Tesak e Rogozin vanno in soccorso di Putin
La mobilitazione dei "bruni" contro la crescita degli umori di protesta
25.12.2011 [1]
Dmitrij Rogozin è stato richiamato dal posto di ambasciatore della Russia presso la NATO ed è stato designato vice-premier, responsabile del complesso industriale militare. Non ci sono spiegazioni razionali dello zigzag di posizioni nella carriera di Rogozin. Tranne le sue posizioni apertamente nazionaliste [2]. Che sono risultate richieste in una situazione in cui gli avvenimenti hanno preso a svolgersi in modo tale che le elezioni presidenziali del 4 marzo potrebbero portare un risultato catastrofico per Vladimir Putin.
Il 93% dei lettori della "Novaja gazeta" che hanno preso parte a un sondaggio Internet sui veri motivi del ritorno di Rogozin a Mosca ritiene il cambiamento di lavoro di Rogozin "elettorali".
Il 25% dei lettori intervistati è convinto che Rogozin sia stato chiamato "per consolidare i nazionalisti e abbattere la crescita degli umori di protesta".
E il 68% ritiene che la carica ufficiale di Dmitrij Rogozin sia solo un paravento. In realtà gli sarà posto il compito di "aiutare Vladimir Putin a non perdere le elezioni presidenziali, facendo venire paura alla società che se non ci sarà Putin, andranno al potere i nazionalisti".
Mentre si preparava la manifestazione nel viale Sacharov [3], hanno lanciato un "pallone sonda". Nei forum su Internet, dove si svolgeva la votazione su chi dovesse intervenire alla manifestazione, in una notte come leader delle votazione è emerso Maksim Marcinkevič, personaggio più noto nei circoli nazionalisti con il soprannome Tesak [4]. Subito Kristina Potupčik, addetto stampa del movimento "Naši" [5], con i compagni ha svolto nella blogosfera una campagna con l'idea chiave "…perché adesso la manifestazione del 24 dicembre? Per vedere come Naval'nyj [6] e Tesak-Marcinkevič si baciano sulla bocca?"
Dietro l'impennata del rating di Tesak e la comparsa dei post dei "Naši" c'è un legame per me evidente: il lancio di Tesak è un "progetto del Cremlino". Perché ci sia con chi spaventare la gente, inculcando il pensiero che non ci sia particolare scelta. Che toccherà scegliere tra il "Partito dei Farabutti e dei Ladri" e Tesak. Il Cremlino gioca di nuovo ai "nazi".
La votazione su chi dovesse intervenire alla manifestazione è stata dichiarata non valida. Per via delle falsificazioni notturne. Gli organizzatori sono stati accusati di "usurpazione della manifestazione".
I nazionalisti si sono offesi che al loro leader Tesak non sia stata data la parola, ma comunque non sono andati alla "manifestazione contro la manifestazione" organizzata sui Monti dei Passeri [7] e sono andati alla manifestazione nel viale Sacharov. Sono andati compatti, si sono schierati insieme, hanno dispiegato le insegne. Volevano persino occupare il palco, ma il tentativo è stato bloccato. Ma non si può dubitare che nei prossimi tempi vedremo l'attivazione dei movimenti nazionalisti. Penso che sarà una specie di tandem "buono-cattivo". Il semplice Marcinkevič-Tesak da una parte, l'esteriormente intellettuale Rogozin dall'altra. E tutto questo per piantare nella coscienza dei russi il pensiero che l'unica alternativa a Putin sia il nazionalismo di Tesak-Rogozin. Che senza Putin la Russia affogherà nei regolamenti di conti dei nazionalisti. In un tale stato di cose perfino i più accesi oppositori correranno a votare proprio per lui. E che si può fare? Ma questo è il fatto, che la manifestazione nel viale Sacharov ha mostrato che a vedere la situazione il 24 dicembre la Russia ha anche una seconda alternativa. I "nazi" non sono già più un'alternativa a Putin – ecco la cosa principale che è evidente per la società.
Solo il potere stesso, pompando i nazionalisti con risorse finanziarie, informative e amministrative può rafforzarli e farne proprio reali partecipanti al processo politico.
Ma questo è uno scenario terribile. La Germania lo ricorda.
Vorrei sbagliarmi a pronosticare.
Irek Murtazin, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/comments/50283.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Giorno lavorativo in Russia, dove le festività civili natalizie vanno dal 1 al 10 gennaio (il Natale ortodosso è il 7 gennaio, poiché la chiesa ortodossa ha mantenuto il calendario giuliano).
[2] Dmitrij Olegovič Rogozin è passato attraverso varie formazioni nazionaliste e adesso aderisce al partito non registrato "Grande Russia".
[3] Via del centro di Mosca.
[4] "Spada da caccia", "daga".
[5] "I Nostri", movimento giovanile putiniano.
[6] Aleksej Anatol'evič Naval'nyj, avvocato e blogger d'opposizione.
[7] Colline della zona sud-ovest di Mosca.
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