Tra cumuli di ghiaccio e iceberg |
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Il vice-premier Sergej Ivanov allarga i confini della Russia fino al Polo Nord
– Iceberg! – disse Mitrič beffardamente. O – Questo possiamo capirlo. Dieci anni che non c'è vita. Tutti gli Ajsberg, Wajsberg, Ajzenberg, tutti quei Rabinovič [1]. Diceva bene Prjachin. Togliere – e via. Se la leadership russa ha occupato l'Artico, significa che cominciano le elezioni. Nell'estate 2007, poco prima della campagna elettorale, il compagno Čilingarov [3] pose le strisce della bandiera russa sul fondo dell'Oceano Glaciale Artico nei pressi del Polo Nord. Segnò, come dire, il territorio. Precisamente con lo stesso metodo nel 1928 l'URSS piantò la bandiera nella Terra di Francesco Giuseppe [4]. E nel 2007 si ebbe l'inasprimento delle “dimostrazioni scientifiche” del fatto che la famosa catena montuosa sottomarina di Lomonosov [5] è il prolungamento naturale della Siberia e perciò è terra originariamente. Il pensiero che la catena montuosa forse si estenda non dalla Siberia alla Groenlandia, ma, al contrario, dalla Groenlandia alla Siberia e che allora sarebbe terra originariamente danese, non venne in mente ai nostri esploratori polari cekisti [6]. Sono passati quattro anni, ci sono di nuovo le elezioni, ed ecco che il vice-premier Ivanov, mancato successore del 2008, dichiara alla seduta del Collegio Marittimo [7] che la piattaforma nella zona delle catene montuose di Lomonosov e Mendeleev è nostra. E, di conseguenza, sono nostri pure le riserve di petrolio e di gas di là. Lasciamo tra parentesi, perché è ancora ignoto, se là ci sia il “pane russo” – petrolio e gas, e anche il fatto che di sfruttare i giacimenti nell'Artico la Russia ora non è in grado. Ricordiamo che con il mito artico e il coraggio degli esploratori polari si coprì come con uno scudo umano il compagno Stalin. L'epopea della “Čeljuskin”[8] nel 1934 completò con successo il “congresso dei vincitori” [9], e la stazione “Polo Nord-1” con Papanin e Širšov [10] distolse l'attenzione dalle repressioni di massa cominciate nello stesso 1937. Adesso sotto l'insegna del “nostro” Artico la Russia si muoverà verso le elezioni presidenziali. Certo, forse qui ci saranno alcune divisioni amministrative tipo “Šmidt [11] ha tolto Papanin dal ghiaccio e questi l'ha tolto dalla Sevmorput' [12]”, ma prima di tutto per l'Artico adesso potrebbe aver luogo non una lotta tra funzionari, ma solo una lotta geopolitica – con le potenze artiche nemiche, che comprendono poco la geologia della democrazia sovrana. Questa supposizione è confermata da un comunicato dell'ITAR-TASS sul fatto che l'accoglienza delle rivendicazioni territoriali della Russia le permetterà di sfruttare i giacimenti nel triangolo Čukotka – Murmansk – Polo Nord [13] (raccomando di guardare sulla carta nel mondo o su un mappamondo e valutare le dimensioni napoleoniche delle pretese). Si ricorda anche che il ministero della Difesa forma due brigate speciali “per la difesa degli interessi economici e di altro tipo del paese nell'Artico”. Cioè il Polo Nord ancora non è nostro, ma lo difenderemo già con le armi in pugno. Grosso modo nello stesso spirito il summenzionato Stalin lottava per il carbone di Spitsbergen [14]. A farla breve, niente di nuovo, tranne l'invio dell'ennesima spedizione scientifica alla ricerca di prove sulla catena montuosa di Lomonosov. Come si cantava in una delle varianti della nota canzone con musica di Puškov (non Aleksej!) [15] e testo di Apsolon, che era cantata da Leonid Utësov : “Per noi c'è l'ordine del Paese dei Soviet – vincere l'oscurità polare e nel Nord lontano piantare la bandiera sovietica… Abbiamo giurato sulla vita che andremo attraverso oscurità e ghiaccio, mandiamo un saluto, compagno Stalin, saremo a casa tra un anno”. Si può sostituire facilmente, com'è già stato fatto con l'inno nazionale, la parola “sovietico” con “russo” e il ricco concetto “Stalin” con il cognome “Putin” – ed ecco pronta la canzonetta per la spedizione… Non c'è alcun senso pragmatico in tutte queste danze dei popoli del Nord. E' già avvenuto lo stesso anche prima delle precedenti elezioni. Furono creati eserciti artici e la guardia costiera dello FSB [16] (pedinatori – al gelo!), una spedizione scientifica dimostrò l'esistenza di una Siberia sotto l'acqua (adesso manderanno al confino là?), petrolio