26 settembre 2011

Parla la famiglia del kamikaze di Domodedovo

Fatima Evloeva: mio fratello non avrebbe potuto compiere l'atto terroristico di Domodedovo di propria volontà

25 settembre 2011, 23.59

La sorella di Magomed Evloev, che, secondo la versione degli inquirenti, si fece saltare in aria nell'aeroporto di Domodedovo il 24 gennaio, Fatima Evloeva, che ha trascorso quattro mesi in uno dei SIZO [1] di Mosca come sospettata di favoreggiamento nell'organizzazione dell'atto terroristico, è convinta che suo fratello non avrebbe commesso tale crimine di propria volontà.

Come riferì in precedenza "Kavkazskij uzel", l'8 febbraio il tribunale di Magas [2] in Inguscezia fece arrestare il fratello e la sorella di Magomed Evloev Achmed e Fatima e anche il 23enne abitante del villaggio di Ali-Jurt [3] e amico di Magomed Evloev Umar Aušev. Li arrestarono come complici dell'atto terroristico di Domodedovo e li accusarono sulla base di alcuni articoli pesanti del Codice Penale, tra cui "Terrorismo", "Banditismo" e "Uccisione di due o più persone".

La sorella di Evloev e Aušev furono rimessi in libertà il 19 maggio. Subito dopo il capo dell'Inguscezia Junus-Bek Evkurov promise di seguire personalmente il ritorno alla vita normale delle persone rimesse in libertà. Al momento gli organi inquirenti dell'Inguscezia hanno interrotto del tutto il procedimento di Fatima Evloeva e Umar Aušev.

Nel paese inguscio di Ali-Jurt, in cui vive la famiglia del presunto esecutore dell'atto terroristico di Domodedovo Magomed Evloev hanno accolto con gioia la notizia della riabilitazione di sua sorella e del suo compaesano.

"Non era come parlano di lui"

La 23enne Fatima Evloeva, sorella carnale di Magomed Evloev, ha trascorso quattro mesi nel carcere di custodia cautelare prima che gli inquirenti riconoscessero che non aveva preso parte alle attività criminali del fratello. Ora è tornata nel villaggio natale di Ali-Jurt e si è messa a lavorare.

Come la ragazza ha raccontato al corrispondente di "Kavkazskij uzel", nonostante i suoi timori nel SIZO si sono comportati bene con lei. "Quando io e Achmed fummo arrestati e portati a Mosca, ebbi molta paura, – racconta. – Ci avevano raccontato tanti orrori di ogni tipo, di come le persone vengono torturate e oltraggiate. Non temevo per me, ma per mio fratello – è ancora del tutto un bambino: al momento aveva solo 16 anni".

Tuttavia, a dire di Fatima, le sue paure non erano giustificate: sia gli inquirenti, sia gli agenti del SIZO si sono comportati correttamente con lei e suo fratello. "Quando raccontai le mie paure agli inquirenti, questi si misero a ridere: "Ora non è il '37: il fratello non risponde del fratello", – ricorda la ragazza.

La vicina di cella di Fatima si è comportata con lei "in modo materno". "Per molto tempo non le ho detto sulla base di quali articoli mi accusavano, temevo le sue reazioni, – racconta Fatima. – Ma quando me lo chiese direttamente, dissi: "Mio fratello si è fatto saltare in aria a Domodedovo". Fu scioccata. Ma perfino dopo questo si comportò con me come prima".

Tra l'altro Fatima Evloeva non crede ancora che suo fratello Magomed abbia potuto diventare un terrorista kamikaze di propria volontà. "Io e mio fratello, che era più giovane di me di due anni, eravamo molto sinceri l'uno con l'altro, – racconta. – Conoscevo tutti i suoi amici, tutta la sua cerchia: Magomed non era come ne parlano".

Finita la scuola, Magomed Evloev entrò in un istituto tecnico. In questo periodo fece sport – prese a fare allenamenti di judo e comparve una ragazza, con cui presto si sposò. "Niente preannunciava la disgrazia che stava arrivando, – continua Fatima. – Una volta sposatosi, Magomed prese a vedersi più di rado con i suoi amici. Non avevo il minimo motivo di mettermi a sospettare che stesse facendo qualcosa di brutto".

Quando fu riferito agli Evloev che un loro familiare aveva compiuto un atto terroristico, Fatima non credette a ciò che sentiva. "I miei fratelli erano molto buoni, – ricorda. – In casa avevamo molti gattini e papà aveva deciso di gettarli in strada. Achmed e Magomed lo pregarono piangendo di lasciarci i gattini".

Fatima ritiene che suo fratello sia andato a compiere l'atto terroristico "obbedendo alla cattiva volontà di qualcuno". "Sogno Magomed ogni notte, – racconta. – Voglio fargli molte domande, ma non mi dice niente: semplicemente mi accarezza e mi tranquillizza. Probabilmente la sua anima soffre".

"Sono rimasta con i debiti, ma senza mio figlio"

Anche Roza Evloeva, madre di Magomed Evloev, ritiene suo figlio una vittima, "come qualsiasi persona avrebbe potuto diventarlo". "Sono sicura che non l'avrebbe mai fatto di propria volontà: i miei figli non fanno del male neanche a un gattino", – dice.

