17 gennaio 2011

Il Kuban' e il suo re pastore (anzi "contadino") Tkačëv

Tkačëv. Il padrino della terra russa [1]




Nella patria del governatore operava una banda simile a quella di Kuščëvskaja e dietro la fortuna esteriore della migliore impresa agricola della Russia c'è la servitù della gleba


L'ennesima grande impresa agricola del Kuban' [2] è diventata proprietà della ditta Agrokompleks, affiliata alla famiglia del governatore del Kuban' Tkačëv. Si tratta della ZAO [3] Pobeda. In precedenza la dirigenza della Pobeda aveva suonato l'allarme per una presa da raider, aveva scritto lettere a Mosca, ma tutto era finito come finisce nel Kuban' nell'ultima quindicina d'anni. Le particolarità della produzione agricola del Kuban' sono diventati noti al grande pubblico solo grazie agli avvenimenti del villaggio cosacco di Kuščëvskaja, dove la famiglia Capok teneva nel terrore tutto il circondario e i coltivatori diretti dissenzienti venivano uccisi dai banditi. In precedenza la vetrina di Kuščëvka [4] era la ditta agricola degli Capok – una delle imprese agricole di maggior successo del territorio. In questo senso la vetrina di tutto il Kuban' è la Agrokompleks degli Tkačëv, posta nella patria del governatore del Kuban' nel villaggio cosacco di Vyselki. Prima di ogni raccolto qui portano ospiti importanti, compreso Putin. Tra le imprese agricole del paese la Agrokompleks occupa uno dei primi posti, se non il primo. Questa agro-holding ha riunito più di 10 imprese agricole, altrettanti allevamenti di pollame, 6 fabbriche, alcuni silos e complessi per la lavorazione della carne. E ogni mese la Agrokompleks cresce. Come gli Tkačëv hanno creato la propria ditta negli anni '90 e come si crea il mito della grande fortuna del Kuban' lo chiarisce il corrispondente della “Novaja gazeta”.

Questa è l'Europa. Così pensi all'ingresso del villaggio cosacco, quando corri per la strada liscia. Ai lati non ci sono discariche e i segnali stradali, pare, vengono lavati tutti i giorni. Perché presso Vyselki ci siano subito alcuni svincoli stradali di ditte è una domanda essenziale. Lo stesso villaggio cosacco mi incontra con una ruota panoramica e un chiosco con colonne e il pavimento di marmo. Da questa al parco di divertimenti si stende una stradina lastricata di mattonelle da marciapiede. Ma dopo circa 50 metri di strada c'è una casupola di campagna sbilenca. E l'impressione generale del villaggio cosacco è come in “Stalker” di Tarkovskij: vie spopolate, steccati distrutti, vagoni arrugginiti sui binari. Come dire, Vyselki è il villaggio cosacco dei contrasti. Particolarmente forte si sente questo contrasto nel quartiere dello zuccherificio, dove vive l'élite locali. Le case non sono da meno in nulla di quelle della strada rotabile di Rublëvo [5]. La casetta dello stesso Aleksandr Tkačëv si trova in via Kommunističeskaja [6]. E' una palazzina a tre piani in mattoni rossi. Ci sono telecamere di controllo dappertutto. Accanto c'è la casa del vice-governatore del Kuban' Evgenij Gromyko. Solo che questa palazzina è già di mattoni bianchi. Al terzo piano ci sono finestre a forma di oblò.

Del governatore gli abitanti del villaggio cosacco parlano o bene o sottovoce. Gli abitanti con cui mi è riuscito parlare sinceramente hanno posto una condizione: non fare i loro nomi. Ostentano di non avere nulla contro il governatore. Già e come potrebbe essere altrimenti, se il capo del distretto di Vyselki Sergej Firstkov è compare di Aleksandr Tkačëv: il governatore è il padrino di sua figlia.

