Doppiezza ed evoluzione criminale |
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Il decreto “Sulle misure complementari per la tutela dell'ordine pubblico”, di cui Medvedev ha annunciato la firma nel giorno del macello in piazza del Maneggio [1], forse significa la tardiva rinuncia alla fallita idea di “verticale del potere”
Ecco tre esempi in fila: l'esecuzione di 12 persone, bambini compresi, nel villaggio cosacco di Kuščëvskaja; l'aggressione della scorta di una colonna-VIP privata ad un guidatore che non aveva dato strada sulla MKAD [2]; il pestaggio di un'insegnante da parte del patrigno di una scolara della prima classe a San Pietroburgo. Come a farlo apposta, qui vengono in mente coppie di esempi: Gus'-Chrustal'nyj [3], un'altra colonna e un'altra insegnante. Chiunque di noi può raccontare qualcosa in questo senso. Cioè qui non abbiamo a che fare con eccessi, ma con ciò che sta diventando la norma, con la concorrenza tra norme, in cui la nuova forma di vita sostituisce la vecchia – vale a dire lo standard comune europeo di comportamento etico e di rapporti con il prossimo. Questi e altri numerosi casi sono uniti dal fatto che sia i carnefici di Kuščëvskaja, sia le guardie del corpo di una ČOP [4] incomprensibile, sia un semplice ex sbirro a livello individuale agiscono non semplicemente “senza paura” (ma, forse, non è neanche così), ma come “nel loro diritto”, nell'ambito di un qualche sistema normativo parallelo, di una “legge” neppure ladresca [5], dal punto di vista della quale queste azioni si configurerebbero come “abusi”. La violenza viene evidentemente sentita dai suoi esecutori come “legittima” ed è facile concedere che questi mostri (in certe situazioni) in qualche altra situazione (nei rapporti con i propri amici e le proprie donne, per esempio) si comportano abitualmente all'incirca come persone che hanno fatto proprio dall'infanzia cosa è bene e cosa è male. Ne risulta, cominciamo a capire: la pena di morte in Russia non è stata abolita, ma ha smesso di essere monopolio dello stato, così come la “legittima” violenza nel suo complesso. Questo è stato conseguenza del fatto che lo stato ha perso la propria legittimità, che la legge da questo promulgata ha smesso di essere un qualche sistema dominante di regolamentazione e adesso è come se ognuno scegliesse una “legge” per se. Ancora qualche anno fa (a cominciare dalla Blagoveščensk baschira [6], in seguito ovunque) i portatori di violenza organizzata si identificavano come OMON [7], “sbirri”. Adesso, come in agosto al festival rock nella regione di Čeljabinsk [8], possono essere anche semplicemente persone nude fino alla cintola. Queste sono apparse come dal nulla e sono sparite come se non fossero più da nessuna parte nello stato. Questo nuovo fenomeno è di per se l'emblema della dissoluzione dello “stato sbirresco”, significa che il modello corruttivo di legittimazione della “verticale del potere” non ha potuto reggere contro il più primitivo modello della violenza e della rapina dirette. Dietro lo schermo della “verticale” inizialmente ha perso un senso economico la produzione, sostituita dappertutto dal più redditizio e meno “sedentario” commercio, ma ben presto lo ha perso anche qualsiasi accumulazione in generale, in quanto la proprietà non è difesa in alcun modo e ad alcun livello. Nel commercio sono rimaste le femmine, ma i maschi sani sono tutti di guardia: o in quella di Stato (FSO [9], FSB [10], Ministero degli Interni, ecc.), o in quella privata – ed ecco le ČOP, una sorta di incubatore di violenza quasi legittima per singole persone. Ma perfino la corruzione ha perso senso, perché, si chiarisce, la sicurezza della vita non si compra, non bastano semplicemente i soldi per pagarla. Alla velocità con la quale si sono degradati lo stato e la società, le bustarelle sono già un problema di ieri. E' difficile immaginare la corruzione in un'organizzazione primitiva: in mancanza di istituti e di norme perché complicare la raccolta dei tributi? Oggi il modello dominante di comportamento attivo non è già più la corruzione, ma la rapina, non l'accordo con la prostituta, ma lo stupro e non si tratta della corruzione del potere, ma dello stato primitivo della società in complesso, totalmente. Questa non è una “rivoluzione” criminale. La dissoluzione dello stato sbirresco ha proceduto per via evolutiva, molto rapidamente (nella società contemporanea i processi storici si verificano fulmineamente), ma abbastanza rapidamente perché gli “eserciti governativi” si rendessero conto del proprio interesse. In caso di