e gas inquietarono e la potenza territoriale si agitò. E ricevemmo grandi saluti dagli stati confinanti, per esempio dal ministro degli Esteri del Canada: “Ora non è il XV secolo. Non si può andare per il mondo piantando bandiere e dichiarare: “Questo è il nostro territorio””. Bisogna supporre che alla fine della stagione estiva e poi dopo le elezioni si dimenticheranno dell'Artico. Adesso non per quattro anni, ma per sei anni – secondo i mutati mandati presidenziali. Resta solo una domanda, che si pose da solo l'89enne Ivan Dmitrievič Papanin conversando con il collega Dmitrij Oreškin, allora [17] giovane geografo, che intervistava il vecchio per la rivista “Nauka v SSSR” [18]: “Non capisco una cosa. Che c…[19] ci mandarono a fare su quel ghiaccio? A chi serviva? Se fossimo annegati, non avrebbe fiatato nessuno. Ma così - eroi… Tu, certo, non lo scrivere”. E io dico: e dagli per i nostri capi con questa catena montuosa di Lomonosov! E se là petrolio e gas non ci sono? Combatteremo comunque per il Polo Nord? Ma è freddo, porca miseria [20]! E come si sa dal noto romanzo di Peter Høeg “Il senso di Smilla per la neve”, là non c'è neanche nulla da mangiare, tranne qualche verme. P.S. Peraltro, eccovi la definizione ufficiale del concetto di “piattaforma continentale”: “Il confine esterno della piattaforma continentale non può trovarsi oltre 350 miglia marine [21] dalle linee di partenza da cui si misura la larghezza delle acque territoriali o a più di 100 miglia [22] dall'isobata di 2500 metri (la linea delle profondità di 2500 metro)”. Senza un mezzo litro [23] non si comprende. Ma è chiaro che il Polo Nord non è proprio nostro… Andrej Kolesnikov 07.07.2011, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2011/073/11.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |
[1] Stereotipo dell'ebreo russo, eroe arguto e cinico delle barzellette di epoca sovietica.
[2] Romanzo satirico degli anni '20 del XX secolo scritto da Il'ja Arnol'dovič Il'f (pseudonimo di Iechiel-Lejb Ar'evič Fajnzil'berg) e Evgenij Petrov (pseudonimo di Evgenij Petrovič Kataev).
[3] Artur Nikolaevič Čilingarov, esploratore polare e deputato di “Russia Unita”.
[4] Arcipelago dell'Oceano Glaciale Artico a nord della Russia, scoperto e chiamato così da esploratori austriaci nel 1873, ma mai annesso all'Austria-Ungheria, poiché si trattava di una spedizione privata.
[5] Michail Vasil'evič Lomonosov, grande scienziato e letterato russo del XVIII secolo.
[6] Cekisti erano detti i membri della ČK (Črezvyčajnaja Komissija po bor'be s kontrrevoljucej i sabotažem – Commissione Straordinaria per la lotta alla controrivoluzione e al sabotaggio), nello spelling russo Čė-Ka, la prima polizia politica sovietica e per estensione sono chiamati così gli agenti segreti.
[7] Ente governativo che sovrintende all'attività marittima della Russia.
[8] Nave sovietica, dedicata al navigatore artico del XVIII secolo Semën Ivanovič Čeljuskin, affondata tra i ghiacci che la stritolarono tra la Russia e l'Alaska. L'equipaggio si salvò assai avventurosamente.
[9] Il congresso del PCUS che sancì definitivamente l'egemonia di Stalin.
[10] Il comandante della stazione Ivan Dmitrievič Papanin e il biologo Pëtr Petrovič Širšov.
[11] Otto Jul'evič Šmidt, esploratore polare.
[12] Nome non ufficiale della Glavnoe Upravlenie Severnogo Morskogo Puti (Direzione Generale della Via Marittima Settentrionale), ente che presiedeva alle rotte artiche.
[13] La Čukotka è l'estremità nord-orientale della Russia, che da sullo stretto di Bering, Murmansk è un porto nell'estremo nord della Lapponia russa.
[14] Isola al nord della Norvegia e ad essa appartenente.
[15] Aleksej Konstantinovič Puškov è un noto giornalista televisivo russo.
[16] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio di Sicurezza Federale), l'erede del KGB.
[17] Nel 1983.
[18] “Scienza in URSS”.
[19] Anche in russo c'è l'iniziale del termine volgare per “organo sessuale maschile”. I russi dei tempi del vecchio esploratore non usavano le parolacce come intercalari – Papanin doveva essere davvero molto arrabbiato.
[20] Nell'originale blin (frittella), eufemismo per bljad' (puttana).
[21] 648,2 chilometri.
[22] 185,2 chilometri.
[23] Una bottiglia da mezzo litro di vodka, s'intende. In Russia è considerata una dose normale per tre persone.
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