Kuščëvka riposa

A metà degli anni '90 a Vyselki operavano ragazzi feroci. Questi compravano la produzione agricola dai contadini per un copeco, non facendo entrare terzi nel distretto. Viktor (nome cambiato) era autista presso un silos di Vyselka della Agrokompleks. Oggi rammenta: “Un sacco di macchine stavano in fila. Questi ragazzi andavano e trovavano compratori estranei nella fila. In seguito li facevano sedere a forza nelle loro macchine e li portavano a parlare. Un'ora dopo il compratore arrivava, dava gas e non lo vedevano mai più a Vyselka”. A parte la lotta con i concorrenti il gruppo si occupava anche di altri affari seri. Un caso tipico si verificò nel 1996. Quattro coltivatori diretti vendettero del grano a un imprenditore del cascinale Burjakovskij, che si trova nel distretto di Korenovsk [7] nel Kuban' (il cognome dell'imprenditore è noto alla redazione). Per pagare i prodotti l'imprenditore andò a Korenovsk a prendere i soldi dal conto bancario. I ragazzi di Vyselki lo fermarono per via sulla strada e gli proposero di andare a Korenovsk insieme e farsi dare dall'imprenditore i soldi presi dal conto. In caso contrario nel cascinale in quel momento stesso avrebbero ucciso la sua famiglia. Così quelli di Vyselka si trovarono in tasca 300 milioni di rubli [8] in contanti. Peraltro promisero all'imprenditore che avrebbero pagato il grano ai coltivatori diretti, ma, per dirla semplice, lasciarono perdere.

I coltivatori diretti si rivolsero alla polizia locale, che li mise in guardia: “Meglio che non vi impicciate, sennò possono anche spararvi”. Anche alla procura provinciale di Vyselka allargarono le braccia. Allora i coltivatori diretti si mossero verso Krasnodar e si rivolsero a una grande impresa di vigilanza. Là si misero in moto con entusiasmo, ma poi all'improvviso si rifiutarono, ricordandosi di Aleksej Tkačëv, fratello dell'attuale governatore. Comunque l'impresa di vigilanza li aiutò a mettersi in contatto con una persona seria del GUVD [9]. Presero deposizioni dai coltivatori diretti e qualche giorno dopo mandarono a Vyselki quattro macchine con combattenti. Nel corso dell'operazione furono arrestati Aleksej Sotnikov, Vladimir Belikov, Ivan Lazebnik, Igor' Badykov e anche Igor' Moroz, che quelli di Vyselki chiamavano capo. Ma lo rilasciarono già il giorno dopo. Un ex poliziotto di Vyselki mi ha assicurato che insieme a questa compagnie avrebbero preso anche il fratello maggiore del governatore Aleksej Tkačëv, che pure fu rilasciato subito. Si capisce, è difficile da credere: il fratello del governatore, come la moglie di Cesare, nel Kuban' è al di sopra di ogni sospetto. A dire il vero, in quel momento Aleksandr Tkačëv non era governatore, ma deputato del KPRF [10] alla Duma di Stato.

Il giorno dopo l'arresto, alle sei e mezzo di mattina, i “fratelli” rimasti in libertà chiamarono al lavoro gli uomini della filiale di Vyselki della Sberbank [11], presero i soldi dal conto e dettero ai coltivatori diretti quanto stabilito. Il caso del gruppo di Vyselki fu esaminato dal tribunale distrettuale di Korenovsk. Subito dopo il processo furono fatti uscire dal SIZO [12] Igor' Badykov e Vladimir Belikov. Ed Aleksej Sotnikov e Ivan Lazebnik rimasero dietro le sbarre, ma anch'essi non stettero in prigione a lungo.

I ragazzi di Vyselki furono presi da un tenente colonnello che faceva di cognome Čerep. Parrebbe che a metà dei banditeschi anni '90 il GUVD del Kuban' fosse in piena attività. Ma bisogna tener conto che il tenente colonnello aveva rimostranze di carattere personale nei confronti di Aleksej Sotnikov: si dice che una volta, tempo prima, Sotnikov avesse soffiato una donna a Čerep. Qualche anno dopo il processo Aleksej Sotnikov fu trovato morto in un albergo di Krasnodar. La versione ufficiale della morte fu “insufficienza cardiaca”. Ma poi venne meno anche il tenente colonnello Čerep – lo uccisero a colpi d'arma da fuoco dei banditi durante un'operazione speciale nella città di Tichoreck [13] nel Kuban'. Gli altri partecipanti della storia sono diventati persone rispettabili, si occupano di affari agricoli a Vyselki e vivono da pascià.