rivoluzione avrebbero potuto schierarli contro i criminali usurpatori del potere, ma nel corso dell'evoluzione si sono già mutati da soli in Capok [11] e difficilmente sosterranno la rapace “verticale”. Le spasmodiche ricerche di una risposta al problema di Kuščëvskaja ben noto a tutti hanno subito generato il pensiero della “rinascita dei RUBOP [12]”, lanciato come pallone di prova da parte di qualcuno delle strutture armate. “La storia insegna solo che non insegna niente”, ma i fatti sono così freschi che gli studenti si sono ricordati: ci siamo passati solo ieri. Dopo una pausa imbarazzata nello spazio della discussione è entrato il noto oracolo della “Rossijskaja gazeta” [13], l'immutabile presidente della Corte Costituzionale, il prof. V.D. Zor'kin. “Un sistema che diviene criminale non può essere stabile per definizione, – constata con stupore lo studioso. – Perciò le lodi sperticate all'indirizzo della famigerata stabilità perdono istantaneamente qualsiasi senso”. Buongiorno! Che significa questo stupore a un così alto livello di potere e professorale? Siamo stati testimoni del previsto crac dell'idea putiniana della “verticale del potere” ed è indispensabile rendersi conto almeno di questo. Secondo leggi di governo (che sono molto più forti delle “leggi” approvate dalla Duma) formulate da tempo, ma, evidentemente, non imparate al Cremlino, il sistema dominante non può essere più primitivo di ciò che domina: sarebbe come se il cavallo si mettesse a comandare il cocchiere. Di questo non teneva conto l'arcaico, troppo poco articolato per la società contemporanea modello di “verticale”. Parafrasando Puškin, che notava che in Russia “il governo è finora ancora l'unico europeo”, all'inizio del XXI secolo dobbiamo constatare che il presidente è diventato il principale asiatico della Russia in kimono. A cominciare dal “fare secchi nei cessi” [14], Putin per molti versi ha dato ai cittadini telespettatori il paradigma del potere come violenza a modo proprio. Lo slogan “dittatura della legge”, con cui questi effettivamente ha vinto le elezioni, ha sostituito furtivamente l'idea della supremazia del diritto, che, certamente, sotto El'cin fu tutt'altro che realizzata, ma “venne dall'alto”. I tribunali, inseriti e facilmente inseritisi nella “verticale”, hanno perso il ruolo di posti dove si cerca la supremazia del diritto e sono diventati non il baluardo del potere, difendendo ugualmente tutti sulla base della legge e di uno standard comune, ma il punto focale della doppiezza. Condanne crudeli per crimini commessi evidentemente su commissione da una parte e una strana “umanità” nei confronti dei rappresentanti del potere e I loro familiari dall'altra, hanno portato rapidamente a far sì che i tribunali penali abbiano perso legittimità perfino prima delle altre “branche del potere”, favorendo in tal modo la “legittimazione” dei regolamenti di conti banditeschi e del racket degli sbirri. Al professor Zor'kin, che si ricorda spaventato della “supremazia della legge”, siamo costretti a rammentare che in nome di quella stessa “stabilità” la Corte Costituzionale non ha chiamato guerra la guerra in Cecenia, non ha difeso l'elettività dei governatori e in complesso il federalismo come più complesso e adeguato sistema di governo del paese e ha preso ancora molte decisioni simili, difficilmente basate sulla supremazia del diritto. In una fessura di questa doppiezza, elevata dalla Corte Costituzionale a legge, tra i due fondi del maligno sistema giudiziario si sono infilati anche gli Capok, affermando la propria “legittimità”. Per quanto riguarda la seconda parte dello slogan con cui ha vinto Putin, l'allettante “dittatura”, si è chiarito che nella società contemporanea (se non si tratta dell'arcaico Caucaso) questa è semplicemente impossibile in forma centralizzata, ma rapidamente “sfugge” come modo di pensiero e di azione ai “piani bassi”. Dal Cremlino hanno potuto partire singoli comandi di un dittatore non particolarmente utilizzabili, se non accompagnati da qualche elemosina finanziaria, tuttavia la “dittatura dello sbirro” è diventata un fatto in ogni paese. L'hanno afferrata le ČOP, qua anche gli Capok, non appesantiti da alcun condizionamento, là in seguito semplicemente singoli compagni, che vanno a scuola per randellare la maestra. In seguito il capo della Corte Costituzionale propone di ricordare l'esperienza degli USA e creare (nella “supremazia della legge”, va da sé) in Russia il proprio FBI per la lotta alla mafia. Ma questo non si distingue in nulla dai RUBOP, in cui non c'è già