Una legge per due |
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Il governo russo ha presentato alla Duma un disegno di legge che precisa l'ordine per la concessione della libertà condizionata ai detenuti – specialmente prima dell'esame delle istanza di Chodorkovskij e Lebedev [1]
La principale innovazione sta nel fatto che la scarcerazione dopo la concessione della libertà condizionata si attuerà non prima che la decisione del tribunale abbia forza legale – cioè non prima di dieci giorni dopo. Se la Duma approverà il disegno di legge (e di questo non si può dubitare), la maggior parte degli abitanti delle colonie penali russe non noterà neanche che per tutti coloro che sono in attesa della concessione della libertà condizionata i tempi si sono allungati come minimo fino a dieci giorni. Perché anche in precedenza nell'articolo 173 del Codice di Diritto Penitenziario della Federazione Russa era scritto che “la concessione della libertà condizionata si attua il giorno della ricezione dei corrispondenti documenti”. Ma questi documenti sono finiti nella colonia penale quando gli agenti della sezione speciale li hanno portati dal tribunale. Questa potrebbe attuarsi il giorno della proclamazione della decisione del tribunale, una settimana dopo e perfino più tardi. Gli elaboratori del disegno di legge, secondo me, hanno dimenticato che la maggior parte delle istituzioni correzionali russe si trova lontano dai confini del Sadovoe kol'co [2], in oscuri paesi e cittadine. Là, dove il direttore della colonia penale, il procuratore, il giudice federale fanno parte dell'élite distrettuale, si conoscono bene, vanno alle feste insieme, vanno a caccia e a pesca insieme, vanno al bagno a vapore insieme, vanno a mangiare gli spiedini insieme… E perciò chi andrà in libertà condizionata e chi no nelle colonie penali si sa ben prima dell'udienza in tribunale. Nella colonia penale-insediamento KP-17 [3] a Digitli (distretto di Mamadyš, Tatarstan [4]) su 10-12 condannati portati al tribunale distrettuale, è stata rifiutata la libertà condizionata a due-tre. Quelli la cui istanza per la libertà condizionata è stata accolta sono stati scarcerati immediatamente. E non rammento un solo caso in cui la procura abbia impugnato una decisione del tribunale. Dall'IK-10 [5] di Mendeleevsk [6] (la cosiddetta “decina”), dove mi trasferirono da Digiteli [7], non portavano i condannati in tribunale. Le decisioni sono prese senza di loro (il Codice di Diritto Penitenziario e il Codice di Diritto Processuale non proibiscono l'esame in assenza, senza l'istanze, delle istanze). E i condannati della “decina” non sapevano nulla del destino delle proprie istanze. I detenuti venivano praticamente sempre scarcerati dopo che la decisione aveva assunto forza legale. In sette mesi da me passati nella “decina” di Mendeleevsk, la procura protestò solo una volta contro una decisione del tribunale. E la decisione era sul mio caso. Il 31 gennaio il tribunale distrettuale di Mendeleevsk accolse la mia istanza per la concessione della libertà condizionata e in quello stesso giorno mi “cacciarono” letteralmente dalla colonia penale (agli agenti della sezione speciale e della ragioneria tocco perfino interrompere il lavoro). Ma il 7 febbraio la procura di Mendeleevsk protestò contro la decisione del tribunale, perché non mi ero riconosciuto colpevole, non mi ero corretto e non ero degno della concessione della libertà condizionata, perché avevo un intero fascio di violazionie - quattro celle di rigore, sette condanne più una delibera del direttore della colonia penale che mi riconosceva violatore recidivo. Fino all'11 mi trovai sospeso. Come in libertà, ma con la sensazione che su di me pendesse una spada punitiva. Perfino alla Corte Suprema del Tatarstan per l'esame del ricorso della procura mi toccò andare con un baule, pienamente pronto a partire dall'aula del tribunale per la colonia penale. Ma risultò che il tribunale d'appello lasciò in vigore la decisione del tribunale distrettuale. La mia esperienza personale “condizionata” dice che questo disegno di legge sparato con forza inaspettata è stato presentato esclusivamente per… Chodorkovskij e Lebedev. Non vedo altra spiegazione ragionevole per questi emendamenti. E, evidentemente, sarà approvata subito in tre sedute ancora prima del 26 luglio, quando il tribunale distrettuale di Vel'sk nella regione di Arcangelo [8] esaminerà l'istanza di Platon Lebedev. Evidentemente, questa istanza sarà accolta, ma subito impugnata. Ma quale decisione prenderà il tribunale regionale di Arcangelo dipenderà già da quale risonanza sociale avrà la decisione del tribunale distrettuale sulla scarcerazione di Lebedev. Con lo stesso scenario, evidentemente, sarà esaminata anche l'istanza di Michail Chodorkovskij. Oggi non ci sono basi per rifiutarsi di accogliere l'istanza. Ma con l'approvazione del disegno di legge governativo verrà fuori la possibilità di giocare con i celebri detenuti come con la Kaštanka di Čechov. 05.07.2011 |
[1] Platon Leonidovič Lebedev, principale socio di Chodorkovskij.
[2] “Anello dei Giardini”, strada circolare che delimita il centro storico di Mosca.
[3] KP sta appunto per Kolonija-Poselenie (Colonia Penale-Insediamento).
[4] Il Tatarstan è la Repubblica Autonoma dei Tatari, nella Russia centro-orientale. Mamadyš è nella parte settentrionale.
[5] Ispravitel'naja Kolonija (Colonia Penale Correzionale).
[6] Città dell'estremo nord del Tatarstan.
[7] Sic. Il giornalista Irek Minzakievič Murtazin era finito in carcere per aver scritto nel 2008 che il presidente del Tatarstan Mintimer Šaripovič Šajmiev era morto (notizia rivelatasi non vera). Fu accusato non solo di calunnia, ma di “incitazione all'odio verso un gruppo sociale” sulla base dell'incredibile teorema secondo cui i funzionari statali sarebbero un “gruppo sociale”, condannato a 1 anno e 9 mesi di colonia penale e scarcerato in libertà condizionata con 7 mesi di anticipo.
[8] Città portuale sul Mar Bianco.
[9] Nell'omonimo racconto Čechov narra della cagnetta Kaštanka, che si perde e finisce per essere sfruttata da un artista circense.
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