Don Corleone

La principale forza motrice della famiglia Tkačëv è il papà del governatore Nikolaj Ivanovič. Proprio questi ha cominciato la privatizzazione della Agrokompleks, che il figlio minore Aleksandr ha proseguito con successo. Ora il governatore-figlio non ha formalmente rapporti con la ZAO Agrokompleks. Ma Nikolaj Ivanovič è presidente del consiglio di amministrazione. Suo figlio maggiore, il deputato di “Russia Unita” alla Duma di Stato Aleksej Tkačëv, fa parte del consiglio di amministrazione e insieme al padre detiene parte delle azioni.

A pensare alle terre del kolchoz Nikolaj Ivanovič Tkačëv cominciò ancora a metà degli anni '70, quando era vice-presidente del comitato esecutivo distrettuale di Vyselki. Sotto di lui andò a tutta forza la campagna per l'abbattimento di vigneti e frutteti. Questo veniva spiegato con il fatto che era indispensabile ingrandire le aziende e creare i cosiddetti mežchozy [14] – gli analoghi sovietici delle holding, dove ogni azienda lavora solo sul proprio indirizzo. Di conseguenza i kolchoz rimasero senza frutta. Comunque nell'allevamento di bestiame tutto era come doveva: a Vyselki esisteva l'impresa Mjasoprom [15], i cui 500 lavoratori non si lamentavano della propria vita. Ma all'inizio degli anni '80 apparve lo stesso mežchoz – una fabbrica per la produzione di mangimi costruita con i soldi del kolchoz e dei sovchoz del distretto.

Nikolaj Ivanovič Tkačëv aveva ottimi rapporti con l'allora primo segretario del comitato distrettuale del PCUS Aleksej Klimov, che lo aiutò anche a diventare capo della fabbrica per la produzione di mangimi. Nikolaj Ivanovič cooptò là il proprio figlio minore Saša, che allora aveva appena finito l'istituto politecnico di Krasnodar. Saša fu caldaista e poi anche capo del settore caldaie della fabbrica. Come racconta una ex lavoratrice della fabbrica, il futuro governatore non andava d'accordo con i libri contabili: “Porta i conti al ragioniere capo conti e questa li legge e li getta nel cestino”. Comunque a Saša le cose andavano ottimamente nel teatro dilettantesco della fabbrica, dove suonava la chitarra, la fisarmonica e il pianoforte. Ma non fecero sviluppare il talento musicale, nominando Saša capo meccanico della fabbrica. Poi il papà-direttore fece avanzare il figlio nella linea del partito: con l'aiuto dello stesso segretario del comitato distrettuale Aleksej Klimov Saša fu nominato primo segretario del comitato distrettuale del Komsomol [16] di Vyselki. In un anno di lavoro Saša trovò il modo di cambiare cinque vice. Cosicché la destituzione di più di 40 capi di distretti (negli anni del suo successivo mandato di governatore) è solo una particolarità del carattere.

All'inizio degli anni '90 Nikolaj Ivanovič Tkačëv cominciò a stare male. Saša andò allora di nuovo dal segretario del comitato distrettuale Klimov e chiese il posto del papà. Detto fatto. Nel 1990 per la nomina di Saša votò il consiglio interaziendale, costituito dai presidenti dei kolchoz. Tkačëv-papà diventò il vice di Saša. Nel 1993 gli Tkačëv fecero della Agrokompleks una ZAO, prendendo ciò che era stato creato dal lavoro di alcune generazioni di contadini.

Adesso torniamo all'impresa Mjasoprom. Sotto l'URSS ne era a capo Aleksej Tereščenko. Ma gli Tkačëv “si lavorarono” di nuovo il segretario del comitato distrettuale e Tereščenko fu rimosso. Al suo posto fu messo un certo Bachtin, che presto volle unirsi alla fabbrica per la produzione di mangimi. Allora la fabbrica fu unita alla Mjasoprom e la nuova impresa prese il nome Agrokompleks. C'è, a dire il vero, un disguido. Alla Mjasoprom appartenevano più di 5 mila ha di terra. All'inizio degli anni '90 per decreto di El'cin le terre dovevano essere distribuite ai contadini. Ma questi 5 mila ha furono dati alla Agrokompleks. Chi li possiede adesso? Questa domanda la indirizziamo ufficialmente agli organi per la tutela dell'ordine del territorio di Krasnodar.

