato la Commissione inquirente, nei loro confronti è stata formulata un accusa secondo il comma 2 dell'art. 105 del Codice Penale della Federazione Russa – omicidio, compiuto da un gruppo di persone su previo accordo.

Di fatto la versione principale fin dall'inizio delle indagini si basava sulla presunzione di complicità nell'omicidio dei fascisti, nemici di principio dei quali erano sia Stanislav, sia Anastasija. Markelov portava avanti i procedimenti penali riguardanti gli antifascisti e si occupava del monitoraggio dei crimini dei nazi russi e aveva la possibilità di riferire agli organi giudiziari i fatti di cui era venuto a conoscenze nel corso di questo lavoro. Baburova metteva in luce i procedimenti penali a carico dei fascisti e prendeva parte attivamente al movimento antifascista. Stando alle informazioni in nostro possesso, gli arrestati appartengono a un gruppo fascista.

Per ora è presto dire che il caso è risolto. Resta ancora da dimostrare la colpevolezza degli arrestati e da individuare gli altri complici dell'omicidio. Così come il mandante, se ce n'era uno.

Ieri, 5 novembre, il tribunale del quartiere Basmannyj [1] ha esaudito la richiesta della procura per l'incarcerazione di Tichonov. La richiesta è stata esaminata a porte chiuse; questo è stato richiesto sia dalla procura, sia dall'avvocato del sospetto Evgenij Skripilev. Se il pubblico ministero si rifaceva all'art. 241 (comma 2, punto 1) del Codice di Procedura Penale della Federazione Russa, secondo cui un procedimento inerente a un processo si tiene a porte chiuse nel caso in cui l'esame del caso possa portare alla rivelazioni di segreti di stato o di altri segreti tutelati dalla legge, Skripilev, a suo dire, si è mosso negli interessi del proprio assistito.

Gli inquirenti, in effetti, fanno tutto il possibile per mantenere la massima segretezza. In tribunale il volto del sospetto, mentre veniva portato per il corridoio, è stato coperto con un sacco speciale e i rappresentanti della procura hanno comunicato ai giornalisti presenti solo il suo nome – Tichonov Nikita Aleksandrovič [2]. L'avvocato Skripilev, a sua volta, si è rifiutato di fare commenti e non ha risposto neanche alla domanda se il suo assistito si fosse riconosciuto colpevole.

Anche il volto del secondo imputato condotto in tribunale – Chasis Evgenija Danilovna – è stato accuratamente nascosto. Prima dell'inizio del procedimento il giudice Mušnikova ha chiesto all'imputata se non volesse dichiarare la ricusazione dell'avvocato.

– E cos'è una ricusazione? – ha chiesto precisazioni Chasis.

Quando all'imputata è stata spiegata l'essenza di questa procedura, costei ha dichiarato: “Non voglio fruire dei servizi dell'avvocato assegnatomi. Ho il mio avvocato, con cui ho siglato un accordo. Si chiama Vasil'ev Aleksandr Vital'evič”.

L'avvocato Vasil'ev è noto al pubblico. Questi è stato avvocato difensore in molti processi clamorosi contro i neonazisti. In particolare ha rappresentato gli interessi dell'imputato Maksim Marcinkevič, soprannominato Tesak [3], noto leader del gruppo nazista “Format-18” [4].

Alla fine il tribunale ha sancito anche l'arresto di Evgenija Chasis.

Zinaida Burskaja
Sergej Skolov


05.11.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/123/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Quartiere del centro di Mosca, il cui tribunale è tristemente noto per aver emesso molte sentenze contro avversari di Putin.


[2] Cioè Nikita Aleksandrovič Tichonov. In contesti ufficiali i russi sono indicati per cognome, nome e patronimico.


[3] Spada.


[4] Il numero 18 sta per “Adolf Hitler” (nell'alfabeto latino la “a” è la prima lettera, la “h” l'ottava).

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