I bambini Evloev, a loro dire, erano sotto l'attenta tutela dei propri genitori. "Chiedete a qualsiasi abitante del nostro villaggio – ognuno ve lo confermerà", – afferma la madre dei tre. Perciò la donna, a suo dire, "non avrebbe potuto neanche nel sogno più terribile" immaginarsi che suo figlio "potesse essere in qualche modo legato a persone che hanno deciso il suo destino e il destino delle persone del tutto innocenti che si trovavano a Domodedovo il 24 gennaio".

"Quel giorno Magomed mi disse che andava a Mosca in cerca di fortuna – avevamo grossi debiti, – ricorda Roza Evloeva. – Non l'ho più visto, restando alla fine con i debiti, ma senza mio figlio. Non auguro a nessuna madre di sperimentare tale dolore".

La madre di Magomed Evloev ha raccontato al corrispondente di "Kavkazskij uzel" del "comportamento corretto e giusto degli inquirenti e degli agenti di uno dei SIZO di Mosca" con i suoi figli Fatima e Achmed, arrestati come sospetti di favoreggiamento nella preparazione dell'atto terroristico. La donna è sicura che se le azioni investigative fossero state condotte in Inguscezia "non si sarebbe potuto contare su un simile comportamento".

"Con Fatima a Mosca si sono comportati molto bene e sono molto contenta che mio figlio minore Achmed si sia trovato proprio là, – dice Roza Evloeva. - Se fosse possibile dirlo a tutto il mondo, lo farei".

Il figlio 17enne di Roza Evloeva Achmed è sospettato di favoreggiamento nella preparazione dell'atto terroristico. "Accompagnò il fratello maggiore il giorno della sua partenza per Mosca", – spiega la madre degli Evloev.

A dire della donna, "come madre non ho recriminazioni da fare nei confronti degli organi [4]". "Abbiamo un cortile, abbiamo una casa. Hanno scavato tutto – non hanno trovato nulla. Ma da noi non avrebbe potuto esserci nulla, non l'avrei mai permesso", – dice.

Fatima Evloeva ha diritto al risarcimento dei danni morali e materiali in quanto completamente riabilitata, ma sua madre Roza Evloeva non vuole neanche pensarci. "Non abbiamo bisogno di alcun risarcimento, purché nessuno ci tocchi, purché viviamo in pace e il nostro ragazzo torni a casa", – ha notato la madre.

Evloeva è sicura che nei confronti di suo figlio minore Achmed gli inquirenti saranno "obbiettivi come nei confronti di Fatima".

Ricordiamo l'atto terroristico del 24 gennaio all'aeroporto moscovita di Domodedovo, dove hanno perso la vita 37 persone, fu il più letale atto terroristico negli aeroporti di tutto il mondo. Lo compì, come hanno stabilito gli inquirenti, un kamikaze – il 20enne abitante del villaggio di Ali-Jurt nel distretto di Nazran' in Inguscezia Magomed Evloev. L'organizzazione dell'atto terroristico fu rivendicata dal leader dei militanti del Caucaso del Nord Dokku Umarov.

Imputati per il caso dell'atto terroristico di Domodedovo sono: il leader (secondo la versione degli agenti delle strutture armate) dei gruppi clandestini armati del distretto Sunženskij [5] dell'Inguscezia Bašir Chamchoev, il fratello minore Achmed Evloev e anche i fratelli Islam e Ilez Jandiev. I casi dell'"ideologo dell'atto terroristico" Dokka [6] Umarov e del suo organizzatore (secondo gli inquirenti) Aslan Bjutukaev, che sono ricercati, sono stati messi a parte.

Nota della redazione: vedi anche le notizie "Nei confronti dei tre sospetti di complicità nell'esplosione a Domodedovo sono state formalizzate le accuse", "Un senatore russo ha accusato la Georgia di complicità nell'atto terroristico di Domodedovo", "Lo SK [7] annuncia la soluzione del caso dell'atto terroristico di Domodedovo", "Nelle città della Russia si sono svolte manifestazioni in memoria delle vittime dell'atto terroristico di Domodedovo", "Le autorità di Mosca hanno cominciato a pagare i risarcimenti alle vittime dell'atto terroristico di Domodedovo", "E' deceduto un altro ferito nell'atto terroristico di Domodedovo".

Аutrice: Elena Chrustalëva; fonte: corrispondente del "Kavkazskij uzel"

"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/193110/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


Note

[1] Sledstennyj IZOljator (Carcere di Custodia Cautelare).

[2] Nuova capitale dell'Inguscezia, costruita di sana pianta come una sorta di Brasilia caucasica.

[3] Villaggio dell'Inguscezia centrale.

[4] Così vengono chiamati in Russia gli organi del ministero degli Interni, cioè la polizia e i servizi segreti.

[5] Distretto dell'Inguscezia orientale.

[6] L'esatta grafia del suo nome è incerta e varia anche all'interno degli articoli che trattano di lui.

[7] Sledstvennyj Komitet (Comitato Inquirente).

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