L'impresa non ebbe problemi a ottenere crediti vantaggiosi: Tkačëv-papà conosceva bene Aleksandr Zaverjucha, che all'inizio degli anni '90 fu vice-premier del governo russo. Presto la Agrokompleks cominciò ad assorbire le aziende vicine, che in realtà l'avevano anche creata. Nell'azienda Družba [17] alla riunione in cui fu presa la decisione di entrare nella Agrokompleks c'era una piccola parte del collettivo dei lavoratori. La stessa situazione si osservò anche nell'azienda Kolos [18]. Ma queste aziende, come pure le altre del circondario, diventarono parte della Agrokompleks.

Senza giorno di san Giorgio [19]

Perfino quando gli anni '90 furono passati, la crescita della Agrokompleks proseguì. A Vyselki c'era il fortunato zuccherificio Kristall della compagnia moscovita “Russkij sachar” [20]. Ma nel 2005 il tribunale distrettuale di Vyselki vietò alla Kristall di lavorare. Si disse che la fabbrica violasse le normative ecologiche. La compagnia “Russkij sachar” dichiarò che simili decisioni erano una manifestazione di concorrenza sleale. La dirigenza della fabbrica cercò di lottare, di contestare la decisione, di scrivere una lettera al presidente. Ma poi semplicemente vendette l'89,66% delle azioni alla ditta Agrokompleks.

Fino all'anno scorso nel distretto di Vyselki rimanevano le due ultime aziende indipendenti – la Niva [21] e la Rassvet [22]. Erano ZAO redditizie, tuttavia anch'esse furono prese dalla Agrokompleks. Il confronto degli equilibri delle imprese mostra che i proprietari della Niva avrebbero dovuto ottenere quasi il 6% della Agrokompleks e i proprietari della Rassvet l'1,8%. Tuttavia, secondo i dati del “Kommersant” [23], ottennero decine di volte meno. Comunque la Agrokompleks ottenne quasi 20 mila ha di nuove terre e adesso le appartengono più di 100 mila ha. Bisogna meravigliarsi che il governatore del Kuban' sia chiamato il maggiore latifondista d'Europa?

Per una strana combinazione di circostanze la Agrokompleks spesso compra imprese che non molto tempo dopo vanno in fallimento. Nel villaggio cosacco di Buzinovskaja, per esempio, esisteva la ZAO Černjakovskij, che aveva un albergo non dei peggiori, un asilo con un sacco di annessi, un magazzino di GSM [24], l'edificio di una centrale elettrica a gas e attrezzature agricole. Già 6 anni fa i macchinari di questa ZAO passarono alla ditta Agrokompleks. Poi la ZAO andò in rovina. Comparve un amministratore fiduciari, che vendette le sue proprietà alla stessa Agrokompleks. Quattro giorni dopo la transazione la Corte di Arbitrato del territorio liquidò la ZAO Černjakovskij. Lo scorso settembre è stata dichiarata fallita la “Vyselkovskoe predprijatie po obespečeniju toplivom naselenija, učreždenij i organizacij” [25]. Creditore, lo capite da soli, risultava la ditta Agrokompleks. Inoltre ora la Agrokompleks unisce a se la AOZT [26] Kalinin – un ex kolchoz, che si trova nell'abitato di Bejsug, non lontano da Vyselki. Anche la AOZT, si capisce, si trova in stato fallimentare.

Alla Agrokompleks lavorano circa 10 mila persone. Nella stampa del Kuban' si scrive di stipendi di quasi 16 mila rubli [27], il che per le misure contadine è al di sopra di ogni possibilità. Tuttavia alcuni lavoratori dell'impresa, a condizione di mantenere l'anonimato, si sono lamentati che riceverne in mano cinquemila [28] si considera già un grande successo. Non ci è riuscito chiarire se si tratti di possibili unici dissensi, che possono insorgere in qualsiasi impresa (beh, il ragioniere si è sbagliato in qualcosa) o se si tratti di un qualche sistema. Ma licenziarsi costa più caro: quelli che si sono licenziati dalla Agrokompleks non vengono presi in altre imprese del distretto. Perché le imprese temono susseguenti problemi con la procura, il Rospotrebnadzor [29], l'amministrazione distrettuale e il tribunale. “Da noi qui è come la servitù della gleba. Se te ne vai dalla Agrokompleks, meglio di tutto è andare in un'altra regione”, – confida la coniuge di un coltivatore diretto locale. Comunque ci si può rallegrare per le mucche della Agrokompleks, a cui per migliorare la produzione di latte mandano musica di Beethoven e Mozart.