nessuno da raccogliere e significherebbe solo una moltiplicazione dell'opričnina [15], dove gente dello Stato e banditi non si distinguono in alcun modo. Lo stato non è più in grado di difendere nessuno, incluso sé stesso: nessuno si prende la briga di predire neanche al centro, per non dire a livello regionale e municipale, chi abbatterà chi in questo stato. Per fortuna il presidente Medvedev stavolta, pare, non ha comunque ceduto alla tentazione della lotta della violenza contro la violenza – così si può trattare il decreto di cui ha detto sabato. All'incontro con i membri stabili del Consiglio di Sicurezza non solo non ha sostenuto la rinascita dei RUBOP, costruiti nella severa, ma da tempo anche pienamente screditatasi verticale, ma, al contrario, ha comunicato che adesso i governatori si prenderanno tutta la responsabilità per la saldatura della criminalità e del potere locale. Nei loro relativi consigli per la coordinazione, secondo il pensiero di Medvedev, devono entrare i rappresentanti della società civile e delle NKO [16], che ancora l'altro ieri venivano date dagli uomini delle strutture armate per le principali forze dell'inferno, ma che sono risultate essere rimaste le ultime cellule rimaste nell'organismo a non essere contagiate (dalla “statalità”). Di fatto il presidente, che si è pubblicamente rifiutato di riconoscersi sostenitore del federalismo e che ha dichiarato che nei prossimi cento anni non arriveremo all'elettività dei governatori, fa un passo forzato e tardivo verso il federalismo. Fa a pezzi la fallita “verticale” così, come si chiudono gli scomparti di un sottomarino: per salvare almeno qualcuno da qualche parte. Si immagina che questa sia l'unica risposta corretta, seppure molto tardiva e insufficiente alla deriva criminale non già del potere, ma della società in complesso Questo processo si può fermare solo a livello di regioni, anche se per ora, probabilmente, neanche tutte. La difficile guarigione delle parti e qua e là, volesse Dio, anche dell'intero è possibile solo secondo ricette (note) di autogoverno, federalismo, supremazia del diritto e magistratura indipendente e rifiuto categorico della “dittatura”. Leonid Nikitinskij 15.12.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/141/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |
[1] Piazza vicina alla Piazza Rossa, dove sabato si sono scontrati estremisti di destra, caucasici e polizia.
[2] Moskovskaja Kol'cevaja Avtomobil'naja Doroga (AutoStrada Circolare di Mosca).
[3] Città della Russia centrale (il cui nome significa “Oca di Cristallo” ed è dovuto alla locale industria vetraria) dominata da bande di criminali connesse con il potere locale.
[4] Častnoe Ochrannoe Predprijatie (Impresa di Sicurezza Privata).
[5] I grandi criminali russi si definiscono “ladri nella legge”, perché si attengono a un codice criminale.
[6] Così chiamata per distinguerla dall'omonima città nell'Estremo Oriente della Russia asiatica. In questa città della Repubblica autonoma di Baschiria (nella zona degli Urali meridionali) tra il 10 e il 14 dicembre 2004 i reparti speciali di polizia compirono centinaia di arresti e violenze di ogni sorta.
[7] Otrjad Milicii Osobogo Naznačenija (Reparto di Polizia con Compiti Speciali), sorta di Celere russa, nota per la propria durezza.
[8] Città ai piedi degli Urali nella Russia asiatica.
[9] Federal'naja Služba Ochrany (Servizio Federale di Protezione), istituzione che protegge le alte cariche statali.
[10] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto.
[11] Cognome del capo della banda responsabile dell'eccidio di Kuščëvskaja usato come nome comune e addirittura declinato in numero (capki).
[12] Rajonnoe Upravlenie po Bor'be s Organizovannoj Prestupnost'ju (Direzione Distrettuale per la Lotta alla Criminalità Organizzata), nuclei speciali resisi colpevoli di molti abusi.
[13] “Giornale Russo”, organo ufficiale del governo.
[14] Putin sostenne che i terroristi dovessero essere rincorsi fin nei cessi e lì eliminati.
[15] Parte del regno su cui Ivan il Terribile aveva un potere assoluto, difeso da una polizia spietata.
[16] NeKommerčeskie Organizacii (Organizzazioni Non Commerciali).
2 commenti:
L'evolversi delle cose in Russia riesce sempre a lasciarmi impietrito. Anche di domenica mattina.
Un saluto Matteo e BUON NATALE se per caso non ci leggiamo prima.
@Massim.: Buon Natale anche a te, carissimo... Sul tema "violenza e politica" ti consiglio "La politica perduta" del tuo conterraneo Marco Revelli (Einaudi, 2003)
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