17 novembre 2011

Cosa succede se un giornalista russo chiede asilo politico in Georgia?

Il giornalista russo Sergej Kuznecov è giunto in volo a Tbilisi per ottenere asilo

16 novembre 2011, 12.00

Il giornalista russo Sergej Kuznecov la sera del 15 novembre è stato nello studio di Tbilisi del canale televisivo georgiano in lingua russa PIK, dove ha raccontato perché cerca difesa in terra georgiana. Spera che le autorità della Georgia guardino alla sua richiesta con comprensione.

In precedenza era stato riferito che il giornalista e attivista per i diritti umani russo Sergej Kuznecov intendeva chiedere asilo politico in Georgia. Era stato riferito anche che, secondo informazioni non ufficiali, le autorità georgiane erano pronte a dare asilo al giornalista, ma più tardi la portavoce del presidente georgiano Manana Mandžgaladze ha dichiarato a un briefing che è prematuro commentare questa questione.

"I paesi europei che, in un modo o in un altro, hanno buoni rapporti con le autorità georgiane non aprono del tutto volentieri le proprie porte e i propri abbracci a persone che hanno problemi con le autorità russe. Su questo sfondo la Georgia si distingue molto favorevolmente e con prospettive, è molto amichevole e capisce molto bene la pericolosità dell'attuale regime in Russia. E perciò è del tutto logico che io sia capitato qui e spero che le autorità georgiane guardino attentamente a quell'informazione che forse sarà importante per loro e che troviamo comprensione reciproca, a differenza di quello che è accaduto in Israele", – ha dichiarato Kuznecov agli schermi del PIK.

Secondo Kuznecov, questi "esamina la questione dell'asilo politico, in quanto è molto pesante essere per lungo tempo in sospeso" e in Russia la sua "attività per i diritti umani è giunta a una contraddizione insanabile" con l'attività delle autorità russe. Adesso il giornalista spera che le autorità georgiane gli offrano la cittadinanza politica e possano "contrastare la pressione delle autorità russe o la pressione dei servizi segreti della Federazione Russa".

Il giornalista ha raccontato che è stato sottoposto a pressioni nella Federazione Russa per via della propria attività per i diritti umani, in particolare per la protesta riguardo all'arresto di attivisti dell'opposizione.

Alla fine di giugno 2011 Sergej Kuznecov con la moglie andò in vacanza in Turchia e di là in Israele, dove si rivolse alle autorità chiedendo asilo politico. A suo dire, nella Federazione Russa lo minacciava un pericolo da parte delle strutture armate russe. Non avendo ricevuto una risposta chiara e rapida, il 24 luglio il giornalista intese volare in Gran Bretagna, ma non lo fecero salire sull'aereo in mancanza di un visto britannico. Allora Kuznecov dichiarò che avrebbe iniziato lo sciopero della fame all'aeroporto Ben Gurion. Le autorità israeliane arrestarono il russo e nonostante fosse in possesso di un visto turistico valido lo misero in un carcere per immigrati clandestini.

In esso Kuznecov passò 107 giorni e fu rilasciato su cauzione per decisione del tribunale il 10 novembre. Al contempo il tribunale convalidò di nuovo il visto turistico del giornalista, annullato durante lo sciopero della fame all'aeroporto Ben Gurion, riferisce l'"Uralinformbjuro" [1].

Sergej Kuznecov nel 2008, in qualità di avvocato difensore d'ufficio del colonnello dello FSB [2] Michail Trepaškin, condannato per divulgazione di segreto di Stato, fece appello contro questa condanna alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo e vinse la causa. Inoltre, a suo dire, si incontrò con l'ex ufficiale dello FSB Aleksandr Litvinenko, che morì nel novembre 2006 dopo essere stato avvelenato con polonio radiattivo [3] e aiutò a far uscire nella Federazione Russa il suo libro "Lo FSB fa saltare in aria la Russia".

Notiamo che nel 2009 un giornalista russo, il capo del "Centro per il giornalismo in situazioni estreme" Oleg Panfilov fu costretto a trasferirsi a Tbilisi. "Il principale motivo del mio trasferimento in Georgia è la situazione creatasi negli ultimi tempi in Russia. Quando in un paese non c'è libertà di parola e un'informazione obbiettiva e il popolo ha paura di esprimere liberamente la propria opinione, sì, questo è legato alla politica", – dichiarò Panfilov, aggiungendo che nella Federazione Russa lo minacciavano spesso.

Anche la Russia a sua volta accoglie le richieste dei giornalisti georgiani di ottenere asilo politico. Così, nell'ottobre 2009 con la richiesta di asilo politico si rivolse alle autorità russe l'ex produttore della compagnia televisiva "Imedi" Badri Afanas'ev e a settembre dello stesso anno il fondatore dell'agenzia di stampa ITNexclusive Levan Gudadze.

Nota della redazione: vedi anche le notizie "Un sacerdote georgiano chiede asilo politico in Ossezia del Sud", "Un veterano delle forze armate georgiane chiede asilo in Russia", "Jakobašvili [4] considera una provocazione la richiesta di asilo politico nella Federazione Russa da parte di un ufficiale georgiano".

"Kavkazaskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/195894/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

Note

[1] URAL'skoe INFORMacionnoe BJURO (Ufficio Informazioni degli Urali), agenzia di stampa russa.

[2] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza).

[3] In reltà non esiste un polonio non radioattivo.

[4] Temur Jakobašvili, allora (la notizia è del 2009) vice-premier e ministro della Reintegrazione georgiano, oggi ambasciatore georgiano negli USA.

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