Un milione e centomila tonnellate

A Kuščëvskaja mi hanno raccontato che qualche anno fa nel villaggio cosacco giunsero dei ragazzi della mala, che semplicemente proibirono a una serie di coltivatori diretti di andare nei campi nel periodo della semina. Di conseguenza i campi non seminati si riempirono di erbacce, I coltivatori diretti cominciarono ad essere considerati “proprietari inefficienti” e la terra fu loro tolta. A Vyselki la situazione è un'altra: invece che dai banditi le condizioni sono dettate dall'amministrazione distrettuale dell'agricoltura. Questa esige dai coltivatori diretti dei raccolti indispensabili. L'anno scorso, per esempio, i funzionari hanno richiesto a ciascuno 49 quintali di frumento per ettaro, 30 quintali di mais per ettaro e 20 quintali di girasole per ettaro. Se il raccolto è inferiore, il coltivatore diretto cade pure nella classe degli “inefficienti” e rischia seriamente di perdere la terra. Il miglior metodo dei coltivatori diretti per innalzare gli indici è rubare il frumento nei campi delle aziende vicine. Il coltivatore diretto si mette d'accordo con un conducente di macchine agricole e un autista, questi raccolgono e portano il grano rubato nell'azienda del coltivatore diretto. E poi questo lo da al silos come proprio. Nella scorsa estate gli autisti-trasportatori di grano “abusivo” hanno ricevuto circa mille rubli [30] a tonnellata. Ma il modo più efficace e semplice di evitare spiacevolezze è scrivere le cifre necessarie nel resoconto ufficiale dell'agronomo. Questo trasmette il resoconto al distretto, là lo sintetizzano con altri e lo inviano al territorio. E poi i mezzi di comunicazione di massa federali raccontano del grande raccolto del Kuban'. E della holding di successo Agrokompleks. E di come vive bene, allegramente e semplicemente il coltivatore diretto nel Kuban'.

Evgenij Titov

14.01.2011, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2011/002/03.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] “Padrone della terra russa” era uno dei titoli dello zar.

[2] Regione che prende il nome da un fiume della Russia meridionale (ufficialmente “territorio di Krasnodar”).

[3] Zakrytoe Akcionernoe Obščestvo (Società per Azioni a Numero Chiuso).

[4] Nome colloquiale di Kuščëvskaja.

[5] Zona residenziale della parte occidentale di Mosca.

[6] “Comunista”.

[7] Città della zona centrale del territorio di Krasnodar.

[8] Oltre 64.000 dollari al cambio ufficiale dell'epoca.

[9] Glavnoe Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione Centrale degli Affari Interni), in pratica la sede regionale della polizia.

[10] Kommunističeskaja Partija Rossijskoj Federacii (Partito Comunista della Federazione Russa).

[11] Sberegatel'nyj Bank (Cassa di Risparmio), la principale banca russa.

[12] Sledstvennyj IZOljator (Carcere di Custodia Cautelare).

[13] Città della zona nord-occidentale del territorio di Krasnodar.

[14] Qualcosa come “entità interaziendali”.

[15] “Industria della Carne”.

[16] Kommunističeskij Sojuz Molodëži (Unione della Gioventù Comunista).

[17] “Amicizia”.

[18] “Spiga”.

[19] Il giorno di san Giorgio (23 aprile del calendario giuliano) i servi della gleba russi potevano cambiare padrone.

[20] “Zucchero russo”.

[21] “Campo seminato”.

[22] “Alba”.

[23] Importante giornale economico russo.

[24] Gorjuče-Smazočnye Materialy (Materiali Carburanti e Lubrificanti).

[25] “Impresa per la fornitura di carburante alla popolazione, alle istituzioni e alle organizzazioni”.

[26] Akcionernoe Obščestvo Zakrytogo Tipa (Società per Azioni di Tipo Chiuso).

[27] Poco meno di 400 euro.

[28] Circa 120 euro.

[29] Nome colloquiale della Federal'naja služba po nadzoru v sfere zaščity prav potrebitelej i blagopolučija čeloveka (Servizio Federale di ispezione nella sfera dei diritti del consumatore e del benessere della persona).

[30] Circa 25 euro.

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