Kaljapin: gli autori del reportage della NTV [1] sui sequestri in Cecenia sapevano che il materiale avrebbe potuto non essere mandato in onda
31 ottobre 2011, 20.38
La causa della cancellazione del materiale della NTV sulle indagini sui casi e sui sequestri di persona nella Repubblica Cecena dalla rete di trasmissione di Mosca è il desiderio di far silenzio sull'inefficienza del lavoro delle strutture armate cecene, ritiene il presidente dell'organizzazione "Comitato contro le torture" Igor' Kaljapin.
Ricordiamo che il materiale sul lavoro del Gruppo Mobile Unito degli attivisti per i diritti umani in Cecenia e sul caso del sequestrato Islam Umarpašaev doveva andare in onda il 30 ottobre sul canale NTV nel programma "Central'noe televidenie" [2]. Tuttavia il materiale è andato in onda solo in Estremo Oriente [3] e sugli Urali, nella parte occidentale della Federazione Russa non è stato mandato in onda.
Due ore prima della messa in onda Igor' Kaljapin ha ricevuto un messaggio SMS da un collaboratore della compagnia televisiva. "Il materiale sui sequestri è andato in Estremo Oriente. Poi l'hanno cancellato del tutto. Purtroppo abbiamo perso. Ma a Mosca nel programma ci sarà un buco di circa 10 minuti. Lo noteranno tutti. Il materiale si può vedere su Internet. Si può scaricarlo e inserirlo in vari social network. Adesso si può raccontarlo a tutti. Grazie a voi. Soprattutto non tacete. Il video è accessibile – usatelo. Per ora non possiamo commentarlo, ma voi siete del tutto liberi", – Kaljapin ha citato il messaggio al corrispondente di "Kavkazskij uzel".
Il materiale sui sequestri in Cecenia non è stato mandato in onda anche per la necessità di una sua elaborazione, ha dichiarato Marija Bezborodova, addetto stampa del canale televisivo NTV. "Il materiale è stato mostrato in Estremo Oriente, dopodiché la dirigenza del canale televisivo ha preso la decisione di mandarlo a fare elaborare, a verificare e precisare i fatti. E' una pratica consueta nel lavoro della redazione informativa, che è un mezzo di informazione di massa registrato", – ha detto Marija Bezborodova.
Fra l'altro, secondo Kaljapin, parlare di una non elaborazione del materiale video "è semplicemente poco serio", in quanto il materiale è stato rielaborato molte volte, da esso sono stati tagliati "i momenti più violenti".
Che questo materiale avrebbe potuto non andare in onda i collaboratori della NTV avevano avvertito Igor' Kaljapin in anticipo. "Questo materiale è stato rimandato due volte, – racconta il presidente dell'organizzazione "Comitato contro le torture". – La decisione di mostrare il materiale il 30 era stata presa dagli autori con le parole: "Correremo il rischio di consegnarlo. Per ora andrà da Chabarovsk [4] agli Urali, non è possibile farci niente, ma quando arriverà alla rete di trasmissione di Mosca, probabilmente lo bloccheranno del tutto".
I giornalisti televisivi, nella preparazione del materiale che avrebbe dovuto essere mandato in onda dalla NTV, hanno corso grandi pericoli. "Nel materiale c'erano immagini degli ROVD [5] di Šali [6] e del distretto Oktjabr'skij [7]. Là c'è un episodio – la conversazione con un massiccio funzionario di polizia del ROVD del distretto Oktjabr'skij. Avrebbe potuto semplicemente uccidere il giornalista con un pugno per ogni parola non vera che avesse detto", – dice Kaljapin.
La causa della cancellazione sta, secondo Kaljapin, nel fatto che in esso si parla di un problema che le autorità si sforzano di non notare.
"Non si tratta neanche dei sequestri di persona in Cecenia, ma delle persone che per dovere di servizio sono obbligate a indagare questi crimini. Le persone che hanno ricevuto un uniforme, un'arma e dei poteri violano esse stesse la legge: i crimini più terribili sono compiuti da agenti delle forze dell'ordine e vengono compiuti per imitare un'efficace lotta al terrorismo", – dice Igor' Kaljapin.
Notiamo che il sequestro di Islam Umarpašaev in Cecenia avvenne l'11 dicembre 2009. Umarpašaev fu liberato l'8 aprile 2010 e a suo dire per quattro mesi fu detenuto in un sotterraneo dell'edificio che si trova nel territorio dell'OMON [8] del ministero degli Interni ceceno e sottoposto a torture. Dal punto di vista degli attivisti per i diritti umani le indagini su questo crimine finora sono state sabotate, tra l'altro lo stesso caso è unico in Cecenia, in quanto la vittima non ritratta le dichiarazioni a proposito del crimine e cerca di ottenere un'indagine.
Il 12-13 ottobre il tribunale della città di Essentuki [9] ha esaminato la denuncia del presidente dell'organizzazione "Comitato contro le torture" Igor' Kaljapin sulla negligenza dei pubblici ufficiali del ministero degli Interni della Federazione Russa nello SKFO [10] nelle indagini sul caso del sequestro di Umarpašaev. Di conseguenza il tribunale ha rifiutato di accogliere la denuncia.
Secondo l'inquirente Igor' Sobol', che conduce il caso del sequestro di Umarpašaev, al momento non ci sono problemi ad eseguire i suoi ordini.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "Kaljapin: le forze dell'ordine cecene sabotano il lavoro del Comitato Inquirente della Federazione Russa", "Ljudmila Alekseeva [11]: "la gente in Cecenia ha paura di dire una parola di troppo", "Le organizzazioni internazionali per i diritti umani esigono una rapidissima inchiesta sul sequestro di Umarpašaev".
Autore: Elena Chrustalëva; fonte: corrispondente del "Kavkazskij uzel"
"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/195013/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1] TV russa ex privata, ora sotto controllo della Gazprom.
[2] Televisione Centrale.
[3] Da intendersi come l'Estremo Oriente della Federazione Russa, cioè la costa pacifica.
[4] Città dell'Estremo Oriente russo.
[5] Rajonnyj Otdel Vnutrennych Del (Sezione Provinciale degli Affari Interni), in pratica la sede distrettuale della polizia.
[6] Città della Cecenia centrale.
[7] Distretto cittadino di Groznyj.
[8] Otrjad Milicii Osobogo Naznačenija (Reparto di Polizia con Compiti Speciali), la terribile Celere russa.
[9] Città della Russia meridionale.
[10] Severo-Kavkazskij Federal'nyj Okrug (Circondario Federale del Caucaso del Nord).
[11] Ljudmila Michajlovna Alekseeva, una delle più importanti attiviste per i diritti umani russe.
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